Il Catechismo di san Pio X
«Fin
dai primordi del nostro Pontificato rivolgemmo la massima cura
all’istruzione religiosa del popolo cristiano e in particolare dei
fanciulli, persuasi che gran parte dei mali che affliggono la Chiesa
provengono dall’ignoranza della sua dottrina e delle sue leggi».
Così scriveva il 18 ottobre 1912 san Pio X (1835-1914), quando approvò
la nuova edizione del Catechismo della dottrina cattolica, prescritta a
tutta la provincia ecclesiastica di Roma.
Sono
trascorsi cento anni dalla stesura di quella formidabile impresa e quel
catechismo resta valido proprio perché è uno straordinario sussidio
contro l’ignoranza religiosa, che oggi spadroneggia in ogni
dove, lasciando mano libera al “fai da te”. Lo stesso allora cardinale
Ratzinger, oggi Benedetto XVI, in un’intervista al settimanale “30
Giorni” nel 2003 dichiarò: «La fede come tale è sempre identica.
Quindi anche il Catechismo di san Pio X conserva sempre il suo valore.
(…) questo non esclude che ci possano essere persone o gruppi di persone
che si sentano più a loro agio col Catechismo di san Pio X. (…) Il
Catechismo di san Pio X potrà avere anche in futuro degli amici».
Il Catechismo di san Pio X è una perfetta sintesi della dottrina cattolica che Papa Sarto fece realizzare elaborando un testo che egli, aveva scritto, in qualità di Vescovo di Mantova.
Fu parroco e catechista e per tale ragione comprese tutta l’importanza
dell’insegnamento della dottrina: la prima pietra per edificare la
dimora cristiana di ciascuna anima. Se la dimora non ha fondamenta la
Fede diventa puro sentimento religioso e le scelte di vita sono spesso
slegate dai principi della Chiesa, viaggiando in balia dei
condizionamenti, spesso ingannatori, della volontà propria e del mondo.
L’imponente
lavoro venne realizzato con l’ausilio di una Commissione per
assicurare, con espressioni linguistiche appropriate, la facilità di
comprensione, nonostante la profonda consistenza dei concetti espressi.
Il metodo adottato fu quello della formulazione di singole domande
brevi con relative risposte. L’edizione ridotta, che risale al 1930,
venne indirizzata ai bambini e ai ragazzi e conteneva un numero
inferiore di quesiti.
Domande e risposte venivano
fatte imparare proprio a memoria con l’obiettivo che rimanesse impressa
la dottrina, senza dubbi o confusioni di sorta. È dato per
certo che questa architettura sintetica, chiara ed immediata, ha
prodotto eccellenti risultati nelle generazioni di italiani che a questa
scuola si sono formati. Dopo il Concilio Vaticano II, il Catechismo di
san Pio X cadde generalmente in disuso e a partire dagli anni Settanta
fu progressivamente abbandonato.
Scriveva il beato Giacomo Alberione (1884-1971) nella prefazione al volume del confratello C.T. Dragone S.S.P., Spiegazione del Catechismo di San Pio X per catechisti, che
venne pubblicato (ebbe quattro edizioni, fino al 1963) dalla Casa
Editrice da lui fondata e diretta, la Pia Società San Paolo: «Oggi
occorre (…) tener presente che si acuisce sempre più la lotta pro e
contro Cristo: e che la vittoria dipende dall’istruzione religiosa; (…)
Il catechista pio, istruito, esemplare; il catechista che conosce bene
ciò che deve insegnare ed il modo d’insegnare; il catechista che sa
organizzare la sua classe e le classi; il catechista che soprattutto ama
le anime e nulla risparmia per esse (…) opererà un grande bene tra la
gioventù e gli adulti, nonostante tutte le accresciute difficoltà di
oggi, che sono realmente tante e gravi».
Il
valore del Catechismo di san Pio X, proprio per i suoi effetti benefici
sui bambini e su tutti i cattolici, non è quantificabile. Come tutti i capolavori che la Chiesa dona ai suoi figli, esso non conosce né crepe, né stagioni.
di Cristina Siccardi
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