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venerdì 7 giugno 2013

Bella Chiesa Ciao!

Belgio, il cardinale Danneels apre alle nozze gay
Nozze gay e polemiche
NOZZE GAY E POLEMICHE

Polemiche dopo le dichiarazioni del porporato: “La possibilità di un’unione civile è positiva, ma non chiamiamolo matrimonio. La Chiesa ha cambiato idea anche sui suicidi”

Il cardinale belga Godfried Danneels, che da pochi giorni ha compiuto ottanta anni, uscendo così dal novero dei votanti in Conclave, e ha dovuto abbandonare tutte le cariche nelle varie Congregazioni romane, è balzato all’attenzione con alcune dichiarazioni relative alle “nozze omosessuali” e alle proteste a cui hanno dato vita cattolici e non cattolici, in Francia contro la  legge Taubira.


“Credo che sia uno sviluppo positivo che gli stati siano liberi di aprire il matrimonio civile per gli omosessuali, se lo vogliono”, avrebbe dichiarato in un’intervista al giornale in lingua olandese De Tijd, dicendo anche però che a quelle unioni dovrebbe essere dato un nome diverso da matrimonio. Agli occhi della Chiesa, ha detto non è “un reale matrimonio” che può essere solo fra un uomo e una donna. “Ma è legale” avrebbe aggiunto dicendo che “la Chiesa  non ha nulla da dire” su tali leggi.

Il giornale francese l’Echo ha citato dal canto suo il cardinale Danneels. Secondo il giornale, il porporato avrebbe detto che i francesi dovrebbero “obbedire alla legge” e non opporsi al “matrimonio omosessuale”. “Dobbiamo capire: la Chiesa non si è mai opposta al fatto che vi sia un certo tipo di ‘matrimonio’ fra persone dello stesso sesso, ma parliamo di un certo tipo di matrimonio. Non è lo stesso matrimonio vero fra un uomo e una donna, dobbiamo trovare un altro termine nel dizionario”.

Secondo Danneels la Chiesa oggi avrebbe sviluppato una posizione più “sfumata” senza essere “fissata” su principi morali. “Un uomo come fa a non identificarsi con il suo orientamento? Credo che ci sia una chiara evoluzione nel pensiero della Chiesa”. E ha paragonato la situazione al modo in cui si guarda ai suicidi, a cui una volta si negava la sepoltura in terra consacrata, dicendo che la Chiesa ora considera la “totalità” della persona.

Godfried Danneels è stato considerato per molti anni uno dei “capofila” dell’ala progressista della Chiesa. E certamente è stato anche considerato, negli ultimi due Conclavi, come un possibile successore di Giovanni Paolo II, che l’ha creato cardinale nel 1983, e di Benedetto XVI. Anche se alcune ombre ampie e pesanti sulla sua gestione dei casi di abusi sessuali nella Chiesa belga hanno indebolito radicalmente le sue chances.

Nel 2008 cominciò per lui un periodo di grande difficoltà, quando un tribunale civile lo ha chiamato a testimoniare sugli abusi. Danneels ha dichiarato di non aver mai saputo nulla dell’argomento (era , fra l’altro, la prima volta che un cardinale appariva in tribunale in Belgio). Ma due anni più tardi, quando già Benedetto XVI aveva accettato le sue dimissioni, Danneels è stato coinvolto nel caso di un sacerdote, Roger Vangheluwe, accusato di abusi su suo nipote negli anni ’70 e ’80, abusi cominciati quando il responsabile era sacerdote e continuati quando era vescovo. Danneels avrebbe consigliato la vittima di ritardare la denuncia pubblica fino al momento in cui il responsabile, presule a Bruges, avrebbe dato le dimissioni. Il nipote fornì ai giornali le registrazioni del colloquio con il cardinale. Uno dei quotidiani, De Standard, giustificò in parte Danneels descrivendo la sua azione come “contenimento, niente di più”, e che “l’unico obiettivo di Danneels era di evitare di avere il caso reso pubblico così tanti anni dopo i fatti”. La polizia interrogò il cardinale, citando un prete che aveva cercato a quanto pare di metterlo in guardia nel 1996, ma che non era stato ascoltato. Il caso ha lasciato un’impronta negativa sul cardinale, nella cui gestione la Chiesa belga ha toccato minimi storici sia nella frequenza alla messa che nelle vocazioni.
MARCO TOSATTIROMA
http://vaticaninsider.lastampa.it/nel-mondo/dettaglio-articolo/articolo/nozze-gay-gay-marriage-matrimonio-homosexsual-25467/
Ma che bella compagnia per la fine del mondo!

