Giacomo Galeazzi per "la Stampa"
CONCLAVE
Odore fortissimo di vernice. Ancora non è prevedibile il nome del nuovo Papa né quando sarà eletto, ma che ci saranno delle fumate a partire da martedì sera è certo. Il seggio elettorale più prestigioso del mondo è in allestimento. Stufe a sinistra con tubi arrampicati fino al soffitto. Prima della balaustra la pedana che conduce al pavimento già rialzato e rivestito di panno chiaro. Tavoli in ordine sparso e qualche sedia sotto al Giudizio universale di Michelangelo.
La Cappella Sistina, gioiello d'arte che attrae milioni di visitatori da ogni angolo del pianeta, è chiusa al pubblico ed è diventata un cantiere. I lavori fervono e per martedì sarà tutto pronto: maestranze e tecnici vaticani stanno facendo del loro meglio per approntare la sede delle votazioni nonostante l'anticipo del conclave rispetto alla normale durata della sede vacante. Martedì alle 16,30 dunque i cardinali andranno in processione dalla cappella Paolina alla Sistina.
CARDINALI PER IL CONCLAVE
Qui ci sarà il giuramento e subito dopo le 16,45, l'«extra omnes», cioè fuori tutti quelli che non hanno diritto di voto. Per una volta non è il genio del Buonarroti ad attrarre l'attenzione, ma le due stufe, una più vecchiotta, di ghisa e arrotondata, e una di taglio moderno, più sagomata. La prima è del '39 e brucerà le schede degli scrutini, la seconda ha passato neppure otto anni nei magazzini vaticani, giacché è stata costruita nel 2005 per il conclave che elesse Benedetto XVI.
Servirà a bruciare i fumogeni che dovrebbero dare il nero in caso di non elezione e la celeberrima fumata bianca in caso sia stato scelto il 265° successore di san Pietro. Nel 2005 qualche incertezza ci fu anche con i fumogeni, e come sempre si aspetterà il suono delle campane a distesa a confermare l'avvenuta elezione.
CARDINALE TARCISIO BERTONEPADRE LOMBARDI
Il comignolo da cui uscirà il fumo delle stufe è stato allestito ieri mattina alle 11, avrà una telecamera del Centro televisivo vaticano puntata a dieci metri di distanza e sarà dotato di luci, per rendere evidente anche una fumata bianca vespertina, come del resto fu quella che il 19 aprile del 2005 annunciò al mondo l'elezione di Ratzinger. Conto alla rovescia anche per le strettissime misure di sicurezza che dovranno proteggere la riservatezza e la privacy dei cardinali durante il Conclave.
Già ora, chi va in Vaticano, può testare le difficoltà che si incontrano nelle comunicazioni via telefonino: segno che già sono stati messi in funzione gli apparati di disturbo delle frequenze elettromagnetiche (jammer), tecnologia all'avanguardia utilizzata anche dai nostri soldati in Afghanistan contro gli attentati ai mezzi blindati. Stringente il «trattamento» per il personale che parteciperà al conclave, come ausilio in varie funzioni, che sarà controllato al metal detector.
Il portavoce della Santa Sede, Lombardi spiega che ci saranno «forme di protezione degli ambienti con schermatura elettronica» per evitare comunicazioni da e verso il conclave. Due le aree particolarmente protette: la Sistina e zone adiacenti avranno una doppia restrizione, sia di accesso sia di schermatura degli ambienti, e tra stanze contigue, in modo che nessuno possa captare quanto si dicono i cardinali nell'ambiente chiuso «con clave». Altra zona fortemente controllata sarà la Casa di Santa Marta dove i cardinali soggiorneranno: lì mangeranno in ambienti comuni, potranno confessarsi, avranno momenti di preghiera, ma tutto lontano da persone che non abbiamo prestato giuramento di riservatezza assoluta.
Le forze della vigilanza controlleranno il percorso che almeno due volte al giorno, la mattina e nel primo pomeriggio, gli elettori dovranno fare per percorrere le poche centinaia di metri che dalla piazza di San Marta portano al cortile di San Damaso, da dove ci sarà l'accesso per la Sistina. E ci sarà anche il prefetto della Casa pontificia Gaenswein ad assistere all'«extra omnes». L'occhio di Ratzinger nella Sistina.
http://www.dagospia.com/rubrica-1/varie/conclave-sotto-chiave-per-lelezione-del-nuovo-papa-la-curia-ha-predisposto-misure-di-52179.htm
Conclave, si comincia con le primarie
Alle 18 di martedì la prima votazione in cui emergeranno i candidati forti: Scola e Scherer i favoriti
ANDREA TORNIELLICITTÀ DEL VATICANO
Il vero test del conclave, dopo «l’extra omnes» pronunciato dal maestro delle cerimonie e la chiusura della pesante porta di legno della Sistina, avverrà attorno alle 18 di martedì prossimo.
