ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 15 settembre 2012

Tradizione divisa

Pellegrinaggio del 3 novembre:

di Vinicio Catturelli

Sono un giovane tradizionalista di ottantasei anni, parafrasando il grande teologo Mons.Brunero Gherardini, per cui la Tradizione è "vita e giovinezza della Chiesa", e quindi penso che i "nuovi giacobini" del Coordinamento Summorum Pontificum (che ci sia ognun lo dice, dove sia nessun lo sa) intendano epurarmi data anche la mia età che mi rende sospetto di nostalgia e di intransigenza preconciliare e visto che hanno diviso i cattolici di sempre in "buoni" e "cattivi" io sono orgoglioso di appartenere alla seconda categoria.

Sono rientrato in Italia nel 2009 dopo quarant'anni di permanenza in Argentina dove ho insegnato storia e filosofia in un Istituto religioso alla periferia di Buenos Aires e proprio nella capitale argentina ebbi la grande fortuna di incontrare il padre don Raoul Sanchez Abelende, allora decano dell'Università, il non dimenticato autore de:"La teoria del poder en el pensamiento politico di Juan Donoso Cortes (Editorial Universitaria de Buenos Aires 1969) con il quale ho collaborato, per circa un trentennio, fino alla sua morte.
Padre Sanchez veniva, quasi ogni anno, a marzo, in Italia in occasione dei Convegni della Tradizione a Civitella del Tronto e così, tramite lui. ho conosciuto, almeno di nome e  di fama, tutti i personaggi del tradizionalismo italiano: Silvio Vitale, che incontrai a Napoli nel 1986 insieme a Piero Vassallo - con lui collaboro ora quotidianamente a Genova - Pino Tosca e Tommaso Romano, poi Paolo Caucci, Andrea Dalledonne, Giovanni Cantoni, Francesco Pappalardo, Pucci Cipriani, Carlo Alberto Agnoli, Paolo Taufer, la Duchessa di Segovia, Massimo de Leonardis e Roberto de Mattei, la Contessa Bayard de Volo Tatoni, Massimo Viglione e, naturalmente,il Maestro riconosciuto di tutti loro:Elias de Tejada.

Padre Sanchez fu davvero un eroe della Tradizione e, la domenica, lo portavo - percorrevamo anche seicento chilometri- a celebrare la S. Messa nelle campagne e ci incontravamo con quei fedeli “disobbedienti ai loro vescovi per obbedire a Dio” che non accettavano la tragica riforma liturgica ed erano rimasti attaccati al loro rito... quanti episodi commuoventi di vecchi di abnegazione, di generosità, di coraggio, di grande Fede e attaccamento al Magistero perenne della nostra Santa Chiesa...

Dimenticavo di dire, dopo questa lunga e nostalgica parentesi, che ho tutte le carte in regola per essere ramazzato dai nuovi giacobini: seguii in Argentina Mons. Lefebvre durante tutto il suo viaggio pastorale e, nel mio studio campeggia una gigantografia del grande vescovo accanto al quale ho avuto l'onore di essere ripreso!

Arrivato in Italia ho cominciato a conoscere - prima ero soltanto un liberal conservatore che non aveva avuto la grazia di conoscere la Tradizione - questo nostro mondo stupendo fatto di persone generose e coraggiose che dedicano la loro stessa vita a questi alti ideali: uomini e donne di ogni età che, senza chiedere nulla, a volte rimettendoci molto (chi sceglie la Tradizione non è certo un "carrierista") combattono - nella maggior parte dei casi perseguitati dai loro vescovi che remano contro il Santo Padre e ostacolano quella Messa che lui con solenne "motu proprio" ha voluto reintrodurre - per il trionfo della Fede cattolica.
Altro che divisioni, io ho trovato tutte persone perbene, persone che potranno essere simpatiche o antipatiche, più o meno intelligenti, più o meno brillanti, ma piene di grande disinteresse e  di grande zelo... da poveri peccatori, certo, come noi tutti siamo...

Poi vengo a sapere che a Roma alcuni Carneade (che però, almeno fino a poco tempo fa, millantavano grandi “coperture”) hanno costituito un Comitato dal pomposo nome "Summorum Pontificum" che - dicono - dovrebbe promuovere un grande pellegrinaggio per le feste dei Santi (bravi, proprio nel periodo in cui le famiglie celebrano il culto dei Santi e dei loro morti!) per (udite!) “il popolo del Summorum Pontificum”... in attesa che ad altri venga in mente di fare un altro pellegrinaggio per “il popolo della Fraternità San Pio X” o “il popolo dell'una cum”, o quello "senza l'una cum"...che pena!

Naturalmente si vorrebbe aprire un “tavolo di lavoro” con i vescovi a cui non parrebbe il vero di sedervi per neutralizzare la nostra resistenza vista la resa senza condizioni.
Se qualche nemico esterno avesse voluto diabolicamente dividere il nostro mondo non avrebbe potuto far meglio: alla riunione dei "carbonari"- come li definisce sul suo blog "Fides et forma" Francesco Colafemmina - sono stati invitati solo i "gruppi stabili"(sic) tenendo fuori i "nuclei storici" e scadere così al livello di comari che si divertono a creare camarille e conventicole varie da mettere in contrapposizione... e accettare solo chi, dopo un colloquio con i "promotori" locali, passi ad un esame...
Come avrebbe detto Totò: "Ma mi faccia il piacere,ma mi faccia..!"

