Belgio, quando la Chiesa è a rischio fallimento finanziario
Colpita profondamente dalle vicende legate agli abusi, la comunità ecclesiale sta vivendo momenti difficili. I vescovi sono molto preoccupati della mancanza di vocazioni e della progressiva secolarizzazione e dell'indifferentismo religioso della società
La Chiesa belga sull'orlo del crack finanziario. I bilanci annuali fanno registrare forti perdite in tutte le diocesi di uno dei paesi europei maggiormente coinvolti nella bufera degli abusi sessuali del clero.La Chiesa cattolica belga sta attraversando una crisi profonda: i seminari sono vuoti, i fedeli praticanti ridotti all’osso, i vescovi non godono più del prestigio e della presa sulla vita pubblica del paese che avevano un tempo.
Anche in seguito a investimenti sbagliati, il finanziamento pubblico da 75 milioni di euro all'anno non è più sufficiente a far quadrare i conti e, per esempio, la diocesi di Anversa è in deficit per due milioni di euro.La Chiesa belga ha già versato 303 mila euro per risarcire le vittime di abusi sessuali. Il Centro di arbitrariato in materia di abusi sessuali ha infatti esaminato finora 67 dei 621 dossier presentati. Il.
Le domande provengono in maggioranza dalle Fiandre (più del 72%) e da uomini (80%) nati negli anni ’50-’60. "Alcuni hanno parlato per la prima volta”, ha commentato Karine Lalieux, presidente della Commissione parlamentare sugli abusi: “Non c’è stata nessuna contestazione e non s’è mai posto il problema dell’onere della prova. Le parole delle vittime sono considerate legittime d’ufficio”. Rimangono da esaminare ancora 552 dossier. Ci vorranno almeno altri due anni. Ad aggracare il dissesto economico delle diocesi è anche la rapida trasfoirmazione delal società belga. Secondo lo Studio L'Iris et le Croissant realizzato dal professor Felice Dassetto dell'Università Cattolica di Lovanio, problemi di coesistenza potrebbero sorgere a seguito del tessuto sociale sempre più multi-culturale in molte città del Belgio.
Secondo il rapporto Acs, il 25% dei residenti a Bruxelles (ovvero 250-300mila persone) è di origine musulmana e il 10-15% di essi pratica la propria religione nell'ambito di associazioni religiose e culturali e nelle 77 moschee della capitale belga. Sugli attacchi contro alcuni responsabili della Chiesa cattolica e le pendenti accuse infondate di negligenza nel trattare casi di abusi su minori da parte di sacerdoti e di non aver fornito aiuto alle persone in pericolo, ci sono indagini in corso. Si moltiplicano inoltre gli episodi di violenza verso strutture religiose, ad esempio, l’incendio presso la chiesa parrocchiale di Santa Lucia a Begijnendijk e a Couvin, nella diocesi di Namur, il danneggiamento di sette chiese. Pochi giorni fa, inoltre, l'arcivescovo di Malines-Bruxelles, monsignor André-Joseph Léonard è stato vittima di un atto di provocazione da parte di quattro attiviste di Femen che hanno fatto irruzione al grido di “Stop Homophobia” mentre era impegnato in una conferenza dedicata al tema della libertà di espressione all’università pubblica di Bruxelles.
I vescovi belgi hanno solidarizzato con Léonard affermando anche che le provocazioni delle Femen sono prive “totalmente di credibilità e senso civico e in totale contraddizione con il tema del dibattito e con lo stile con cui la Chiesa cattolica si pone in dialogo in un contesto pluralista. L'episcopato è sceso in campo per dire no al progetto di legge presentato dal Partito socialista di estendere la possibilità di ricorrere all’eutanasia (introdotta nel 2002) ai minori di 15 anni e alle persone affette da Alzheimer:"Vogliamo onorare sia la nostra democrazia che la dignità umana, vogliamo ricordare il legame di carne e sangue che unendo tutti gli esseri umani gli uni verso gli altri, li invita a evitare qualsiasi violenza e qualsiasi forma di pressione, nei loro rapporti reciproci".
GIACOMO GALEAZZICITTÀ DEL VATICANO
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