ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 17 maggio 2013

Il problema delle chiese

Delle immagini seguenti, una riproduce una chiesa cattolica. Le altre due no. Sapete distinguere?

In caso di dubbio, potrebbe salvarvi il criterio illuminante di Marco Petreschi
La differenza tra una chiesa e un qualsiasi altro prodotto archistar sta essenzialmente nel registro di cassa.
Comunque l’indice vale unicamente per l’arte sacra contemporanea, in questo coraggiosamente distante dai concorrenti profani, per i quali più un’opera è banale e straniante (e brutta), più costa.
Non così per le chiese cattoliche: sono brutte anche se costano poco. Lo assicurano gli esperti (che costano poco). In ciò fedeli a modo loro al progetto di povertà di Francesco. L’austerity è garantita.
Son fatti avvisi ordunque i critici di ogni dove: se una chiesa realizzata all’insegna dell’ultima moda architettonica e alla scuola dei più quotati e prezzolati artisti del giro non vi piace, non è per colpa dello stile, né dei geni che vi hanno lavorato. E’ solo che non hanno voluto spendere troppo tra progetto e costruzione.
Benedetta crisi economica – verrebbe da dire – che ci salvi da mostri anco peggiori!
Embé, c’è poco da fare. Bisogna accontentarsi.
E nell’attesa del miracolo economico, ottenuto il “miracolo” di 45 nuove chiese nelle periferie della capitale, speriamo almeno di poter presto aggiungere il miracolo di un restauro della fede cattolica – urgente e non scontato (anche agli alti gradi) -.
Qualcosa mi dice che con due libbre di fede in più e qualche sacca di dollari in meno, ci risparmieremo in un solo colpo chiese brutte e dichiarazioni stupide.
Pubblicato in: arte, SATIRICUS

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