ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 1 dicembre 2012

Time dànàos premiantes ed promoveturos..

Georg Gänswein
GEORG GÄNSWEIN

Don Georg, segretario «trasparente»

Gänswein riceve un premio in Vaticano e paragona il suo ruolo a quello di un vetro

ANDREA TORNIELLICITTÀ DEL VATICANO

Sarà resa nota a giorni l’identità del nuovo Prefetto della Casa Pontificia, il prelato che prenderà il posto del neo-cardinale statunitense James Harvey nel ruolo di «gran ciambellano» delle udienze papali e il tam tam curiale insiste nell’indicare come ancora aperta la possibilità che don Georg Gänswein possa affiancare il nuovo Prefetto come suo «aggiunto», diventando così vescovo ma rimanendo a fianco di Benedetto XVI come suo segretario particolare.

Intanto ieri Gänswein ha ricevuto in Vaticano, dalle mani del cardinale Salvatore De Giorgi, il premio «Testimoni di santità» consegnatogli da un’associazione di Battipaglia. E nel breve discorso informale che ha pronunciato ricevendo il riconoscimento ha spiegato come intende il suo compito di assistente del Pontefice. «Personalmente ho visto il mio ruolo o servizio al Papa come quello di un vetro. Un vetro è un vetro quando è pulito. Più pulito è più raggiunge il suo scopo. Se si sporca o si rompe rimane un vetro ma non funziona come dovrebbe». 

«Debbo lasciare entrare il sole, e il vetro meno appare meglio è, se non si vede proprio vuol dire che svolge bene il suo lavoro», ha aggiunto don Georg. «Meno vengo messo volutamente in mostra meglio è», ha detto, spiegando di offrire ogni giorno il suo aiuto a Benedetto XVI il suo servizio «col cuore, con il cervello, con l’anima, con tutte le forze che ho».  E ha inoltre confidato: «Venti ostili ci sono e se toccano il Santo Padre talvolta toccano anche il suo segretario, la sofferenza fa parte della via Crucis, ma non la scegliamo». 

Gänswein ha infine ringraziato il cardinale De Giorgi, presidente onorario dell’associazione «Tu es Petrus», e ha rivelato un episodio avvenuto la sera del 19 aprile 2005, nel giorno dell’elezione di Ratzinger: «I cardinali erano nella sala da pranzo della casa Santa Marta, con il Papa eletto, e io ero presente in un angolo. A un certo punto hanno intonato l’ “Oremus pro Pontifice nostro”, ma il coro non era un granché. Solo una voce era sicura, quella di De Giorgi. Lui sapeva il testo e ha permesso di portare a termine il canto».

http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/gaenswein-vaticano-vatican-20227/

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