: una lunga storia di incompatibilità
Il rapporto tra le due istituzioni viene osservato da monsignor Negri attraverso la lettura del fenomeno dei “liberi muratori” fatta dal magistero dei Papi
GIACOMO GALEAZZICITTA’DEL VATICANOTonaca e compasso. Quello dei rapporti tra cristianesimo e massoneriaè un nodo autenticamente «ecumenico». Non solo la Chiesa cattolica, infatti, ha secolari difficoltà con i «liberi muratori» ma anche le altre confessioni cristiane, al punto che nel 2003 l’arcivescovo di Canterbury e primate d’Inghilterra, Rowan Williams, appena divenuto capo spirituale degli Anglicani, è stato costretto a scusarsi con i 330mila massoni del Regno Unito per aver dichiarato che le loro convinzioni sono incompatibili con l’essere cristiani e per aver affermato che lui stesso li ha esclusi dai posti di responsabilità nella sua diocesi. E’ stata tale la levata di scudi della massoneria britannica che il primate Rowan Williams ha scritto a Robert Morrow, il Gran Segretario della Grande Loggia Unita d’Inghilterra, nel tentativo di gettare acqua sul fuoco delle polemiche scatenate dalla sua dichiarazione di incompatibilità tra massoneria e cristianesimo.
Nel suo messaggio l’arcivescovo di Canterbury si scusa per il «dispiacere» che ha provocato con le sue parole e rivela che suo padre «faceva parte della Corporazione». I massoni, molti dei quali sono membri attivi della Chiesa d’Inghilterra, hanno reagito animatamente al fatto che il primate abbia riconosciuto di avere dubbi, timori e pregiudizi circa la compatibilità tra massoneria e cristianesimo e hanno protestato per la sua ammissione che, da vescovo di Monmouth, aveva bloccato la promozione di massoni ad incarichi di rilievo. Le sue dichiarazioni critiche sulla massoneria erano contenute in una lettera privata parzialmente rivelata dai mass media del regno Unito proprio mentre Downing Street confermava l’avvenuta nomina di Rowan Williams a capo della Chiesa d’Inghilterra. I successivi tentativi dei suoi collaboratori di attenuare il clamore causarono soltanto ulteriori polemiche. Un portavoce, infatti, affermò che l’arcivescovo di Canterbury era preoccupato per la componente rituale della massoneria, che veniva vista come «satanicamente ispirata».
Nella Chiesa cattolica non accade spesso che un presule parli pubblicamente di Massoneria. Ancora più sorprendente è che a farlo sia un esponente in vista della gerarchia ecclesiastica come monsignor Luigi Negri, vescovo di San Marino-Montefeltro e presidente della fondazione internazionale "Giovanni Paolo II" per il magistero sociale della Chiesa. Nel novembre 2007 l'occasione per l'esternazione venne offerta al presule ciellino, già strettissimo collaboratore di don Luigi Giussani, da un libro della storica del Risorgimento, Angela Pellicciari intitolato "I Papi e la massoneria" (Edizioni Ares, 2007, pp. 320). Nella prefazione al saggio, il vescovo Negri si dichiara lieto di introdurre "questa significativa e utile fatica" di Angela Pellicciari, definendo il suo libro "una rilettura estremamente intelligente e documentata del magistero dei papi negli ultimi secoli sul problema, quanto mai annoso e attuale, della massoneria e della sua azione disgregativa della Chiesa e della cristianità". Alla base, sottolinea il presule ciellino, ci sono gli interventi che i sommi pontefici, negli ultimi due secoli e mezzo hanno fatto, "tenendo costantemente il passo con l'accrescersi, nella vita della cultura e della società, del progetto massonico e dei tentativi di partecipare in maniera egemonica alle grandi rivoluzioni laiciste, cominciando da quella francese e concludendo, ormai è una cosa sufficientemente chiara, con la rivoluzione del 1917 in Russia".
La cosa che evidenzia monsignor Negri in questo abbondante magistero è la profondità della lettura che i papi hanno fatto della vicenda massonica e nei suoi fondamenti ultimi: antropologici, metafisici, culturali, etici. Una lettura che ha seguito, passo a passo, l'evolversi della massoneria andando fino in fondo ai presupposti, molte volte anticipando gli esiti che, sul piano della vita della società e del rapporto con la Chiesa si sono poi, di fatto, realizzati. "Con perfetta coerenza e secondo la logica della continuità (quella che papa Benedetto XVI chiama l'ermeneutica della evoluzione) si può constatare come la Chiesa non abbia ceduto, neanche un momento, a nessuna tentazione concordistica o irenistica - sottolinea monsignor Negri -. La massoneria è un nemico della Chiesa; nasce con questa inimicizia e persegue la realizzazione di questa inimicizia con la distruzione della Chiesa e della civiltà cristiana e con la sostituzione a essa di una cultura e di una società sostanzialmente ateistica, anche quando fa riferimento all'architetto dell'universo".
A giudizio di monsignor Negri è fuori discussione che si tratti di un riferimento a un valore pensato e concepito all'interno di una mentalità razionalistica e illuministica. Per affrontare il nodo mai sciolto delle relazioni più o meno occulte tra gerarchie ecclesiastiche e "liberi muratori" occorre risalire al rapporto fra Chiesa e modernità. "Non è la Chiesa a essere antimoderna, ma è la modernità ad essere antiecclesiale - sostiene il vescovo Negri -. La modernità è antiecclesiale e il punto di attacco massimo all'ecclesialità è proprio rappresentato dalla massoneria che, in quanto elemento segretamente connotato e dinamicamente lanciato alla creazione di una civiltà alternativa a quella che nasce dalla fede, rappresenta, a mio modo di vedere, l'elemento radicale della modernità".
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