Lo scrutinio iniziale per l’elezione del successore di Benedetto XVI sarà l’equivalente delle primarie. Il momento in cui si misureranno le candidature vere, quelle emerse durante gli incontri informali dell’ultima settimana, quelle in grado di raccogliere i consensi più ampi.
Nel 2005 tutti i cardinali - tranne due - erano alla loro prima esperienza di conclave. Mentre le folle rendevano omaggio alla salma di Papa Wojtyla, alcuni influenti porporati si muovevano con discrezione per sostenere la candidatura più autorevole: quella del Prefetto della dottrina della fede, Joseph Ratzinger. I cosiddetti «progressisti», già allora ridotti al lumicino, provarono a contarsi votando il cardinale Carlo Maria Martini, che al primo scrutinio si fermò a soli 12 voti, mentre Ratzinger ne ottenne fin dall’inizio un pacchetto consistente, 47. Questa volta la situazione è molto più incerta, ma è altamente probabile che nessun gruppo faccia la conta dei propri consensi su candidati di bandiera. Dalle discussioni degli ultimi giorni è emerso che i porporati cercano un uomo di governo, che sia capace di dialogare e di comunicare, spiritualmente profondo. E anche se non c’è un candidato che abbia la forza e l’autorevolezza di Ratzinger, il voto quasi unanime con cui è stato deciso di anticipare il conclave mostra che qualcosa è avvenuto tra mercoledì e giovedì.
Anche se ogni previsione va presa col beneficio d’inventario, dai colloqui con diversi cardinali si ricava il consolidarsi della candidatura dell’arcivescovo di Milano Angelo Scola, che dovrebbe partire con un significativo pacchetto di voti. Un altro candidato che dovrebbe raccogliere alcuni voti all’inizio è lo statunitense Timothy Dolan. Altri consensi dovrebbero arrivare al canadese Marc Ouellet. Scola, Dolan e Ouellet «pescano» da bacini elettorali in parte sovrapponibili e dunque è possibile che già dalla seconda votazione alcuni dei loro consensi possano trasferirsi sul candidato risultato più forte.
Appartiene a quest’area, anche se in prima battuta più defilato, anche l’arcivescovo di Budapest Peter Erdö. Il suo nome potrebbe entrare in gioco in caso di blocco del conclave. Infine è sempre riconducibile a quest’area anche il cardinale Sean O’Malley, arcivescovo di Boston. Come si è visto dalle dichiarazioni dei giorni scorsi, questa volta la Chiesa degli Usa è destinata ad avere un ruolo maggiore che in passato, con delle candidature e ancor di più con il suo peso.
Quale sarà il «papabile» che nelle prime votazioni verrà contrapposto a Scola? Il nome che più ricorre è quello del brasiliano Odilo Pedro Scherer, arcivescovo di San Paolo del Brasile con una notevole esperienza curiale, presente sia nella commissione cardinalizia di sovrintendenza dello Ior, sia nel consiglio dei quindici porporati che si occupa delle questioni finanziarie della Santa Sede: sul suo nome potrebbero inizialmente raccogliersi i consensi di alcuni curiali. Sembra uscito momentaneamente dai radar il nome del «ministro della cultura» vaticano, il cardinale Gian Franco Ravasi, che potrebbe ricevere voti dai cardinali più legati al Segretario di Stato Tarcisio Bertone.
Come voteranno i porporati asiatici e gli africani? E i latinoamericani? Non è affatto scontato l’appoggio di questi ultimi al candidato del loro continente. Altri due nomi sudamericani da tenere sott’occhio sono quelli dell’arcivescovo di Guadalajara José Francisco Robles Ortega, e quello dell’arcivescovo di Buenos Aires Jorge Mario Bergoglio. In entrambi i casi, si tratterebbe di outsider che potrebbero emergere nel caso le votazioni proseguissero. Lo stesso vale per il filippino Luis Antonio Tagle o per un altro asiatico come Malcolm Ranijth, arcivescovo di Colombo dopo due diversi passaggi in Curia.
Non sembrano avere consistenza, invece, le candidature curiali interne: anche ieri mattina, nel corso della nona congregazione generale, diversi porporati hanno espresso critiche verso la gestione della Curia, per gli scandali, le questioni finanziarie, l’eccesso di nomine italiane, i problemi del funzionamento dei dicasteri e della Segreteria di Stato.
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