ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 26 giugno 2013

PARTITA A SCACCHI SULLO IOR:

BERGOGLIO ISTITUISCE UNA “COMMISSIONE REFERENTE” SULLA BANCA DI DIO

Dopo aver “scoperto” che Monsignor Ricca, nominato frettolosamente prelato dello Ior, è più vicino a Bertone di quanto si pensasse, il Papa mette una pezza istruendo una Commissione sulla banca composta dal cardinal Tauran, i monsignori Ochoa de Chinchetru e Bryan Wells…

(ANSA) - Papa Francesco ha istituito una Pontificia commissione referente sull'Istituto per le Opere Religiose (Ior). Lo rende noto il Vaticano. L'obiettivo è "una migliore armonizzazione dello Ior con la missione della Chiesa". La Commissione raccoglierà informazione sull'andamento dell'Istituto e presenterà i risultati al Papa.
Tarcisio BertoneTARCISIO BERTONEPAPA FRANCESCO BERGOGLIOPAPA FRANCESCO BERGOGLIO
La commissione sarà presieduta dal cardinale Raffaele Farina e ne faranno parte il cardinale Jean-Louis Pierre Tauran, monsignor Juan Ignacio Arrieta Ochoa de Chinchetru (coordinatore), monsignor Peter Bryan Wells (segretario) e la professoressa Mary Ann Glendon.

Il lavoro della commissione comincia "in questi giorni". La commissione, precisa il Vaticano, è "dotata delle risorse umane e materiali adeguate alle sue funzioni istituzionali. Qualora sia utile, si avvale di collaboratori e consulenti". Inoltre, la commissione "si serve della sollecita collaborazione degli Organi dell'Istituto, nonché del suo intero personale. Inoltre i Superiori, i Membri e gli Officiali dei Dicasteri della Curia Romana".
TauranTAURANMonsignor Battista Mario Salvatore RiccaMONSIGNOR BATTISTA MARIO SALVATORE RICCAhttp://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/-58365.htm



Vaticano, la rivoluzione di Papa Francesco: c’è la commissione ad hoc per lo Ior

Cinque componenti (che potranno avvalersi di collaboratori esterni) e regole ferree: l'obiettivo di Bergoglio è "conoscere meglio la posizione giuridica e le attività dell’Istituto per consentire una migliore armonizzazione del medesimo con la missione della Chiesa"

