ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 5 febbraio 2013

Intanto ci godono i teologastreretici


La pari dignità dei figli di Dio

In carica dalla fine di giugno, il nuovo presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia è
laureato, oltre che in teologia e filosofia, anche in pedagogia, e si vede.
Nella sua prima conferenza stampa da responsabile vaticano per la famiglia monsignor Vincenzo
Paglia ha infatti pronunciato parole che, in Vaticano, sull’argomento spinosissimo dei diritti civili
delle coppie gay, io non ricordo siano mai state pronunciate.

Naturalmente, nelle sue parole al primo posto non poteva non esserci la difesa del primato della
famiglia tradizionale, come è giusto che sia nell’impostazione cattolica e non solo cattolica, visto
che il primato della famiglia tradizionale è un’impostazione condivisa da tutte le grandi tradizioni
spirituali dell’umanità, sia religiose sia filosofiche, che non hanno mai conosciuto un matrimonio
tra persone dello stesso sesso. Ma non può non sorprendere il fatto che monsignor Paglia abbia
parlato di un necessario riconoscimento dei diritti civili delle coppie di fatto, includendo
esplicitamente tra queste, oltre alle coppie eterosessuali, anche quelle omosessuali. «I diritti
individuali vanno garantiti», ha detto, aggiungendo che vanno trovate «soluzioni di diritto privato»,
«all’interno del codice di diritto privato», per tenere conto anche degli aspetti «patrimoniali». È la
prima volta che un ministro vaticano riconosce esplicitamente e pubblicamente l’esistenza delle
coppie omosessuali rendendole soggetto di diritti? A me pare di sì, e non posso non salutare questa
affermazione come un significativo passo in avanti. Ricordo infatti che la Santa Sede si è espressa
sempre in modo contrario rispetto alla tutela delle coppie omosessuali anche a livello di diritto
privato: in Italia tutti ricordano la ferma opposizione contro il progetto del governo Prodi a
proposito dei cosiddetti “dico”, mentre nel 2008 l’osservatore permanente della Santa Sede all’Onu,
monsignor Celestino Migliore, si espresse contro un progetto della Francia che chiedeva la
depenalizzazione universale dell’omosessualità, contrarietà ribadita nel 2011 dall’osservatore
permanente della Santa Sede presso l’ufficio dell’Onu a Ginevra monsignor Silvano Tomasi. Ieri
invece, in Vaticano, monsignor Paglia ha dichiarato che «un conto è il tema del matrimonio gay, sul
quale è nota la nostra posizione, un altro sono le discriminazioni. Nel mondo ci sono forse 25 Paesi
dove l’omosessualità è reato. Mi augurerei che come Chiesa combatteremo tutto questo».
Una sterzata abbastanza netta rispetto all’intransigenza esibita finora, anche in considerazione del
fatto che alla fine del 2012 papa Benedetto XVI in un’udienza pubblica aveva ricevuto una politica
ugandese di nome Rebecca Kadaga, promotrice di azioni legislative particolarmente dure contro la
convivenza degli omosessuali. Monsignor Paglia ha detto invece che occorre riaffermare «la pari
dignità di tutti i figli di Dio, tutti in questo senso sono santi, perché hanno il sigillo di Dio, nessuno
non ce l’ha; e dunque tutti sono intoccabili», parole che hanno fatto risentire un po’ di profumo
evangelico nelle sale del potere vaticano.
Il cardinal Martini aveva espresso una posizione analoga. Dopo aver sottolineato che «Dio ci ha
creati uomo e donna, e perciò la dottrina morale tradizionale conserva delle buone ragioni» di modo
che «la coppia omosessuale in quanto tale non potrà mai essere equiparata in tutto al matrimonio»,
aveva aggiunto: «Sono pronto ad ammettere il valore di un’amicizia duratura e fedele tra due
persone dello stesso sesso», quindi «non è male che due persone abbiano una certa stabilità e in
questo lo Stato potrebbe anche favorirli; non condivido la posizione di chi, nella Chiesa, se la
prende con le unioni civili». Fino a ieri la posizione di chi se la prende con le unioni civili era
ampiamente maggioritaria nella Chiesa cattolica. Dopo le aperture del nuovo Presidente del
Pontificio Consiglio per la Famiglia le cose sono cambiate?

