Non risulta che il vescovo di Bergamo, Mons. Francesco Beschi, ad oggi abbia pubblicamente abiurato le eresie proferite, collocandosi ipso facto fuori dalla comunione con Roma.
I cattolici della Diocesi di Bergamo, preoccupati, chiedono al Santo
Padre di adire disciplinarmente contro il predetto, obbligandolo ad
abiurare pubblicamente le sue eresie proferite ed a sottomettersi
all'autorità di Pietro. Si abbia clemenza per il peccatore ma non si
taccia dinanzi alla verità e non ci si faccia calpestare dagli eretici;
la fede cattolica è Una, Santa ed Apostolica, ben radicata in Scrittura e
Tradizione, pertanto checché voglia filosofeggiare blaterando, ad oggi,
il vescovo di Bergamo risulta ancora essere fuori dalla comunione con Roma, in sostanza un simil-protestante. I cattolici di Bergamo sentono in cuor loro di rivendicare la figura di un vescovo cattolico presso la loro Diocesi, in quanto le affermazioni fatte dal vescovo Francesco Beschi non risultano essere presenti nella teologia cattolica, pertanto sono eretiche; c'è pericolo per le anime.
Sintesi della vicenda.
IL VESCOVO DI BERGAMO MONS. FRANCESCO BESCHI afferma che GESÙ DI NAZARETH È UN “LAICO”
Non poche persone della Diocesi di Bergamo, dopo aver
ascoltato e poi anche letto quel “testo” recitato da mons. Francesco
Beschi nel “cinema-teatro Aurora”, il 22 settembre 2009, nella
parrocchia di Seriate mi pregarono di dare una risposta su quel “testo”
più che scandaloso. Ed ecco, qui, alcuni passaggi salienti del suo
intervento, in cui non c’è mai una parola sacerdotale di Fede, di
Grazia, di Sacramenti, di Santa Messa, di preghiera, di virtù cristiane,
di novissimi, di peccato, di vizi e difetti, di demonio, di condotta di
vita cristiana, ma solo un “non dobbiamo calare le braghe!”.
Adesso, io analizzo brevemente quello schema di “discorso-incontro”, esprimendo il mio energico dissenso su quella “frase blasfema” di mons. Francesco Beschi contro la divinità di Gesù Cristo!
Quanto sto per scrivere non è un processo alle
intenzioni, perché ha già un realismo oggettivo in se stesso. Una
bestemmia, infatti, è sempre in sè e per sè, una bestemmia.
L’espressione blasfema alla quale mi riferisco: «GESÙ DI NAZARETH È UN “LAICO”» (e quindi, non è un Sacerdote!) è una espressione blasfema che nega il dogma delle due nature in Cristo, praticamente unite.
La frase incriminata, quindi, espressa
pubblicamente da mons. Beschi, io la riprovo decisamente perché
sconfessa in Cristo il Figlio di Dio, sovvertendo, così, il dogma
trinitario. Una Fede dogmatica grave!
***
Sarà bene, quindi, che io richiami, qui, ai Sacerdoti
che Gesù Cristo è veramente “Sacerdote” e “Sommo Sacerdote”! Dalla
dottrina cattolica, infatti, sappiamo che il “Sacerdote” è il
“Mediatore” di cose sacre - “sacra dans” - e che la cosa sacra è,
principalmente, il “Sacrificio”.
Il Sacerdote, perciò, è colui che offre a Dio un vero
sacrificio per riconoscere il suo supremo dominio, e per soddisfare
alla sua giustizia per i peccati degli uomini. Quindi, che Gesù Cristo
sia veramente Sommo Sacerdote è di Fede.
Il Concilio di Efeso afferma: «La divina Scrittura ricorda che Cristo è stato fatto Pontefice e Apostolo della nostra confessione» (D.B. 122). Il Concilio di Trento afferma: «Fu
opportuno, ordinando così Dio, padre della misericordia, che sorgesse
un altro Sacerdote, secondo l’ordine di Melchisedec, Gesù Cristo Nostro
Signore » (D.B. 938 - Salmo 189). San Paolo parla diffusamente di Gesù Sacerdote, in particolare nella Lettera agli Efesini, in cui dice che Cristo è sacerdote unico,
sommo, eterno, che ha offerto in sacrificio, accetto a Dio, il suo
Sangue, redimendoci dal peccato. Dopo questo, devo dedurne che la
situazione odierna di molta gerarchia moderna è molto più grave di come
appare, perché è un segno ben chiaro del ribaltamento radicale della
fede classica della Chiesa ante-Vaticano II.
Io - “flens dico” - che quella blasfema espressione, detta dal Vescovo di Bergamo: «GESÙ DI NAZARETH È UN LAICO»
è l’ammodernamento teologico d’una teologia che si vuole svecchiare e
rinnovare, superando l’immutabilità e l’impassibilità di Dio Trino,
ormai inutilizzabili dai moderni laboratori di teologia dogmatica, che
ha dato lo sfratto alla Divina Rivelazione, alla Tradizione della
Chiesa, al Magistero ecclesiastico, alla teologia costruita sulla
Rivelazione e sulle definizioni dogmatiche.
***
Come finale, ora, mi chiederei: con quale faccia
l’attuale “Gerarchia conciliare” si può presentare, domani, davanti a
Dio-Gesù Cristo Giudice?
L’eresia-bestemmia del Vescovo di Bergamo
Su “Chiesa viva” del Maggio 2011, avevo scritto un
articolo sul “testo” recitato da Mons. Francesco Beschi, Vescovo di
Bergamo, il 22 settembre 2009, nel “cinema-teatro-Aurora”, nella
parrocchia di Seriate (BG), col quale ho denunciato ai nostri lettori le
implicazioni teologiche di quell’affermazione: «Gesù di Nazareth è un laico».
Non avendo mai avuto una risposta alla mia denuncia su quella “frase blasfema” contro la divinità di Gesù Cristo: «Gesù di Nazareth è un laico », credo sia mio dovere ripetere più marcatamente la mia accusa, già formulata nel maggio scorso su “Chiesa viva”.
I motivi, quindi, che mi inducono a replicare la
denuncia, sono il silenzio del Vescovo (ma si sa che “chi tace
acconsente”!), e poi il mio amore a Gesù Cristo, che io vedo sempre
nella gloria che Gli spetta!
Ora, per comprendere quella gravissima formulazione
del Vescovo, faccio ricordare, per primo, che la grammatica di lingua
italiana afferma che una “proposizione” letteraria è esatta e sicura
quando è composta di “soggetto”, “predicato” e “complemento”, proprio
come la frase sopra citata: “Gesù di Nazareth è un laico”; “soggetto”: Gesù di Nazareth; “predicato”: è; “complemento”: un laico.
Quindi, per mons. Beschi, Gesù non era “Sacerdote”, tanto meno “Sommo Sacerdote”!
A questo punto, mi domando: ma allora, il Vescovo di
Bergamo, affermando quell’errore blasfemo che annulla la “divinità” di
Cristo, non sarà, forse, anche Lui un Vescovo di quella schiera
episcopale che, da anni, sta lavorando per annullare la SS. Trinità,
disconoscendone la Seconda Persona, che si è incarnata per apportarci la
Rivelazione e, per essa, salvarci? Infatti, anche Papa Giovanni Paolo II,
nel suo libro “Varcare la soglia della s p e r a n z a ” , scrisse che
Gesù è il Figlio consustanziale al Padre, sì, ma anche che questo si può
respingere e scrivere a lettere maiuscole che «Dio non ha un Figlio, e che Gesù Cristo non è Figlio di Dio, ma è solo uno dei Profeti» (p. 9).
Ora, quelle affermazioni dell’eretico Giovanni Paolo
II, che respingono la Rivelazione della “divinità” del Verbo, sono una
“autentica apostasia”, per cui è puerile quel suo scagliarsi dicendo:
«Ci si può meravigliare di tali posizioni quando sappiamo che Pietro
stesso ha avuto, a questo riguardo, delle difficoltà?» (p. 9). Certo, ma
Pietro non lo fece come copertura di quello “slogan eretico”, tuttora
in corso, che: dice che Giudaismo e Islam credono che Gesù fu solo un
uomo.
Infatti, Giovanni Paolo II prosegue dicendo: «C’è da meravigliarsi se persino coloro che credono nel Dio unico... trovano difficile accettare la Fede in un Dio crocifisso?». «Così avvenne che, dopo la grande tradizione monoteista, si introdusse quella profonda lacerazione»
(p. 9). Ma questa lacerazione non avvenne per colpa del Cristianesimo,
che introdusse l’idea trinitaria nella “tradizione monoteistica”, ma per
colpa della “Cabala rabbinica” che ha negato la divinità di Cristo e il
“mistero trinitario”!
Da questo ebbe inizio quello “slogan eretico”: «Cattolici, Musulmani ed Ebrei hanno lo stesso Dio».
Ma anche Paolo VI, il 9 agosto 1965, disse che «tutti professiamo un identico monoteismo». E ancora: «Non
sarà possibile che il nome del medesimo Dio, invece di irriducibili
opposizioni ... generi una intesa possibile (...) senza pregiudizi di
discussioni teologiche?». (Cosa possibile, certo, purché si elimini Cristo come Figlio di Dio, e si elimini la SS. Trinità!).
Certo, è un fatto che Paolo VI non ha mai condannato
neppure quei teologi che negavano persino la divinità di Cristo. Come
pure ha lasciato che certi Vescovi attaccassero le “encicliche
dottrinali”, senza mai riprenderli né deporli. Ma questo, è proprio
quello che stanno facendo già non pochi Vescovi.
