Dai
pensieri dal diario di don Divo Barsotti
pensieri dal diario di don Divo Barsotti
Condanna di Lefebvre
Nel Concilio si si rifiutò di «definire» la verità e di «condannare» l'errore. Ogni giusto intervento della Chiesa che ora dichiara che un dato insegnamento è contro la fede, ogni intervento di scomunica non è contro il proposito di chi convocò il Concilio? La Chiesa così riconosce di non aver adempiuto alla propria missione. E il dramma che ora vive la Chiesa.
La scomunica a Lefebvre in sè può apparire un episodio di poca importanza, in realtà, è un dramma gravissimo che la scuote nel profondo. E in nome della coscienza che Essa possiede un'assistenza dello Spirito, che Essa può condannare chi si appella alla tradizione e pretende di rimanervi fedele, la sua condanna finalmente è esercizio di un magistero infallibile che si voleva occultare, che non si voleva esercitare. E proprio per questa rinuncia che praticamente negava l'essenza stessa della Chiesa, la Chiesa ora soffre una crisi fra le più gravi che abbia sofferto nella sua storia.
Quale confusione, mio Dio, nella dottrina!
Non sappiamo se è lecita la concelebrazione coi sacerdoti che pure formalmente appartengono ancora alla Chiesa. E autentica la fede di chi mette in dubbio quanto la Chiesa ha già definito prima del Concilio ultimo? La divisione è nella Chiesa medesima.
L'appartenenza alla Chiesa visibile non sembra assicurare più nulla. Se la Chiesa ha ragione contro Lefebvre, è assolutamente necessario che essa rivendichi la fedeltà alla tradizione, non solo al Concilio ultimo che è contestato, ma a tutti i Concili.
L'autorità con la quale condanna oggi, è la stessa autorità con cui ha condannato nel
passato: se non fosse così, l'autorità di oggi non avrebbe alcun fondamento
14 Luglio 1988
Dal volume "Fissi gli occhi nel sole" Ed.Mssaggero Padova
tratto da L'Eco dell'Eremo
Monaci eremiti della Beata Vergine del Soccorso di Minucciano (Lucca) assieme a un oblato della comunità |
Santuario B.V del Soccorso Minucciano (Lu) n.62 Dicembre 2012
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