di Vito Mancuso
in “la Repubblica” del 5 febbraio 2013

http://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/Stampa201302/130205mancuso.pdf

1- IL VATICANO: SÌ AI DIRITTI DELLE COPPIE OMOSEX - L'APERTURA DI MONSIGNOR PAGLIA, MINISTRO DELLA FAMIGLIA: "MA NO ALLE NOZZE"
Orazio La Rocca per "la Repubblica"
VINCENZO PAGLIA
«No alle nozze gay, ma sì al riconoscimento dei diritti per le coppie di fatto e omosessuali secondo il Codice civile e all'ammissione dei divorziati risposati alla Comunione». Nella Chiesa cattolica spira aria di rivoluzione in materia di famiglia e diritti dei gay. Se ne è fatto portavoce, a sorpresa, l'arcivescovo Vincenzo Paglia, neo presidente del Pontificio consiglio per la famiglia, alla presentazione degli atti del Meeting internazionale sulla famiglia svolto a Milano lo scorso maggio. Anche se il presule - storico prelato della Comunità di Sant'Egidio - puntualizza che il «vero» matrimonio è solo quello celebrato tra un uomo e una donna, la sua è una apertura inaspettata.
VINCENZO PAGLIA
Il "no" della Chiesa alle nozze gay - specifica Paglia - non è un fatto religioso: «La Costituzione italiana parla molto chiaro, ma prima ancora era il diritto romano che stabiliva cosa fosse il matrimonio». E «anche Giorgio Gaber» ricorda «diceva che donna e uomo sono destinati a restare diversi, perché senza due corpi differenti e pensieri differenti non c'è futuro». Ma questo non significa - ammette il presule - che non si debbano riconoscere i diritti delle coppie di fatto, anche gay. Anzi, «è tempo che i legislatori se ne preoccupino».
Paglia riconosce, inoltre, che le «convivenze non famigliari» sono «molteplici», e assicura che la Chiesa è favorevole «a che in questa prospettiva si aiutino a individuare soluzioni di diritto privato e prospettive patrimoniali all'interno dell'attuale Codice civile». Soluzioni per impedire ingiustizie verso i più deboli. Occorre inoltre vigilare - avverte Paglia - sulle discriminazioni delle persone omosessuali nel mondo: «In oltre venti paesi l'omosessualità è ancora perseguita come un reato».
matrimonio gay
Quanto ai divorziati risposati esclusi dall'eucaristia, il ministro del Vaticano per la famiglia annuncia che «il Papa ci ha chiesto di approfondire ancora la questione, perché vuole trovare una soluzione. Il problema gli sta molto a cuore».
Nelle parole di Paglia non vede aperture Aurelio Mancuso, presidente di Equality Italia, secondo il quale «proporre per le coppie gay il riconoscimento di diritti individuali nel quadro del diritto privato significa mantenere l'attuale situazione di assenza del diritto». Il presidente di Gaynet Franco Grillini dichiara, invece, che «per la prima volta un alto prelato riconosce che esistono anche i diritti delle coppie omosessuali e che nel mondo ci sono molti paesi dove l'omosessualità è reato». Critico Flavio Romani, presidente di Arcigay, per l'ennesimo «no» della Chiesa al matrimonio fra persone dello stesso sesso, «un provvedimento che invece guadagna consensi nell'opinione pubblica e nei governi».
AURELIO MANCUSO
2- "SEPARIAMO PATRIMONIO E MATRIMONIO" LA CHIESA ALLA SFIDA DELLA SOCIETÀ CHE CAMBIA
Marco Ansaldo per "la Repubblica"
«Matrimonium- diceva Giustiniano - est viri et mulieris coniunctio». A questo cardine basilare di dottrina si attiene monsignor Vincenzo Paglia, fresco presidente del Pontificio consiglio per la famiglia. Ma l'intransigenza sui princìpi del matrimonio cui lo stesso Paglia, padre spirituale della comunità di Sant'Egidio fin dalla fondazione, si richiama, e che considera come un valore, non ha comunque escluso un'apertura all'universo degli omosessuali. Soprattutto dal punto di vista patrimoniale. Un fatto rilevante, in apparenza. Ma c'è consenso in Vaticano, su questo, oppure si tratta di parole in libera uscita?
