ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 17 aprile 2012

COMUNIONE E FONDAZIONE

Walter Galbiati e Emilio Randacio per "la Repubblica"
Roberto Formigoni ospite a bordo dello yacht di Piero Dacco FORMIGONI SULLO YACHT DI PIERO DACCO
Dallo studio legale che si occupa dei trasferimenti di denaro di società lussemburghesi (dell´avvocato Paolo Sciumè), all´«alto funzionario regionale della Sanità» (Alessandra Massei), per finire alla sede in pieno centro a Milano dove si gestivano gli affari. Tutto, nel terremoto provocato dall´inchiesta milanese sui fondi neri della fondazione Maugeri, sembra passare per Comunione e Liberazione (Cl).
Nelle carte allegate all´ordinanza con cui, venerdì scorso, sono finite in carcere sei persone (compreso l´ex assessore regionale alla Sanità, Antonio Simone), per 56 milioni di euro di presunti fondi neri, spunta una ragnatela molto fitta tessuta da uomini di primo piano di Cl nel mondo della sanità. A svelarli è il fiduciario svizzero Giancarlo Grenci, della società «Norconsulting», che ha operato per conto di uno dei principali arrestati, il faccendiere Pierangelo Daccò (già in carcere per il crac del San Raffaele).
SAN RAFFAELE OSPEDALE SAN RAFFAELE
LA GRANDE FAMIGLIA DI CL
Proprio dalle sponde del lago di Lugano, Grenci avrebbe gestito fino al 2009, il trasferimento di denaro dai conti della Fondazione Maugeri a società riconducibili a Daccò e a Simone (entrambi vicini a Cl), che ne avrebbero poi fatto l´uso più disparato. Che Cl sia il filo conduttore di questa inchiesta, lo dimostra ancora Grenci. «Posso dirvi che la persona che dal 2006 segue il cliente Daccò all´interno della Norconsulting è Andrea Galafassi che lavorava già per Daccò. Quando è andato via lo abbiamo assunto dopo che ha presentato regolarmente il suo curriculum».
Un´assunzione disinteressata? Così non sembra. «Preciso che non c´è stata alcuna raccomandazione di Daccò. So che Galafassi è di Cl perché me lo ha detto lui. Mi dice di conoscere la Massei che è anche lei di Cl e frequenta Simone anche lui di Cl». Per essere ancora più chiari, l´esperto finanziario elvetico, precisa anche che il suo dipendente «frequenta il gruppo di Cl in Italia e che partecipa ai ritrovi».

IL DOPPIO RUOLO DI MASSEI
Balza agli occhi lo strano ruolo che, Alessandra Massei, avrebbe coperto in questa brutta faccenda. L´operatore finanziario Grenci ricorda come «mi sia stata presentata da Daccò come ex dirigente di pregio dell´ospedale Fatebenefratelli e che oggi occupa un ruolo importante all´interno della Regione Lombardia».
salvatore maugeri  Maugeri
Manager pubblica, simpatizzante di Cl, secondo questo identikit, ma anche «socia in una serie di attività di Daccò, soprattutto in Sud America». L´ex «dirigente di pregio» della sanità lombarda, sembra avere diversificato le sue attività. È sempre Grenci che ricorda ai pm Orsi, Pastore, Ruta e Pedio, di come la Massei si sia anche recata «a Lugano in compagnia di Passerino e Mozzali (entrambi finiti in carcere venerdì scorso nell´operazione Maugeri, ndr), quando abbiamo fatto un sopralluogo alla clinica Sementina».
PRELIEVI PER 2-3 MILIONI
La gestione di questa contabilità occulta, prosciugata dai conti della fondazione pavese Maugeri, aveva una unica finalità: creare fondi neri. Attraverso la Norconsulting, infatti, Grenci avrebbe giustificato il passaggio di denaro su altri conti esteri, attraverso «contratti falsi». In sostanza, secondo la ricostruzione dello stesso indagato, assistito dagli avvocati Luca Lauri e Alessandro Viglione, il suo compito era quello di «incassare somme di denaro e quindi predisporre contratti ad hoc».
È lunghissimo l´elenco delle società collegate alla Maugeri. Grenci produce tutta la documentazione accumulata dal suo ufficio. Parla anche dell´esponente del Pdl, «Gianstefano Frigerio che era un consulente e che forniva delle dispense di Forza Italia». A cosa si riferisce nel dettaglio, non sembra spiegarlo. Aggiunge di non sapere che sia un politico. Le attività a cui andava incontro Daccò sembrano al momento intuibili, ma non ancora provate. Di certo, il consulente vicino a Cl, per Grenci, aveva una disponibilità di contante enorme.
ANTONIO SIMONE E PAOLO PILLITTERI cover giussani cl
«È capitato una ventina di volte che Daccò lasciasse nei nostri uffici, somme di denaro in contanti in buste chiuse. Gli importi erano variabili, nell´ordine al massimo di 200 mila euro per busta (negli anni complessivamente saranno stati 2 o 3 milioni di euro)». La destinazione finale, al businessman, è sconosciuta. La procura, sta puntando il mirino su una società di Madeira, in Portogallo, per svelare le destinazioni finali del «malloppo».
Di certo, anche un altro indagato dell´inchiesta, l´ex assessore Antonio Simone, ricorda a verbale il livello di rapporti intessuti da Daccò. «Abbiamo anche ricevuto finanziamenti dallo Ior (la banca del Vaticano, ndr), con cui aveva buoni rapporti». E anche grazie a questi buoni uffici, sarebbero state «costituite varie società in Cile e Israele».
IL CONTO BURLANDO
I magistrati milanesi sembrano essersi fatti un´idea molto precisa su dove indirizzare la parte più succosa dell´inchiesta, quella che coinvolgerebbe (anche se al momento non sono indagati), i politici. «Per conto della Fondazione Maugeri, Daccò intratteneva relazioni con la Regione Lombardia. Con quali persone?», lo interroga il pm Laura Pedio il 22 dicembre.
lobbydio Comunione Liberazione jpeg
«Con la Massei, con Formigoni e con Perego (segretario di Formigoni). Mi chiedete - aggiunge Grenci -, se abbia avuto rapporti con Lucchina (direttore generale della Sanità lombarda, ndr), Sanese (uomo vicino del governatore, ndr), e Villa (segretario di Formigoni, ndr)». Ma Grenci è sicuro: dico di non averli mai sentiti nominare».
E nel mirino finiscono anche rapporti con le Regioni Sicilia e Liguria. Tra le carte sequestrate dalla sezione di Polizia giudiziaria di Milano, ecco spuntare fuori il conto «Burlando». «Di chi è?», lo interroga la procura. «È un conto cifrato riferibile a Giovanni Cozzi della Luxury yachts, ma non so perché sia stata pagata la somma di 200 mila euro».


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