Delle cause perse
Le colpe sono da lui tutte caricate su nemici esterni. Con una sola eccezione in casa, il “tradimento” del maggiordomo pontificio Paolo Gabriele, dal papa “amato come un figlio”.
Non poteva mancare la domanda sul licenziamento di Ettore Gotti Tedeschi dalla presidenza dell’Istituto per le Opere di Religione.
Ecco qui di seguito il botta e risposta.
D. – Le leggo una delle tante lettere giunte in redazione: “In questi ultimi trent’anni, diversi scandali hanno visto coinvolto la banca dello Ior. E la credibilità della Chiesa è stata messa a dura prova. Perché non si danno regole certe? Nell’opinione pubblica è passata l’idea che Gotti Tedeschi sia stato licenziato perché voleva più trasparenza sui conti dello Ior. Cosa c’è di vero? E qual è la funzione di una banca per il Vaticano?”. Qual è la sua risposta?
R. – La questione dell’ex-presidente dello IOR è chiara. La pubblicazione degli interventi del Consiglio di sovrintendenza mostra che il suo allontanamento non si deve a dubbi interni riguardo alla volontà di trasparenza, ma piuttosto a un deterioramento dei rapporti fra i consiglieri, a motivo di prese di posizione non condivise, che ha portato alla decisione di un cambiamento. Per di più, al di là degli scandali passati (che sono molto enfatizzati e periodicamente riproposti per gettare sfiducia su questa istituzione vaticana), lo IOR si è dato regole precise ben prima della legge antiriciclaggio. L’attuale Consiglio di sovrintendenza, composto da alte personalità del mondo economico-finanziario, ha continuato e rafforzato questa linea di chiarezza e di trasparenza e sta lavorando per recuperare a livello internazionale la stima che merita questa istituzione. La funzione dello IOR è di operare a favore del Santo Padre, dei vescovi e degli istituti religiosi, per aiutarli a concretizzare quel volume di bene che la Chiesa svolge in tutto il mondo. Quando mandiamo aiuti alle situazioni più dolorose dobbiamo avere anche gli strumenti tecnici per operare. Io rinnovo la mia piena fiducia nei responsabili dello IOR. E invito a condividere questa fiducia, poiché la volontà di trasparenza dello Ior è innegabile. Questa volontà ha sempre guidato in modo particolare me e tutti i miei collaboratori.
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Molto diversa è la ricostruzione che www.chiesa ha dato della vicenda:
> Al timone nella barca di Pietro, nella tempesta
Il prossimo 4 luglio, a Strasburgo, gli esperti di Moneyval, l’organismo del Consiglio d’Europa che valuta il grado di trasparenza finanziaria dei singoli paesi, esprimeranno un parere sugli standard della Santa Sede.
Ma le indiscrezioni della vigilia – anticipate da www.chiesa e con molti più dettagli da “Il Fatto Quotidiano” del 17 giugno – non sembrano presagire un voto positivo.
Il “deterioramento dei rapporti fra i consiglieri” dello IOR, che secondo Bertone sarebbe l’unica causa della cacciata di Gotti Tedeschi, in realtà è derivato proprio da un contrasto tra Gotti Tedeschi e il management dello IOR – appoggiato dal segretario di Stato – circa le norme da introdurre per assicurare alla banca vaticana la massima trasparenza e per consentire alla Santa Sede d’essere ammessa nella “white list” dei paesi virtuosi.
Per lo stesso motivo, anche i rapporti con le grandi banche sembrano volgere al peggio, per lo IOR.
La Deutsche Bank – di cui è stato amministratore delegato Ronaldo Hermann Schmitz, il consigliere che ha assunto la presidenza ad interim dello IOR al posto di Gotti Tedeschi – è rimasta l’unica delle grandi banche internazionali su cui lo IOR ancora può appoggiare le sue operazioni finanziarie.
Dallo scorso 30 marzo, infatti, la JP Morgan, l’altra grande banca “partner”, ha chiuso i rapporti con lo IOR, ritenendolo “banca a rischio”.
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2012/06/18/lo-ior-ha-un-avvocato-delle-cause-perse/
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