......
Il caso di Medjugorje:
Nel 1999, l'Assemblea dei Vescovi di Lourdes mi ha
chiesto, come Vescovo incaricato di accompagnare l'Associazione delle
Opere Mariane, di rispondere alla domanda posta da uno dei membri della
nostra conferenza episcopale: "C'è una posizione autorizzata ed
ufficiale della chiesa per quanto riguarda i fatti che motivano i
pellegrinaggi a Medjugorje?" Questa nota è stata pubblicata nella
"Documentazione cattolica" del 6 febbraio 2000.
"I Nuovi Libri Mariani" mi hanno chiesto di
precisare, nuovamente, la posizione della Chiesa sui "fatti" di
Medjugorje, fatti che si stanno svolgendo ancora. Non avendo missione
d'emettere un giudizio a nome della Chiesa, limiterò la mia opinione da
riportare a ciò che dicono coloro che hanno autorità per operare in modo
ufficiale i discernimenti necessari. In questo caso, si tratta del
Vescovo del luogo, della conferenza episcopale dell'ex Iugoslavia quindi
di quella della Bosnia-Erzegovina, infine della Congregazione per la
Dottrina della fede.
Ma prima di tutto, vorrei fare due osservazioni e prego il lettore di tenere conto:
a) Rimane da fare una storia oggettiva, serena e
dettagliata degli eventi che si svolgono dal 1981, a Medjugorje. Oltre
alle polemiche o agli argomenti "pro domo", contribuirebbe efficacemente
alla chiarezza del dibattito, facendo comprendere le vere ragioni
dell'atteggiamento prudenziale assunto dalla Chiesa.
b) Ad un'epoca dove regna il soggettivismo, fattore
di disaggregazione sociale e di gravi dissensi ecclesiali, è necessario
ricordarsi che un'obbedienza umile e docile in relazione a quelli che,
nella Chiesa, assumono il servizio dell'autorità, è un'obbedienza che si
rivolge direttamente al Cristo: "Chi Vi ascolta, mi ascolta.." Questa
parola divina, orientando la libertà del credente, permette a
quest'ultimo di seguire esattamente "Quello che è la via, la verità e la
vita".
È impossibile comprendere gli interventi della Chiesa
senza fare riferimento ad un documento importante. Nel 1978, infatti,
la Congregazione per la Dottrina della fede ha decretato delle "Norme"
che spiegano quali sono le persone o gruppi di persone che, nella
Chiesa, hanno autorità e competenza per pronunciarsi in materia di
apparizioni e rivelazioni private(7). Le "Norme" citano successivamente:
- il Vescovo o Ordinario del luogo;
- la conferenza episcopale alla quale appartiene il vescovo interessato;
- la Congregazione per la Dottrina della fede, in nome del Sovrano Pontefice.
Eccetto queste autorità riconosciute, tra le quali,
sottolineamo, c'è un'unità ed una complementarità d'azione, nessuno,
così famoso sia egli, è autorizzato a pronunciarsi in nome della Chiesa.
Insistiamo su questo punto. Esaminiamo ora ciò che le istanze
ecclesiali competenti hanno reso pubblico sui fatti di Medjugorje.
1) Il vescovo o ordinario del luogo:
La prima autorità ecclesiastica citata nelle "Norme" è
il vescovo del luogo: "Questo è l'ordinario del luogo che spetta in
sommo grado d'indagare ed intervenire"(8), in tanto che è destinato "a
governare la Chiesa particolare che gli è affidata con potere
legislativo, esecutivo e giudiziario, secondo il diritto"(9). Questo
governo si esercita ai sensi del carisma episcopale - carisma dottorale,
pastorale e giuridico -, che si fonda sulla parola del Cristo.(10) Come
lo ricorda il concilio Vaticano II, tale parola costringe seriamente i
fedeli: "Il santo Concilio insegna che i Vescovi, ai sensi
dell'istituzione divina, succedono agli apostoli, come pastori della
Chiesa, di modo che, che li ascolta, ascolti il Cristo, che li respinge,
respinge il Cristo e colui che ha inviato il Cristo".(11)
Il discernimento ed il giudizio delle apparizioni e
rivelazioni private dipendono da questa missione di governo la cui
dimensione personale ed il carattere consacrato sono stati sottolineati
dall'ultimo concilio: "Questo potere che esercitano personalmente in
nome di Cristo è un potere proprio, ordinario ed immediato... Ai sensi
di questo potere, i vescovi hanno il sacro diritto, e, dinanzi a Dio, il
dovere di portare leggi per i loro argomenti, pronunciare le sentenze e
regolare tutto ciò che riguarda l'ordine del culto e dell'apostolato".
