Tratto dal testo "I castighi di Dio - compendio di Dottrina cattolica"
di Carlo Di Pietro, 2012, edito dalla Segno di Tavagnacco (UD). "[...]
Fatta questa breve premessa ed essendo il caso gravissimo, data la
possibile eresia pubblica proferita dal predicatore della Casa
pontificia, è ora pensabile procedere citando alcune esortazioni note ed
inescludibili. Ricordando talune sante omelie del Crisostomo (85), non
possiamo omettere di riportare «ah! sarebbe meglio per voi restare a
casa e versare, gemendo, lacrime per questi disgraziati che si ribellano
ai comandi del Signore e che hanno il demonio come guida per le danze
del coro. Perché come dissi prima, quello che è fatto contro la volontà
di Dio, anche se per caso fosse stato precedentemente permesso, dopo
diventa violazione della legge e causa di innumerevoli castighi». Od
anche, sempre celebrando il Crisostomo, ma senza approfondire onde
evitare di offendere la sensibilità di alcune minoranze, va detto «poiché [...] non hai voluto
riconoscere la sua potenza dai suoi benefici, Egli con castighi e
supplizi ti mostrò la sua forza che non puoi evitare e contrastare.
Tuttavia tu non credi, non riconosci che è Dio, Signore di tutto
l’universo; ma lo stimi un uomo come tutti gli altri. Ebbene procediamo
come se si trattasse di un uomo ordinario».
Questa esortazione del Crisostomo, che riporterò, ben
si confà alla vicenda di Padre Cantalamessa ed alla sua presunta
arbitraria ed apparentemente pertinace (86) negazione: «affinché non
attribuissero gli avvenimenti ai falsi simulacri, ma si convincessero
che tanto i castighi che i benefici erano opera del Signore, i primi a
causa dei peccati, i secondi per la benevolenza di Dio, i Profeti
ispirati dal cielo predicevano, lungo tempo prima, quello che doveva
accadere. E perché si sappia con certezza che questa è la causa delle
predizioni, ascolta quanto disse a gran voce Isaia al popolo [...]: “So
che sei ostinato e che il tuo collo è di ferro e che la tua faccia è di
bronzo. Ti annunziai molto tempo prima quanto doveva capitarti in
avvenire e ti obbligai ad ascoltare”. Per indicare il motivo di queste
predizioni aggiunse: “Affinché tu non dica: sono queste statue scolpite o
fuse che mi comandano, oppure: sono gli idoli che mi hanno dato tutto
questo” (87)». [...]
Sempre attingendo brevemente alle omelie del
Crisostomo, nella vasta raccolta di riferimenti qui riportati, non va
dimenticato: «poiché, se Fineas con l’uccisione di un uomo calmò l’ira
del Signore contro il popolo come dice il Profeta: “Fineas si levò,
placò il Signore e cessò la tribolazione” (88) , e se con l’immolazione
di uno solo liberò tanti uomini dall’ira divina, un vantaggio ben
maggiore sarebbe venuto a voi se colui che avete crocifisso fosse stato
un trasgressore della legge. Allora di nuovo vi chiedo, perché Fineas
per aver ucciso un uomo che trasgrediva la legge fu considerato un
giusto ed ebbe l’onore del sacerdozio? (89) . Come mai, invece, voi che
avete messo in croce un impostore, come voi dite, e nemico di Dio, non
avete né lodi né onori, anzi dovete sopportare pene assai più acerbe di
quando uccidevate i vostri figli? Non è forse evidente anche ai più
ottusi, che siete sottoposti a questi castighi perché vi siete
comportati con empietà verso il Salvatore, Principe dell’universo?