L'apertura, spiega lo stesso Paglia a Repubblica, è mirata in particolare alla «attenzione economica delle famiglie». Che cosa significa? «Che c'è oggi ormai un fenomeno di cui dover tenere conto, un fenomeno diventato robusto », analizza il monsignore che domenica prossima lascerà dopo tanti anni la diocesi umbra di Terni-Narni-Amelia, chiamato dal Papa in Curia.
«Esistono infatti nel codice tutta una serie di diritti individuali e patrimoniali che possono rispondere alle esigenze di giustizia. Ma senza che questo significhi una sorta di marmellata generale. Però nel complesso delle convivenze familiari, che è grande come un arcipelago, si possono trovare una serie di svincoli ».
FRANCO GRILLINI AL BAGAGLINO
In sostanza, fa capire il tutore in Vaticano dell'istituto per la famiglia, le convivenze non matrimoniali devono trovare nuove indicazioni su diritti umani ritenuti sacrosanti. «Perché - aggiunge - c'è la posizione di chi non tocca niente, mentre io dico: troviamo delle strade che possano far arrivare a una soluzione».
gaber giorgio 002
Un alto prelato come lui, com'è ovvio, comunicatore abilissimo, sa fin dove potersi spingere. E difatti all'interno della Conferenza episcopale italiana si dice che «Paglia ha semplicemente parlato di diritti individuali, singoli, e di una questione patrimoniale, non matrimoniale ». Anche tra le Mura vaticane non si parla di novità, aggiungendo che «la posizione è sempre quella tradizionale: il matrimonio naturale è comunque un bene da salvaguardare».
Insomma, il pensiero di Paglia - si fa capire è quella del Papa: dove l'unico matrimonio contemplabile è quello tra un uomo e una donna.
Giorgio Gaber con la figlia Dalia
Oggi l'Osservatore romano, giocando sulle frasi citate in conferenza stampa dallo stesso monsignore, titola: La famiglia tra Cicerone e Giorgio Gaber. Dove le parole del grande retore fanno da contraltare a quelle del geniale cantautore milanese, citato ieri da Paglia, secondo il quale donna e uomo sono destinati a rimanere diversi, perché senza due corpi differenti e pensieri differenti non c'è futuro. Eppure fra gli osservatori più attenti di questioni religiose c'è chi bolla «le parole un po' in libertà, lusinghiere nei confronti dei gay, il linguaggio accattivante » di Paglia.
Al punto, si continua, «che le associazioni omosessuali si sono divise». Anche se in mancanza «di alcun riconoscimento pubblico» da parte della Chiesa. Perché un'innovazione di questo tipo, si fa rilevare ancora, «non può essere certo affidata al presidente del Pontificio consiglio per la famiglia, ma eventualmente la fa il Papa». E Paglia torna qui come «l'intransigente », perché difatti ha elogiato i vescovi francesi schieratisi di recente a difesa del matrimonio eterosessuale.
MONSIGNOR PAGLIA
Commenti duri che spingono a non dimenticare le voci imbarazzanti sul buco di 18 milioni di euro nella Curia di Terni. Con i dipendenti in apprensione. E l'arrivo, giusto domenica prossima, di un "commissario" dal Vaticano, il vescovo ausiliare di Bologna, Ernesto Vecchi. «Persona molto ferma » viene descritto. Monsignor Paglia, intanto, è in odore di porpora cardinalizia. Occorrerà vedere adesso se le ventilate aperture sulle situazioni patrimoniali delle coppie gay saranno condivise da tutti nella Santa Sede.



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