Con le loro ripercussioni pastorali (accompagnamento spirituale ed
assistenza sacramentale dei "veggenti", dei visitatori e dei
pellegrini), quanto con la dottrina dei "messaggi" attribuiti a Maria
Vergine, i fatti di apparizioni pubbliche entrano in categoria di "tutto
ciò che riguarda l'ordine del culto e dell' apostolato"(12).
Per Medjugorje, l'ordinario del luogo è il vescovo di
Mostar-Duvno. Quando le apparizioni sono cominciate, il 24 giugno 1981,
il vescovo era Monsignor Zanic, al quale seguirà il 24 luglio 1993 il
suo coadiutore, Monsignor Peric, attuale Ordinario di Medjugorje. Nel
giusto esercizio della loro missione episcopale, i vescovi di Mostar -
Monsignor Zanic, quindi Monsignor Peric, hanno cercato di fare opera di
discernimento per guidare il popolo a loro affidato . Evochiamo
brevemente gli aspetti principali della loro azione episcopale.
A causa dell'estensione delle apparizioni e delle
questioni d'ordine pastorale che ponevano, Monsignor Zanic, nella sua
qualità di Ordinario del luogo, istituì per decreto dell'11 gennaio
1982, una commissione d'indagine incaricata di studiare i fatti. Questa
commissione, messa sotto la sua presidenza, comprendeva due sacerdoti
secolari e due francescani. Mentre la commissione si metteva al lavoro,
Monsignor Zanic teneva la Santa Sede informata dello svolgimento degli
eventi. Lo dice lui medesimo in un documento importante che occorre
leggere attentamente. Ecco un estratto: "Il vescovo ha cercato di
informare la Santa Sede su tutti gli eventi di Medjugorje. Ne ha parlato
due volte con il Santo Padre. Il Papa gli ha raccomandato di essere
molto prudente ("procedere con una grande prudenza!"). Il 2 giugno 1982,
il vescovo è andato nuovamente a Roma, ed ha presentato una relazione
alla Santa Sede. Gli è stato raccomandato di non affrettarsi per
emettere un giudizio perché il tempo porterebbe nuove prove pro e
contro."(13)
Di primo acchito, Monsignor Zanic adottò le misure
pastorali che si imponevano sul posto, che danno istruzioni al clero
francescano della parrocchia di Medjugorje. Queste misure, perfettamente
legittime, erano ben meno draconiane di quelle che decretarono nel loro
tempo, per Lourdes, Monsignor Laurence, vescovo di Tarbes e, per
Beauraing, e Monsignor Charue, vescovo di Namur. Cosciente
dell'importanza che c'era a garantire ai fedeli un accompagnamento
spirituale ed un'assistenza sacramentale, Monsignor Zanic, infatti, non
ha proibito ai sacerdoti od ai religiosi di rendersi sui luoghi, né di
celebrare l'eucaristia.
