La carità, per debellare il buonismo e frenare la
selvaggia passione novista
di Piero Vassallo
La carità deve camminare sul filo di un rasoio affilato
dalla lucida e intransigente ortodossia.
Avvolti e trascinati dall'incendiario dono di Dio, i veri
mistici sono obbligati (lo rammentava il cardinale Siri, in anni segnati
dall'emergenza pseudo carismatica) a sottoporre la loro eccezionale e smisurata
esperienza alle ordinarie misure stabilite dal magistero cattolico.
L'indisciplina dei sedicenti carismatici e
dei profeti paroliberieri ha causato ingenti danni alla Chiesa
cattolica.
Al magistero hanno invece obbedito i grandi mistici del
passato, da San Francesco a San Giovanni della Croce e i mistici del secolo
sterminato.
Irriducibile alla ubbidienza dei veri mistici è soltanto il
delirio teologico degli epigoni scorrazzanti nelle praterie della falsa
libertà.
La sottomissione all'autorità romana, peraltro, distingue la
misericordia dall'impellenza incontrollata del buonismo.
L'umiltà sottomessa separa la profezia dalla ciancia
visionaria, la santità dalla finzione commediante, la mistica dall'abbaglio, la
speranza teologale dalla sterile cupidigia di novità scintillanti.
Scritta per fiorire sotto gli autorevoli torchi della casa
editrice San Paolo, la biografia di don Divo Barsotti (Palaia 1914 - Settignano
2006) proposta da padre Serafino Tognetti, storico intelligente, scrupoloso e
veridico, costituisce l'esemplare compendio di un'esistenza straordinaria, in
cammino intrepido e sicuro nella selva delle inquietudini, degli errori, dei
vagheggiamenti e delle fantasticherie che hanno agitato l'incubazione del Vaticano
II, prima di scatenare l'imprevista e rovinosa tempesta postconciliare.
Il cardinale Carlo Caffarra, autore della prefazione al
testo di padre ognetti, confessa di essere conquistato dall'opera
profetica di don Barsotti, "dalla sua unità interiore, da una logica
intrinseca che tiene insieme un'impressionante ricchezza temi".
La cifra di don Barsotti è la carità che
non transige sui princìpi. In un secolo avvelenato dall'errore modernista e
dalle sue velenose immersioni nella nuova teologia e nel generico
progressismo, don Barsotti seppe rimanere nelle posizioni di avanguardia senza
mai cedere agli incombenti errori.
Riprodotti da padre Tognetti, alcuni fotogramma scattati
negli anni Cinquanta ritraggono don Divo insieme con alcuni protagonisti
dell'incubante fracasso preconciliare, Jean Danielou,, Giuseppe Dossetti,
Ernesto Balducci, David Maria Turoldo, Nazareno Fabretti.
Sono immagini bugiarde, se interpretate quali testimonianze
dell'inclinazione a condividere stati d'animo e suggestioni eterodosse. Don
Divo, infatti, fu amico sincero degli erranti ma persecutore implacabile dei
loro errori e delle loro debolezze.
A don Giuseppe Dossetti rimproverò l'amicizia con Giuseppe
Alberigo e la condivisione della sua velenosa tesi sul Vaticano II "nuovo
inizio della Chiesa" e presunto incentivo alla rottura con la
Tradizione.
A von Balthasar contestò la bizzarra tesi sull'inferno vuoto
dichiarando "se non ci fosse l'inferno non potrei accettare il
paradiso".
Osò rimproverare a Paolo VI la rinuncia a condannare
l'errore e a Giovanni Paolo II l'infelice decisione di promuovere l'incontro
interreligioso di Assisi del 1986.
Don Barsotti diede testimonianza della sua fermezza nel
marzo del 1971, quando fu ricevuto da Paolo VI al quale aveva predicato gli
Esercizi spirituali.
In quel tempo il papa, tormentato dalla dissidenza e
angosciato dalla diserzione dei sacerdoti, tentava il loro recupero.
L'incontro fu rievocato da don Divo: "non ebbi
nessun impedimento a parlargli [a Paolo VI]dicendo quello che
pensavo, anche se non era conforme a quello che lui diceva: mi disse che avrei
fatto bene a cercare don Rosadoni e don Mazzi [due sacerdoti
fiorentini dissidenti] per riportarli all'obbedienza. Gli risposi che
non mi sembrava opportuno: avevano ferito gravemente la Chiesa: dovevano
mostrare almeno un minimo senso di rispetto e di pentimento per quanto avevano
compiuto. Il Papa mi rispose: A Mazzi ho scritto. Osai: E quale è stata la
risposta? - Mah, forse non è tutto negativo... - Se lo dice vostra Santità...
ma sinceramente non mi sento".
La lettura della biografia di don Barsotti si raccomanda
pertanto ai cattolici che sono all'affannosa ricerca del difficile equilibrio
tra la fedeltà alla tradizione e l'obbedienza alla gerarchia, un'armonia che si
trova nel punto in cui la tollerantissima carità incontra la verità
intollerantissima. Un approdo magico raggiungibile solamente dai
fedeli che seguono l'esempio dei santi.
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