Sandro Magister per "l'Espresso"
Il punto critico di questo pontificato non è la contestazione, anche aspra, che lo martella ininterrottamente su vari terreni. Ma è l'avvenuta rottura di quel patto di lealtà interno alla Chiesa che si manifesta nella fuga di documenti riservati, dai suoi uffici più alti. Dalla contestazione, papa Joseph Ratzinger non si lascia intimidire. Non la subisce, anzi, sui casi cruciali la provoca, volutamente.
padre georg bertone papa
La memorabile lezione di Ratisbona ne è stata la prima dimostrazione.
Benedetto XVI mise a nudo la carica di violenza presente nell'Islam con
una nettezza che stupì il mondo e scandalizzò nella Chiesa gli amanti
dell'abbraccio tra le religioni. Invocò per i musulmani la rivoluzione
illuminista che il cristianesimo ha già vissuto. Anni dopo, la primavera
di libertà sbocciata e subito deperita nelle piazze arabe ha confermato
che aveva visto giusto, che il futuro dell'Islam si gioca davvero lì.
BERTONE - PAPAGli
abusi sessuali commessi da preti su bambini e ragazzi sono un altro
terreno sul quale Benedetto XVI si è mosso controcorrente, già prima
d'essere eletto papa. Ha introdotto nell'ordinamento della Chiesa
procedure da stato di eccezione. Per suo volere, da una decina d'anni
tre cause su quattro sono affrontate e risolte non per le vie del
diritto canonico, ma per quelle più dirette del decreto extragiudiziario
spiccato da un'autorità di maggior grado. Marcial Maciel, il diabolico
fondatore dei Legionari di Cristo, fu sanzionato così, quando ancora era
universalmente riverito e osannato.
PAPA BENEDETTO XVI E TARCISIO BERTONE
Un'intera Chiesa nazionale, l'irlandese, è stata messa dal papa in
stato di penitenza. Vari vescovi inetti sono stati destituiti. Sta di
fatto che oggi al mondo non c'è alcun governo o istituzione o religione
che sia più avanti della Chiesa di papa Benedetto nel contrastare questo
scandalo e nel proteggere i minori dagli abusi. È un errore confondere
la mitezza di questo papa con la sua remissività.
TARCISIO BERTONE O
col suo estraniarsi dalle decisioni di governo. Anche la burrasca che
sconvolge l'Istituto per le Opere di Religione, la "banca" vaticana, ha
la sua prima origine proprio da lui, dal suo ordine di assicurare la
massima trasparenza finanziaria. Non c'è governo al mondo le cui
decisioni non siano discusse e contrastate, prima e dopo che siano
diventate legge, in pubblico o in via riservata. Anche per la Chiesa di
papa Benedetto è così. I conflitti interni documentati dalle carte
fuoriuscite dal Vaticano fanno parte della fisiologia di ogni
istituzione chiamata a prendere decisioni.
RATZINGER E RUINI
Non il contenuto dei documenti, quindi, ma la loro fuga è la vera
spina di questo pontificato. È tradimento di quel patto di lealtà che
tiene insieme chi è parte di un'istituzione, a maggior ragione della
Chiesa, dove l'inviolabilità del "foro interno" e ancor più del segreto
della confessione ispira una generale riservatezza nelle procedure. Gli
ammutinati sostengono, anonimi, di farlo per il bene della Chiesa
stessa.
È una giustificazione ricorrente nella storia. Dallo scandalo dicono di voler ricavare una rigenerazione del cristianesimo. Ma a tanti loro sostenitori "laici" interessa che la Chiesa collassi. Non che sia rigenerata, ma umiliata. I conflitti entro le istituzioni si governano. Ma il tradimento molto meno. Esso è il segnale, piuttosto, di un governo che non c'è, che ha lasciato crescere nella curia romana la ribellione occulta di alcuni suoi "civil servant" e non ha saputo fare nulla per neutralizzarla.
Tauran
CARDINALE MARC OUELLET La
segreteria di Stato vaticana, che da Paolo VI in poi è il primo attore
del governo centrale della Chiesa, è inevitabilmente anche la prima
responsabile di questa deriva. Benedetto XVI ne è così consapevole che,
per rimettere ordine nei Sacri Palazzi, non ha incaricato il suo primo
ministro, il cardinale Tarcisio Bertone, ma ha chiamato a consulto un
collegio di saggi tra i più lontani da lui: per cominciare, i cardinali
Ruini, Ouellet, Tomko, Pell, Tauran. Per un cambio di governo nella
curia vaticana le pratiche sono già avviate.
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/bertone-di-cartone-il-segretario-di-stato-vaticano-un-dead-man-walking-destinato-ad-41211.htm
Il punto critico di questo pontificato non è la contestazione, anche aspra, che lo martella ininterrottamente su vari terreni. Ma è l'avvenuta rottura di quel patto di lealtà interno alla Chiesa che si manifesta nella fuga di documenti riservati, dai suoi uffici più alti. Dalla contestazione, papa Joseph Ratzinger non si lascia intimidire. Non la subisce, anzi, sui casi cruciali la provoca, volutamente.
È una giustificazione ricorrente nella storia. Dallo scandalo dicono di voler ricavare una rigenerazione del cristianesimo. Ma a tanti loro sostenitori "laici" interessa che la Chiesa collassi. Non che sia rigenerata, ma umiliata. I conflitti entro le istituzioni si governano. Ma il tradimento molto meno. Esso è il segnale, piuttosto, di un governo che non c'è, che ha lasciato crescere nella curia romana la ribellione occulta di alcuni suoi "civil servant" e non ha saputo fare nulla per neutralizzarla.
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/bertone-di-cartone-il-segretario-di-stato-vaticano-un-dead-man-walking-destinato-ad-41211.htm
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