Il Vaticano “esautora” Fellay e va alla conta di chi sta con lui e chi no, mentre il card. Koch rassicura il “Sinedrio”
La congregazione per la Dottrina della fede si è riunita oggi nella sua assemblea plenaria per esaminare lo stato dei colloqui con i Lefebvriani in vista del loro pieno reintegro nella Chiesa cattolica. Da ex Sant’Uffizio «osservazioni», tempi ora non sono «brevi»
CITTÀ DEL VATICANO – Poteva essere un’accelerazione, è stata una frenata. O, quanto meno, non è stato un passaggio formale né scontato. La congregazione per la Dottrina della fede si è riunita oggi nella sua assemblea plenaria per esaminare lo stato dei colloqui con i Lefebvriani in vista del loro pieno reintegro nella Chiesa cattolica (o meglio, nella “Contro-Chiesa” conciliare, n.d.r.). Alla ‘feria quarta’ erano presenti ‘big’ del calibro dei cardinali Tarcisio Bertone, Angelo Scola,Christoph Schoenborn, Jean-Pierre Ricard, Julian Herranz, oltre che del prefetto William Levada, ormai prossimo alla pensione. (…)
Benedetto XVI tiene molto a questo dossier, che però inquieta, più o meno apertamente, diversi settori della Chiesa cattolica (o meglio, della “Contro-Chiesa” conciliare, n.d.r.), dagli episcopati nordeuropei a diversi settori della Curia romana, dagli ambienti catto-progressisti, all’Opus Dei. Il Papa ha ricevuto il superiore dei Lefebvriani, mons. Bernard Fellay, poco dopo l’elezione al soglio pontificio, ha liberalizzato il messale pre-conciliare tanto caro ai tradizionalisti (2007), ha tolto la scomunica ai quattro vescovi (2009) e per due anni ha fatto condurre ai suoi uomini colloqui che dovrebbero ora tradursi nella firma, da parte dei Lefebvriani, di un ‘preambolo dottrinale’. Superando – è la speranza della Santa Sede – la virulenta polemica lefebvriana nei confronti del Concilio vaticano II. Nelle scorse settimane mons. Fellay ha inviato a Roma una prima risposta (insufficiente), poi una seconda (incoraggiante) e oggi la congregazione per la Dottrina della fede ha «esaminato il testo» e «sono state formulate alcune osservazioni che saranno tenute presenti nelle ulteriori discussioni tra la Santa Sede e la fraternità San Pio X». Il procedimento, insomma, «continua», come ha spiegato il portavoce vaticano Federico Lombardi, non avrà tempi «molto brevi», «il processo è totalmente aperto» ed è «prematuro prefigurare tempi e modi» della sua conclusione. Il Papa, ovviamente, è sovrano di decidere come crede, ma questa è l’autorevole opinione che la congregazione per la Dottrina della fede ha formulato.
All’interno dell’ex Santo Uffizio ci sarebbero divergenze d’opinione. Tanto più dopo che un sito tradizionalista francese ha pubblicato la corrispondenza riservata tra Fellay, favorevole a un accordo con Roma e gli altri tre vescovi della fraternità sacerdotale San Pio X, Alfonso de Galarreta, Nicolas Tissier de Mallerais et Richard Williamson, scettici su una conclusione positiva dei negoziati col Vaticano. Ai vescovi e ai cardinali consulenti del dicastero vaticano responsabile dell’ortodossia cattolica (o meglio, dell’”ortodossia conciliare”., n.d.r.), evidentemente, non sono piaciute né l’una né l’altra. E se per Fellay l’esame continua, «in considerazione delle posizioni prese dagli altri tre vescovi della fraternità San Pio X – recita seccamente la nota vaticana – la loro situazione dovrà essere tratta separatamente e singolarmente». La scissione interna ai Lefebvriani, nell’aria da anni, paventata dallo stesso Fellay in una recente intervista alCatholic News Service, si è così materializzata in un comunicato della Santa Sede. Il portavoce vaticano Lombardi ha rilevato, in particolare, le «preoccupazioni» emerse per le differenti posizioni espresse nel corso del tempo dagli altri tre vescovi lefebvriani, e in particolare le dichiarazioni negazionistiche pronunciate sugli ebrei dal britannico Richard Williamson.