In compenso, il vescovo insisté sulla necessità di
fare cessare ogni propaganda sui fatti. Egli chiese anche ai francescani
che servono la parrocchia ed ai veggenti di osservare su questi fatti
un silenzio completo. In una lettera ufficiale che indirizzò, il 25
marzo 1985, al nuovo curato della parrocchia, il padre Tomislav Pervan,
Monsignor Zanic constatò con tristezza che non era stato obbedito: "Il
Vescovo aveva costituito nel 1982 la Commissione per indagare sugli
eventi e studiare a fondo questo caso. Per questa ragione, si era
astenuto di formulare ogni dichiarazione ufficiale sul vero stato della
situazione. Tuttavia, varie volte e tramite le sue lettere, il vescovo
ha voluto e chiesto che si termini la propaganda resa inutile a causa
della disobbedienza dei responsabili della pastorale dei "veggenti".(14)
Il 3 maggio 1984, le riserve e le preoccupazioni di
Monsignor Zanic sono espresse nel taccuino della Cronaca della
parrocchia di Medjugorje. "Il vescovo, dall'inizio, segue gli eventi di
Medjugorje. Consigliò ai Francescani di non di oltrepassare, con le loro
dichiarazioni, il verdetto della Chiesa, ma fecero di testa loro,
andando d'una propaganda libera, proclamando l'esistenza di miracoli
immaginari, mettendo nella chiesa la statua terribilmente brutta della
"Regina della pace" come pure dei libri, degli opuscoli, dei ricordi
ecc. Attualmente, la situazione è molto delicata. La Chiesa non ha
bisogno di falsità, anche se questa può risultare attraente ed efficace.
Chi non sarebbe felice di vedere apparizioni autentiche? Le divisioni
nell'ambito della diocesi, della Provincia francescana e nel mondo sulle
"apparizioni della Regina della Pace", sono diventate fattori di
ristagno".(15)
Conformemente alle raccomandazioni di prudenza che
aveva ricevuto dalla Santa Sede, Monsignor Zanic prese la saggia
decisione di continuare lo studio delle "apparizioni". A tal fine, nel
gennaio 1984, egli allarga la commissione d'inchiesta, aggiungendo nove
nuovi membri sacerdoti e religiosi scelti o proposti dai loro superiori
nelle diverse Facoltà di teologia del paese, come pure alcuni medici ed
un psicologo-psichiatra dell'Università di Zagabria.(16)
Da parte sua, la conferenza episcopale della
Iugoslavia era ben a conoscenza dei problemi che poneva ormai il "fatto
di Medjugorje". Il 14 gennaio 1984, il cardinale Kuharic, arcivescovo di
Zagabria e presidente della conferenza episcopale, pubblicava
un'ordinanza che vietava ai veggenti di Medjugorje di mostrarsi in
pubblico nelle chiese della sua diocesi. Queste difficoltà, ed i
risultati dei lavori della commissione allargata portarono Monsignor
Zanic a pubblicare, il 30 ottobre 1984, un lungo documento intitolato: "La posizione attuale (non ufficiale) della Curia vescovile di Mostar nei confronti degli eventi di Medjugorje".
Questo testo di 23 pagine espone in modo dettagliato le opposizioni e
le difficoltà che Monsignr Zanic aveva incontrato da parte dei
partigiani dell'autenticità dei fatti.
Il 15 maggio 1986, Monsignor Zanic si recò a Roma per
depositare presso la Congregazione per la Dottrina della fede il
dossier dei lavori della commissione d'indagine diocesana. Il 19 maggio,
redasse, nella "Città eterna", la sua dichiarazione che comportava un
giudizio negativo su fatti di Medjugorje. Su richiesta del cardinal
Ratzinger, questo giudizio negativo non fu pubblicato.
