Magister rincara la dose
Un paio di giorni fa il grande vaticanista dell'Espresso era uscito con un pezzo che ha scatenato l' "ira di Dio" tra le comunità neocatecumenali di mezzo mondo. Oggi Magister rincara la dose, e torna all'attacco. Potete leggere qui la sua requisitoria, dove si difende dai tanti attacchi che avrà certo subito in questi giorni.
D'altra parte, anche nel nostro piccolo, non si vede spesso un post che attiri tanti commenti come quello dedicato al problema dell'adattamento autonomo e autarchico della liturgia neocatecumenale. Alcuni non li ho potuti pubblicare: solidarizzo con Magister e affermo che l'anonimato dei commenti fa dire cose - diciamo - sconvenienti, sia a chi difende sia a chi controbatte.
Intanto leggete Settimo cielo, poi riflettiamo su alcune domande.
1) Come è possibile che una FONDAZIONE, in questo caso un "insieme di beni spirituali" (Statuto, art 1 §3, nota 3), non di persone, possa essere soggetto di una liturgia propria o perfino di un indulto? Questo ce lo devono spiegare i canonisti. Molti, anche fra i neocatecumenali, non si rendono conto che quello che è approvato è "il cammino", non le persone che lo frequentano. Mi spiego. Il neocatecumenato, per volere dei fondatori, non è un'associazione di persone nella Chiesa, non è una confraternita, non è un gruppo religioso. Nossignore. E' l'insieme di beni spirituali (CIC canone 115), cioè il cammino catechetico stesso, gestito dagli amministratori di tale Fondazione che sono le Equipes dei vari livelli. I beneficiari dei servizi catechetici di questa fondazione si incontrano in comunità. Ma non sono esse soggetto di diritti nella chiesa, quanto piuttosto le singole persone che utilizzano il servizio della Fondazione di beni spirituali che è il Neocatecumenato, sotto l'assoluta giurisdizione dei vescovi del luogo e dei loro delegati che sono i parroci. Le comunità neocatecumenali in quanto tali hanno la stessa rilevanza, nella chiesa, di una classe di catechismo. Sia chiaro. Non sono un ente o una persona per il Diritto canonico, per esplicito volere dei fondatori.
2) Passiamo ad un'altra questione. Per volere del Concilio Vaticano II, in SC 22 troviamo che la prima norma che presiede al modo di procedere nella riforma della liturgia dice:
L'ordinamento liturgico compete alla gerarchia
- Regolare la sacra liturgia compete unicamente all'autorità della Chiesa, la quale risiede nella Sede apostolica e, a norma del diritto, nel vescovo. [quindi una duplice autorità: universale, la Santa Sede, locale , con compiti di controllo, il vescovo del luogo]
- In base ai poteri concessi dal diritto, regolare la liturgia spetta, entro limiti determinati [traduzioni, adattamenti nazionali...], anche alle competenti assemblee episcopali territoriali di vario genere legittimamente costituite [terza autorità, distinta dalle altre due perchè. come si sa, le conferenze episcopali non sono "di diritto divino", come invece il ministero petrino e quello episcopale].
- Di conseguenza assolutamente nessun altro, anche se sacerdote, osi, di sua iniziativa, aggiungere, togliere o mutare alcunché in materia liturgica. [non ci sono altre autorità competenti in materia, nè i presbiteri (come amano dire i neocatecumali), nè tantomeno laici ispirati o partcicolarmente dotti ed eruditi, nemmeno le Università pontificie o gli Istituti di Liturgia.]
Ma allora ci chiediamo: chi ha introdotto certe modifiche e adattamenti alle liturgie neocatecumenali? Chi ha deciso che non si deve dire il Gloria o il Credo fino a un certo "passaggio"? Chi ha inventato la distinzione bizantina fra "comunione e manducazione" per inficiare la chiara volontà del Messale e dell'Istruzione Redemptionis Sacramentum 92? Chi ha deciso che inginocchiarsi alla consacrazione è contro il rispetto per il giorno del Signore, il giorno della Risurrezione? (e anche se si volesse interpretare in questo modo fantasioso il concilio di Nicea, perchè non inginocchiarsi almeno nelle messe feriali da lunedì a sabato mattina??).
Tante domande rimangono aperte. Ed è meglio non addentrarsi troppo.
Rimane poi l'ultima, il grande quesito: come è possibile che un Direttorio per la catechesi approvato "per la pubblicazione" dalla Santa Sede, a quasi un anno dall'approvazione tanto sbandierata (vedi qui), non sia neppure pubblicato (=fatto conoscere, reso pubblico) in internet e venga tenuto segreto? Tutti e 13 i volumi sono secretati, ne conosciamo solo i titoli, come si desumono dal decreto di approvazione.
Io l'ho chiesto, l'ho cercato e proprio non ho avuto fortuna. Se qualcuno fosse così gentile da rispondere al mio appello gli sarei grato. Altrimenti c'è da pensare e vien pure da sospettare.
Come è possibile, d'altra parte, che un vescovo tolleri di far entrare nel suo territorio un gruppo che proclama un Vangelo di cui non deve rendere conto al pastore proprio della Diocesi? Eppure l'art. 5 degli Statuti recita: "Il Neocatecumenato è uno strumento al servizio dei Vescovi per la riscoperta dell’iniziazione cristiana da parte degli adulti battezzati". Uno strumento di cui i vescovi devono fidarsi a scatola chiusa? Come è possibile che io, se fossi parroco, non debba ricevere una copia di tale Direttorio, per informarmi e magari armonizzare la catechesi anche della parrocchia intera su di esso, visto che è così fatto bene. Perchè privare la comunità cristiana di un bene spirituale? Non c'è niente di nascosto che non debba essere rivelato. Noi siamo la Chiesa Cattolica: la storiella della disciplina dell'arcano, nel 2012, la possono raccontare a qualcun altro... Se il Cammino fa parte della Chiesa, a richiesta del rappresentante ordinato della Chiesa locale deve consegnare e rendere pubblico il Direttorio. Altrimenti fanno bene i vescovi a non "avvalersi" di un tale strumento, visto che possono usarlo o meno a loro massima discrezione, come dicono gli Statuti approvati!
Testo preso da: Neocatecumenali & liturgie: Magister rincara la dose http://www.cantualeantonianum.com/2012/01/neocatecumenali-liturgie-magister.html#ixzz1k7KikOL7
http://www.cantualeantonianum.com
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