In Vaticano, del resto, alcuni giorni fa non era passato solo Fellay. Anche il vice-presidente del Bundestag, Wolfgang Thierse, cattolico dello Spd e membro del Zentralkomitee der deutschen Katholiken (il Comitato centrale dei cattolici tedeschi, che riunisce i laici del Paese), ha fatto visita a Roma per incontrare il cardinale Kurt Koch e altri esponenti di Curia e cercare rassicurazioni sull’affaire lefebvriano. «In Germania – ha detto alla radio dell’arcidiocesi di Colonia – ci sono voci che il Vaticano abbia ‘ceduto’ nei confronti dei lefebvriani e il cardinale mi ha rassicurato che non è così». Lo stesso Koch, nei prossimi giorni in Israele, oggi ha tenuto una ‘lecture’ alla pontificia università San Tommaso d’Acquino (Angelicum) ed ha scandito: «Tutte le decisioni dottrinali del magistero sono vincolanti per un cattolico, anche il Concilio vaticano II con tutti i suoi testi». Tanto più – ha spiegato accanto al rabbino Jack Bemporad – che nelle atrocità senza precedenti della Shoah i cristiani sono stati «sia autori dei crimini sia vittime» e «il flagello dell’antisemitismo sembra essere non estirpabile nel mondo di oggi» tanto che «anche nella teologia cristiana l’antichissimo marcionismo (movimento cristiano che rifiuta ebraismo e primo testamento, ndr.) e l’antiebraismo riemergono con spirito di rivalsa, e di fatto non solo da parte dei tradizionalisti ma anche nel filone liberale dell’attuale teologia. In considerazione di tali sviluppi, la Chiesa cattolica è costretta a denunciare che l’antiebraismo e il marcionismo sono un tradimento della sua stessa fede cristiana e a richiamare alla mente che la fraternità spirituale fra ebrei e cristiani ha il suo fermo ed eterno fondamento nella Sacra Scrittura».
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MGR. FELLAY SPACCA LA FRATERNITA’ SAN PIO X CON LA SUA LINEA SUICIDA IN FAVORE DEL RALLIEMENT CON LA “CONTRO-CHIESA” CONCILIARE E IL VATICANO SI INSINUA NELLA SPACCATURA COME UN SERPENTE (PREVEDIBILE!) DESAUTORANDOLO DI FATTO DEL RUOLO DI “CAPO” DELLA SOCIETA’ FONDATA DA MONS. LEFEBVRE, PRENDENDO IN MANO LA SITUAZIONE E GESTENDO, ORA, “TRATTATIVE SEPARATE” CON LUI E CON GLI ALTRI 3 VESCOVI CHE ORA SONO A UN BIVIO E ANCH’ESSI DI FRONTE A SCELTE FONDAMENTALI, SENZA RITORNO:
VATICANO VERSO TRATTATIVE SEPARATE CON FELLAY E GLI ALTRI TRE VESCOVI TRADIZIONALISTI
Spaccatura tra i lefebvriani
Tra le tante questioni spinose legate al governo della Chiesa ce ne sono due che senza dubbio rivestono una grande rilevanza per il Pontefice.
La prima riguarda la Fraternità San Pio X. Una soluzione sembrava vicina dopo la risposta giunta il 17 aprile ai chiarimenti chiesti dalla Pontificia commissione Ecclesia Dei, che considera impescindibile l’accettazione del «preambolo dottrinale» per rientrare nella piena comunione con Roma. Ieri si è riunita la sessione ordinaria della Congregazione per la dottrina della fede ed è stata discussa anche la risposta di Mons. Bernard Fellay. La Congregazione, presieduta dal card. Levada, ha formulato alcune osservazioni che saranno tenute presenti nelle ulteriori discussioni tra la Santa Sede e la Fraternità. Come ha sottolineato il portavoce vaticano padre Lombardi, la questione è ancora aperta. I tempi non sembrano più così rapidi e soprattutto «non è detto che la soluzione inglobi tutte le posizioni». Infatti, «in considerazione delle posizioni prese dagli altri tre Vescovi della Fraternità San Pio X, la loro situazione dovrà essere trattata separatamente e singolarmente». Tra i seguaci del vescovo scismatico svizzero si sarebbe creata una profonda spaccatura. Nei giorni scorsi, diffuso da un forum tradizionalista, era finito su internet uno scambio di lettere riservate tra Fellay, favorevole all’accordo con il Vaticano, e gli altri tre vescovi invece contrari: Alfonso de Galarreta, Nicolas Tissier de Mallerais e Richard Williamson. Quest’ultimo, come noto, è tra l’altro su posizioni antisemite. I tre dissidenti hanno scritto a Fellay di non condurre la Fraternità «a una profonda divisione senza ritorno» e lanciato una serie di accuse contro il pensiero teologico e dottrinario di Benedetto XVI. La replica, indiretta, arriva dal presidente del Pontificio consiglio per l’Unità dei cristiani card. Koch che ieri, durante una conferenza stampa con il rabbino Jack Bemporad, ha sottolineato che «non si può essere cattolici e non accettare il Concilio Vaticano II, il magistero della Chiesa successivo e la Nostra Aetate (che regola i rapporti con gli ebrei, ndr), così come tutti i documenti, i decreti e le costituzioni del Concilio sono vincolanti per ogni cattolico». Altra situazione delicata quella dei Legionari di Cristo, per i quali Benedetto XVI ha disposto da tempo la visita apostolica, ovvero un’ispezione, affidata al card. Velasio De Paolis, dopo lo scandalo pedofilia che ha travolto il fondatore Marciel Maciel. Padre Thomas Williams, professore di teologia e etica presso l’ateneo Regina Apostolorum di Roma, ha ammesso di avere un figlio. Williams è anche commentatore per alcuni grandi network televisivi americani. Il Superiore del movimento religioso per l’Italia, padre Nader, ha scritto una lettera sul caso rivolta a tutti i legionari e al braccio laico dell’organizzazione Regnum Christi, nella quale fra l’altro viene riportato quanto ha detto lo stesso Williams: «Sono profondamente pentito per questa trasgressione ed ho cercato di riparare. I miei superiori ed io abbiamo deciso che la cosa migliore per me sarà prendere un anno per riflettere sui miei doveri di sacerdote, senza esercitare ministero pubblico. Sono veramente mortificato per tutti coloro che saranno feriti da questa rivelazione e vi chiedo preghiere mentre cerco la maniera migliore di procedere per il futuro».
