Arrivano i «ministri della consolazione». Ovvero i laici che, in caso di necessità, potranno aiutare i sacerdoti nel saluto al caro estinto. La gestione dei funerali, compresa la veglia di preghiera prima della celebrazione in chiesa e la chiusura del rito in cimitero, nella diocesi di Vicenza presto potrà essere meno faticosa per i parroci che si trovano a celebrare numerosissime celebrazioni. Soprattutto nelle zone in cui il numero degli anziani supera quello dei giovani. Così la curia vicentina ha deciso di aiutare i preti, dando anche ai laici la responsabilità nell'accompagnare l’ultimo viaggio in terra di chi se ne va, nel nome del Signore. Ai fedeli, preparati con un corso ad hoc, verrà data la possibilità di sostituirsi al don nella veglia o nella recita del rosario prima della messa, nella preghiera al momento della chiusura della bara e in quella che precede la deposizione della salma nel loculo o a terra. «Verrà fatto cautamente » precisa don Pierangelo Ruaro, direttore dell’ufficio per la liturgia della diocesi di Vicenza. Per vedere persone senza tonaca durante le esequie (funerale escluso, si intende), infatti, si deve aspettare lo specifico rituale redatto dalla conferenza episcopale italiana, che dovrebbe venire pubblicato a breve. Ma i preti vicentini hanno anticipato il regolamento, in modo da non trovarsi impreparati. È stato organizzato così una sorta di seminario suddiviso in quattro incontri in cui sono intervenuti un teologo, un liturgista e una psicoterapeuta, oltre che a don Ruaro. «Hanno partecipato al corso base - spiega - una sessantina di persone, quasi tutti laici. Avevamo fatto un tentativo anche lo scorso anno ma non aveva avuto molto successo, questa volta, invece, siamo riusciti a portarlo a termine ».
Martedì, infatti, è stata fatta l’ultima riunione e, alla teoria, è stata affiancata anche la pratica: ovvero sono state insegnate alcune preghiere da recitare nei momenti del lutto ed è stato spiegato come vanno condotte le varie situazioni. «Il funerale vero e proprio - chiarisce il direttore dell’ufficio liturgico - lo gestirà sempre il prete». Nel volantino che pubblicizza il corso si legge: «La celebrazione delle esequie rappresenta per la comunità cristiana un’occasione privilegiata per l’annuncio di «una vita che va oltre la morte e sfocia nella vita eterna». Contemporaneamente, però, questa stessa esperienza si presenta oggi come momento, oltre che delicato, difficile da gestire. La riduzione del numero dei preti rende sempre più necessario favorire una ministerialità variegata e preparata per manifestare il Mistero di Cristo e della Chiesa che consola». Il rito funebre, insomma, preoccupa i parroci che a volte non sanno come comportarsi. Tra i vari interrogativi c’è quello della riposizione delle ceneri. Un sacerdote di una parrocchia a Valdagno, nell’Alto Vicentino, nel bollettino settimanale ha fatto intendere che a chi non vuole portare le ceneri dei defunti al camposanto potrebbe essere rifiutata la liturgia funebre. «È un momento di stallo - conclude don Ruaro - anche per questo aspetto siamo in attesa di conoscere cosa prevede il rituale delle esequie, poi si saprà cosa fare con esattezza».
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