Papa Francesco commissaria lo Ior. Con un gesto assolutamente inedito nella storia della banca vaticana, Bergoglio, allo scoccare dei primi cento giorni di pontificato, ha istituito una Pontificia Commissione Referente sull’Istituto per le Opere di Religione.
Il motivo, come recita un comunicato della Segreteria di Stato, “è il desiderio del Santo Padre di conoscere meglio la posizione giuridica e le attività dell’Istituto per consentire una migliore armonizzazione del medesimo con la missione della Chiesa universale e della Sede Apostolica, nel contesto più generale delle riforme che sia opportuno realizzare da parte delle Istituzioni che danno ausilio alla Sede Apostolica. La Commissione – prosegue ancora la nota vaticana – ha lo scopo di raccogliere informazioni sull’andamento dell’Istituto e di presentare i risultati al Santo Padre“.
Durante i lavori della commissione, precisa sempre la Segreteria di Stato, lo Ior continuerà a operare secondo le norme stabilite da Giovanni Paolo II nel 1990, “salvo disposizioni diverse del Santo Padre”. A presiedere l’organismo voluto da Papa Francesco sarà il cardinale Raffaele Farina, archivista e bibliotecario emerito di Santa Romana Chiesa, che il prossimo 24 settembre compirà ottant’anni e perderà quindi il diritto di entrare in conclave. Con lui ci sarà anche il cardinale Jean-Louis Pierre Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, che il 13 marzo scorso della loggia centrale della Basilica Vaticana annunciò l’habemus Papam.
Coordinatore della commissione sarà il vescovo spagnolo Juan Ignacio Arrieta Ochoa de Chinchetru, segretario del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi. Infine, Papa Francesco ha designato come segretario monsignor Peter Bryan Wells, assessore per gli Affari Generali della Segreteria di Stato, ovvero viceministro degli Interni vaticano, e come membro la professoressaMary Ann Glendon, ex ambasciatore americano presso la Santa Sede. Nel chirografo con il quale Francesco ha istituito questa inedita commissione, rispolverando persino il plurale maiestatis che sembra così lontano dall’affabilità del Papa argentino, Bergoglio sottolinea di aver seguito l’invito di Benedetto XVI di “consentire ai principi del Vangelo di permeare anche le attività di natura economica e finanziaria”, ma anche di aver “sentito il parere di diversi cardinali e altri fratelli nell’episcopato, nonché di altri collaboratori”, e di aver preso questa decisione “alla luce della necessità di introdurre riforme nelle Istituzioni che danno ausilio alla Sede Apostolica“.
I compiti della commissione sono ben definiti da Papa Francesco: saranno raccolti documenti, dati e informazioni necessari allo svolgimento delle proprie funzioni istituzionali. “Il segreto d’ufficio e le altre eventuali restrizioni stabiliti dall’ordinamento giuridico – specifica Bergoglio – non inibiscono o limitano l’accesso della commissione a documenti, dati e informazioni, fatte salve le norme che tutelano l’autonomia e l’indipendenza delle autorità che svolgono attività di vigilanza e regolamentazione dell’Istituto, le quali rimangono in vigore”. I cinque componenti potranno avvalersi anche di collaboratori e consulenti esterni. Tutti i membri della Curia romana dovranno collaborare con la commissione che riferirà soltanto al Papa sia nel corso dei suoi lavori, sia al termine e solo a lui consegnerà le sue conclusioni nonché l’intero suo archivio con tutti i documenti che avrà raccolto. E il Papa già annuncia che renderà noto anche lo scioglimento della commissione. Insomma Francesco vuole vederci chiaro sui misteri dello Ior e ascoltare il parere di un organo super partes istituito ad hoc che risponda solo e soltanto a lui. Nonostante già esista una Commissione Cardinalizia di Vigilianza dello Ior presieduta da Tarcisio Bertone, il cui mandato è stato prolungato da Benedetto XVI, prima di lasciare il pontificato, fino al 2018. Ma Francesco, evidentemente, non si fida.
Twitter: @FrancescoGrana
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/06/26/vaticano-papa-francesco-commissiona-ior/638142/
Dopo aver piazzato, pochi giorni fa, un suo “prelato” di fiducia nel cuore dell’Istituto per le Opere di Religione, papa Jorge Mario Bergoglio ha battuto mercoledì 26 giugno un secondo rintocco, che per la discussa “banca” vaticana ha il rimbombo della campana da morto.
Con un chirografo da lui firmato il 24 giugno e reso immediatamente operativo, papa Francesco ha istituto una commissione d’indagine sullo IOR che – vedendo come è composta e che cosa è chiamata a fare – fa presagire la non lontana fine dell’attuale istituto e l’eventuale sua risurrezione in nuova forma, con nuovo nome e con nuovi dirigenti.
Basti pensare che tra i cinque membri della neonata commissione c’è il cardinale Jean-Louis Tauran, che è anche membro della commissione cardinalizia di vigilanza sullo IOR presieduta dal cardinale Tarcisio Bertone, e che in questa veste è stato ed è il più fermo oppositore della recente gestione dell’istituto, irriducibilmente critico anche della ignobile cacciata del penultimo presidente della “banca”, Ettore Gotti Tedeschi.
La commissione ha illimitati poteri di investigazione e riferirà direttamente al papa, rimettendo a lui anche l’intera documentazione raccolta. Nessuno in curia potrà sottrarsi al dovere di collaborare all’indagine.
Evidentemente, la compagna mediatica promozionale messa in opera nelle scorse settimane dall’attuale presidente dello IOR Ernst von Freyberg e dal direttore Paolo Cipriani non ha per niente incantato papa Francesco.
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2013/06/26/per-lattuale-ior-le-esequie-sono-cominciate/

Il papa indaga sullo Ior, papa Francesco istituisce una commissione d'inchiesta

A presiederla il cardinal Farina. L'intento è «una migliore armonizzazione con la Chiesa».

