ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 17 agosto 2012

Corvi per tutti


Paolo Gabriele e papa Benedetto XVI.Vatileaks, ora spuntano sms compromettenti

Che cosa contengono gli sms scambiati tra il maggiordomo infedele e la governante del Papa? Lo
scambio di messaggi, giudicato “numeroso” e contenente anche e-mail, trovato sul telefono portatile
di Paolo Gabriele con la assistente di Joseph Ratzinger, la professoressa Ingrid Stampa, è solo uno
degli ultimi fronti al centro dell’indagine sui Vatileaks.
E il caso dei documenti trafugati dalla
scrivania di Benedetto XVI e finiti su giornali, libri e tv, continua a riservare colpi di scena. Perché
un altro aspetto inquietante è anche quello connesso all’arresto avvenuto a fine maggio, ma rivelato
solo lunedì scorso, quasi tre mesi dopo, dal portavoce papale, padre Federico Lombardi, del
programmatore Claudio Sciarpelletti. Un aspetto legato alle attività del sofisticato centro
computerizzato della Santa Sede, ai dati che vi sono protetti e alla successiva misteriosa scomparsa,
avvenuta di lì a poco, e svelata da Repubblica a metà giugno, di un giovane hacker consulente dei
servizi informatici del Vaticano.
Oltre ai vari regali per il Papa trovati al momento in cui la Gendarmeria ha perquisito la casa del
maggiordomo — fra cui un assegno di 100mila euro intestato a “Sua Santitad Benedicto XVI”, una
pepita d’oro e un’edizione rara dell’Eneide — gli investigatori hanno infatti sequestrato il computer,
le agende e lo smartphone di Paolo Gabriele. Rimasti in memoria, una lunga serie di sms ricevuti e
inviati con Ingrid Stampa, la musicologa, traduttrice e curatrice degli ultimi libri di Ratzinger,
assunta come governante nel 1991 alla morte della sorella del futuro Pontefice, Maria. Stesso nome
assegnato dall’autore del libro “Sua Santità”, Gianluigi Nuzzi, alla fonte che gli passava i
documenti pontifici e — per ora — individuata dai magistrati vaticani solo nel maggiordomo
papale.
Ma i messaggi telefonici e le email del maggiordomo, definite come «incriminanti» o
«compromettenti », riguardano secondo la stampa tedesca anche l’ex segretario personale di
Ratzinger prima dell’attuale padre Georg Gaenswein, il vescovo Josef Clemens. Questi lasciò
l’allora cardinale solo due anni prima che assurgesse al soglio di Pietro, dopo averlo servito per 19
anni.
C’è poi il caso dell’arresto del programmatore informatico Claudio Sciarpelletti, messo in libertà
provvisoria previa cauzione. Padre Lombardi l’altro giorno ha minimizzato il suo ruolo, dicendo
che al processo in autunno l’uomo, accusato di favoreggiamento, rischia «poco o niente». Il suo
nome si è tuttavia materializzato dal nulla dopo tre mesi, dopo che nei suoi cassetti nell’ufficio
presso la Segreteria di Stato era stata ritrovata una busta a nome del maggiordomo, contenente i
documenti di un capitolo del libro “Sua Santità”. Sciarpelletti risulta aver dato tre versioni diverse e
contrastanti sull’argomento e, come hanno evidenziato requisitoria e sentenza dei magistrati, tra lui
e Paolo Gabriele c’è anche un misterioso “W” che sembra aver partecipato all’intercettazione delle
carte.
Eppure Sciarpelletti, 48 anni, non risulta essere un pesce così piccolo: analista programmatore di
prima classe, era infatti a capo del sistema informatico del Vaticano, e aveva i rapporti con
consulenti e fornitori. Il giovane hacker, 36 anni, di cui Repubblica aveva parlato il 14 giugno,
autore del sistema Firewall per proteggere i dati informatici, aveva la chiave per entrare nei sistemi
cifrati. Tra i quali risultano, ad esempio, i nomi dei correntisti segreti dello Ior, l’Istituto per le opere
di religione. Tra Sciarpelletti e il management della Segreteria di Stato si sono verificati dei
contrasti. L’hacker, che era stato perdonato e arruolato dalla Santa Sede dopo che era riuscito a
entrare nel suo sistema, aveva capito che Sciarpelletti «non era uno stinco di santo» e che «faceva il
doppio gioco». Quando il 23 maggio ha saputo del suo arresto, ha iniziato a temere per sé: è partito
dall’Italia, ha cambiato tutti i suoi numeri e non si è fatto più trovare. Abilmente, si era fatto
assumere dalla Santa Sede solo come consulente esterno.

di Marco Ansaldo
in “la Repubblica” del 17 agosto 2012

http://ilsismografo.blogspot.com/2012/08/vaticano-vatileaks-ora-spuntano-sms.html

Vatileaks, il Corvo inviava sms alla governante

I testi in mano agli inquirenti. Misteri sugli informatici vaticani.


Un mistero, gli sms che scriveva il maggiordomo del Papa. Il suo smartphone, così come il computer e le agende sequestrati a casa di Paolo Gabriele insieme a un assegno intestato a 'Sua Santitad Benedicto XVI' e una pepita d'oro, sono nelle mani degli investigatori che indagano su Vatileaks, la fuoriuscita di informazioni e missive personali dalle mura del Vaticano.
ALLA GOVERNANTE E ALL'EX SEGRETARIO. Certo si ha un'idea dei destinatari di questi sms: Ingrid Stampa, la musicologa, traduttrice e curatrice degli ultimi libri di Ratzinger, assunta come governante nel 1991 e coinvolta nelle indagini.
Ma anche, secondo la stampa tedesca, l'ex segretario personale del papa, il vescovo Josef Clemens.
Gli inquirenti hanno al vaglio sms ed e-mail che Paolo Gabriele, incarcerato, ha scritto per anni: tutti indefiniti come «incriminati e compromettenti».
SCIARPELLETTI LIBERO SU CAUZIONE. Promettono quindi altri colpi di scena, così come la vicenda dell'arresto del programmatore informatico Claudio Sciarpelletti, avvenuta quasi tre mesi fa ma comunicata dal portavoce della stampa vaticana, padre Federico Lombardi, lunedì 13 agosto: il tutto legato al sofisticato centro computerizzato vaticano.
Sciarpelletti è stato messo in libertà provvisoria su cauzione: il suo ruolo è stato minimizzato da Lombardi.
AVEVA RAPPORTI CON CONSULENTI E FORNITORI. Ma pare non sia un pesce così piccolo: 48 anni, analista programmatore di prima classe, era infatti a capo del sistema informatico del vaticano, e aveva i rapporti con consulenti e fornitori.
Dubbi sulla sua figura li ha creati anche la scomparsa del giovane hacker, 36enne e autore del sistema Firewall per proteggere i dati informatici vaticani, che aveva la chiave per entrare nei sistemi cifrati.
LA MISTERIOSA SCOMPASA DELL'HACKER. Fra questi, ad esempio, i nomi dei correntisti segreti dello Ior, l’Istituto per le opere di religione.
Tra Sciarpelletti e il management della segreteria di Stato si sarebbero poi verificati dei contrasti. L’hacker aveva capito che Sciarpelletti «non era uno stinco di santo» e che «faceva il doppio gioco». Quando il 23 maggio ha saputo del suo arresto, ha iniziato a temere per sé: è partito dall’Italia, ha cambiato tutti i suoi numeri e non si è fatto più trovare.

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