IL BEATO GIOVANNI PAOLO II E L’OMOSESSUALITA’
COME DISORDINE MORALE -
sul vizio dell'omosessualità, don Marcello Stanzione ci
ha spiegato anche il giudizio di altri grandi Santi:
(clicca sui nomi per leggere gli articoli)

I suoi
viaggi apostolici nel mondo sono stati 104.
In Italia ha compiuto 146 visite pastorali. Come vescovo di
Roma, ha visitato 301 parrocchie (su un totale di 333). Più di ogni Papa
precedente ha incontrato il popolo di Dio e i responsabili delle nazioni: alle
udienze generali del mercoledì (1166 nel corso del pontificato) hanno
partecipato più di 17 milioni e 600 mila pellegrini, senza contare tutte le
altre udienze speciali e le cerimonie religiose (più di 8 milioni di pellegrini
solo nel corso del Grande Giubileo dell’anno 2000), nonché i milioni di fedeli
incontrati nel corso delle visite pastorali in Italia e nel mondo. Numerose
anche le personalità governative ricevute in udienza: basti ricordare le 38
visite ufficiali e le altre 738 udienze o incontri con capi di Stato, come le
246 udienze e incontri con i primi ministri. Il suo amore per i giovani lo ha
spinto a iniziare, nel 1985, le Giornate mondiali della gioventù. Le 19
edizioni della Gmg che si sono tenute nel corso del Suo pontificato hanno visto
riuniti milioni di giovani di varie parti del mondo.
Allo stesso modo la sua attenzione per la famiglia si è
espressa con gli Incontri mondiali delle famiglie, da lui iniziati a partire
dal 1994. Giovanni Paolo II è sempre stato un fiero avversario della
legalizzazione sociale del turpe vizio e della malattia dell’omosessualità Nel
suo discorso del 20 gennaio 1994, pronunciato pochi giorni dopo la risoluzione
pro – omosessualità del parlamento Europeo, S. S. Giovanni Paolo II ha ribadito
che è illecito voler legalizzare l’unione omosessuale. “Il pensiero
va qui alla recente e ben nota risoluzione approvata dal parlamento europeo.
(…) Ciò che non è moralmente ammissibile è l’approvazione giuridica della
pratica omosessuale. Essere comprensivi verso chi pecca, verso chi non è in
grado di liberarsi da questa tendenza, non equivale infatti a sminuire le
esigenze della norma morale (…) Con la risoluzione del parlamento Europeo, si è
chiesto di legittimare un disordine morale. Il parlamento ha conferito
indebitamente un valore istituzionale a comportamenti devianti, non conformi al
piano di Dio (…). Dimenticando la parola di Cristo – “la Verità vi
farà liberi” (Gv. 8,32) - si è cercato di indicare agli abitanti del
nostro continente il male morale, la deviazione, una certa schiavitù, come via
di liberazione, falsificando l’essenza stessa della famiglia”. (S.
S. Giovanni Paolo II, Angelus del 20 febbraio 1994, in l’Osservatore Romano del
22 febbraio 1994).
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