Risguardo della copertina di "Sua Santità" |
Nei risguardi del volume "Sua Santità" di Gianluigi Nuzzi ci sono delle
immagini dei documenti "rubati" dal Vaticano. E' opportuno guardarle con
attenzione...
Queste non sono fotocopie bensì fotografie di documenti. Lo si comprende
bene dalle sfumature di colore fra le varie carte, ma soprattutto dalla
riproduzione delle foto allegate al rapporto sull'incidente che ha
visto quali protagonisti alcuni uomini della Gendarmeria la cui vettura
fu ritrovata crivellata di colpi appena fuori il ristorante nel quale
stavano cenando con alcuni funzionari dell'Interpol tre anni fa.
Nel documento del 2009 sull'incontro con Napolitano si nota persino la punzonatura arrugginita! |
Risguardo della quarta di copertina |
Le foto viste da vicino |
Questo vuol dire che "l'ingente mole" di documenti ritrovati nella
dimora del maggiordomo del Papa sarebbe costituita da files fotografici
dei documenti riservati. E bisognerebbe capire dove si trovassero questi
files al momento della perquisizione: in una chiavetta usb, su un pc,
su una microscheda di una macchina fotografica digitale. Non solo,
bisognerebbe provare, poniamo il caso, che siano stati ritrovati in una
chiavetta usb, che tale chiavetta sia sempre stata di proprietà di Paolo
Gabriele.
Che buona parte dei documenti provenga dalla segreteria del Papa è
evidente, ma molti - ripeto - devono provenire dalla Segreteria di
Stato, e comunque sono stati fotografati dopo esser stati visionati dal
Papa (come recita il timbro apposto su di essi). Legittimo concentrarsi
sulla famiglia pontificia, dunque. Ma si può immaginare che il cameriere
del Papa abbia sistematicamente fotografato documenti riservati per
almeno tre anni nella segreteria del Papa senza che nessuno si
accorgesse mai di nulla? Tutto è possibile, certo. Oggi tuttavia, Franco
Bechis, afferma su Libero quanto segue: "I documenti segreti del
Vaticano sono usciti anche dall'appartamento papale, dove in pochissimi
avevano accesso (ma fra i pochi molti della stessa Gendarmeria, e non è
poco)." Il maggiordomo del Papa avrà forse delle responsabilità - tutte
da provare - nonostante sia stato già sottoposto alla gogna mediatica in
spregio di qualsiasi forma di garantismo e carità cristiana; ad ogni
modo è evidente che si tratterebbe di un "pesce piccolo". Sono
chiaramente in gioco interessi ben più grossi.
Per ora non dobbiamo dunque immaginare che in casa di Gabriele siano
stati ritrovati faldoni di fotocopie, bensì con tutta probabilità dei
files (altrimenti il mistero si infittirebbe ancor più). Ma i files sono
quanto di più volatile vi possa essere, possono passare da una mano
all'altra, e starsene nascosti in schede larghe pochi pollici. Il
Vaticano dovrebbe fare chiarezza su tutta questa vicenda sempre più
fangosa e densa di coni d'ombra che tanto ricorda il ben più drammatico
caso Estermann del 1998.
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