Berlusconi a scuola di Scola? Il seguito della storia
I cinque erano Angelo Scola, Sante Bagnoli, Roberto Formigoni, Rocco Buttiglione e Guido Folloni.
Le lezioni, su richiesta dei suddetti alunni e su mandato di don Giussani, si tennero a Milano in via Rovani e durarono quattro fine settimana di fila, dal venerdì alla domenica.
All’epoca, Berlusconi aveva da poco acquistato “il Giornale”. Ma era soprattutto il principale finanziatore de “Il Sabato”, il settimanale cattolico creato da Comunione e Liberazione nel 1978 con la volontà di rompere il duopolio di “Panorama” e “L’Espresso”.
“Il Sabato” cessò le pubblicazioni nel 1993, subito prima dell’ingresso di Berlusconi in politica.
Allentato il legame con CL, il terzetto Berlusconi-Confalonieri-Dell’Utri non aveva però abbandonato affatto l’idea di rimettersi periodicamente a scuola di maestri di grido.
Anzi, questi bagni di cultura furono estesi ai dirigenti e quadri della loro impresa di punta, Publitalia.
Nel dicembre del 1994 “L’Espresso” pubblicò un reportage da Lugano, dall’appartato hotel nel quale si teneva uno di questi corsi intensivi, sconosciuti al grande pubblico.
In un ritiro quasi monastico, quella volta si alternarono sulla cattedra Umberto Galimberti, filosofo, Giuseppe Pontiggia, scrittore e letterato, Riccardo Braglia, critico d’arte, Armando Torno, musicologo. Si spaziava da Omero a Sofocle, da Platone ad Aristotile, dalla “Legenda aurea” di Jacopo da Varagine agli angeli nella pittura del Rinascimento, da una cantata di Bach a un “Agnus Dei” di Haydn, da Elio Vittorini a Nanni Balestrini.
Questo ciclo di lezioni era cominciato quattro anni prima e andava avanti con due tornate all’anno di tre giorni ciascuna. Dell’Utri era una presenza fissa, ma anche Berlusconi e Confalonieri vi facevano capolino.
Al confronto, le lezioni del giovane Scola e compagni nel lontano 1979 erano roba da principianti.
Oggi poi – a leggere quanto ha scritto su “L’Osservatore Romano” del 7 novembre 2012 il successore di don Giussani, don Julián Carrón – i capi di Comunione e Liberazione dovrebbero loro ritornare a scuola. E con la cenere sul capo.
Ecco il passaggio “ad hoc” del suo scritto:
“In questi tempi, davanti a quanto accade al nostro movimento, mi viene spesso alla mente l’esperienza del popolo d’Israele. Mi auguro che non ci debba capitare quello che è successo a esso: rifiutandosi di ascoltare i richiami dei profeti, il popolo fu portato in esilio. Solo allora, spogliato di tutto, capì dove stava la sua vera consistenza. Israele si fece umile e divenne una presenza in grado di rendere testimonianza al suo Signore, libero da qualsiasi pretesa egemonica di identificare la propria sicurezza con un possesso e con una riuscita umana. Attraverso la durezza di quella circostanza – l’esilio – Dio purificò il suo popolo e lo fece risplendere in mezzo a tutti. Ricordando che ‘a nulla fuorché a Gesù il cristiano è attaccato’ (don Giussani), aiutiamoci a camminare dentro la memoria di Lui, obbedendo alla voce del mistero che ci chiama attraverso quel grande testimone che è Benedetto XVI. Se ci risparmiassimo questo che è ‘il’ lavoro della vita, mancheremmo al compito della testimonianza per cui il Signore ha suscitato il carisma del movimento nella Chiesa, che continua a destare curiosità e interesse, come ho potuto verificare anche al sinodo”.
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2012/11/07/berlusconi-a-scuola-di-scola-il-seguito-della-storia/
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