ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 26 luglio 2013

BERGOGLIO MEJO DI CHE GUEVARA

IL PAPA NELLA FAVELA DI VARGINHA
Marco Ansaldo per "La Repubblica"
IL PAPA NELLA FAVELA DI VARGINHA
Ci sono tetti di lamiera, e bimbi smunti con le ginocchia sbucciate. Per terra fango a chili che, impietoso, si spalma pure sulle grosse scarpe nere di Bergoglio. Alzando lo sguardo, anche oggi il cielo non è certo clemente. Però i poveri della favela di Varginha hanno preparato, per il Pontefice argentino, un'accoglienza da re.
Non c'è tristezza. Anzi. Nell'aria, piuttosto, un'atmosfera di festa. E musica, tanta. Un'allegria contagiosa sotto gli ombrelli di questo inverno sudamericano gonfio di pioggia e vento. Sembra di stare dentro un romanzo di Jorge Amado, E Donna Flor e Vadinho pare vederli spuntare da un momento all'altro da una baracca dietro l'angolo.
IL PAPA NELLA FAVELA DI VARGINHA
I loro eredi, invece, hanno tirato su nel grande spiazzo centrale un palco altissimo dal quale pende un lungo stendardo vaticano. «Lembrano», a ricordo, c'è scritto sulla maglietta della Nazionale verde-oro con il nome Francesco I che ora Bergoglio sventola sorridente, applaudito da ogni mano alzata. «Il mio desiderio era di poter visitare tutti i rioni di questa nazione - dice il Pontefice, la veste bianca per la prima volta chiazzata qua e là di gocce marroni - .
IL PAPA NELLA FAVELA DI VARGINHA
Avrei voluto bussare a ogni porta, dire "buongiorno", chiedere un bicchiere di acqua fresca, prendere un "cafezinho" e anche un bicchiere di "cachassa" (la grappa locale con cui si prepara la caipirinha, ndr), parlare come ad amici di casa, ascoltare il cuore di ciascuno, dei genitori, dei figli, dei nonni... Ma il Brasile è così grande! E non è possibile bussare a tutte le porte! Allora ho scelto di venire qui, di fare visita alla vostra comunità che oggi rappresenta tutti i rioni del Paese».
IL PAPA NELLA FAVELA DI VARGINHA
Varginha è una favela pacificata. Eppure qui intorno il narcotraffico colpisce ancora. Bergoglio visita un campo di calcio spelacchiato, raccoglie con entusiasmo la sciarpa della sua squadra argentina del cuore, il San Lorenzo, e vuole entrare in una baracca. «Qui mi sento ben accolto - fa con un sorriso - voi trovate sempre un modo di condividere il cibo. Come dice il proverbio, si può sempre aggiungere più acqua ai fagioli!».
IL PAPA NELLA FAVELA DI VARGINHA
Fuori, ai giovani regala parole che li scuotono. «Non scoraggiatevi mai - intima - nonostante la corruzione di persone che, invece di cercare il bene comune, cercano il proprio interesse. Non perdete la speranza. La realtà può cambiare, l'uomo può cambiare, cercate per primi il bene comune». E avverte: «Il popolo brasiliano, in particolare le persone più semplici, può offrire al mondo una preziosa lezione di solidarietà. Una parola spesso dimenticata o taciuta, perché scomoda.
IL PAPA NELLA FAVELA DI VARGINHA
Sembra addirittura una parolaccia, la parola solidarietà. Vorrei fare appello a chi possiede più risorse, alle autorità pubbliche e a tutti gli uomini di buona volontà impegnati per la giustizia sociale: non stancatevi di lavorare per un mondo più giusto e più solidale! Nessuno può rimanere insensibile alle disuguaglianze che ancora ci sono nel mondo! ». Dal palco troneggiante nel fango il Papa scandisce più volte una parola in spagnolo: «Dignidad! ».
IL PAPA NELLA FAVELA DI VARGINHA
E ricorda quelli che ritiene i pilastri fondamentali per una nazione: vita, famiglia, educazione, salute, sicurezza. Francesco riceve le chiavi della città, poi si fionda nella Cattedrale di Rio. «Mi dispiace che state qui ingabbiati - dice ad alcuni ragazzi che lo hanno raggiunto dall'Argentina - ma devo confessarvi che qualche volta mi sento ingabbiato anche io».
