ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 17 settembre 2012

E DACCO’ PAGO’ (ROGO FORMIGONI)

 - GIANFRANCO MOZZALI, UNO DEI PRINCIPALI INDAGATI NEL CASO MAUGERI, CONFERMA: “IL SISTEMA DACCÒ ESISTE, LA FONDAZIONE DIPENDEVA IN TUTTO DAI RIMBORSI DELLA REGIONE” – ‘’DAL 2002 NON ERA PIÙ IN GRADO DI ANDARE AVANTI CON LE SUE FORZE, E PER SOPRAVVIVERE DOVEVA BUSSARE ALLA PORTA DEL PIRELLONE” - “IO MI INTERFACCIAVO CON PASSERINO, ERA LUI IL MIO DOMINUS. E CON DACCÒ, L’INTERLOCUTORE DI PASSERINO”...
Davide Carlucci per "La Repubblica"
DACCO' - FORMIGONIDACCO' - FORMIGONI
«Il sistema Daccò esiste, il quadro probatorio della procura è stato da me, in gran parte, confermato: la fondazione Maugeri dipendeva in tutto dai rimborsi della Regione». A parlare non è un testimone dell'accusa ma uno dei principali indagati nello scandalo Maugeri, Gianfranco Mozzali. L'uomo non ama i riflettori e interviste non ne rilascerebbe mai.
E infatti, tecnicamente, questa non è un'intervista: nello studio del suo avvocato, Luigi Ferruccio Servi, a Sesto Calende, località del Varesotto dove il Ticino incontra il lago Maggiore, assistiamo a una conversazione tra il legale e il suo cliente. La sua testimonianza, messa a verbale, è un macigno contro Formigoni, che ha reagito dicendo che «i suoi scenari non hanno fondamento». Ma il manager non arretra di un passo.
Conferma: bisognava pagare Piero Daccò, insiste, altrimenti non si andava da nessuna parte. E spiega perché: «Dal 2002 l'istituto non era più in grado di andare avanti con le sue forze. Non glielo consentivano i costi che era costretto a sostenere. E per sopravvivere doveva necessariamente bussare alla porta del Pirellone guidato da Formigoni».

FORMIGONI SULLO YACHT DI DACCOFORMIGONI SULLO YACHT DI DACCO
Mozzali, 56 anni, milanese, laureato in Scienze politiche, ex titolare di una società, la Mds, al servizio del direttore amministrativo della fondazione Maugeri, Costantino Passerino, che se ne serviva per i trasferimenti di denaro verso i conti esteri di Piero Daccò. Soldi - in tutto 70 milioni di euro - che servivano a ricompensare il faccendiere amico di Roberto Formigoni per le delibere che hanno fruttato in dieci anni duecento milioni di euro alla fondazione.
Mozzali ha ammesso le sue responsabilità, ha scontato tre mesi e quattro giorni di carcere. E quando il suo avvocato, il 17 luglio, gli ha detto, scherzando: «Mi sono stancato di vederti qui, da domani ci vediamo a casa», è scoppiato in lacrime. Ora medita di scrivere un libro per raccontare la sua storia di colletto bianco catapultato dall'anticamera del potere in una cella di San Vittore. Dalle sue mani sono passati tanti di quei soldi ma «lui non si è arricchito», assicura Servi. E quando sarà tutto finito dovrà anche cercarsi un nuovo lavoro.
UMBERTO MAUGERI E COSTANTINO PASSERINO jpegUMBERTO MAUGERI E COSTANTINO PASSERINO JPEG
«Formigoni dice che sono un signor nessuno? È normale, ed è anche meglio perché mi dà ragione. Io non ho mai incontrato nessuno in Regione e in effetti, nessuno lì, mi conosce. Io mi interfacciavo con Passerino, era lui il mio dominus. E con Daccò, l'interlocutore di Passerino. Per questo i meccanismi li conosco, sia perché me ne parlava Passerino, sia perché assistevo direttamente ai colloqui fra i due».
ILLUSTRAZIONE SARX PIRELLONE CARCEREILLUSTRAZIONE SARX PIRELLONE CARCERE
In un passaggio del suo verbale, per esempio, Mozzali dice che «Passerino con Daccò usava un linguaggio più disinvolto... spesso mi riferiva di avergli detto di "darsi da fare col suo presidente" e che "si desse una mossa" per fare quel che lui chiedeva». Sono racconti come questo - convergenti con quelli degli altri manager arrestati - che portano la procura a parlare di «sistematico asservimento della discrezionalità amministrativa della Regione Lombardia».
Mozzali non ha mai millantato incontri diretti con Formigoni o con il suo entourage. «Il presidente lo incontravo solo durante le cene a Milano, da Sadler, organizzate da Daccò, o a Rimini, al ristorante Lo Squero, in occasione di due Meeting di Cl. Ci andavo in sostituzione di Passerino, quando non poteva andarci direttamente lui. E un po' controvoglia, soprattutto a Milano: erano le classiche cene di rappresentanza, un po' noiose, e poi io non amo la cucina troppo elaborata». Era ospite dei meeting di Comunione e Liberazione pur non essendo affatto un ciellino. «Non lo sono mai stato ma non appartengo nemmeno a un'area politica ostile a Formigoni ».
COSTANTINO PASSERINO jpegCOSTANTINO PASSERINO JPEG
Ma l'uomo che materialmente pagava Daccò, che a sua volta girava i soldi ad Antonio Simone, l'ex assessore ciellino arrestato come lui nell'inchiesta, sapeva perché bisognava accontentare la "strana coppia". A spiegarlo è l'avvocato Servi citando un episodio. «Quando, nel 2011, fu perfezionata l'operazione di via Dardanoni, l'acquisto di una clinica a Milano da parte della fondazione che avrebbe fruttato 5 milioni di euro a Simone e Daccò, Mozzali sconsigliò vivamente quest'operazione, giudicandola assolutamente anti-economica. Ma Passerino insisteva, temeva che i due se la prendessero a male». Era lo scotto da pagare, a due "mediatori" troppo vicini al potentissimo Formigoni.






