ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 13 settembre 2012

SAN GIOVANNI CRISOSTOMO E I CASTIGHI DI DIO

Pontifex.Roma
Tratto dal testo "I castighi di Dio - compendio di Dottrina cattolica" di Carlo Di Pietro, 2012, edito dalla Segno di Tavagnacco (UD). "[...] Fatta questa breve premessa ed essendo il caso gravissimo, data la possibile eresia pubblica proferita dal predicatore della Casa pontificia, è ora pensabile procedere citando alcune esortazioni note ed inescludibili. Ricordando talune sante omelie del Crisostomo (85), non possiamo omettere di riportare «ah! sarebbe meglio per voi restare a casa e versare, gemendo, lacrime per questi disgraziati che si ribellano ai comandi del Signore e che hanno il demonio come guida per le danze del coro. Perché come dissi prima, quello che è fatto contro la volontà di Dio, anche se per caso fosse stato precedentemente permesso, dopo diventa violazione della legge e causa di innumerevoli castighi».  Od anche, sempre celebrando il Crisostomo, ma senza approfondire onde evitare di offendere la sensibilità di alcune minoranze, va detto «poiché [...] non hai voluto riconoscere la sua potenza dai suoi benefici, Egli con castighi e supplizi ti mostrò la sua forza che non puoi evitare e contrastare. Tuttavia tu non credi, non riconosci che è Dio, Signore di tutto l’universo; ma lo stimi un uomo come tutti gli altri. Ebbene procediamo come se si trattasse di un uomo ordinario».

Questa esortazione del Crisostomo, che riporterò, ben si confà alla vicenda di Padre Cantalamessa ed alla sua presunta arbitraria ed apparentemente pertinace (86) negazione: «affinché non attribuissero gli avvenimenti ai falsi simulacri, ma si convincessero che tanto i castighi che i benefici erano opera del Signore, i primi a causa dei peccati, i secondi per la benevolenza di Dio, i Profeti ispirati dal cielo predicevano, lungo tempo prima, quello che doveva accadere. E perché si sappia con certezza che questa è la causa delle predizioni, ascolta quanto disse a gran voce Isaia al popolo [...]: “So che sei ostinato e che il tuo collo è di ferro e che la tua faccia è di bronzo. Ti annunziai molto tempo prima quanto doveva capitarti in avvenire e ti obbligai ad ascoltare”.  Per indicare il motivo di queste predizioni aggiunse: “Affinché tu non dica: sono queste statue scolpite o fuse che mi comandano, oppure: sono gli idoli che mi hanno dato tutto questo” (87)». [...]
Sempre attingendo brevemente alle omelie del Crisostomo, nella vasta raccolta di riferimenti qui riportati, non va dimenticato: «poiché, se Fineas con l’uccisione di un uomo calmò l’ira del Signore contro il popolo come dice il Profeta: “Fineas si levò, placò il Signore e cessò la tribolazione” (88) , e se con l’immolazione di uno solo liberò tanti uomini dall’ira divina, un vantaggio ben maggiore sarebbe venuto a voi se colui che avete crocifisso fosse stato un trasgressore della legge. Allora di nuovo vi chiedo, perché Fineas per aver ucciso un uomo che trasgrediva la legge fu considerato un giusto ed ebbe l’onore del sacerdozio? (89) . Come mai, invece, voi che avete messo in croce un impostore, come voi dite, e nemico di Dio, non avete né lodi né onori, anzi dovete sopportare pene assai più acerbe di quando uccidevate i vostri figli? Non è forse evidente anche ai più ottusi, che siete sottoposti a questi castighi perché vi siete comportati con empietà verso il Salvatore, Principe dell’universo? Adesso voi vi astenete dal sangue impuro e osservate il sabato, mentre allora violavate anche il precetto del sabato. Dio, per mezzo di Geremia, promise che avrebbe risparmiato la vostra città, se voi rinunciavate a portare carichi il giorno