Adesso voi vi astenete dal sangue impuro e osservate il sabato, mentre
allora violavate anche il precetto del sabato. Dio, per mezzo di
Geremia, promise che avrebbe risparmiato la vostra città, se voi
rinunciavate a portare carichi il giorno di sabato (90); adesso voi
obbedite, non portate carichi il sabato, tuttavia nonostante questo Dio
non si riconcilia con voi. Infatti il vostro peccato è il più grave di
tutti; sicché lo scusarvi alludendo ai peccati commessi è assolutamente
senza fondamento. Non è per i peccati commessi, ma proprio per questo
delitto che vi trovate nelle presenti calamità. Se così non fosse Dio
non vi sarebbe stato tanto contrario, anche se aveste commesso peccati
ben più numerosi; questo è evidente da quanto abbiamo detto prima e sarà
ancor più chiaro da quanto dirò. Di che si tratta? Parlando per mezzo
dei Profeti abbiamo udito Dio che diceva ai vostri antenati: “In verità
voi meritereste innumerevoli mali, ma io agisco così a causa del mio
nome perché non sia disonorato fra i gentili” (91) ; e in altro momento:
“Non per riguardo vostro io faccio questo, o casa d’Israele, ma per il
mio santo nome” (92). E questa è la spiegazione: “Voi o Ebrei, avreste
meritato pene e castighi molto più gravi, ma io vi ho aiutati e protetti
perché non si possa dire che Dio per debolezza o impotenza ha
abbandonato i Giudei in mano ai nemici”». [...]
Altra esemplare esegesi, oggi messa in discussione
solamente da alcuni stravaganti quanto auto-beatificatisi modernisti:
«Mosè allora comandò che fossero portati dei turiboli, si mettesse
l’incenso, e si attendesse la sentenza celeste. Mentre facevano bruciare
l’incenso la terra si aprì e inghiottì quelli che avevano preso parte
al complotto, quelli che avevano preso i turiboli furono invece divorati
da un fuoco sceso dal cielo (93). Perché il trascorrere del tempo non
facesse cadere nell’oblio questo avvenimento e la meravigliosa sentenza
di Dio venisse ignorata dai posteri, Mosè ordinò che i turiboli
venissero fissati all’altare: come la verga senza voce parlò col solo
suo aspetto, così i turiboli avrebbero parlato a tutti nell’avvenire
ammonendo gli uomini e consigliandoli a non imitare la pazzia degli
antenati, per non dover subire gli stessi castighi. Vedi dunque come
venivano eletti un tempo i sacerdoti? [...]». [...]
Il Catechismo Tridentino, già citato in precedenza, a
proposito della Santa Eucaristia, ci insegna che fra tutti i sacri
misteri che nostro Signore Gesù Cristo ci ha elargito quali infallibili
strumenti della grazia, non ce n’è uno che possa paragonarsi al
Santissimo Sacramento dell’Eucaristia, ma appunto perciò non v’è colpa
per cui i fedeli abbiano più a temere di esser puniti da Dio, che il
trattare senza sacro rispetto un mistero così pieno di ogni Santità, un
mistero, anzi, che contiene lo stesso autore e fonte della Santità.
L’Apostolo lo ha sapientemente capito e ci ha chiaramente ammonito
intorno a questo punto quando, dopo aver mostrato l’enorme delitto di
quelli che non distinguono il corpo del Signore, soggiunge: “Per questo
molti tra voi sono infermi e senza forze e molti dormono” . Pertanto,
affinché i fedeli possano ritrarre maggior frutto e fuggire la giusta
ira di Dio, dopo aver ben compreso quali onori divini si debbano
tributare a questo sacramento, i parroci dovranno con somma diligenza
esporre tutto quanto può meglio illustrare la maestà dell’Eucaristia.
[...]
.. prosegue ..
Note:
(85) San Giovanni Crisostomo, o Giovanni d’Antiochia
(Antiochia, 344/354 – Comana Pontica, 14 settembre 407), è stato un
arcivescovo cattolico, santo e teologo bizantino, il secondo Patriarca
di Costantinopoli, commemorato come santo dalla Chiesa cattolica e dalla
Chiesa ortodossa, venerato dalla Chiesa copta; è uno dei Padri della
Chiesa cattolica.
(86) A distanza di un anno dalla sua omelia, il padre non ha ritrattato, nonostante le numerose e motivate polemiche suscitate.
(87) Is XLVIII, 4-5 (riporto la nota in originale, seguirò lo stesso criterio per le successive).