Ecco alcuni esempi d’oggi: in un articolo su “Chiesa
viva” N° 434 e ss, il professore teologo mons. Gherardini stronca la
cristologia di Mons. Bruno Forte, Arcivescovo di Chieti-Vasto, che scrisse la sua blasfema eresia teologica: «Il Dio di Gesù è il Padre»;
un’affermazione, questa, che dice chiaramente che “Gesù non è Dio”,
proprio per quella separazione fisica e qualitativa di Gesù Cristo dal
Padre, saltando, così, a pié pari, la domanda a Gesù da parte di
Filippo, e la risposta di Gesù: «Filippo,
è tanto tempo che sono in mezzo a voi, e ancora non mi conoscete? Non
sai tu che chi vede Me vede anche il Padre, perché il Padre è in Me ed
Io sono in Lui, e tutti e due siamo una cosa sola?» (Gv.14,9,10).
Come avrete notato anche Voi lettori, l’eresia del
Vescovo di Bergamo è uguale nella sostanza, a quella di Papa Giovanni
Paolo II, a quella dell’Arcivescovo di Chieti-Vasto, come pure a quella
di Paolo VI; quest’ultima più velata, ma pur chiara nel chiedere la
soppressione della Seconda Persona della SS. Trinità, per creare l’unico
Dio, nostro, degli Ebrei e dell’Islam. Quindi quei due Papi e due
Vescovi negano la divinità di Cristo, per distruggere la SS. Trinità!
Purtroppo, la Chiesa del Vaticano II (a sfondo
eretico!) con questa satanica lotta per distruggere del tutto la Chiesa
di Cristo, è giunta al punto di ridurre addirittura Gesù Cristo a
“laico” e, quindi, non più Dio!..
***
A peggiorare la posizione del (presunto) Vescovo di Bergamo, voglio citare un altro suo “detto”, pronunciato nel medesimo incontro coi giovani di Seriate (BG). Disse: «Urge una coscienza più laicale del Cristianesimo. Gesù di Nazareth è un laico».
Quindi, mons. Beschi vorrebbe una “scristianizzazione” anche nel suo
gregge, ossia una soppressione di tutto ciò che è cristiano, sia nella
Fede, sia nella “Civiltà cristiana” per un’altra coscienza più
“laicale”.
Per me, anche questa sparata di mons. Beschi è un’altra “bestemmia” contro la divinità di Cristo,
che non considera “Dio”, ma solo un “laico”. Ma allora, mons. Beschi
vuole anche Lui quel “Nuovo Ordine” massonico che liberi la Chiesa dalla
sua natura dogmatica, per farla “assolvere” dal suo passato con un
processo di “scristianizzazione” che porti a un completo rovesciamento
del “primato religioso” ad una “secolarizzazione”, mediante un
sincretismo ecumenico, fondato sulla filosofia moderna da cui nascerà
quella “Nuova Religione” e quella “Nuova Chiesa” sognata da Paolo VI.
Il 7 dicembre 1965, nel suo discorso di chiusura del Concilio, Paolo VI, disse: « ... Noi pure, Noi non più di ogni altro, Noi abbiamo il culto dell’uomo»! «La religione del Dio che si è fatto uomo si è incontrata con la religione (perché tale è!) dell’uomo che si è fatto Dio»!
Ma anche questo “incontro” della “Religione del Dio che si è fatto
uomo” con la “religione dell’uomo che si è fatto Dio” può avvenire solo
col “culto dell’uomo” e con la soppressione della divinità di Gesù,
facendo del Cristo solo il simbolo dell’“Uomo che si è fatto Dio”, cioè
del massone che, al termine di un percorso iniziatico, “risorge” dalla
condizione “umana” a quella “divina” di “Uomo-Dio”.
Ecco la ragione per la quale i vertici massonici e
certa Gerarchia ecclesiastica insistono sul “Cristo risorto”, denigrando
il “Cristo crocifisso” e la Sua Redenzione di Figlio di Dio! Infatti,
Alice Bailey, allieva della Helena B.P. Blavatsky, fondatrice della
“Società Teosofica” disse che: «Il “Cristo risorto” e non il “Cristo
crocifisso” sarà la nota distintiva della “Nuova Religione”. Ma per
raggiungere questo scopo, bisogna prima “scristallizzare” le religioni,
respingendo decisamente, come fomiti di discordia e di guerre, i dogmi,
cioè gli enunciati coi quali si formulano pretese verità ».
E questo programma diabolico, purtroppo, è sostenuto e
messo in atto anche da certa Gerarchia ecclesiastica che, sottilmente e
in modi diversi, cerca, ora, anche apertamente di negare la divinità di
Cristo, imponendo una conseguente “laicizzazione” alla Civiltà
cristiana.
Papa Leone XIII, però, nella sua enciclica “Immortale Dei”,
descrive la “Cristianità” e la “Civiltà cristiana” come l’itinerario
logico della Fede, che è di conoscere Dio attraverso l’oggettività della
realtà sensibile: “ad invisibilia per visibilia”.
E questo significa sottomettersi alla Sua Rivelazione, a Nostro Signore
Gesù Cristo Figlio di Dio e alla Sua Chiesa che è di natura divina,
vivendo della vita soprannaturale, attraverso i Sacramenti e la
Preghiera.
Proprio l’opposto della “scristianizzazione” voluta e predicata da certi Vescovi!
Anche Pio XII, il 20 aprile 1941, disse: «Le
tenebre d’oggi sono il frutto del lento lavoro di disintegrazione del
liberalismo, sortito dall’umanesimo, dal libero esame, dal filosofismo
del nostro secolo, dall’idealismo e dal positivismo del XIX secolo». Quindi “scristianizzare” è proprio il contrario dello “instaurare omnia in Christo”, come voleva San Pio X.
Perciò, la frase di Mons. Beschi: «Urge una coscienza più laicale del cristianesimo: Gesù di Nazareth è un laico»
è l’incitamento ad un atteggiamento religioso a livello solo naturale, e
quindi, una contro-religione naturale, all’opposto dei “Comandamenti”
del Decalogo; una sostituzione, cioè, della “philosofia perennis” con
un’altra “filosofia rivoluzionaria”, che porterebbe alla fine del
Cristianesimo!
RISPOSTA al pesante intervento del Vescovo di Brescia, mons. Luciano Monari contro don Luigi Villa
Il giorno 8 settembre 2011, il settimanale diocesano
“La Voce del Popolo”, il “Giornale di Brescia”, “Bresciaoggi” e
“Avvenire”, pubblicavano un articolo sull’intervento del Vescovo di
Brescia, mons. Luciano Monari, contro il plurinovantenne sacerdote don
Luigi Villa. Mentre “La Voce del Popolo” riportava il testo completo
dell’intervento; l’“Avvenire” si limitava ad un breve estratto; il
“Giornale di Brescia”, citando il testo del Vescovo, usava il titolo:
“Il Vescovo di Brescia: don Villa infanga la Chiesa”; il “Bresciaoggi”,
riprendendo estratti dell’intervento, aggiungeva un breve commento sui
templi satanici di San Giovanni Rotondo e di Padergnone (Rodengo
Saiano). L’intervento, inoltre, è stato diffuso via Radio e Televisione
locali.
Ecco il testo integrale dell’intervento di mons. Monari contro don Luigi Villa, pubblicato su “La Voce del Popolo”
Caro don Villa, hai perso il senso della misura.