Pronuncia un discorso a braccio, quasi un manifesto: «Che ci sia movimento. Voglio che la Chiesa esca fuori, sulle strade.. . che non sia una Chiesa chiusa.. . chiedo scusa ai vescovi, ma è questo il consiglio migliore che posso dare. Dobbiamo lottare contro ogni esclusione, dei giovani, degli anziani.. quasi un'eutanasia silenziosa. No all'esclusione delle due "punte", giovani e anziani.. .
IL PAPA NELLA FAVELA DI VARGINHA
Così non ci sarà futuro per la società. La fede in Cristo non è uno scherzo. È una cosa molto seria. Lui è venuto a morire tra noi e per noi. Non possiamo fare il frullato della fede. La fede si prende tutta, e non a pezzi. Si prende tutto Gesù, e non una parte di Gesù». Solo la notte conclude una delle giornate più emozionanti di Bergoglio in Brasile. Un milione di giovani si è stretto ad ascoltarlo mentre celebra la messa sulla spiaggia di Copacabana. La illuminano con fiammiferi e accendini sotto il palco. E insieme urlano fino a sgolarsi "Francisco!", come per una rock star.
2. BERGOGLIO ESORTA I GIOVANI "FATE CASINO, DISTURBATE"
Giacomo Galeazzi per La Stampa
IL PAPA NELLA FAVELA DI VARGINHA
«Fate casino» incita Francesco contro «l'illusione del possedere». I ragazzi gli rispondono cantando: «Questa è la gioventù del Papa». Ogni sua frase suscita un boato, poco importa se parla a braccio o legge. «Nessun leader mondiale entra in sintonia con la folla come lui» commenta il teologo padre Ugo Sartorio. «È diventato Papa restando uomo, la sua predicazione è perfino più popolare di quella di Wojtyla» concorda l'ex vicedirettore dell'Osservatore Romano, Gian Franco Svidercoschi. Alla messa del mattino Bergoglio condanna il carrierismo nella Chiesa e nell'incontro in cattedrale con gli argentini confessa: «Anch'io talvolta mi sento ingabbiato». È un crescendo che culmina nello sterminato raduno sulla spiaggia di Copacabana dove il Papa riceve l'abbraccio di un milione e mezzo di pellegrini che trasformano una notte gelida in un rave della fede. «Essere qui merita ben più di un raffreddore» scherza Matteo, ventenne umbro. La quarta giornata della trasferta carioca di Bergoglio è la sintesi di un pontificato in trincea contro la «globalizzazione dell'indifferenza». Pioggia, fango, entusiasmo da concerto rock.«Giovani e anziani rischiano la stessa eutanasia nascosta in una società votata al culto del dio denaro e alla cultura dell'esclusione» ammonisce Bergoglio. Ripete una decina di volte lo slogan «Bota fé» (metti la fede), condanna il consumismo che spinge «ad avere sempre di più», mette in guardia dai falsi idoli del possesso e del successo che danno «l'illusione di essere felici», invita alla partecipazione. È un Pontefice al limite dell'agit-prop: «Difendiamoci dalla comodità, dal clericalismo, dalla mondanità: le diocesi, le parrocchie, i collegi, i seminari devono andare fuori, quindi ragazzi fate rumore, disturbate!».Bergoglio la chiama «la rivoluzione copernicana» della fede che all'egoismo sostituisce l'amore. E la meglio gioventù accorsa a Rio dai cinque continenti alza le braccia al cielo, sigillo dell'alleanza tra le nuove generazioni e la Chiesa che non esclude nessuno e assicura a tutti «dolcezza e misericordia per le ferite del peccato». Nessuna porta sbarrata: «Le diocesi si diano una mossa» esorta Francesco. C'è un mondo da cambiare.
IL PAPA NELLA FAVELA DI VARGINHA IL PAPA NELLA FAVELA DI VARGINHA

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