2) La conferenza episcopale:
La seconda istanza avente autorità per studiare i
fatti di apparizioni è la conferenza episcopale. Le "Norme" fissate
dalla Congregazione per la Dottrina della fede lo ricordano chiaramente:
"Ma la conferenza episcopale regionale o nazionale può essere portata
ad intervenire:
a) Se l'Ordinario del luogo, dopo avere adempiuto agli obblighi che gli incombono, ricorre ad essa per studiare tutto il caso.
b) Se il fatto riguarda anche la regione o la nazione, con l'ausilio del consenso preliminare dell'Ordinario del luogo."(17)
Il testo sottolinea come preliminare all'intervento
della conferenza episcopale, la domanda che ne fa l'Ordinario del luogo,
o per lo meno il suo consenso dal momento che il fatto d'apparizione
supera i limiti della diocesi. Fu il caso di Medjugorje. Non è dunque
sorprendente, soltanto con l'accordo del vescovo di Mostar, la
conferenza episcopale sia stata chiamata nell'affare. Il 29 gennaio
1987, la conferenza episcopale della Iugoslavia pubblicò un comunicato -
firmato congiuntamente dal cardinale Franjo Kuharic, presidente della
conferenza episcopale, e Monsignor Zanic, vescovo di Mostar - che
annuncia l'istituzione, al livello della suddetta conferenza, di una
commissione d'indagine sui fatti di Medjugorje. Citiamo quest'importante
comunicato: "In conformità con le norme canoniche riguardanti il
discernimento dell pretese apparizioni e rivelazioni private, la
Commissione diocesana istituita a tale scopo dal vescovo di Mostar,
Ordinario del luogo, ha condotto un'indagine sugli eventi di Medjugorje.
È sembrato nel corso dell'indagine che gli eventi in questione superano
in gran parte i limiti della diocesi. Inoltre, sulla base delle norme
citate sopra, è sembrato che occorreva proseguire i lavori al livello
della Conferenza episcopale istituendo a tale scopo una nuova
Commissione.
La Congregazione per la Dottrina della fede ne è
stata informata. Ha dichiarato che apprezzava il lavoro compiuto dalla
Commissione diocesana sotto la responsabilità dell'Ordinario del luogo
ed ha incoraggiato la prosecuzione di questi lavori al livello delle
istituzioni episcopali nazionali.
La conferenza episcopale istituisce dunque una
Commissione per proseguire l'esame degli eventi di Medjugorje. In attesa
dei risultati dei lavori della Commissione e del giudizio della Chiesa,
i pastori ed i fedeli devono osservare l'atteggiamento di prudenza
abituale in situazioni simili. Quindi non è permesso organizzare
pellegrinaggi ed altre manifestazioni che sarebbero motivati dal
carattere soprannaturale attribuito ai fatti di Medjugorje. La legittima
devozione alla Vergine, raccomandata dalla Chiesa, deve essere conforme
alle direttive del Magistero e specialmente a quelle contenute
nell'Esortazione apostolica "Il culto mariano oggi" del 2 febbraio
1974."
Per cinque anni, nella sua qualità di Ordinario del
luogo e conformemente alle "Norme", Monsignor Zanic aveva adempiuto agli
obblighi che gli incombevano. Poiché i fatti superavano i limiti della
diocesi di Mostar, la Congregazione per la Dottrina della fede accettò
che la conferenza episcopale della Iugoslavia sia scelta nell'affare. A
questo riguardo, è importante sottolineare nuovamente che tutto si è
svolto secondo la procedura prevista dalle "Norme". All'inizio del mese
di febbraio 1987, il cardinale Kuharic, presidente della conferenza
episcopale, e Monsignor Zanic, vescovo di Mostar, consegnarono una
dichiarazione pubblica dove era detto in particolare: "Non è permesso
organizzare pellegrinaggi o altre manifestazioni motivate dal carattere
soprannaturale che sarebbero attribuiti ai fatti di Medjugorje".(18)
Alla fine di quasi quattro anni d'inchieste e
d'indagini, la conferenza episcopale della Iugoslavia pubblicò
nell'aprile 1991 una dichiarazione detta di "Zadar". Ecco questa
dichiarazione:
"Sulla base delle indagini condotte finora, non è
stato possibile stabilire che si tratti di apparizioni o di rivelazioni
soprannaturali. Tuttavia, le numerose e costanti riunioni di fedeli che,
da diverse parti del mondo, vengono a Medjugorje spinti da motivazioni
religiose ed altre, richiedono l'attenzione e la cura pastorale in primo
luogo dal vescovo diocesano, e con lui altri vescovi, perché sia
promossa, in accordo con lui, una devozione sana verso la Vergine Maria,
secondo la dottrina della Chiesa. A questo scopo i vescovi della
conferenza episcopale elaboreranno anche direttive liturgiche e
pastorali particolari ed idonee. Parallelamente, la Commissione
continuerà a seguire ed esaminare, da parte dei suoi membri, l'evento di
Medjugorje nel suo insieme ".