Il sacerdote, residente a Brescia e autonominatosi “grande inquisitore”,
nei suoi scritti attacca da anni il Vaticano II, Paolo VI, Giovanni
Paolo II e innumerevoli ecclesiastici. In questo articolo la presa di
posizione della diocesi Don Luigi Villa, prete residente da anni a
Brescia, continua a scrivere e diffondere calunnie riguardo a Paolo VI e
a diversi ecclesiastici; lo fa per lo più diffondendo, anche attraverso
la rete informatica, fascicoli che appartengono al genere letterario
“gossip”. Ho già dichiarato che la diocesi di Brescia non ha e non vuole
avere nulla a che fare con le immondezze e le falsità che vengono
scritte. Don Villa si è autonominato grande inquisitore, difensore della
fede contro il Concilio Vaticano Il che, secondo lui, è eretico e
costituisce il vero pericolo della fede oggi; contro Paolo VI che ha
deformato la Chiesa (Gesù Cristo deve essersi dimenticato della promessa
di indefettibilità che aveva fatto); contro Giovanni Paolo II, che si è
mosso sulla stessa linea; contro innumerevoli ecclesiastici che
sarebbero in realtà massoni, quinta colonna infiltrata nella Chiesa per
distruggerla dallʼinterno e così via. È difficile comprendere un tale
livore. Don Villa penserà forse di essere mosso da zelo apostolico, di
essere un nuovo Finees che trafigge gli empi nellʼatto stesso della loro
idolatria. La realtà è purtroppo diversa. Scriveva San Giacomo: «Chi
tra voi è saggio e intelligente? Con la buona condotta mostri che le sue
opere sono ispirate a mitezza e sapienza. Ma se avete nel vostro cuore
gelosia amara e spirito di contesa, non vantatevi e non dite menzogne
contro la verità. Non è questa la sapienza che viene dallʼalto: è
terrestre, materiale, diabolica; perché dove cʼè gelosia e spirito di
contesa, cʼè disordine e ogni specie di cattive azioni. Invece la
sapienza che viene dallʼalto anzitutto è pura, poi pacifica, mite
arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, imparziale e
sincera». Strano destino quello di Paolo VI, combattuto da destra e da
sinistra; considerato da alcuni il conservatore che ha impedito una
piena riforma della Chiesa; esecrato da altri come un rivoluzionario che
ha alterato il volto secolare della Chiesa. In realtà Paolo VI è stato
semplicemente lo strumento di Dio per effettuare il programma che
Giovanni XXIII aveva affidato al Concilio: quel programma che si
riassume nella riforma della Chiesa (Ecclesia semper reformanda, secondo
il programma del Concilio di Trento) e nel suo aggiornamento (cioè
lʼattenzione a dire il Vangelo al mondo di oggi in modo che il Vangelo
sia capito correttamente). Don Villa pensa che la fedeltà consista nel
ripetere le medesime parole sempre uguali. Il che sarebbe vero se il
mondo fosse fermo e statico ogni parola avesse sempre nel tempo il
medesimo significato. Ma il tempo passa, le lingue cambiano, cambiano
anche gli usi delle parole e bisogna essere attenti (e intelligenti) per
imparare a esprimere il medesimo atto di intelligenza con le parole
corrette in un nuovo contesto di vita. Questa situazione può piacere o
no ma è di fatto quella in cui viviamo; e, tra parentesi, è quella in
cui il Signore ci ha messo a vivere. Lo sforzo che il Concilio ha
iniziato è proprio quello di annunciare il Vangelo oggi; il medesimo
Vangelo di sempre (non ce ne sono due o tanti), ma in modo che lʼuomo
che vive oggi e pensa oggi e parla oggi possa capirlo. Paolo VI è stato
non solo un grande Papa, ma un grande credente. Basterebbe leggere la
sua professione di fede e il suo testamento spirituale per capire di che
pasta era fatto. Così come basta leggere i testi di don Villa per
capire di che pasta è fatto. Paolo VI è stato un autentico cristiano che
ha conosciuto alcuni (pochi) momenti di successo senza lasciarsi
esaltare; che, senza lasciarsi avvilire, ha portato la croce (pesante)
subendo accuse, critiche, scherni. E da parte di persone che non
valevano il suo dito mignolo. Il mondo contemporaneo è cosi: offre a
tutti, intelligenti o stupidi, onesti o malvagi, sinceri o menzogneri,
la possibilità di mettere in pubblico le proprie idee (o il proprio
vuoto di idee); e offre a tutti, quali che siano le loro idee, un
momento di notorietà. Non perché le idee siano intelligenti, ma perché
sono strane. Per di più sembra diffondersi il gusto di infangare ogni
cosa bella; probabilmente perché, notava Manzoni, quando si accusano gli
altri ci si illude di essere, per ciò stesso, dalla parte buona. Stiamo
imparando a confrontarci con questo mondo, con un poʼ di sofferenza.
Che ci siano anticlericali che sputano offese da ogni parte, lo mettiamo
in conto. Ma che sia un prete a farlo, che un prete prenda gusto a
infangare papi come Paolo VI e Giovanni Paolo II, che lo faccia con
libelli che propagano accuse su tutto e su tutti, questo crea
disorientamento. Perché questo modo di fare? Lʼunica risposta che mi
sembra di poter dare è quella che ho accennato sopra. Don Villa è
convinto che il Concilio Ecumenico Vaticano Il abbia rovinato la Chiesa e
ritiene di essere lui il nobile cavaliere errante che il Signore ha
chiamato per riportare la Chiesa sulla via della verità. In realtà il
Concilio è stato un dono grande di Dio e come tale deve imparare a
vederlo ogni credente. In quella assise più di 2300 Vescovi di tutta la
Chiesa cattolica, attorno al Papa, hanno deciso il cammino della Chiesa
sottoscrivendo alla quasi unanimità tutti i documenti. Bisogna davvero
avere unʼalta coscienza di sé per pensare di vedere meglio di tutti e di
rappresentare meglio lʼimpulso dello Spirito Santo.
IN SOSTANZA IL VESCOVO DI BERGAMO, MONS. FRANCESCO BESCHI, NON SOLO NON ABIURA LE SUE ERESIE BESTEMMIE, OVVEROSIA «GESÙ DI NAZARETH È UN “LAICO”» E «Urge una coscienza più laicale del Cristianesimo. Gesù di Nazareth è un laico»,
MA RIFIUTA LA CORREZIONE FRATERNA ED OFFENDE UN SACERDOTE ANZIANO CHE
HA DEDICATO LA VITA A CRISTO ED ALLA DIFESA DELLA FEDE CATTOLICA CON
OGGETTIVITA'.
SE DON LUIGI VILLA FOSSE UN ROMANZIERE OD UN
VISIONARIO NON REALIZZEREBBE TESTI CON TANTO DI DOSSIERAGGIO
FOTOGRAFICO, CITAZIONI PECULIARI E DATI INCONFUTABILI. BASTI PENSARE CHE
I TESTI DI DON VILLA HANNO BLOCCATO LA CAUSA DI BEATIFICAZIONE DI PAOLO
VI.
IL PROBLEMA E' SEMPRE LO STESSO: ANCHE NEL
CASO DELLO SCARSO TEOLOGO VESCOVO DI BERGAMO, MONS. FRANCESCO BESCHI,
NON SI HA IL CORAGGIO DI AFFRONTARE DON VILLA USANDO LA TEOLOGIA, MA SI
OFFENDE E SI DILEGGIA IL PREDETTO, PER ALTRO MOLTO ANZIANO.
AD OGGI, DATA
LA PERTINACIA NELL'ERRORE E DATE LE DICHIARAZIONI ERETICHE DEL VESCOVO
DI BERGAMO, MONS. FRANCESCO BESCHI, E' PLAUSIBILE PENSARE CHE QUESTI NON
SIA IN COMUNIONE CON ROMA, DOVE PER ROMA SI INTENDE LA SCRITTURA, LA
TRADIZIONE, IL DEPOSITO E LA DOGMATICA CONFERMATA DAI ROMANI PONTEFICI
EX CATHEDRA.
E' PENSABILE CHE BERGAMO ABBIA TUTT'ORA UN VESCOVO ERETICO A TUTTI GLI EFFETTI.
Al termine della lettura di questo intervento di
Mons. Monari, si è colti da un senso di “vuoto”. L’intero intervento è
un capolavoro nell’arte della diffamazione e nell’uso di ogni trucco ed
espediente per gettare sul “diffamato” ogni sorta di calunnia e
insinuazione, con l’accortezza di fornire una scusa, o una ragione
implicita, per non doversi sobbarcare l’onere e le conseguenze di dover
entrare nel merito degli argomenti sostenuti e documentati da don Luigi
Villa, nei suoi scritti.
Se si pensa che un giudizio serio ed onesto nasce da
specifiche conoscenze e che la conoscenza deriva dai “fatti”,
l’eliminazione dei “fatti” crea un “vuoto” che può essere, però,
sapientemente colmato con frasi d’effetto; giudizi pesanti, per
compensare la loro “leggerezza”; esternazioni emotive, per impressionare
il lettore; dotte citazioni, con nessuna relazione col soggetto;
pungenti ironie, per provocare ferite senza alcun rischio; dichiarazioni
tanto “libere”, da essere fuori dal contesto.
E tutto questo con lo scopo di lanciare sull’Autore
degli scritti incriminati una tale mole di calunnie e insinuazioni,
forse, per far desistere chiunque osasse azzardarsi a chiedere
spiegazioni o a intraprendere una difesa del malcapitato.
E sul tutto grava il peso sordo di un’Autorità che,
impotente nell’affrontare l’avversario sul piano storico, teologico e
dei “fatti”, non può che ricorrere ad espedienti che non riescono, però,
a nascondere il fianco debole di un totale disprezzo per una ricerca
seria della verità. Il primo “vuoto” di questo intervento, che tra
l’altro dimostra anche ben poco rispetto per i lettori, è la
disinvoltura di Mons. Monari nel dimenticarsi di far conoscere ai fedeli
della sua diocesi l’evento che ha causato il suo duro intervento contro
don Luigi Villa.
Alla fine di agosto, la Rivista “Chiesa viva”, di cui
l’anziano Sacerdote è Direttore da più di 40 anni, ha pubblicato e
diffuso il Numero Speciale di Settembre 2011, di 96 pagine a colori con
197 fotografie, dal titolo: “Paolo VI, il Papa che cambiò la Chiesa”.
L’indice include i seguenti capitoli:
– Presentazione – La Sua vita – Paolo VI massone – La
Sua omosessualità – Il Suo Pontificato – I Suoi “detti” e “fatti” –
Conclusione
Possiamo comprendere che per il Vescovo di Brescia,
pubblicamente e attivamente impegnato alla promozione della causa di
beatificazione di Paolo VI, sia stato un duro colpo, ma a mons. Monari
si deve ricordare che è la Chiesa stessa che “invita tutti i singoli
fedeli a comunicare direttamente o far pervenire al tribunale tutte
quelle ‘notizie’ pronunciadalle quali si possa, in qualche modo, arguire
contro la fama di santità del detto ‘Servo di Dio’”. E questo invito
della Chiesa serve a far sì che, nella fase processuale, prevalga la
verità storica e non altri fini e obiettivi che con la verità non hanno
nulla a che vedere.
Inoltre, all’insistenza di mons. Monari nel
magnificare e presentare certi lati positivi di Paolo VI, si è obbligati
a fargli notare che il tema non è questo, ma proprio quello opposto.
Se la Chiesa ci invita a “far pervenire al tribunale
tutte quelle notizie che in un qualche modo possono arguire contro la
fama di santità del “Servo di Dio”, significa che la causa di
beatificazione è già stata introdotta e che, sicuramente, le autorità
preposte hanno già in mano gli aspetti positivi e confortanti per far
procedere la causa. Ma queste autorità, perché il processo proceda in
rispetto alla verità, chiedono proprio gli aspetti negativi che possano
inficiare la fama della presunta santità. E quelli che producono tali
“prove” o “fatti” non sono dei promotori di “calunnie”, di “immondezze” e
di “falsità”, a patto che tali “fatti” siano seri e documentati.