di sabato (90); adesso voi obbedite, non portate carichi il sabato, tuttavia nonostante questo Dio non si riconcilia con voi. Infatti il vostro peccato è il più grave di tutti; sicché lo scusarvi alludendo ai peccati commessi è assolutamente senza fondamento. Non è per i peccati commessi, ma proprio per questo delitto che vi trovate nelle presenti calamità. Se così non fosse Dio non vi sarebbe stato tanto contrario, anche se aveste commesso peccati ben più numerosi; questo è evidente da quanto abbiamo detto prima e sarà ancor più chiaro da quanto dirò. Di che si tratta? Parlando per mezzo dei Profeti abbiamo udito Dio che diceva ai vostri antenati: “In verità voi meritereste innumerevoli mali, ma io agisco così a causa del mio nome perché non sia disonorato fra i gentili” (91) ; e in altro momento: “Non per riguardo vostro io faccio questo, o casa d’Israele, ma per il mio santo nome” (92). E questa è la spiegazione: “Voi o Ebrei, avreste meritato pene e castighi molto più gravi, ma io vi ho aiutati e protetti perché non si possa dire che Dio per debolezza o impotenza ha abbandonato i Giudei in mano ai nemici”». [...]
Altra esemplare esegesi, oggi messa in discussione solamente da alcuni stravaganti quanto auto-beatificatisi modernisti: «Mosè allora comandò che fossero portati dei turiboli, si mettesse l’incenso, e si attendesse la sentenza celeste. Mentre facevano bruciare l’incenso la terra si aprì e inghiottì quelli che avevano preso parte al complotto, quelli che avevano preso i turiboli furono invece divorati da un fuoco sceso dal cielo (93). Perché il trascorrere del tempo non facesse cadere nell’oblio questo avvenimento e la meravigliosa sentenza di Dio venisse ignorata dai posteri, Mosè ordinò che i turiboli venissero fissati all’altare: come la verga senza voce parlò col solo suo aspetto, così i turiboli avrebbero parlato a tutti nell’avvenire ammonendo gli uomini e consigliandoli a non imitare la pazzia degli antenati, per non dover subire gli stessi castighi. Vedi dunque come venivano eletti un tempo i sacerdoti? [...]». [...]
 Il Catechismo Tridentino, già citato in precedenza, a proposito della Santa Eucaristia, ci insegna che fra tutti i sacri misteri che nostro Signore Gesù Cristo ci ha elargito quali infallibili strumenti della grazia, non ce n’è uno che possa paragonarsi al Santissimo Sacramento dell’Eucaristia, ma appunto perciò non v’è colpa per cui i fedeli abbiano più a temere di esser puniti da Dio, che il trattare senza sacro rispetto un mistero così pieno di ogni Santità, un mistero, anzi, che contiene lo stesso autore e fonte della Santità. L’Apostolo  lo ha sapientemente capito e ci ha chiaramente ammonito intorno a questo punto quando, dopo aver mostrato l’enorme delitto di quelli che non distinguono il corpo del Signore, soggiunge: “Per questo molti tra voi sono infermi e senza forze e molti dormono” . Pertanto, affinché i fedeli possano ritrarre maggior frutto e fuggire la giusta ira di Dio, dopo aver ben compreso quali onori divini si debbano tributare a questo sacramento, i parroci dovranno con somma diligenza esporre tutto quanto può meglio illustrare la maestà dell’Eucaristia. [...]
.. prosegue ..
Note:
(85) San Giovanni Crisostomo, o Giovanni d’Antiochia (Antiochia, 344/354 – Comana Pontica, 14 settembre 407), è stato un arcivescovo cattolico, santo e teologo bizantino, il secondo Patriarca di Costantinopoli, commemorato come santo dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa, venerato dalla Chiesa copta; è uno dei Padri della Chiesa cattolica.
(86) A distanza di un anno dalla sua omelia, il padre non ha ritrattato, nonostante le numerose e motivate polemiche suscitate.