Questo costituisce il solo testo ufficiale della
conferenza episcopale della Iugoslavia, che fu sciolta "de facto" con la
divisione del paese, un anno più tardi. Non si tratta di un giudizio
negativo ("constatazione de non supernaturalitate"), come quello che
aveva annunciato a titolo personale Monsignr Zanic ma della
constatazione di una situazione, constatazione seguita da
raccomandazioni pastorali. Sul fondo, la commissione della conferenza
episcopale, non si pronuncia, si limita a dire che nello stato delle
cose - dieci anni dopo l'inizio delle apparizioni - non c'era evidenza
che i fenomeni fossero d'origine soprannaturale ("non constat de
supernaturalitate"). Tuttavia l'evento di Medjugorje attirando folle di
pellegrini, occorreva accompagnarli nel loro passo di pietà mariana. La
conferenza episcopale della Bosnia-Erzegovina ha ora il potere di
pronunciarsi, in nome della Chiesa, sui "fatti", poiché Medjugorje si
trova sul territorio che dipende dalla autorità. Tuttavia, questa
conferenza non avendo annunciato la sua intenzione di pronunciare una
nuova sentenza, il solo che sia ufficiale e che impegna l'autorità della
Chiesa è quello di Zadar.
Il successore di Monsignor Zanic, Monsignor Peric,
dopo avere accuratamente studiato i fatti di Medjugorje, e
nell'esercizio legittimo della sua missione pastorale ha fatto suo
l'atteggiamento del suo predecessore.(19) Sui pellegrinaggi, il vescovo
di Mostar ha fatto le dichiarazioni seguenti: "A causa di straripamenti,
l'Ordinario del luogo (ha chiesto) di non organizzare pellegrinaggi
ufficiali sia al livello delle parrocchie, diocesi o più generalmente in
nome della Chiesa... Chiunque fa l'opposto si oppone direttamente alle
dichiarazioni ufficiali della Chiesa, che, anche dopo quattordici anni
di presunte apparizioni e di propagande intensive, restano sempre valide
per i cattolici"(20). La dichiarazione del 1995 è stata seguita da
un'altra il 21 luglio 1998. "I pellegrinaggi ufficiali o di Chiesa non
sono autorizzati, e nemmeno le visite "private" che mirerebbero a
provare che le presunte "apparizioni" e "messaggi" sono autentici."(21)
3) In nome del Sovrano Pontefice, la Congregazione per la Dottrina della fede:
Fra i dicasteri ai quali il Sovrano Pontefice delega
l'esercizio del suo potere supremo, quello che è incaricato di seguire i
fatti delle apparizioni è la Congregazione per la Dottrina della fede.
Inoltre, la storia della Chiesa ci insegna che Roma
finisce sempre per rinviare all'autorità ed alla competenza
dell'Ordinario del luogo. Infatti, essendo al solo servizio della
comunione ecclesiale, le due autorità del sovrano Pontefice e del
vescovo del luogo non possono opporsi ne contraddirsi, come lo ha
ricordato il concilio Vaticano II: "L'incarico pastorale, cioè la cura
abituale e quotidiana delle loro pecore, gli (i vescovi) è interamente
rimesso loro; non si deve considerarli come i vicari dei romani
Pentefici, poiché esercitano un potere che è loro proprio e, in tutta
verità, sono, per i popoli che dirigono dei capi. Così, il loro potere
non è affatto cancellato dal potere supremo ed universale; al contrario,
è affermato, rafforzato e difeso da lui, la forma stabilita dal Cristo
Signore per il governo della sua Chiesa essendo indefettibilmente
assicurato dallo Spirito Santo"(22).