Quindi, Eccellenza, o si affronta seriamente
l’analisi dei “fatti”, oppure si può facilmente travisare la realtà e
presentare degli “onesti servitori della Chiesa di Cristo” in
malfattori, calunniatori, e aggiunga Lei tutto quello che vuole, ma per
essere creduti, in questo caso, bisogna trovare anche i creduloni che
abboccano all’amo.
La sua dichiarazione che “la diocesi di Brescia non
ha e non vuole avere nulla a che fare con le immondezze e le falsità che
vengono scritte”, a parte le calunnie e i giudizi a priori privi di
alcuna dimostrazione, si può facilmente comprendere, poiché, a reggere
la diocesi, vi è una Curia che ha la piena responsabilità della
progettazione e realizzazione del Tempio satanico di Padergnone. E Lei, Eccellenza, è il Capo di questa Curia.
Don Villa, che ha denunciato questa empietà,
evidentemente, non può e non vuole “avere nulla a che fare” con chi ha
commesso tale empietà! Perché, Eccellenza, Lei, invece, non ha ancora
esposto ai fedeli della diocesi la sua posizione in merito a questo
abominio?
La sua frase che “basta leggere i testi di don Villa per capire di che pasta è fatto” non è una risposta.
Ai fedeli della sua diocesi non interessa la “pasta”
con la quale è fatto don Villa, ma l’“impasto” col quale è fatta la
Curia e il suo Capo, i quali, dopo due anni, non sono ancora riusciti a
pronunciare una sola parola su questo scandaloso e blasfemo Tempio
satanico, eretto in una diocesi che, per vastità e importanza, è la
terza al mondo! Inoltre, Lei, Eccellenza, dovrebbe sapere che don Luigi
Villa non si è mai “autonominato grande inquisitore difensore della fede
contro il Concilio Vaticano II...”, ma che l’incarico, affidatogli
direttamente da Padre Pio, consiste nel “difendere la Chiesa di Cristo
contro l’opera della Massoneria ecclesiastica” e che tale incarico fu,
poi, approvato da papa Pio XII che, per addestrare don Villa e metterlo
al corrente dei segreti della Chiesa inerenti a questa sua competenza,
lo affidò al Prefetto del Sant’Uffizio, card. Alfredo Ottaviani, al
card. Pietro Parente e al card. Pietro Palazzini.
Eccellenza, non Le sembra persino ridicolo pensare
che un sacerdote, che si “autonomina grande inquisitore” e “difensore
della fede”, si presenti al Sant’Uffizio e pretenda di lavorare alle
dipendenze del Prefetto, di essere messo al corrente dei segreti della
Chiesa e di lavorare per lunghi anni in questa Sacra Congregazione?
Lei sa bene che questa sua frase è pura menzogna!
Quando Lei scrive che don Villa, dopo essersi
“autonominato inquisitore e difensore della fede”... “contro Paolo VI
che ha deformato la Chiesa (Gesù Cristo deve essersi dimenticato della
promessa dell’indefettibilità che aveva fatto)”, Lei sa di giocare su un
grande equivoco. Innanzitutto, Paolo VI non ha “deformato” la Chiesa,
ma “Paolo VI è il Papa che cambiò la Chiesa”. Lei sa, che questa frase,
che dà il titolo stesso al Numero Speciale, non è stata inventata da don
Villa, ma è stata pronunciadalle ta dal suo amico e protettore card.
Camillo Ruini, ed è stata pubblicata su “Avvenire” del 19 marzo 1999.
Paolo VI, pur non avendo alcun potere in merito,
avendo giurato, come Papa, di “non diminuire o cambiare niente di quanto
trovai conservato dai miei probatissimi antecessori...”, ha
letteralmente cambiato tutto, creando una nuova chiesa: la “Chiesa
Universale dell’Uomo”, detta anche la “nuova chiesa massonica di Paolo
VI”. Quindi, Gesù Cristo non ha avuto alcun “vuoto di memoria”, perché
l’indefettibilità promessa riguarda sempre e solo la “Sua Chiesa”, la
“Chiesa di Cristo” e non la “nuova chiesa massonica di Paolo VI”! Che
questa “nuova chiesa” esista e sia un “corpo oscuro”, lo leggiamo anche
nella frase pronunciata dalla Madonna, a La Salette: «la Chiesa avrà una
crisi orrenda... la Chiesa verrà eclissata!».
Una eclissi, per avere luogo, ha bisogno di un corpo
lucente (in questo caso, la “Chiesa di Cristo”) e di un corpo oscuro (la
“nuova chiesa massonica di Paolo VI”), che “copre” o “eclissa” il corpo
lucente. Solo giocando su questo equivoco, dell’esistenza di una sola
Chiesa cattolica, certa Gerarchia ecclesiastica può cercare di imporsi e
imporre una “nuova obbedienza massonica” al clero e perseguitare quei
preti che, rimasti fedeli alla Chiesa di Cristo, non hanno alcuna
intenzione di cedere alle lusinghe, alle persecuzioni e neppure ai
tentativi di assassinio a cui essi sono fatti segno o bersaglio!
Quando Lei, Eccellenza, ha scritto che don Villa,
nella sua “autonomina” di “grande inquisitore” è “difensore della fede”
anche “contro Giovanni Paolo II”, certamente sapeva che “Chiesa viva”,
nel settembre 2009, ha pubblicato un Numero Speciale anche su questo
Papa, documentando i seri argomenti per la sua contrarietà alla Sua
beatificazione.
Per brevità, Le cito solo alcune frasi scritte o pronunciate dallo stesso Giovanni Paolo II, tratte da questa pubblicazione:
Nel suo libro: “Varcare la soglia della speranza” a pag. 9, Giovanni Paolo II scrive: «Dio non ha un Figlio; Gesù Cristo non è Figlio di Dio, ma solo uno dei Profeti».
Nel suo libro “Persona e azione”, Giovanni Paolo II afferma questa tesi: «Non c’è motivo di preoccuparsi per le anime dei bambini abortiti. Esse sono salve in quanto il Peccato Originale non esiste».
Nella Sua enciclica “Redemptor hominis et Dominum vivificantem”, Giovanni Paolo II afferma che «Nostro Signore ha assicurato la salute di “ogni carne” con la Sua Incarnazione... fin dalla sua concezione », ammettendo, così, l’indipendenza dalla Chiesa, dalla Fede, dal Battesimo e dalle opere.
Sui “Titoli Mariani”, all’Accademia Mariana Pontificia Internazionale, Giovanni Paolo II disse: «Una
definizione dei “titoli mariani” di “Avvocata”, “Corredentrice”,
“Mediatrice”, non sono in linea con gli orientamenti del grande testo
mariologico del Vaticano II».
In un’udienza generale, Giovanni Paolo II rivelò che «il
mettere a nudo la mascolinità e la femminilità, costituiscono, per Lui,
la maggiore rivelazione dell’essere umano, per sè e per gli altri». Egli disse anche che «La nostra eredità sarà un erotismo eterno; l’erotismo attuale è il nostro compito; l’erotismo celeste è il nostro obiettivo», e ancora: «In Paradiso, l’erotismo costituirà il fondamento della comunione dei Santi».
Sua
Eccellenza, se Dio non ha un Figlio; se Cristo è solo uno dei profeti;
se non esiste il peccato originale; se siamo tutti salvi
indipendentemente dalla Chiesa, dalla Fede, dal Battesimo e dalle opere;
se la Madonna viene spogliata dei Suoi titoli che la Chiesa di Cristo
Le ha attribuito nel corso dei secoli; se il nostro scopo è l’erotismo,
se il nostro futuro è l’erotismo eterno e se anche i Santi usano
l’erotismo come forma di comunione tra loro, Le chiedo: in che razza di
religione e in che razza di Chiesa ci troviamo?
Di sicuro, non nella “Chiesa di Cristo”!
E questo Papa voi lo avete messo sugli altari! Perché
l’avete fatto pur essendo a conoscenza di tutte queste ed altre sue
eresie e bestialità? Non è questo, forse, il vero modo per “infangare”
la Chiesa di Cristo, “infangando” Cristo stesso, il Figlio di Dio, Lui
il Capo della Chiesa di Cristo?
Sua Eccellenza, ci può dire a quale Chiesa Lei appartiene?
Per la sua frase sulla “difesa della fede” da parte
di Don Villa “contro innumerevoli ecclesiastici...”, poiché Lei non ha
fatto alcun nome, gliene sottopongo solo alcuni, con relative eresie o
bestemmie professate:
– Card. Carlo Maria Martini: nel
libro “Si spieghi Eminenza!”, sono raccolte tutte le posizioni eretiche
di questo Cardinale. Elenco solo alcune voci dell’indice:
Vangelo al Monte di Pietà? Niente norme, ma
vogliamoci bene? Aperti alla esegesi modernista? La mano tesa ai
Superiori Incogniti? Israele, radice santa? Da Roma a Gerusalemme? Dal
Vangelo alla gnosi del Talmud? Verso una nuova morale? Domani,
matrimonio ai preti? Sacerdozio anche alle donne? (cfr. Autori vari, “Si
spieghi, Eminenza!”)
– Card. Walter Kasper: non crede che
Gesù è Figlio di Dio, non crede ai miracoli del Vangelo, non crede alla
resurrezione corporea di Gesù, non crede all’ascensione di Gesù e a
nessuna apparizione di Gesù, non crede all’infallibilità della Chiesa
(cfr. Luigi Villa, “Walter Kasper”)
– Card. Gianfranco Ravasi: non crede
alla resurrezione di Cristo, non crede all’ascensione di Gesù al cielo,
non crede alla resurrezione di Lazzaro, non crede ai miracoli di Gesù,
non crede agli Angeli, non crede alla storicità dei Vangeli... (cfr.