Vuole conoscenze approfondite sull'Istituto per le opere religiose e comprendere le dinamiche interne alla banca. Per questo motivo papa Francesco ha istituito una pontificia commissione referente sullo Ior. L'obiettivo è «una migliore armonizzazione dello Ior con la missione della Chiesa».
Con un Motu proprio - datato 24 giugno - il papa ha voluto accelerare sull'operazione di trasparenza all'interno della gerarchia ecclesiastica, nominando cinque persone di sua fiducia, deputate a raccogliere informazioni e a presentargli i risultati.
POSSIBILE RIVOLUZIONE. Se dovessero emergere note negative, Bergoglio potrebbe anche rivoluzionare l'assetto dell'istituto.
A presiedere la commissione è stato chiamato il cardinale Raffaele Farina. Ne fanno parte il cardinale Jean-Louis Pierre Tauran, monsignor Juan Ignacio Arrieta Ochoa de Chinchetru, monsignor Peter Bryan Wells e la professoressa Mary Ann Glendon.
La commissione - ha precisato il Vaticano - «è dotata delle risorse umane e materiali adeguate alle sue funzioni istituzionali». La Chiesa spera nella collaborazione tra commissione e Ior.

Ior, la scossa di Francesco

La scossa di Francesco
LA SCOSSA DI FRANCESCO

Il Papa istituisce una commissione: dovrà svolgere un'inchiesta approfondita in vista della possibile riforma dell'Istituto, e riportare notizie e documenti direttamente a lui

Il Papa vuole vederci chiaro sullo Ior, vuole essere personalmente informato su tutto ciò che riguarda le sue attività e ricevere personalmente copia dei documenti sui temi più problematici. Sente l'urgenza di prendere di petto i problemi della «banca vaticana» per «consentire ai principi del Vangelo di permeare anche le attività di natura economica e finanziaria». Con un «chirografo», Francesco ha istituito una commissione speciale con ampi poteri che dovrà compiere un'inchiesta approfondita sulla «posizione giuridica» e sulle attività dell'Istituto per le Opere di Religione.
  
Si tratta di una decisione innovativa e molto diretta nel segno della trasparenza iniziata da Benedetto XVI: la commissione rappresenta infatti uno strumento alle dirette dipendenze del Papa, con il quale non solo gli organismi e il personale dello Ior ma tutta la Curia romana sono chiamati a collaborare, senza che possa essere invocato il segreto d'ufficio. E tutti coloro che ritengono di avere qualcosa da dire o informazioni da dare, sono espressamente e esplicitamente invitati a farlo. 

La commissione è composta da cinque membri, ma in caso di necessità potranno aggiungersene altri, come pure potrà avvalersi di collaboratori esterni. A presiederla è il cardinale Raffaele Farina. I membri sono il cardinale Jean-Luis Tauran e la professoressa Mary Ann Glendon. Il coordinatore sarà l'arcivescovo Juan Ignacio Arrieta, mentre il segretario è l'assessore alla Segreteria di Stato, Peter Bryan Wells.
  
Non si dunque tratta di un commissariamento, né per il momento vengono cambiati gli equilibri della governance interna: prima di agire con eventuali riforme, Francesco vuole sapere tutto, ma proprio tutto ciò che avviene all'ombra del Torrione di Nicolò V. Una decisione importante, quella del nuovo Papa, che evidentemente non si è lasciato rassicurare dalla strategia mediatica del nuovo presidente dell'Istituto, il tedesco Ernst von Freyberg e dalle sue numerose interviste sulla stampa internazionale. Né dalle «lezioni» di teologia su ciò che è «essenziale» per la libertà della Chiesa contenute in una sorprendente intervista del direttore generale Paolo Cipriani.
  
Sono stati compiuti passi in avanti verso la trasparenza, ma ancora non basta. E il «motu proprio» sembra quasi un invito a lasciar perdere gli annunci e non prendere decisioni senza prima essersi consultati con il Pontefice.

