Nonostante le polemiche e nonostante la sicurezza brasiliana sia stata messa in crisi da alcuni errori logistici, il primo viaggio internazionale di Papa Francesco continua senza troppe preoccupazioni per l’incolumità del Pontefice.
L’incidente di percorso, all’ingresso dell’Avenida Presidente Vargas, con la piccola Fiat “Idea” del Papa rimasta per circa dieci minuti imbottigliata nel traffico e presa d’assalto dai pellegrini, non sconvolgerà i piani della sicurezza di Francesco: il Pontefice continuerà a girare per le vie del Brasile con la papamobile scoperta, senza vetri anti-proiettili, o con una macchina sobria e non blindata. Dopotutto sono state queste le uniche richieste avanzate da Bergoglio alle autorità vaticane, consapevole di essere “bersaglio” esclusivamente dell’affetto dei pellegrini e non di qualche malintenzionato pronto a premere il grilletto.
“Quando la folla ha bloccato l’utilitaria con a bordo il Santo Padre”, fanno sapere dal seguito pontificio, “noi eravamo un po’ preoccupati ma il Papa era contentissimo, felice e anche un po’ divertito perché qui in Brasile, come in Vaticano, cerca proprio il contatto con la gente”. In effetti, la sicurezza vaticana parla di “totale assenza di minacce specifiche per il Papa”, e quindi la situazione imbarazzante per le forze dell’ordine brasiliane, ma allo stesso tempo divertente per Francesco, non ha preoccupato più di tanto la Gendarmeria Vaticana che nei mesi scorsi, insieme all’organizzatore dei viaggi papali, Alberto Gasbarri, ha compiuto vari sopralluoghi in Brasile con l’impiego di un Advanced Team, un nucleo specializzato della “polizia” del Papa che effettua bonifiche e controlli severissimi nei luoghi che visiterà il Pontefice.
Di certo, gli errori della polizia locale (“è stato fatto qualche errore ma di certo non voglio drammatizzare” ha commentato Padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa Vaticana), insieme alla mancanza in alcuni luoghi di più transenne per contenere la folla, sono dovuti anche all’effetto sorpresa procurato da Bergoglio: la logistica e la sicurezza della GMG di Rio era stata cucita su misura alle esigenze di Papa Benedetto XVI, Pontefice che non avrebbe di certo rotto il protocollo e che avrebbe accettato di muoversi a bordo di una papamobile blindata. Con l’arrivo di Papa Francesco invece le cose son cambiate e, oltre alle nuove precise richieste del Pontefice, anche l’afflusso massiccio di molti più fedeli ha messo in crisi il sistema di sicurezza carioca, che, nei giorni scorsi, ha anche dovuto fare i conti con un piccolo ordigno piazzato in un bagno del parcheggio del Santuario mariano di Aparecida, luogo che il Papa visiterà oggi.
Nonostante non ci sia quindi alcuna preoccupazione per la vita del Papa, Bergoglio è comunque sorvegliato a vista, soprattutto durante i bagni di folla: dal Vaticano è volata a Rio una squadra di circa quindici gendarmi, professionisti addestrati e pronti a qualsiasi evenienza, che seguono con discrezione ogni spostamento del pontefice sotto la guida del direttore dei servizi di sicurezza d’Oltretevere, l’italiano Domenico Giani. Insieme alla Gendarmeria, anche due ufficiali della Guardia Svizzera Pontificia (il vice comandante Graf e il capitano Merga) e le forze dell’ordine brasiliane: 28.000 uomini in tutto tra esercito e polizia giallo-oro con cecchini piazzati sui tetti dei palazzi, uomini mimetizzati tra la gente e altri che piantonano, metro dopo metro, le strade che attraverserà Papa Francesco.
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