“Chiesa viva” nn. 426, 434)
– Mons. Bruno Forte, Vescovo di
Chieti-Vasto: è stato fatto bersaglio di un attacco da parte di mons.
Romero Gherardini, che l’ha inchiodato alla sua frase “il Dio di Gesù è
il Padre”, dimostrando che, con queste parole, il Vescovo nega la
divinità di Gesù Cristo (cfr. “Chiesa viva” nn. 434, 435);
– Mons. Beschi, Vescovo di Bergamo: con la sua eresia- bestemmia: “Gesù è un laico”, questo monsignore, esplicitamente, nega la divinità di Gesù Cristo (cfr. “Chiesa viva” nn. 438, 442).
La sua ironia, sul fatto che certi “ecclesiastici”,
per don Villa, “sarebbero in realtà massoni, quinta colonna nella Chiesa
per distruggerla dall’interno e così via”, poteva permettersela solo
dopo aver tentato di far passare la menzogna sulla “autonomina a grande
inquisitore e difensore della fede” di don Villa.
Purtroppo per Lei, all’interno della Chiesa, don
Villa è la persona più esperta e più documentata in questo campo e,
quando, nel 1978, uscì la “Lista Pecorelli”, con i 121 nomi di alti
Prelati appartenenti alle liste massoniche, lui non si meravigliò più di
tanto nel leggere nomi di Prelati che lui stesso aveva già denunciato
al Sant’Uffizio, anni prima, con tanto di documenti sulla loro
appartenenza alla Massoneria.
Tornando alla nostra diocesi, è mai possibile che nessuno, in Curia, Le abbia mai detto che Mons. Ivo Panteghini, responsabile diretto del progetto del Tempio satanico di Padergnone, nel periodo in cui si dedicava al progetto di questa nuova chiesa, riceveva visite da parte del card. Francesco Marchisano, ex presidente della Pontificia Commissione dei Beni Culturali della Chiesa e responsabile diretto della realizzazione del Tempio satanico dedicato a San Padre Pio?
Eccellenza, questo è lo stesso Francesco Marchisano che, nel 1961, scriveva all’Illustre e Gran Maestro della Massoneria italiana: «... con
molta gioia ho ricevuto, tramite il F. MAPA (mons. Pasquale Macchi) il
Vostro delicato incarico: organizzare silenziosamente in tutto il
Piemonte e nella Lombardia come disgregare gli studi e la disciplina dei
Seminari».
Col senno di poi, sembra proprio che la “gioia” di
quel Prelato non si sia limitata solo nel ricevere l’incarico, ma anche
nel metterlo in atto. Mi viene un dubbio: forse che Lei, Eccellenza, nel
vortice dei suoi impegni, viaggi e forzate assenze dalla diocesi, non
ha ancora trovato il tempo di leggere il Numero Speciale di “Chiesa
viva” sul Tempio satanico di Padergnone? Vi troverà tutto scritto e
documentato.
E non sapeva, Eccellenza, che il Vescovo che l’ha preceduta, mons. Giulio Sanguineti, lo stesso che ha consacrato il Tempio satanico di Padergnone, era anche lui un massone, come egli stesso lo dimostrò a don Villa, in un loro incontro personale avvenuto in vescovado?
Inoltre, è mai possibile che il suo amico e protettore, card. Camillo Ruini, non Le abbia mai raccontato nulla su questo argomento? Eppure, anche lui è stato denunciato come massone da mons. Pintus di Roma, l’11 febbraio 1992, con tanto di documenti!
Eccellenza, quando di don Villa Lei ipocritamente
scrive: «È difficile comprendere un tale livore», finge di non sapere
che questo Sacerdote, da decenni, difende la Fede e la Chiesa di Cristo
contro un nemico che le vuole seppellire. Lascio a lui la parola.
In una lettera all’ex Segretario di Stato, card. Angelo Sodano,
parlando del suo primo libro su Paolo VI, don Luigi scrisse: «Chi ama
veramente la Chiesa non può non alzare la voce quando la vede allo
sbando. Diversamente, sarebbe vigliaccheria il preferire il silenzio
alla protesta! Come è vigliaccheria la mancanza di coraggio e di
sensibilità nel non voler appoggiare chi combatte, in prima linea, la
“Buona Battaglia” per la Fede! Il mio libro, perciò, è sconsigliabile
solo a chi ha poco amore alla Verità, a chi è ammalato di
superficialità, a chi si illude di accontentarsi dietro il paravento di
un equivoco “Vogliamoci bene!”. Il mio, dunque, fu solo il “coraggio” di
chi si sente libero (“La verità vi farà liberi” Jo. 8, 32) per essere
veramente responsabile. Certo, è un mestiere duro, oggi, quello del
coraggio! Eppure è essenziale, anche se è sempre un rischio che si deve
correre! Se Cristo non avesse avuto il “coraggio” di parlare chiaro e
anche di sferzare gli avversari (Farisei, Scribi, Dottori della legge,
Sommi Sacerdoti!) sarebbe morto, anche LUI, in un letto!».
Quando, proseguendo, Lei, Eccellenza, scrive: «Don
Villa penserà forse di essere mosso da zelo apostolico, di essere un
nuovo Finees che trafigge gli empi nell’atto stesso della loro
idolatria. La realtà è purtroppo diversa». A questo punto, il lettore
sobbalza; ha la sensazione di trovarsi, finalmente, di fronte ad una
“prova”, ad un “fatto concreto” che inchiodi don Villa alle sue
responsabilità, almeno una volta per tutte; è una pausa breve ma densa
di speranza.
Il lettore, fiducioso, procede lentamente, ma poi si
trova di fronte... ad una dotta citazione di San Giacomo, scritta circa
duemila anni fa! Nulla da eccepire sul contenuto della citazione, ma che
relazione ha, questa, con la realtà di don Villa e il suo operato?
Eccellenza, ma realmente Lei crede di aver dimostrato la sua truce visione sulla realtà di don Villa con questa citazione?
La sua frase: “il mondo contemporaneo offre a tutti,
intelligenti o stupidi, onesti e malvagi, sinceri e menzogneri, la
possibilità di mettere in pubblico le proprie idee (o il proprio vuoto
di idee); e offre a tutti, quali che siano le loro idee, un momento di
notorietà. Non perché siano intelligenti, ma perché sono strane”, col
suo intento di “suggerire” ai lettori che ci si trova di fronte a
“stupidi”, “malvagi”, “menzogneri”, a “vuoti di idee” e a “idee strane”,
non è altro che l’ennesimo suo tentativo di far passare un altro
giudizio disonesto, sempre evitando il pericolo di un devastante e
doveroso confronto sugli argomenti trattati.
Se, poi, mons. Monari volesse suggerire che,
trattandosi di “stupidi”, di “malvagi”, di “menzogneri”, di “vuoti di
idee” e di “idee strane”, non si dovrebbe neppure rivolgere alcuna
attenzione a chi scrive in questo modo, ci si dovrebbe chiedere, ad
esempio, perché, dopo due mesi dalla pubblicazione del Numero Speciale
di “Chiesa viva” sul Tempio satanico dedicato a San Padre Pio, ben 150 Prelati, con l’ex Segretario di Stato, card. Angelo Sodano,
hanno analizzato questo studio per ben sei sere e sei notti, non
riuscendo a confutarlo, e prendendo la decisione finale di “mettere
tutto a tacere”?
E perché dopo solo alcuni mesi, don Luigi Villa è stato fatto bersaglio del suo settimo tentativo di assassinio?
Possono forse dei “vuoti di idee” e delle “idee
strane” impegnare così pesantemente 150 Prelati e con tali conclusioni e
conseguenze? Inoltre, se le opere e gli scritti di Don Villa, fossero
“vuoti di idee” e contenessero “idee strane” e l’autore stesso si
collocasse nella categoria degli “stupidi”, dei “malvagi” e dei
“menzogneri”, non riusciremmo a capire il perché diverse di queste sue
opere siano già state tradotte in francese, inglese, tedesco, polacco,
spagnolo, portoghese, con edizioni che si susseguono l’una dopo l’altra!
Probabilmente, anche il mondo deve essere pieno di “stupidi”, di
“malvagi” e di “menzogneri” che non possono che nutrirsi di “vuoti di
idee” e di “idee strane”!
E perché, ancora, don Luigi Villa, nel dicembre 2008,
è stato insignito del Premio Giornalistico Internazionale “Inars
Ciociaria”, patrocinato da: Presidenza Consiglio dei Ministri, Ministero
dei Beni Culturali, Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti,
Consiglio Regionale Lazio, Provincia di Frosinone, U.R.S.E. (Unione
Regioni Storiche Europee) con la seguente motivazione: «... per la
lunghissima attività di giornalista, autore di libri e pamphlet di
teologia, ascetica, saggistica (...) e per il suo impegno nella difesa
delle radici cristiane d’Europa e nella tutela della verità contro forze
estranee alla nostra civiltà»?
E perché, l’anno successivo, nell’ottobre 2009, don
Luigi Villa ha ricevuto anche il Premio “Associazione Culturale Val
Vibrata di Teramo”, con questa motivazione: «quale giornalista,
scrittore insigne, editore integerrimo, magistrale Direttore della
Rivista “Chiesa viva”, ma soprattutto come sommo teologo per aver
dedicato l’intera esistenza nel difendere la Religione Cattolica e nel
diffondere la Verità Storica e vivendo secondo il Vangelo»?