(88) Sal 105,30
(89) Num XXV, 7-13
(90) Ger XVII, 21
(91) Ex XX, 22
(92) Ibid. XXXVI, 22
(93) Num XVI, 18
Testo:
In data 22 aprile 2011, Venerdì Santo, padre Raniero
Cantalamessa O.F.M., noto ed emulato predicatore della Casa pontificia,
tenne una dotta - da cattolico adulto - ed importante omelia, tuttavia
non mancò in pronunciamenti gravemente ambigui, tanto da potersi
reputare ereticali. Quanto è di pertinenza del presente testo e
particolarmente nociva per la cristianità è, fra le altre,
l’affermazione, ben rimarcata dal predicatore, che appare ridurre Dio
stesso ad essere un semplice osservatore nell’alternanza di bene e male.
Il predicatore, in modo visione, disse: "Terremoti, uragani e altre
sciagure che colpiscono insieme colpevoli e innocenti non sono mai un
castigo di Dio. Dire il contrario, significa offendere Dio e gli uomini.
Sono però un ammonimento: in questo caso, l’ammonimento a non illuderci
che basteranno la scienza e la tecnica a salvarci. Se non sapremo
imporci dei limiti, possono diventare proprio esse, lo stiamo vedendo,
la minaccia più grave di tutte".Il presente testo, che comunque non è un
attacco alla persona, approfondisce in maniera analitica, scrupolosa,
semplice e non ambigua quella che è la vera dottrina cattolica circa "i
castighi di Dio". L'autore, oltre a fornire nozioni essenziali quanto
all'interpretazione della Sacra Scrittura, studia e riporta esortazioni,
anche imperative, tratte dalla teologia dogmatica, dalla morale, dalle
omelie dei papi e dalla pietà popolare cristiana. Lo studio si basa
sugli scritti della Chiesa o di noti ricercatori della materia; presenta
ed esplica semplicemente e mai con ambiguità, frammenti di:
Sacra Scrittura, Clemente VI Super quibusdam, Leone
XIII Providentissimus Deus, San Pio X Pascendi, Benedetto XV Spiritus
Paraclitus, San Tommaso Summa Theologiæ, San Tommaso Summa contra
Gentiles, San Giustino Martire Dialogo con Trifone, San Tommaso
Quaestiones de quodlibet, Pio XII Humani Generis, Concilio di Trento
Sessio IV, Concilio Vaticano I Dei Filius, Concilio Vaticano II Dei
Verbum, Pontificia Commissione Biblica provvedimento del 27 febbraio
1934, San Pio V Catechismo ad uso di parroci pubblicato per decreto del
Concilio di Trento, Compendio Catechismo della Cattolica 2005,
Catechismo della Cattolica 1999, San Giovanni Crisostomo Omelie, San
Gregorio I detto Magno Commento morale a Giobbe, Catechismo di Pio X
1905, Santa Caterina da Siena Dialogo della Divina Provvidenza,
Sant’Annibale M. Di Francia Appunti di predica, Memorie biografiche del
venerabile don Giovanni Bosco, Decreto sulla formazione sacerdotale
Optatam totius, Cardinal Siri Omelie, Padre Zoffoli Dizionario del
Cristianesimo, Dichiarazione sull’educazione cristiana Gravissimum
educationis, San Bernardo da Chiaravalle I dodici gradi della superbia,
Codice di Diritto Canonico 1983, Pontificie Opere Missionarie Statuto
internazionale, Documenti 1969 - 2004 Commissione Teologica
Internazionale, e tanto altro.
Non mancano i riferimenti alle Omelie ed alle Udienze
degli ultimi papi e, nell'interesse comune, l'autore riporta anche
numerosi studi proposti gratuitamente da illustri personaggi laici o
consacrati, attualmente impegnati nell'apostolato sul web, fra cui:
padre Cavalcoli, Roberto De Mattei, Patrizia Stella, Corrado Gnerre ed
altri.
Antonio Pace
.. torna presto ..
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Il Cardinale Ciappi, il teologo di papi, da Pio XII a Giovanni Paolo II (all’inizio del suo pontificato): “Il Terzo Segreto dice che la grande apostasia nella Chiesa inizia dal suo vertice. La conferma ufficiale del segreto de La Salette (1846): “La Chiesa subirà una terribile crisi. Essa sarà eclissata. Roma (il Vaticano) perderà la fede e diventare la sede dell’Anticristo “.
ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...
giovedì 13 settembre 2012
SAN GIOVANNI CRISOSTOMO E I CASTIGHI DI DIO
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