La storia delle apparizioni mariane, soprattutto
all'epoca moderna, mostra come, infatti, le due autorità si sono
esercitate congiuntamente in modo armonioso, in previsione della
costruzione del popolo di Dio.
Riguardo Medjugorje:
La Congregazione per la Dottrina della fede
non ha pubblicato alcun testo relativo ai fatti di Medjugorje. In
compenso, ha pubblicato diversi testi d'ordine pastorale relativi ai
pellegrinaggi a Medjugorje. Citiamoli brevemente:
- Il 23 maggio 1985, una lettera è indirizzata al
presidente della conferenza episcopale italiana: "Eccellenza, da molti
lati, si constata e si deplora - particolarmente l'Ordinario competente
di Mostar (Iugoslavia) - la vasta propaganda attorno ai fatti legati
alle pretese apparizioni di Medjugorje. Pellegrinaggi ed altre
iniziative sono stati lanciati, cosa che può soltanto contribuire a
spargere la confusione fra i fedeli e disturbare il lavoro d'esame
delicato dei "fatti" in questione al quale la Commissione ufficiale si
sta consegnando. Per evitare l'estensione di questa propaganda e la
speculazione che causa in Italia, nonostante i pareri e le
raccomandazioni della conferenza episcopale della Iugoslavia, che questa
Presidenza (della conferenza episcopale italiana) voglia ben suggerire
all'episcopato italiano di scoraggiare pubblicamente l'organizzazione di
pellegrinaggi al preteso centro delle apparizioni, come pure qualsiasi
altra forma di pubblicità, specialmente per via scritta..."(23)
- Il 14 febbraio 1996, una lettera è indirizzata a
Monsignor Taverdet, vescovo di Langres: "I pellegrinaggi ufficiali a
Medjugorje, inteso come luogo di autentiche apparizioni mariane, non
devono essere organizzati, perché sarebbero in contraddizione con ciò
che è affermato dai vescovi dell'ex Iugoslavia."(24)
- Il 26 maggio 1998, Monsignor Bertone risponde a
Monsignor Aubry, vescovo di Saint-Denis-de-La-Réunion. Dopo avere
ricordato la dichiarazione di Zadar, aggiunge: "Tengo soprattutto a
precisare che non è abitudine della Santa Sede di assumere, in prima
istanza, una posizione propria riguardo i supposti fenomeni
soprannaturali".
Affrontando la questione dei pellegrinaggi, il
segretario della Congregazione precisa: "Per quanto riguarda infine i
pellegrinaggi a Medjugorje che si svolgono in modo privato, questa
Congregazione ritiene soprattutto che sono permessi a condizione che non
siano un'autenticazione di eventi in corso che richiedono ancora un
esame della Chiesa". A causa della proliferazione dei fatti di
apparizioni - vere o supposte nel mondo, dei problemi che sollevano,
delle loro ripercussioni nel popolo di Dio, la Congregazione per la
Dottrina della fede lavora ad un testo più preciso. Questa stessa
Congregazione ha annunciato, qualche tempo fa, la pubblicazione di un
importante documento riguardante "alcune linee d'orientamento". Ecco
l'informazione: "Si registra - nell'anno in corso - un aumento di
fenomeni straordinari, presunte apparizioni mariane, messaggi, stimmate,
essudazioni di statue di Maria Vergine o del Nostro Signore Gesù
Cristo, "miracoli eucaristici" di ogni genere, che sono segnalati alla
Congregazione per la Dottrina della fede.
Si segnalano, in tutte le parti del mondo, forti
pressioni esercitate sull'autorità diocesana locale da gruppi di fedeli
per indurre quest'autorità a riconoscere l'autenticità di apparizioni
mariane, che anche a volte si sono prodotte in un passato lontano.
