Tra il Pontefice e la Banca vaticana c'è un antico legame. Nato quando l'Istituto sanò i conti della Chiesa argentina. Ieri i vertici alla messa privata a Santa Marta
L'istituto guidato oggi dal banchiere tedesco Ernst Von Freyberg, inviava, infatti, in Argentina, quasi ogni anno, all'allora Monsignor Bergoglio donazioni per migliaia di euro, proprio per far fronte a queste emergenze umanitarie (l'assistenza ai cartoneros in primis) e per aiutare l'arcivescovo a rimettere in sesto i conti disastrati della Chiesa locale, ereditati dalla passata gestione. Un rapporto, questo, nato nel lontano 1998, quando lo Ior aveva offerto importanti consulenze finanziarie al monsignore appena insediatosi a Baires e con il quale i contatti son rimasti strettissimi fino all'elezione al soglio.
A testimoniare il legame del Papa con lo Ior e con i suoi vertici c'è anche una breve telefonata fatta da Francesco: la stessa sera dell'elezione, esattamente un mese fa, il Pontefice, dalla sua camera del residence Santa Marta, oltre a chiamare parenti e amici italiani e argentini, avrebbe chiamato anche Paolo Cipriani, dal giugno 2007 direttore generale dell'Istituto per le Opere di Religione, artefice delle donazioni alla diocesi di Bergoglio: «La stimo molto e vi seguo sempre» avrebbe detto il Pontefice al manager finanziario che pare sia rimasto per qualche minuto incredulo nell'ascoltare al telefono la voce del Papa appena eletto. Una chiamata in amicizia che, unita al fatto che sia Cipriani sia Von Freyberg ieri erano presenti alla messa per pochi intimi che il Papa celebra nella cappella di Santa Marta, secondo molti in Vaticano spazza via ogni voce su una possibile chiusura dell'Istituto: era stato l'ex portavoce argentino di Bergoglio, Federico Wals, a parlare inizialmente di «possibile chiusura dello Ior da parte del nuovo Papa». Dopo qualche ora però, l'ex braccio destro del Pontefice, aveva raddrizzato il tiro, precisando che in realtà più che chiudere la banca, Francesco potrebbe applicare in Vaticano gli stessi metodi amministrativi utilizzati a Buenos Aires (e quindi azzerare ogni partecipazione della Santa Sede negli istituti finanziari).
Una sorta di riforma che potrebbe arrivare però dopo l'attesa visita degli ispettori Moneyval, la struttura del Consiglio d'Europa che valuta le misure adottate per il contrasto al riciclaggio di denaro e del finanziamento del terrorismo. Come annunciato nei giorni scorsi da Radio Vaticana, inoltre, slitterà a dicembre anziché a luglio la consegna del «Progress Report», il rapporto sui progressi fatti dal Vaticano dopo la valutazione Moneyval dello scorso anno: la Santa Sede aveva soddisfatto 9 punti sui 16 previsti per l'adeguamento agli standard finanziari internazionali, mentre i 7 punti ritenuti insufficienti saranno adeguati entro la fine del 2013. C'è attesa quindi nelle sacre stanze per la visita degli ispettori europei, anche se, per i dipendenti dell'Istituto, si tratta di un'ispezione che passa in secondo piano: nel torrione di Niccolò V si aspetta una visita ben più importante: quella di Papa Francesco. Come fatto ieri con i circa 300 dipendenti della Segreteria di Stato, il Pontefice potrebbe presto decidere di visitare anche la Banca Vaticana, accompagnato dal cardinal Bertone, presidente della commissione cardinalizia di vigilanza dello Ior, per benedire e salutare, uno per uno, dipendenti e vecchi amici.
http://www.ilgiornale.it/news/interni/papa-francescano-ior-non-chiude-906361.html
“Al Papa daremo consigli anche sullo IOR”
“Con il Papa affronteremo tanti
argomenti. Sicuramente anche tutti i temi che riguardano lo IOR, oltre
che la riforma della Curia, che molti vorrebbero ridimensionare. Non
abbiamo ancora avuto modo di confrontarci in riunioni preliminari ma
penso che parleremo molto anche di ciò di cui si è discusso durante le
congregazioni pre-conclave”.
Queste, a Tgcom24, le parole del cardinale honduregno Oscar Andrés Rodriguez Maradiaga, coordinatore del gruppo di otto cardinali consiglieri istituito da Papa Francesco (con lui ci saranno anche l’italiano Bertello, il tedesco Marx, lo statunitense O’Malley, il cileno Errazuriz Ossa, il congolese Monsengwo Pasinya, l’indiano Gracias e l’australiano Pell. Segretario sarà Mons. Marcello Semeraro, vescovo di Albano).
“Sicuramente aiuteremo il Papa in tutto quello che lui ci chiederà”,
dice il porporato salesiano, “gli daremo soprattutto informazioni di
prima mano su alcune situazioni che non sempre si conoscono abbastanza.
Possiamo dargli, in contatto con le varie Conferenze Episcopali, altre
prospettive rispetto a quelle che arrivano alla Santa Sede”.Queste, a Tgcom24, le parole del cardinale honduregno Oscar Andrés Rodriguez Maradiaga, coordinatore del gruppo di otto cardinali consiglieri istituito da Papa Francesco (con lui ci saranno anche l’italiano Bertello, il tedesco Marx, lo statunitense O’Malley, il cileno Errazuriz Ossa, il congolese Monsengwo Pasinya, l’indiano Gracias e l’australiano Pell. Segretario sarà Mons. Marcello Semeraro, vescovo di Albano).
Il cardinale, che prima del conclave aveva parlato a Tgcom24 di ”pulizia necessaria nella Chiesa”, dice
di sentirsi “felice di prestare questo servizio, apprezzo tutti i
membri prescelti e il mio ruolo sarà quello di coordinare e facilitare
possibili conclusioni”.
Maradiaga, 70 anni, considerato da molti uno dei “grandi elettori” di
Bergoglio, aggiunge: “Credo che il Papa guardi al futuro con grande
fede, coraggio e decisione. Abbiamo grande speranza, ma noi e lui
abbiamo bisogno anche di grandi preghiere perché la Chiesa è opera del
Signore Gesù”.http://stanzevaticane.tgcom24.it/2013/04/13/al-papa-daremo-consigli-anche-sullo-ior/
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