Probabilmente, chi conosce bene il mondo sa che
sicuramente che la categoria degli “stupidi”, dei “malvagi”, dei
“menzogneri” che si inebriano di “vuoti di idee” e di “idee strane”
hanno fatto anche carriera e sono saliti di grado nelle gerarchie
sociali e in quelle dello Stato. E non sarebbe nemmeno da escludere che
costoro trovino persino interessanti gli scritti di Don Villa, perché
sono ancora pieni di Fede, di Dottrina pre-conciliare e persino perché
sono anche documentati!
Comunque, come scrive Lei, Eccellenza, si deve
purtroppo vivere in questo mondo che continua a cambiare o che non vuol
cambiare la sua Fede, perché “tra parentesi, è la situazione in cui il
Signore ci ha messo a vivere”. Fortunatamente, Lei conclude: «Stiamo
imparando a confrontarci con questo mondo, con un po’ di sofferenza»...
anche se avrebbe dovuto aggiungere “senza però riuscire a dimostrare
nulla, perché... non possiamo!”.
Eccellenza, Lei, nel suo intervento, ha usato due
volte la parola “infangare”: «Per di più sembra diffondersi il gusto di
infangare ogni cosa bella...» e «... che un prete prenda gusto a
infangare papi come Paolo VI...», ma Lei, correttamente, non ha mai
usato la frase: «don Villa infanga la Chiesa”. Perché, allora,
l’articolo sul suo intervento contro don Villa del “Giornale di Brescia”
porta il titolo: “Il Vescovo alla Diocesi: don Villa infanga la
Chiesa”? È stato Lei a suggerire tale titolo al “Giornale di Brescia”?
Se così fosse, perché questa frase l’avrebbe fatta scrivere a quel
quotidiano, mentre Lei avrebbe avuto l’accortezza di non usarla? Ma se
così non fosse, perché non si è premurato di far sapere alla Direzione
di quel giornale che tale frase rappresenta una pura bestialità?
Come Lei certamente sa, la Chiesa di Cristo è una
“Persona mistica”, formata da due elementi: il primo, formale, attivo ed
eminentemente soprannaturale, di cui Gesù Cristo è il Capo e dove il
Suo Spirito è l’anima della Chiesa e la Sua Grazia viene elargita con
l’istituzione dei tre poteri di istruzione, santificazione e governo,
affidati al Clero, che parla e agisce in Suo nome. Il secondo elemento è
quello materiale passivo umano, formato dai fedeli, laici e chierici.
Mentre tutto il bene viene solo da Cristo, perché “nulla possiamo senza
di Lui”, tutto il male, invece, è imputabile solo alla parte umana della
Chiesa; pertanto, tutte le eresie, le empietà, le impurità, sono solo
attribuibili alla parte umana della Chiesa, e cioè agli “uomini di
Chiesa”.
Pertanto, il Papa, i Cardinali, i Vescovi, i Presbiteri e i Diaconi non sono “la Chiesa”, ma sono solo “uomini di Chiesa”. Ma se
tra loro vi sono peccatori ostinati e impenitenti, costoro non possono
neppure chiamarsi “parte passiva” della Chiesa ma “materia ribelle
all’azione della Grazia” e pertanto rappresentano “l’anti-Chiesa”, o gli
“anticristi”, come disse San Giovanni: «Sono usciti da noi, ma
non erano dei nostri». E questi “anticristi” sono sempre stati i
migliori alleati dei nemici della Chiesa!
Quindi, la denuncia delle eresie, delle
empietà e delle impurità degli “uomini di Chiesa”, qualunque sia la loro
posizione o grado, oltre ad essere un segno di vitalità della Chiesa
stessa, è un sacrosanto dovere del cristiano che, attingendo alla Grazia
di Cristo, riceve la forza, il coraggio e la perseveranza in questa
“Santa Battaglia” contro questi “anticristi”, annidati all’interno
dell’elemento umano della Chiesa.
Chi si scaglia contro chi combatte questa “Santa
Battaglia”, se in piena consapevolezza di ciò che sta facendo, si
macchia di un crimine contro la Chiesa di Cristo! Pertanto, la frase:
«... don Villa infanga la Chiesa» è una bestialità, o un atto compiuto
in malafede, che si spera non sia attribuibile a Lei, mons. Luciano
Monari!
Eccellenza, nel suo intervento, Lei dedica diverse
frasi sulle posizioni di don Villa sul Vaticano II: «autonominatosi
inquisitore e difensore della Fede contro il Vaticano II che, secondo
lui, è eretico e costituisce il vero pericolo della fede, oggi», «Don
Villa è convinto che il Concilio Vaticano II abbia rovinato la Chiesa e
ritiene di essere lui il nobile cavaliere errante che il Signore ha
chiamato per riportare la Chiesa sulla via della verità», «Don Villa
pensa che la fedeltà consista nel ripetere le medesime parole sempre
uguali. Il che sarebbe vero se il mondo fosse fermo e statico e ogni
parola avesse sempre nel tempo il medesimo significato. Ma il tempo
passa, le lingue cambiano, cambiano anche gli usi delle parole e bisogna
essere attenti (e intelligenti) per imparare a esprimere il medesimo
atto di intelligenza con le parole corrette in un nuovo contesto di
vita».
Eppure, Eccellenza, Gesù Cristo ha detto: «I cieli e
la terra passeranno ma le mie parole non passeranno»! Forse, Eccellenza,
per Lei, Gesù non aveva messo a fuoco il fatto che, poiché tutto
sarebbe cambiato, anche le Sue parole sarebbero state “corrette”, ma
sempre “per esprimere il medesimo atto di intelligenza”! Questo, però,
Eccellenza, non dovrebbe capitare al Figlio di Dio, mentre è più
probabile che capiti qualcosa d’altro ad un Monsignore che se ne
infischia dei “fatti”, per non dover fare i conti con la realtà, e poter
parlare a ruota libera! Inoltre, la frase, citata, di Gesù non è un
“atto di intelligenza”, ma un “concetto chiaro” che rimane tale se non
si modificano le Sue parole.
Sono duemila anni che i cristiani leggono questa
frase e la intendono sempre nello stesso identico modo, pur nella
vastità dei cambiamenti che ci sono stati negli ultimi due millenni. Che
“intelligenza” ci vuole per esprimere “con parole corrette” la frase:
«Andate e predicate il Vangelo a tutte le genti (...) chi crederà sarà
salvo e chi non crederà sarà condannato»? Certo, ci può essere una
“intelligenza” che crede di esprimerla “meglio” dicendo: «Andate e
dialogate con tutte le genti». Ma questo, Eccellenza, significa
sovvertire la sostanza della frase originale.
Negli ultimi tre anni, don Villa ha scritto 11 libri
sul Vaticano II, e l’anziano Sacerdote, Eccellenza, non ha il suo stile
di astrarre dai “documenti”, dai “fatti” e dalla realtà ed emettere un
giudizio a priori, per poi dimenticarsi di giustificarlo con dei validi
argomenti. Ciò che don Villa afferma lo afferma solo perché lo ha dimostrato!
Nel suo ultimo libro: “Vaticano II, dietro front!” (febbraio 2011), don Villa elenca le principali eresie del Vaticano II.
Rimane comunque il fatto che il significato della parola “eresia” viene
valutato in base alla Chiesa di appartenenza: ciò che per la “Chiesa di
Cristo” è “eresia”, la “nuova chiesa massonica di Paolo VI” può
facilmente non dichiararla “eresia”, anzi! Una volta, però, che è stato
chiarito l’equivoco sull’esistenza di una sola Chiesa cattolica, tutto
si chiarisce da sè! Per l’azione esercitata dal Vaticano II contro la
Chiesa di Cristo, si può dire che il vero obiettivo delle menti occulte
che dirigevano il Vaticano II e che hanno diretto il post-Concilio,
nell’opera di distruzione della Chiesa di Cristo, si può esprimere con
la formula: sostituzione del “sacerdozio cattolico” col “sacerdozio
massonico”.
Eccellenza, Lei dovrebbe sapere che anche la
Massoneria ha il suo “sacerdozio”, che è costituito dalla seconda serie
di 11 gradi della Massoneria di Rito Scozzese Antico ed Accettato, e
cioè i gradi dal 12° al 22°, e il cui scopo è la corruzione dell’anima; e
Lei dovrebbe sapere anche che tale “sacerdozio” prepara una nuova
categoria di “leviti” dalla quale si “pesca”, in seguito, per formare
una nuova “classe politica” al servizio dell’Anticristo.
Eccellenza, scorrendo le idee-madre dei rituali dei
gradi del “sacerdozio massonico”, si vedono scorrere anche le “novità” e
gli “aggiornamenti” del Vaticano II. Ad esempio, la necessità
della corruzione sessuale del clero; la sua infatuazione per il
Giudaismo; il Culto dell’Uomo (tanto glorificato da Paolo VI); il
riconoscimento della laicità dello Stato; la libertà di coscienza; la
libertà di religione; l’antropocentismo e la dottrina dell’Uomo-Dio con
la conseguente negazione della divinità di Cristo; la devozione al
“Cristo risorto”; la promozione dell’ecumenismo massonico e degli Stati
multietnici e inter-religiosi; la continua proliferazione di massoni
nella Chiesa; lo stravolgimento della Messa cattolica, l’irriverenza e
l’empietà nel celebrare i santi Misteri; l’insistenza sulla necessità e
importanza della “collegialità”; la trasformazione della Religione
cattolica in una religione filosofico-scientifica gnostica; la
promozione di ogni libertà degli atei e dei nemici della Chiesa;
l’accanimento contro ogni prete, posizione o forma preconciliare; Preti,
Prelati e Papi che non parlano più come Sacerdoti ma solo come
politici; la “tolleranza zero” contro la corruzione del clero, che viene
solo proclamata e mai messa in atto; il silenzio dei vertici della
gerarchia su ogni tipo di eresia, empietà, impurità di membri del clero;
il non intervento di fronte alle menzogne, vizi e sacrilegi commessi
dal clero ad ogni suo livello...