Succede in alcuni casi che, tra i fedeli che credono in queste
"apparizioni" ed il vescovo competente che non è disposto a concedere
loro un riconoscimento qualunque, emergono delle tensioni persistenti e
preoccupanti che minacciano l'unità della Chiesa locale.
La Congregazione per la Dottrina della fede - ben
cosciente di dovere dare anche sull'argomento delicato una risposta
pastorale adeguata alle indagini che, con insistenza, gli giungono da
diverse parti del mondo cattolico -, progetta di fornire al popolo di
Dio ed ai suoi pastori delle linee d'orientamento a partire dai nuovi
criteri aggiornati, in modo da chiarire il senso delle apparizioni,
messaggi e fenomeni straordinari dello stesso tipo nella luce del
deposito della fede, ed a proporre criteri pratici di
discernimento"(25).
Oltre venti anni dopo l'inizio dei "fatti" di
Medjugorje, la Chiesa continua ad assumere al riguardo un atteggiamento
di grande prudenza. Tale atteggiamento ha le sue ragioni. È dunque
saggio, umile e soprannaturale tenerne conto. Il desiderio del
firmatario di queste linee è di favorire, per ciò che lo riguarda, una
vera rinascita della pietà mariana, rinascita che passa per un ricorso
frequente ai mezzi abituali che la Chiesa mette a nostra disposizione e
che il Papa Giovanni Paolo II non cessa di raccomandare.
"O piena di grazia, fa splendere di una nuova luce le
stelle, guide della nostra strada: la fede viva, la speranza
incrollabile e l'amore senza limiti!"(26)
+ Henri BRINCARD
Vescovo di Puy-en-Velay Vescovo-accompagnatore dell'Associazione delle Opere Mariane
Vescovo di Puy-en-Velay Vescovo-accompagnatore dell'Associazione delle Opere Mariane
1-Cf lumen Gentium §§ 53,60,62,63, 68
2-Paolo VI: "Il culto mariano oggi" n°25
3-Paolo VI: "Il culto mariano oggi" n°25
4-Giovanni Paolo II, "Il rosario di Maria Vergine" n°24
5-Ap 1, 4
6-"Il messaggio di Fatima", commento teologico del cardinale Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede, "Da Documentazione cattolica", n°2230 del 16 luglio 2000, p. 679
7-Norme di discernimento per le apparizioni e rivelazioni private, definite dalla Congregazione per la Dottrina della fede, nel 1978
8-NormE III, 1
9-Canone 391, §1
10-Jn 20, 21-23
11-Lumen gentium, 20
12-Lumen gentium, 27
13-Monsignorr Zanic, "La posizione attuale (non ufficiale) delle curia vescovile di Mostar nei confronti degli eventi di Medjugorjé", 30 ottobre 1984
14-Monsignor Zanic, lettera del 25 marzo 1985 al padre Tomislav Pervan, francescano di Medjugorje, intitolata Nanoviji momenti oko dogadjaja u Medjugorjé (i più recenti sviluppi di Medjugorje), traduzione francese pubblicata in "Ivo Sivric la faccia nascosta di Medjugorje, 1988, p 141-143". La lettera ricorda i cinque documenti d'istruzione, indirizzati tra il 13 dicembre 1981 ed il 19 luglio 1984 al clero parrocchiale di Medjugorje, e rimasti senza effetto
15-citato da Ivo Sivric, p. 137
16-L'elenco dei membri di questa seconda commissione allargata è stata pubblicata nella "La Documentazione cattolica" del 3 giugno 1984, p. 596
17-Norme, III, 2
18-"Osservatore Romano", 14 febbraio 1987
19-Monsignor Peric,"Sede della Saggezza" Mostar 1995 e "Specchio di giustizia" Mostar 2002
20-Monsignor Peric, "Sede della Sagezza"Mostar 1995