Per conto di chi (forse di qualche sinistro curiale che intenderebbe con il "divide et impera" battere la "reazione" sempre in agguato?) questi nostri fantasmi si permettono di ergersi a rappresentanti della Tradizione?
A che titolo si parla (seppur nelle chiuse mura di "loggia") di anarchia tra i vari gruppi per cui andrebbe ricomposta, specie in determinate regioni,"l'area del tradizionalismo cattolico"?
Come si permette il signor Nessuno, portavoce del Comitato Summorum Pontificum, ora degradato ad "animatore", dietro suggerimento esterno, dividere tra "conciliaristi" e "rigoristi" affermando testualmnte e maldestramente:"Come mi dice sempre un carissimo amico, il pensiero del papa è chiaro, chi la pensa come il papa sia il benvenuto"... insomma il ventriloquo del suggeritore che fa l'esegeta delle parole del papa... avete capito il gioco?
Chi sta con quella gente sta con il papa, chi non sta con loro sta contro il papa, parola dell'Emanuele!
Molte perplessità e molti dubbi erano stati espressi già da tempo da parte di vari giornalisti e osservatori dell'area cattolico tradizionale -Veronica Rasponi (www.corrispondenzaromana.it - Francesco Colafemmina (fidesetforma.blogstop.it) - Belvecchio (www.unavox.it) - Pucci Cipriani (www.riscossacristiana.it) - che però non avevano trovato risposta: tutto si spiegherà nella conferenza stampa del 10 settembre quando verrà svelato anche il nome del celebrante del Sacro Rito, una conferenza stampa "storica" data anche la sbandierata adesione di "Una Voce Internazionale" e di "Una Voce Italia"... solo allora si sarebbe saputo tutto, gli aderenti avrebbero mostrato il loro volto di fronte alle telecamere di mezzo mondo...

Venerdì 10 settembre erano in dieci (dicesi dieci) alla chiesa della SS. Trinità dei Pellegrini e dei Presidenti di "Una Voce" nemmeno l'ombra… ai tre (dicasi tre) giornalisti in sala il povero don Barthe, cappellano del pellegrinaggio, non ha risposto se non in maniera evasiva, naturalmente non si sa nemmeno il nome del celebrante...
Ecco quale immagine della Tradizione si è voluta dare e che, naturalmente , è, per i nostri avversari, un'immagine verosimile e... molto apprezzata: quella di un manichino (non parlo di don Barthe!) che se non fosse stato seduto "in cattedra" dietro un tavolo si sarebbe potuto sbagliare per un ispettore dell'agenzia delle entrate o di un questurino di "bassa forza" pronto a fare il suo rapporto al "capo".

Comunque vada il pellegrinaggio sarà sempre un grosso smacco per la Tradizione.
Se vi saranno pochi pellegrini o, peggio, se andrà deserto quella sarà l'immagine del tradizionalismo italiano.
Se grazie al soccorso di Pisa (sembra abbia aderito un serio e agguerrito gruppo francese capace, in genere, di radunare migliaia di persone:"Notre Dame de Chretienté") il pellegrinaggio sarà numeroso, i promotori si ergeranno a rappresentanti della Tradizione sentendosi autorizzati a trattare la resa con i vescovi contrari al papa (che sono la stragrande maggioranza). Intanto una cosa l'hanno già ottenuta: l'aspra divisione del mondo della Tradizione.
Ma non dobbiamo perderci d'animo e dobbiamo continuare la nostra battaglia foss'anche "Spes contra spem"...

Vorrei però terminare queste mie note riportando le parole dello scrittore toscano Tito Casini che, con Giovanni Papini, Piero Bargellini e Domenico Giuliotti, fu l'"animus" della rivista “Il Frontespizio” che faceva la fronda al Fascismo quando tutti dicevano "Sissignore" e quando sui loro libri anziché l'era di Cristo mettevano l'era del Duce, parole piene di fede e di speranza che scendono, come balsamo, nel mio cuore e, spero, scenderanno anche nei vostri:

"Risorgerà, vi dicevo...(la Santa Messa Tridentina) risorgerà, come rispondo ai tanti che vengono da me a sfogarsi (e lo fanno, a volte, piangendo), e a chi mi chiede com'è che io ne sono certo, rispondo (da "poeta", se volete) conducendolo sulla mia terrazza e indicandogli il sole... Sarà magari sera avanzata e là nella chiesa di San Domenico i frati, a Vespro, canteranno: Iam sol recedit igneus; ma tra qualche ora gli stessi domenicani miei amici canteranno, a Prima: Iam lucis orto sidere e così sarà tutti i giorni. Il sole, voglio dire, risorgerà, tornerà, dopo la notte, a brillare, a rallegrar dal cielo la terra, perché... perché è il sole e Dio ha disposto che così fosse a nostra vita e conforto. Così, aggiungevo, è e sarà della Messa - la Messa "nostra", cattolica, di sempre e di tutti: il nostro sole spirituale, così bello e santo e santificante - contro l'illusione dei pipistrelli, stanati dalla Riforma, che la loro ora, l'ora delle tenebre, non debba finire..."
(Cfr. Tito Casini: "Nel Fumo di Satana: verso l'Ultimo Scontro"- Ed "Il Carro di San Giovanni"-Firenze 1976).
http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV334_Pellegrinaggio__Tradizione_divisa.html

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