Eccellenza, ora, devo farLe un appunto: nelle sue
accuse a don Villa, Lei si è dimenticato di citare i “cervelli” del
Vaticano II. Comunque, Le cito, solo brevemente, alcuni “fatti” dei tre
principali.
1° - Teilhard de Chardin, gesuita,
massone, eretico e libertino, chiamato l’“Anima del Vaticano II”. Fu
condannato dal Sant’Uffizio; scrisse che non aveva mai sviluppato nulla
se non sotto lo sguardo e sotto l’influenza di una donna; nutriva un
vero odio verso tutto ciò che l’Istituzione di Cristo rappresenta; non
aveva alcun interesse per la vita nell’aldilà; affermava che tutto era
stato rovinato dall’introduzione del soprannaturale; iniziò la sua vita
sessuale a circa trent’anni e la terminò sulle ginocchia della sua
amante. (Cfr. Luigi Villa, “Il gesuita massone ed eretico Teilhard de
Chardin”, Ed. Civiltà).
2° - Karl Rahner, gesuita eretico e
libertino, chiamato la “Mente del Vaticano II”. Fu professore della
“nuova teologia”, nemico dei dogmi del Cattolicesimo e contestatore del
celibato dei preti. Certo, aveva le sue ragioni: nel periodo del
Vaticano II ebbe una relazione amorosa con la scrittrice Luise Rinse,
alla quale scrisse ben 1800 lettere d’amore sempre più infuocate. (Cfr.
Luigi Villa, “Karl Rahner”, Ed. Civiltà).
3° - Hans Urs von Balthasar, gesuita
eretico... chiamato il “Padre dell’ecumenismo” del Vaticano II. In
teologia, fu guidato da una donna, Adrienne von Speyr, con la quale
visse in “sodalizio spirituale” per ben 27 anni. Adrienne era una donna
protestante che tentò di suicidarsi gettandosi nella vasca da bagno.
Convertita, andava, però, a Messa solo due volte all’anno. (Cfr. Luigi
Villa, “Hans Urs von Balthasar e Adrienne von Speyr”, Ed. Civiltà).
Però, Eccellenza, tanto tempo fa, la Madonna ci aveva messo in guardia, a La Salette,
quando nel suo messaggio parlò della corruzione del Clero,
suddividendola nei tre livelli: il piacere, l’orgoglio e il potere
dell’Anticristo; proprio i tre livelli della Massoneria di Rito Scozzese
Antico ed Accettato, nella sua opera di corruzione del corpo,
dell’anima e dello spirito dei suoi iniziati. Ecco le parole della
Madonna: «I preti, ministri di mio Figlio, per la loro vita
cattiva, per la loro irriverenza e la loro empietà nel celebrare i santi
Misteri, per l’amore degli onori e dei piaceri, i preti sono diventati
cloache di impurità». «Guai ai principi della
Chiesa che non saranno occupati che ad accumulare ricchezze e a
salvaguardare la loro autorità e a dominare con l’orgoglio! Tremate voi
che fate professione di adorare Gesù Cristo e che interiormente adorate
solo voi stessi; tremate perché Dio sta per consegnarvi al Suo nemico,
perché i luoghi santi sono nella corruzione! ». «La Chiesa avrà una crisi orrenda. Roma perderà la Fede e diventerà la sede dell’Anticristo! ».
Eccellenza, come vede, tutto questo non è capitato
per la necessità di “aggiornare” la Chiesa ai tempi moderni, per i
cambiamenti che sono avvenuti nel mondo, ma perché esiste un “piano”
diabolico prestabilito e gestito dall’alto dei vertici occulti. Ora, Le
porgo solo questa domanda: poiché tutto questo putridume viene gettato
in faccia a Gesù Cristo e alla Sua Chiesa, quanto tempo rimane ancora
prima che il Figlio di Dio faccia gustare a questi suoi nemici il sapore
della Sua giustizia?
Poi, Eccellenza, di don Villa, a proposito del
Vaticano II, Lei scrive ancora: «Bisogna avere un’alta concezione di sè
per pensare di vedere meglio di tutti e di rappresentare meglio
l’impulso dello Spirito Santo». Lei certamente saprà che di “spiriti
santi” ce ne sono due: lo Spirito Santo, Terza Persona della SS.
Trinità; e lo “spirito santo” con la doverosa aggiunta di “satanico”,
che è lo “spirito” dell’anima giudaica dell’Uomo-Dio, o del Maestro
massone del 15° grado della Massoneria di Rito Scozzese Antico ed
Accettato, che viene generalmente rappresentato con un Punto Centrale
all’interno di una Stella a 6 punte. Ora, considerato che lo Spirito
Santo Terza Persona della SS. Trinità non doveva neppure scomodarsi a
partecipare ad un Concilio Ecumenico pastorale, e quindi non dogmatico, e
pertanto non infallibile, quale sarà, allora, secondo Lei, lo “spirito
santo” che ha partecipato ad un Concilio Ecumenico pastorale che, in
tutti i suoi documenti, non ha mai usato la parola “soprannaturale”, e
che ha spalancato la porta alla dottrina antropocentrica del massonico
“Uomo-Dio” della “nuova chiesa massonica di Paolo VI”?
Che don Villa abbia avuto persino la minima
intenzione di “rappresentare l’impulso” di un simile “spirito santo”, è
un’idea persino grottesca!
***
Nel suo intervento contro don Luigi Villa,
Eccellenza, Lei è stato molto accorto nel non nominare mai il vizio
impuro e contro natura di Paolo VI. Lei ha usato termini quali
“immondezze” e “infangare ogni cosa bella”, ma non si è avventurato
nelle “sabbie mobili” di questa scandalosa realtà, che non rappresentava
solo un vizio personale, ma un’arma che veniva usata da molti contro la
Chiesa di Cristo.
Lei sicuramente saprà che mons. Montini fu schedato come omosessuale sin dal 1926 dall’Ovra di Milano e che, successivamente, come Arcivescovo
di Milano, fu colto in flagrante, nelle vie di questa città dove
imperversava questo traffico impuro, circa una dozzina di volte, con
tanto di atti ufficiali.
Lei dovrebbe sapere anche che il suo amico e protettore card. Camillo Ruini,
nel 1992, annunciò la decisione di introdurre la causa di
beatificazione di Paolo VI, ma che questo fu un “colpo di forza” contro
la maggior parte dell’Episcopato italiano che non l’avrebbe mai voluta!
Lei quindi, Eccellenza, dovrebbe avere capito che Don
Villa scrisse i suoi libri su Paolo VI, non per “infangare ogni cosa
bella”, ma per fermare la causa di beatificazione di Paolo VI ed evitare
il danno che questa beatificazione avrebbe arrecato alla Chiesa di
Cristo, e, contemporaneamente, impedire lo scandalo della rivelazione di
questo aspetto immorale di Paolo VI. Ma di fronte alla sordità, o
forse, all’impossibilità, per qualcuno, di agire secondo le corrette
regole della Chiesa, perché non venga calpestata la verità, è sempre
preferibile lo scandalo! Voi l’avete voluto e provocato questo scandalo,
non don Luigi Villa!
Perché il Bene della Chiesa di Cristo supera sempre e
di gran lunga la reputazione, purtroppo in questo caso immeritata, di
una persona, anche se questa persona è il Papa! Lei, inoltre,
sicuramente saprà che non solo parte del clero di Brescia era
perfettamente al corrente di questa miseria di Paolo VI, ma anche quello
di Milano e di Roma, e che questo non è più un segreto neppure per gran
parte del laicato cattolico italiano ed estero. Perché, allora,
procedete con tanta testardaggine?
Lei saprà, inoltre, Eccellenza, che questo
vizio impuro e contro natura di Paolo VI era un’arma di ricatto che
veniva usata per ottenere dal Pontefice ciò che si desiderava. Ad esempio, la “cremazione dei cadaveri” la Massoneria la ottenne da Paolo VI, con la minaccia di rivelare tutte le sue scappatelle in Svizzera...
Ma l’aspetto più inquietante di questo vizio fu quello della
promozione, agli alti posti della Gerarchia ecclesiastica, di Prelati
affetti anch’essi da questo vizio impuro e contro natura. Nel nostro
Numero Speciale su Paolo VI, abbiamo riportato alcuni esempi,
riguardanti solo gli Stati Uniti; ma l’onda delle promozioni di questi
Prelati perversi non batteva solo le coste degli Stati Uniti, ma
superava ogni confine, compreso quello del Vicariato di Roma.
Perché, Eccellenza, Lei mostra di non comprendere
questa realtà? Che Pastori siete voi e in nome di chi parlate e agite
se, pur sapendo questo, caparbiamente insistete sulla causa di
beatificazione di un Papa omosessuale? Eccellenza, è questa la Vostra
“Tolleranza zero” contro il dilagare della perversione sessuale nel
Clero: mettere sugli altari un Papa omosessuale?
Le ricordo che la strategia della Massoneria, per
l’annichilimento della Chiesa cattolica è racchiusa in queste poche
parole del Nubius, Capo supremo del satanico Ordine degli Illuminati di
Baviera: «La Chiesa si distrugge solo con la corruzione. Corromperemo i
popoli attraverso il Clero e il Clero attraverso noi!». E allora, mons.
Luciano Monari, chi, in realtà, “ha perso il senso della misura”?