21-Monsignor Peric, Private visits to unauthentic Apparitions (Visita privata ad apparizioni non autentiche), comunicato del 21 luglio 1998, Catholic information agency (KIUM, Mostar)
22-Lumen gentium, 27
23-Lettera di Monsignor Alberto BOVONE, segretario della Congregazione per la Dottrina della fede, a Monsignorr Egido Caporello segretario della conferenza episcopale italiana, il 23 maggio 1985, pubblicata nella "Civiltà cattolica" del 19 ottobre 1985
24-Lettera di Monsignor Bertone, segretario della Congregazione per la Dottrina della fede, il 14 febbraio 1996, a Monsignor Taverdet, vescovo di Langres
25-Attività delle Santa Sede, 2001, p. 707
26-Preghiera composta, verso gli anni 1950, da tre giovani lituani deportati in Unione Sovietica
2-Paolo VI: "Il culto mariano oggi" n°25
3-Paolo VI: "Il culto mariano oggi" n°25
4-Giovanni Paolo II, "Il rosario di Maria Vergine" n°24
5-Ap 1, 4
6-"Il messaggio di Fatima", commento teologico del cardinale Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede, "Da Documentazione cattolica", n°2230 del 16 luglio 2000, p. 679
7-Norme di discernimento per le apparizioni e rivelazioni private, definite dalla Congregazione per la Dottrina della fede, nel 1978
8-NormE III, 1
9-Canone 391, §1
10-Jn 20, 21-23
11-Lumen gentium, 20
12-Lumen gentium, 27
13-Monsignorr Zanic, "La posizione attuale (non ufficiale) delle curia vescovile di Mostar nei confronti degli eventi di Medjugorjé", 30 ottobre 1984
14-Monsignor Zanic, lettera del 25 marzo 1985 al padre Tomislav Pervan, francescano di Medjugorje, intitolata Nanoviji momenti oko dogadjaja u Medjugorjé (i più recenti sviluppi di Medjugorje), traduzione francese pubblicata in "Ivo Sivric la faccia nascosta di Medjugorje, 1988, p 141-143". La lettera ricorda i cinque documenti d'istruzione, indirizzati tra il 13 dicembre 1981 ed il 19 luglio 1984 al clero parrocchiale di Medjugorje, e rimasti senza effetto
15-citato da Ivo Sivric, p. 137
16-L'elenco dei membri di questa seconda commissione allargata è stata pubblicata nella "La Documentazione cattolica" del 3 giugno 1984, p. 596
17-Norme, III, 2
18-"Osservatore Romano", 14 febbraio 1987
19-Monsignor Peric,"Sede della Saggezza" Mostar 1995 e "Specchio di giustizia" Mostar 2002
20-Monsignor Peric, "Sede della Sagezza"Mostar 1995
21-Monsignor Peric, Private visits to unauthentic Apparitions (Visita privata ad apparizioni non autentiche), comunicato del 21 luglio 1998, Catholic information agency (KIUM, Mostar)
22-Lumen gentium, 27
23-Lettera di Monsignor Alberto BOVONE, segretario della Congregazione per la Dottrina della fede, a Monsignorr Egido Caporello segretario della conferenza episcopale italiana, il 23 maggio 1985, pubblicata nella "Civiltà cattolica" del 19 ottobre 1985
24-Lettera di Monsignor Bertone, segretario della Congregazione per la Dottrina della fede, il 14 febbraio 1996, a Monsignor Taverdet, vescovo di Langres
25-Attività delle Santa Sede, 2001, p. 707
26-Preghiera composta, verso gli anni 1950, da tre giovani lituani deportati in Unione Sovietica
(Tradotto dal documento della Diocesi di Puy en Velay del 10.11.2003 all'indirizzo:
http://catholique-lepuy.cef.fr/evek/documents/marie-medjugor.pdf)
da http://www.cafarus.ch/
http://catholique-lepuy.cef.fr/evek/documents/marie-medjugor.pdf)
da http://www.cafarus.ch/
tratto da
(Tradotto dallo spagnolo)
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.