(87) Is XLVIII, 4-5 (riporto la nota in originale, seguirò lo stesso criterio per le successive).
(88) Sal 105,30
(89) Num XXV, 7-13
(90) Ger XVII, 21
(91) Ex XX, 22
(92) Ibid. XXXVI, 22
(93) Num XVI, 18
Testo:
In data 22 aprile 2011, Venerdì Santo, padre Raniero Cantalamessa O.F.M., noto ed emulato predicatore della Casa pontificia, tenne una dotta - da cattolico adulto - ed importante omelia, tuttavia non mancò in pronunciamenti gravemente ambigui, tanto da potersi reputare ereticali. Quanto è di pertinenza del presente testo e particolarmente nociva per la cristianità è, fra le altre, l’affermazione, ben rimarcata dal predicatore, che appare ridurre Dio stesso ad essere un semplice osservatore nell’alternanza di bene e male. Il predicatore, in modo visione, disse: "Terremoti, uragani e altre sciagure che colpiscono insieme colpevoli e innocenti non sono mai un castigo di Dio. Dire il contrario, significa offendere Dio e gli uomini. Sono però un ammonimento: in questo caso, l’ammonimento a non illuderci che basteranno la scienza e la tecnica a salvarci. Se non sapremo imporci dei limiti, possono diventare proprio esse, lo stiamo vedendo, la minaccia più grave di tutte".Il presente testo, che comunque non è un attacco alla persona, approfondisce in maniera analitica, scrupolosa, semplice e non ambigua quella che è la vera dottrina cattolica circa "i castighi di Dio". L'autore, oltre a fornire nozioni essenziali quanto all'interpretazione della Sacra Scrittura, studia e riporta esortazioni, anche imperative, tratte dalla teologia dogmatica, dalla morale, dalle omelie dei papi e dalla pietà popolare cristiana. Lo studio si basa sugli scritti della Chiesa o di noti ricercatori della materia; presenta ed esplica semplicemente e mai con ambiguità, frammenti di:
Sacra Scrittura, Clemente VI Super quibusdam, Leone XIII Providentissimus Deus, San Pio X Pascendi, Benedetto XV Spiritus Paraclitus, San Tommaso Summa Theologiæ, San Tommaso Summa contra Gentiles, San Giustino Martire Dialogo con Trifone, San Tommaso Quaestiones de quodlibet, Pio XII Humani Generis, Concilio di Trento Sessio IV, Concilio Vaticano I Dei Filius, Concilio Vaticano II Dei Verbum, Pontificia Commissione Biblica provvedimento del 27 febbraio 1934, San Pio V Catechismo ad uso di parroci pubblicato per decreto del Concilio di Trento, Compendio Catechismo della Cattolica 2005, Catechismo della Cattolica 1999, San Giovanni Crisostomo Omelie, San Gregorio I detto Magno Commento morale a Giobbe, Catechismo di Pio X 1905, Santa Caterina da Siena Dialogo della Divina Provvidenza, Sant’Annibale M. Di Francia Appunti di predica, Memorie biografiche del venerabile don Giovanni Bosco, Decreto sulla formazione sacerdotale Optatam totius, Cardinal Siri Omelie, Padre Zoffoli Dizionario del Cristianesimo, Dichiarazione sull’educazione cristiana Gravissimum educationis, San Bernardo da Chiaravalle I dodici gradi della superbia, Codice di Diritto Canonico 1983, Pontificie Opere Missionarie Statuto internazionale, Documenti 1969 - 2004 Commissione Teologica Internazionale, e tanto altro.
Non mancano i riferimenti alle Omelie ed alle Udienze degli ultimi papi e, nell'interesse comune, l'autore riporta anche numerosi studi proposti gratuitamente da illustri personaggi laici o consacrati, attualmente impegnati nell'apostolato sul web, fra cui: padre Cavalcoli, Roberto De Mattei, Patrizia Stella, Corrado Gnerre ed altri.
Antonio Pace
.. torna presto ..

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