 Il chirografo papale, datato 24 giugno, cita innanzitutto il precedente documento con il quale Giovanni Paolo II nel 1990 configurava lo Ior per adeguarne le strutture «alle esigenze dei tempi», insieme all'invito di Benedetto XVI affinché «i principi del Vangelo» permeino «anche le attività di natura economica e finanziaria» del Vaticano. Francesco ha preso questa decisione dopo essersi consultato con cardinali, vescovi e altri collaboratori, «alla luce della necessità» di riforme nelle strutture che aiutano la Santa Sede. Per questo istituisce una commissione «referente» sullo Ior, «che raccolga puntuali informazioni sulla posizione giuridica e sulle varie attività dell'Istituto», per consentire se necessario «una migliore armonizzazione del medesimo con la missione universale della Sede Apostolica». 

La commissione ha un coordinatore e un segretario. Il primo «ha poteri ordinari» di delegato nella raccolta di «documenti, dati e informazioni». Il secondo lo aiuta e «custodisce gli atti». La commissione ha il potere di raccogliere documenti, dati e informazioni: «Il segreto d'ufficio e le altre eventuali restrizioni» stabilite dall'ordinamento giuridico «non inibiscono o limitano l'accesso della commissione» a questa documentazione, «fatte salve le norme che tutelano l'autonomia e l'indipendenza delle autorità che svolgono attività di vigilanza». Ciò significa, ad esempio, che il lavoro della commissione non intaccherà in alcun modo le prerogative dell'Aif, l'autorità di informazione finanziaria vaticana. Ma chiunque potrà parlare senza paura di fronte alla commissione papale.
  
Francesco precisa che «il governo dell'Istituto continua ad operare» a norma della legge precedente, «salvo diversa disposizione». Dunque, per ora nessun cambiamento al vertice e nessuna riforma: prima di decidere, il Papa vuole conoscere, e non per sentito dire, davvero tutto dello Ior. La commissione «si serve della sollecita collaborazione degli organi dell'Istituto nonché del suo intero personale. Inoltre i supervisori, i membri e gli officiali dei dicasteri della Curia romana e di altri enti ad essa collegati» nonché lo Stato della Città del Vaticano «collaborano parimenti» con la commissione stessa. «La commissione si serve anche della collaborazione di altri soggetti, spontaneamente o su richiesta...». Da notare le parole: il Papa non si limita a invitare, ma dà per scontata la «sollecita collaborazione» di ciascuno di coloro che lavorano nell'Istituto e nella Curia. Una collaborazione alla quale non ci si può sottrarre. E permette anche a chiunque abbia qualcosa da dire sullo Ior, o sia a conoscenza di qualcosa sull'Istituto, di potersi rivolgere alla commissione per essere ascoltato.

 Fondamentali anche altri due punti del chirografo, dai quali emerge la chiare volontà del Papa di essere costantemente informato dell'attività della commissione «nel corso dei suoi lavori», e non soltanto alla fine. Inoltre, la stessa commissione dovrà consegnare a Francesco «gli esiti del proprio lavoro nonché l'intero suo archivio in modo tempestivo» alla conclusione della sua attività, prima di essere disciolta. Dunque dati e documenti riguardanti l'attività della «banca vaticana» arriveranno direttamente nelle mani del Papa e saranno da lui conservati.

Con questo documento, che arriva meno di due settimane dopo la nomina del prelato dello Ior, Battista Ricca, uomo di fiducia del Papa, Francesco intende dare un segnale forte: le scelte di tipo strategico e strutturale sulla «banca vaticana» vengono prese a un livello più alto di quello rappresentato dalla presidenza e dalla dirigenza dell'Istituto stesso. Bergoglio non intende prendere decisioni affrettate sulle possibili riforme dello Ior: prima di fare passi significativi in questa direzione vuole avere una conoscenza approfondita e di prima mano su tutte le sue attività. E «si augura» una «felice e produttiva collaborazione» tra la commissione e lo Ior.
 

ANDREA TORNIELLICITTÀ DEL VATICANO

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