“TEMPI” DURI PER FARE QUAL-KOS - IL GIORNALE CIELLINO IN SOCCORSO A FORMIGONI FA IL CONTROPELO AL PADRONE DI “REPUBBLICA”: “SE KOS HA CONVENZIONI CON CLINICHE IN LOMBARDIA, EZIO MAURO DOVREBBE SIGLARE OGNI ATTACCO A FORMIGONI CON UN AVVISO AI LETTORI: LA PROPRIETÀ DI QUESTO QUOTIDIANO HA INTERESSI NEL CAMPO DELLA SANITÀ, ANCHE IN LOMBARDIA” - FORMINCHIONI: “NON SOLO È SPAZZATURA QUELLA DI “REPUBBLICA”, MA È PURE RICICLATA”…
Lodovico Festa per "Tempi"
ROBERTO FORMIGONI CIRCONDATO DALLE TELECAMEREROBERTO FORMIGONI CIRCONDATO DALLE TELECAMERE Riprende alla grande la campagna antiformigoniana di Repubblica: da mesi sa solo scrivere di vacanze con Pierangelo Daccò e di non esibite ricevute dei bancomat usati per rimborsare qualche biglietto aereo. Ma non demorde.
Non è improbabile che Carlo De Benedetti frustrato perché non riesce a essere centrale nella politica italiana, impegnato a mandare al Quirinale Romano Prodi e a mettere alla testa della Lombardia l'amichetto Bruno Tabacci, voglia "liberare" a tutti i costi la scena nazionale dal buongoverno lombardo.
Certo dispiace che per questo tipo di manovre si tengano senza processo persone in galera e se ne infanghino altre. Comunque i moralisti pelosi paghino almeno il costo minimo della decenza. Tempi ha spiegato di non avercela con la Kos, società che offre servizi sociosanitari con dignità ed è teste a discarico di Formigoni quando dice che non ha mai ricevuto pressioni per sue attività in Lombardia.
de-benedetti-cirde-benedetti-cir La Cir, controllante della Kos, che ha tentato di piazzare in Borsa e non c'è riuscita, invece dovrebbe illustrare le convenzioni della controllata con le diverse regioni italiane e se quelle lombarde sono più rigorose di altre. Perché in quest'ultimo caso vi sarebbe un evidente conflitto d'interesse con la campagna dell'altra controllata Repubblica.
Ezio Mauro, infine, con un'oncia di dignità professionale, dovrebbe siglare ogni attacco a Roberto Formigoni con un avviso ai lettori: la proprietà di questo quotidiano ha interessi nel campo della sanità, anche in Lombardia.
CARLO DE BENEDETTICARLO DE BENEDETTI2 - FORMIGONI: "DA REPUBBLICA SOLO FANGO, VINCERO' IO, MA NON RISPONDO ALLA LORO DOMANDA"...
"L'abolizione dell'Imu è il primo obiettivo a cui stiamo lavorando perché è la tassa che simboleggia la vessazione sulle famiglie dato che colpisce i proprietari di case che in Italia sono l'80%". Così il governatore della Regione Lombardia Roberto Formigoni ospite di "24 Mattino - l'Italia si desta" su Radio 24. "La partita politica si gioca soprattutto sul piano economico - ha detto Formigoni -. In questo periodo di recessione, bisogna dare qualche segnale alle imprese e alle famiglie, togliere qualche tassa è fondamentale per far ripartire i consumi interni".
Sulla possibile ricandidatura di Berlusconi: "L'ho incontrato recentemente e sta valutando i pro e i contro. - risponde il Governatore a Radio 24 - Vuole capire se la sua candidatura può portare un aiuto al Pdl in termini di consensi, ma anche una nuova soluzione nell'area dei moderati che si pongono come alternativa al centro sinistra. Sta aspettando la scelta della legge elettorale e il risultato delle elezioni siciliane".
EZIO MAURO FOTO AGF REPUBBLICA jpegEZIO MAURO FOTO AGF REPUBBLICA jpeg Riguardo alla possibilità di correre in campagna elettorale ma candidare come premier Montezemolo, Formigoni ha risposto: "Berlusconi ha sempre preferito lo schema di un grande rassemblement delle forze moderate di centrodestra, se Montezemolo accettasse di concorrere con noi, ci si siederebbe attorno a un tavolo e si valuterebbe la posizione di ognuno".