Napolitano, visita da Francesco

Giorgio Napolitano
GIORGIO NAPOLITANO

Domani in Vaticano: in agenda crisi e immigrati. Con il presidente ci sarà anche Emma Bonino

Lo scorso 23 febbraio era tornato in Vaticano per salutare il Papa dimissionario, sapendo di essere ormai agli sgoccioli del settennato. Domani ci ritorna in pompa magna, successore di se stesso, per salutare il nuovo Pontefice venuto «dalla fine del mondo». Quella prevista alle 11 di domani Oltretevere è la prima «visita ufficiale» di un Capo di Stato da Papa Francesco. A compierla sarà Giorgio Napolitano, Presidente rieletto della Repubblica italiana, accompagnato dal ministro degli Esteri Emma Bonino.

La visita, che ha gli stessi rituali di quelle  che in altri  Paesi si definiscono «di Stato», avviene in un clima di serenità nei rapporti tra l'Italia e la Santa Sede. I mal di pancia provocati in alcuni ambienti cattolici dalla designazione della Bonino alla Farnesina non avranno alcuna eco nei sacri palazzi, dove anzi si auspica quanto prima un incontro per discutere con il ministro degli Esteri i temi di politica internazionale che stanno a cuore al Vaticano.
La disponibilità di Napolitano alla rielezione è stata apprezzata da Papa Francesco e da lui manifestata all'inquilino del Colle con un messaggio personale. La cordialità e la frequenza dei rapporti formali e informali tra Quirinale e Vaticano, già inaugurata durante il pontificato di Benedetto XVI, è dunque destinata a continuare con il suo successore.

L'incontro di domani, dopo oltre tre mesi dalle elezioni, si verifica in un momento in cui la possibilità della Santa Sede di influire sui destini politici del Paese, dal punto di vista elettorale, appare piuttosto ridotta, come dimostra l'esito non brillante degli endorsement dell'entourage ratzingeriano al professor Mario Monti. E in molti pensano che il cambio di pontificato, come ha già dimostrato il discorso di Francesco ai vescovi italiani, possa segnare anche una maggiore distanza dei sacri palazzi dalle vicende politiche italiane.


Trattandosi di visita ufficiale, come quella che lo stesso Napolitano fece a Ratzinger nel novembre 2006 - accompagnato allora dal ministro degli Esteri Massimo D'Alema - oltre all'incontro a tu per tu tra il Papa e il Presidente, ci saranno anche due discorsi pubblici, che non dovrebbero essere molto lunghi. Parlerà per primo Francesco, che si prevede possa sottolineare le buone relazioni tra Santa Sede e Italia, l'impegno della Chiesa cattolica per il bene del popolo italiano, il contributo che le stesse Chiese locali offrono alla società. Tra i temi che stanno a cuore al Vaticano c'è quello dell'accoglienza degli immigrati, e soprattutto delle gravi conseguenze che la crisi economica provoca nel tessuto sociale e nelle famiglie: la disoccupazione, soprattutto giovanile, la decrescita demografica.
È probabile che anche Napolitano nella sua risposta, non manchi di sottolineare il contributo della Chiesa, con apprezzamenti ai recenti richiami papali sulla necessità dell'etica nell'economia e nella politica, contro l'eccessivo potere dei mercati e della finanza.
Per quanto riguarda la politica internazionale, Santa Sede e Italia si ritrovano insieme nel promuovere la libertà religiosa, soluzioni politiche alla crisi del Medio Oriente, come pure nella difesa delle minoranze cristiane spesso perseguitate, e il dialogo tra le religioni. Lo stesso Napolitano è stato protagonista ad Assisi di un incontro del «Cortile dei Gentili», l'iniziativa voluta da Benedetto XVI per dialogare con i non credenti. Dopo il Papa, il Presidente incontrerà il cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone, quindi ci sarà il saluto al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede e infine una breve visita alla Basilica di San Pietro.
ANDREA TORNIELLIROMA


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