Burrasca? Il cardinale Giovanni Lajolo, beato lui, dice che la curia romana “funziona in maniera eccellente”.
Lo dice nell’ultima riga dell’intervista che – nella sua qualità di governatore emerito dello Stato della Città del Vaticano – ha dato l’8 marzo a Fabio Marchese Ragona sul neonato blog di TGcom24 “Stanze vaticane“.
Ma tolto questo omaggio d’ufficio, il resto dell’intervista non ignora che la burrasca ci sia. E aggiunge qualche informazione in più rispetto a quelle già fornite dallo stesso Lajolo e dal suo successore nel governatorato, il cardinale Giuseppe Bertello, nel comunicato del 4 febbraio in replica alle accuse dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò, già segretario dello stesso governatorato e oggi nunzio negli Stati Uniti, accuse formulate in alcune sue lettere trapelate sui media.
Lajolo giustifica gli alti costi del presepe del 2009. Giustifica le operazioni finanziarie fatte per rimediare ad alcuni rovesci sul mercato dei cambi. Giustifica l’assegnazione degli appalti per il restauro del colonnato di piazza San Pietro.
Incolpa della fuga dei documenti “qualche impiegato di curia frustrato nelle sue ambizioni”. Non esclude, ma nemmeno mostra di credere, che il diavolo possa aver fatto la sua parte. In ogni caso dà del “Giuda” a chi da dentro la Chiesa produce questa “strategia della confusione”, anzi, della menzogna, proprio mentre Benedetto XVI indice l’anno della fede.
Perché nonostante tutto, dice Lajolo, il papa “regge il timone della Chiesa con mano sicura”. Anche nel pieno di questa tempesta.
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Proprio nel giorno in cui il cardinale Lajolo ha dato questa intervista a TGcom24 è uscito l’ultimo numero della rivista cattolica progressista “Il Regno”, edita dai dehoniani di Bologna.
Ebbene, il direttore della rivista, Gianfranco Brunelli, dedica l’articolo di aperturaprecisamente ad analizzare come Benedetto XVI procede in questa stagione di intrighi, di veleni, di lotte di potere.
Alla mondanizzazione della Chiesa – è la tesi de “Il Regno” – Benedetto XVI oppone un “rinnovamento spirituale”. Un rinnovamento che il papa ha spiegato ai cardinali e alla Chiesa intera nei tre giorni intensi dell’ultimo concistoro.
L’analisi di Brunelli è originale ed acuta. Quando il papa ha detto: “Pregate perché io possa tenere il timone con mite fermezza”, non si riferiva alle sue condizioni di salute, bensì “alla rotta e al governo” della nave della Chiesa.
E l’anno della fede – sottolinea il direttore de “Il Regno” – sarà precisamente il momento forte “della riforma di Benedetto: una nuova stagione di evangelizzazione, rafforzata da un rinnovamento spirituale che faccia pulizia dei comportamenti che costituiscono una continua contro-testimonianza della fede”.
Per chiedere “alla curia in generale e alle varie camarille interne” di cessare lo scontro – nota Brunelli – il papa ha prima citato le parole di Gesù: “Il Figlio dell’uomo non è venuto a farsi servire, ma per servire e dare la propria vita”.
E poi ha aggiunto: “Queste parole illuminano con singolare intensità l’odierno concistoro pubblico. Esse risuonano nel profondo dell’anima e rappresentano un invito e un richiamo, una consegna e un incoraggiamento specialmente per voi”.
Chiosa però il direttore de “Il Regno”: “Non è detto che il suo messaggio venga ascoltato”.
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