IL PIRELLONEIL PIRELLONE Formigoni poi ha commentato i nuovi articoli apparsi su Repubblica riguardanti l'inchiesta sulla sanità in cui è indagato: "Non solo è spazzatura di Repubblica, che io chiamo la Pravda per il rapporto che ha con la verità - ha detto Formigoni - ma è pure spazzatura riciclata perché ancora si parla degli interrogatori di aprile. Le delibere che abbiamo preso negli ultimi 10 anni sono delibere di sistema che riguardano tutti gli ospedali pubblici e privati della Regione, delibere che pubblichiamo subito su internet.
Le sembra che se avessimo privilegiato la Maugeri o chicchessia, dando anche solo un euro in più, non ci sarebbe stata l'immediata rivolta di tutti gli altri istituti pubblici e privati della Lombardia? Ma Repubblica pensa che siano tutti cretini gli operatori privati e pubblici lombardi? Se ci fosse stato un errore di calcolo, un privilegio, ci sarebbe stata una valanga di ricorsi".
DACCO' - FORMIGONIDACCO' - FORMIGONI Per quanto le dichiarazioni di Passerino, l'ex direttore della Maugeri, che negli interrogatori ha riferito di avere in Pierangelo Daccò un uomo pronto a intervenire sulla Regione, Formigoni ha detto che "queste dichiarazioni devono essere confrontate con la versione di Daccò. Qui si sta parlando di rapporti tra privati. C'è stata malversazione? E' stata malversazione di denaro tra privati, la Regione Lombardia non ha perso un euro. Parliamo di scenari fantasmagorici che ormai solo Repubblica descrive.
Se la Procura avesse ritenuto queste testimonianze fondanti, avrebbe già agito ad aprile, sono testimoni ritenuti inattendibili. È Repubblica che ha intrapreso una guerra mai prima vista contro il presidente della Regione Lombardia. E' un piano di violenza senza precedenti che però è fallito. Sono passati 9 mesi e lo sanno anche loro che non c'è nulla di penalmente rilevante. Stanno solo cercando di gettare fango su Formigoni".
antonio simone bantonio simone b "Per quanto riguarda le vacanze, ho 65 anni e cerco di farne due all'anno, non ho un reddito alto, perché ormai i politici come me non guadagnano poi così tanto, ma le vacanze sono sempre stato in grado di pagarmele da me. Fortunatamente i cittadini lombardi che si fidano di me non hanno creduto a questa campagna furibonda, non a caso ho perso solo 6 punti percentuali di consenso. Nessuno avrebbe resistito come ho resistito io, semplicemente perché i cittadini vedono che la Lombardia è la regione meglio amministrata d'Italia, che la nostra sanità è quella che costa meno e che offre i migliori servizi"
Sula vicenda giudiziaria Formigoni si è detto sicuro: "Vincerò io. La Procura di Milano ha sempre dato grande attenzione alla mia opera, ho ricevuto 13 avvisi di garanzia in 17 anni, sono stato rinviato a giudizio 11 volte, mi sono sottoposto a 11 processi e ho avuto 11 assoluzioni. Questa è la dodicesima causa che finirà nel nulla". Formigoni non ha voluto rispondere alla domanda sulle ricevute delle vacanze passate: "Non me la faccia neanche questa domanda di Repubblica - ha detto al conduttore - tanto non le rispondo"
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/articolo-44026.htm












Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.