La prima riguarda la Fraternità San Pio X. Una soluzione sembrava vicina dopo la risposta giunta il 17 aprile ai chiarimenti chiesti dalla Pontificia commissione Ecclesia Dei, che considera impescindibile l’accettazione del «preambolo dottrinale» per rientrare nella piena comunione con Roma. Ieri si è riunita la sessione ordinaria della Congregazione per la dottrina della fede ed è stata discussa anche la risposta di Mons. Bernard Fellay. La Congregazione, presieduta dal card. Levada, ha formulato alcune osservazioni che saranno tenute presenti nelle ulteriori discussioni tra la Santa Sede e la Fraternità. Come ha sottolineato il portavoce vaticano padre Lombardi, la questione è ancora aperta. I tempi non sembrano più così rapidi e soprattutto «non è detto che la soluzione inglobi tutte le posizioni». Infatti, «in considerazione delle posizioni prese dagli altri tre Vescovi della Fraternità San Pio X, la loro situazione dovrà essere trattata separatamente e singolarmente». Tra i seguaci del vescovo scismatico svizzero si sarebbe creata una profonda spaccatura. Nei giorni scorsi, diffuso da un forum tradizionalista, era finito su internet uno scambio di lettere riservate tra Fellay, favorevole all’accordo con il Vaticano, e gli altri tre vescovi invece contrari: Alfonso de Galarreta, Nicolas Tissier de Mallerais e Richard Williamson. Quest’ultimo, come noto, è tra l’altro su posizioni antisemite. I tre dissidenti hanno scritto a Fellay di non condurre la Fraternità «a una profonda divisione senza ritorno» e lanciato una serie di accuse contro il pensiero teologico e dottrinario di Benedetto XVI. La replica, indiretta, arriva dal presidente del Pontificio consiglio per l’Unità dei cristiani card. Koch che ieri, durante una conferenza stampa con il rabbino Jack Bemporad, ha sottolineato che «non si può essere cattolici e non accettare il Concilio Vaticano II, il magistero della Chiesa successivo e la Nostra Aetate (che regola i rapporti con gli ebrei, ndr), così come tutti i documenti, i decreti e le costituzioni del Concilio sono vincolanti per ogni cattolico». Altra situazione delicata quella dei Legionari di Cristo, per i quali Benedetto XVI ha disposto da tempo la visita apostolica, ovvero un’ispezione, affidata al card. Velasio De Paolis, dopo lo scandalo pedofilia che ha travolto il fondatore Marciel Maciel. Padre Thomas Williams, professore di teologia e etica presso l’ateneo Regina Apostolorum di Roma, ha ammesso di avere un figlio. Williams è anche commentatore per alcuni grandi network televisivi americani. Il Superiore del movimento religioso per l’Italia, padre Nader, ha scritto una lettera sul caso rivolta a tutti i legionari e al braccio laico dell’organizzazione Regnum Christi, nella quale fra l’altro viene riportato quanto ha detto lo stesso Williams: «Sono profondamente pentito per questa trasgressione ed ho cercato di riparare. I miei superiori ed io abbiamo deciso che la cosa migliore per me sarà prendere un anno per riflettere sui miei doveri di sacerdote, senza esercitare ministero pubblico. Sono veramente mortificato per tutti coloro che saranno feriti da questa rivelazione e vi chiedo preghiere mentre cerco la maniera migliore di procedere per il futuro».
Questo articolo é stato pubblicato 17 maggio 2012, 09:14 ed é archiviato sotto "MANI PULI
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