Eccellenza, Lei si lamenta: «Che ci siano
anticlericali che sputano offese da ogni parte, lo mettiamo in conto. Ma
che sia un prete a farlo, che un prete prenda gusto a infangare papi
come Paolo VI e Giovanni Paolo II, che lo faccia con libelli che
propagano accuse su tutto e su tutti, questo crea disorientamento».
Prendiamo uno di questi “libelli” su Paolo VI:
ad esempio, il libro “Paolo VI beato?”, e tracciamo una succinta
sintesi del capitolo: “La Sua nuova religione”. Leggendo questo, si
scopre come Paolo VI ha inventato un cristianesimo nuovo schiodato dalla
Croce; che ha sostituito il “Culto di Dio” col “Culto dell’Uomo”, il primato del “soprannaturale” col primato del “naturale” e del “temporale”, il primato della “Legge di Dio” col primato della “coscienza”, il primato del “Regno di Dio” e della “vita eterna” col primato del “mondo”, della “Pace” e del “paradiso in terra”!
Un cristianesimo, insomma, che considera Cristo come
un “liberatore” non dal peccato ma dalla sofferenza e dall’asservimento;
un Vangelo confuso con la “Carta dei Diritti dell’uomo” e messo al
servizio della “giustizia sociale”, i “Diritti di Dio” aboliti a
profitto dell’esaltazione dei “Diritti” e dei “gusti” dell’uomo;
l’evangelizzazione del soprannaturale “docete” ridotta a un “dialogo”
che poggia solo sui mezzi umani e non mira alla conversione. Un
cristianesimo che, idolatrando l’uomo, ha fatto proclamare la “Libertà
religiosa” come diritto fondamentale e assoluto dell’uomo ed ha promosso
un falso amore per l’uomo sul quale Paolo VI ha fondato la Sua “religione dell’Uomo”, che riassumo in queste poche Sue citazioni: «L’uomo
moderno non arriverà, un giorno (...) dietro il viso muto della
materia, a tendere l’orecchio alla voce meravigliosa dello Spirito che
palpita in essa? Non sarà la religione del domani?». «Tutte queste ricchezze dottrinali (del Concilio) non mirano che a una cosa: servire l’uomo». «Il
Nostro Umanesimo diventa Cristianesimo e il Nostro Cristianesimo
diventa teocentrico, tanto che possiamo ugualmente affermare: per
conoscere Dio, bisogna conoscere l’uomo»! «L’uomo
ci si rivela gigante. Ci si rivela divino. Ci si rivela divino non in
sé, ma nel suo principio e nel suo destino. Onore all’uomo, onore alla
sua dignità, al suo spirito, alla sua vita»! «Onore all’uomo; onore al pensiero! Onore alla scienza! ... Onore all’uomo, Re della Terra ed ora anche Principe del cielo!». «L’umanesimo
laico e profano è apparso, infine, nella sua terribile statura ed ha,
in un certo senso, sfidato il Concilio. La religione di Dio che S’è
fatto uomo si è incontrata con la religione dell’uomo che si è fatto Dio
... Noi più di chiunque altro, NOI ABBIAMO IL CULTO DELL’UOMO!».
Eccellenza, Lei, che è un biblista, certamente saprà
che nelle Sacre Scritture sta scritto: «Maledetto l’uomo che confida
nell’uomo e fa suo braccio la carne, e il cui cuore rifugge dal
Signore»!
Ciò che è doveroso sottolineare, però, è la citazione
sulla Religione di Dio che S’è fatto uomo, che si è incontrata con la
religione dell’uomo che si è fatto Dio... Questa, Eccellenza, è una
bestemmia contro Gesù Cristo, perché se le due religioni si sono
“incontrate”, ciò presuppone che Gesù Cristo si deve essere sbagliato
nel trasmetterci la Sua Dottrina eterna! Di conseguenza, Gesù Cristo non
potrebbe essere Figlio di Dio e neppure Dio Lui stesso!
E che significato aveva l’Ephod che pendeva sul petto di Paolo VI se non quello di negare la divinità di Gesù Cristo?
Non è stato, forse, Cristo condannato a morte perché
si era dichiarato Figlio di Dio? E che significato aveva, nel momento
della condanna a morte di Gesù, quel monile sul petto del Sommo Sacerdote Caifa, se non la negazione della divinità di Cristo?
Eccellenza, è strano notare sempre la sua estrema
sensibilità nei confronti delle meritate accuse rivolte a certi “uomini
di Chiesa” – che non sono “la Chiesa”! – mentre Lei non sembra rivolgere
alcuna attenzione agli insulti diabolici che certi “uomini di Chiesa”
scagliano, senza neppure velati termini, contro Gesù Cristo. Perché, Lei
riesce a vedere solo il “fango” delle doverose e meritate accuse a
certi “uomini di Chiesa” e non riesce a vedere i “crimini” di questi
stessi uomini?
Perché, Lei mostra sempre una completa cecità di
fronte al “fango diabolico” che questi “uomini di Chiesa” scagliano
contro Cristo, Figlio di Dio e Fondatore della Chiesa di Cristo? Sembra
esistere una sola risposta: o si appartiene alla Chiesa di Cristo, e si
denunciano apertamente e ad alta voce le eresie, le empietà e le
impurità di certi “uomini di Chiesa” per difendere il Capo, lo Spirito,
l’Anima e la Grazia della Chiesa di Cristo, oppure si appartiene alla
“Chiesa Universale dell’Uomo” di satanica ispirazione, detta anche
“nuova chiesa massonica di Paolo VI”, per cui si “devono” difendere, con
ogni mezzo, contro ogni logica e pudore, le eresie, le empietà e le
impurità degli “uomini di Chiesa” che hanno tradito la “Chiesa di
Cristo” ed hanno fondato una “nuova chiesa” di ispirazione satanica.
Evidentemente, allora, il nemico, per questi traditori della Chiesa di
Cristo, è rappresentato da quei Sacerdoti che non vogliono cedere,
neppure sotto minacce e persecuzioni, e che non vogliono abbandonare la
loro Fede nel Cristo Figlio di Dio e la Sua Dottrina eterna e
immutabile! Eccellenza, mons. G.B. Montini, alla morte di sua madre,
avvenuta nel 1943, Le fece erigere un tombale sul quale fece scolpire un
insieme di simboli massonici.
L’informazione, che l’Autore di questa geometria
simbolica fosse proprio mons. G. B. Montini, fu trasmessa a Don Villa
direttamente dai cardinali Ottaviani e Palazzini. Ma perché imprimere
sul tombale della madre quell’insieme di simboli massonici che,
apparentemente incomprensibili, definiscono, però, con una precisione
perfetta, la geometria della blasfema e satanica Triplice Trinità
massonica? Eccellenza, forse Lei non lo saprà, ma questa simbologia, la
più segreta e gelosamente custodita dai Capi Incogniti della Massoneria,
non viene trasmessa neppure al 33° grado della Massoneria di Rito
Scozzese Antico ed Accettato, ma solo a quei massoni che, per le loro
origini ebraiche, sono stati prescelti per arrivare ai vertici supremi
della Massoneria.
E perché mons. Montini ha fatto scolpire sul tombale
della madre proprio questo terribile segreto, ancora vent’anni prima di
diventare papa? Era forse una solenne promessa fatta alla madre di
origine ebrea? Non lo sapremo mai! Ma non ha detto la Madonna di Fatima,
nel suo Terzo Segreto, che «Satana effettivamente riuscirà ad
introdursi fino alla sommità della Chiesa»? E di “sommità della Chiesa”,
Lei sa, ne esiste solo una! Come vede Sua Eccellenza, non si tratta
solo della “quinta colonna infiltrata nella Chiesa per distruggerla
dall’interno”.
***
Ora, dopo quanto detto sulla figura di don Luigi
Villa, in molti si possono domandare: «Ma chi è questo don Villa?»...
Certo, ognuno può definirlo e presentarlo come gli pare, ma anche per
Noi di “Chiesa viva” non è facile riassumere in uno schema preciso
questo personaggio, per i suoi molteplici ruoli di Sacerdote, scrittore e
giornalista... anche se dobbiamo affermare che Egli è un prete sempre
in prima fila nelle più importanti battaglie religiose e morali. Per
questo, Noi affermiamo che, per la Storia ecclesiale, don Villa è stato
sempre un prete fedele al suo ideale di sacerdote, che ha predicato e
scritto sull’esistenza della realtà cristiana, incarnata in Lui, con
fedeltà e coraggio, contro i “Nuovi Ariani” d’oggi che operano
indefessamente all’interno della Chiesa cattolica per demolirla.
Tenutosi sempre fuori da questo “ghetto” di traditori, don Villa ha
fatto uso della libertà per essere luce del vero Vangelo, contribuendo a
plasmare “cristiani” di quel formato che Egli ha sempre avuto nella
mente e nel cuore; una mente ed un cuore che hanno sempre posseduto
Cristo- Dio ed hanno sempre creduto profondamente nel Cristo- crocifisso
per la salvezza delle anime. Pertanto, siamo più che convinti
nell’affermare che, con la “Via Crucis” della sua vita, don Villa non ha
certamente seminato invano!
Pontifex.Roma zona Bergamo e provincia
Annotazione Citazioni e testi sono stati estrapolati da Chiesa Viva n° 438 - 442 - 443
PRESA
VISIONE DEGLI ATTI NON CONFUTABILI, IL VESCOVO DI BERGAMO ABIURI LE SUE
PERSONALI ERESIE E RITORNI IN COMUNIONE CON ROMA, DIVERSAMENTE SI
DICHIARI SCISMATICO; NOI CATTOLICI GLI TENDIAMO LA MANO.
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