“Ce l’ho”
con Jorge Mario Bergoglio? Assolutamente no, niente di personale,
tuttavia qualsiasi cosa accusi o contrari, anche implicitamente, 260
papi e 2000 anni di santi e martiri, e quindi anche lo Spirito Santo,
“non mi piace”.
Sembravano
dei lapsus, forse degli errori dovuti alla lingua, forse delle
dichiarazioni mal comprese, forse anche delle dichiarazioni dettate da
ignoranza, ma a quanto pare è sempre più chiaro che si può e si dovrebbe
parlare di “libera adesione all’errore”, quindi è assolutamente lecito ed anche obbligatorio, in alcuni contesti e misure, il diritto di critica.
***
Alcune dichiarazioni [la fede di Bergoglio]
Il 16 Marzo 2013, durante la sua prima Udienza, Papa Bergoglio impartisce una inconsueta benedizione.
«Vi avevo detto che vi avrei dato di cuore la mia benedizione. Molti di
voi non appartengono alla Chiesa cattolica, altri non sono credenti. Di
cuore imparto questa benedizione, nel silenzio, a ciascuno di voi, rispettando la coscienza di ciascuno, ma sapendo che ciascuno di voi è figlio di Dio.» Nella circostanza non benedì con il segno della Croce. [1]
L’Imam di Firenze testimonia di aver incontrato Bergoglio in Vaticano nella Sala Clementina e ci parla di un Francesco emozionante,
il cui discorso ha sottolineato l’importanza del dialogo con l’Islam e
del perseguimento della povertà e della carità. Nello stesso incontro,
avvenuto il 20 Marzo del 2013, “Papa Francesco ha salutato e ringraziato
tutti gli appartenenti alle altre tradizioni religiose, ma si è rivolto
con attenzione particolare ai fedeli islamici. Mi rivolgo «innanzitutto ai musulmani – ha detto – che adorano un Dio unico, vivente e misericordioso e lo invocano nella preghiera.
Apprezzo molto la vostra presenza – ha poi aggiunto – in essa vedo un
segno tangibile della volontà di crescere nella stima reciproca e nella
cooperazione per il bene comune».” [2] [3]
In udienza generale, 19 giugno 2013: «Le
divisioni tra noi, ma anche le divisioni fra le comunità: cristiani
evangelici, cristiani ortodossi, cristiani cattolici, ma perché divisi? [la divisione è motivata dalla loro volontaria e pertinace adesione all'errore, lo spiega Gesù, mille volte. N.d.a.] Dobbiamo
cercare di portare l’unità. Vi racconto una cosa: oggi, prima di uscire
da casa, sono stato quaranta minuti, più o meno, mezz’ora, con un Pastore evangelico e abbiamo pregato insieme,
e cercato l’unità. Ma dobbiamo pregare fra noi cattolici e anche con
gli altri cristiani, pregare perché il Signore ci doni l’unità, l’unità
fra noi». [4]
Lampedusa, 8 giugno 2013: “Il Papa ha poi rivolto un saluto ai «cari
immigrati musulmani che, oggi, stasera, stanno iniziando il digiuno di
Ramadan, con l’augurio di abbondanti frutti spirituali».” [5] E molto altro …
***
La Fede Cattolica
Si legge e
si dice che Bergoglio, con queste (e tante altre) sue affermazioni, sa
avvicinare le persone alla fede (quale???) e che le sue sono parole di
amore.
Ebbene, in contro abbiamo la Fede Cattolica di San Pio X, che ricorda il Vangelo: «La
dottrina cattolica ci insegna che il primo dovere della carità non
consiste nella tolleranza delle convinzioni erronee, per quanto sincere
esse siano, né nella indifferenza teorica o pratica per l’errore o per
il vizio in cui vediamo immersi i nostri fratelli, ma nello zelo per il
loro miglioramento intellettuale e morale, non meno che per il loro
benessere materiale. Questa stessa dottrina cattolica ci insegna pure
che la sorgente dell’amore per il prossimo si trova nell’amore di Dio,
padre comune e comune fine di tutta l’umana famiglia, e nell’amore di
Gesù Cristo, di cui siamo le membra al punto che consolare un infelice
equivale a far bene a Gesù Cristo stesso. Ogni altro amore è illusione o sentimento sterile e passeggero.» [Lettera agli Arcivescovi e ai Vescovi francesi, Notre charge apostolique, Roma, 25 agosto 1910]
***
Le parole di San Pio X, in Gesù
(differenza fra amore cristiano e amore “massonico” o del N.W.O.)
Infatti [Ogni altro amore è illusione o sentimento sterile e passeggero] noi sappiamo, per certo, da Cristo, dalla Tradizione e dalla Chiesa: «Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c’è altro comandamento più importante di questi» [Marco 12,31] [passi paralleli Lev 19,18; Mt 22,39; Lc 10,27; Rm 13,9; Gal 5,14; Gc 2,8]. Ma …
Come si
può notare, l’imprudente od il falso fedele [6], suole travisare il
messaggio di amore datoci da Gesù. Leggiamolo integralmente: “Allora
si accostò uno degli scribi che li aveva uditi discutere, e, visto come
aveva loro ben risposto, gli domandò: «Qual è il primo di tutti i
comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l’unico Signore; amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. E il secondo è questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c’è altro comandamento più importante di questi».
Allora lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità
che Egli è unico e non v’è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il
cuore, con tutta la mente e con tutta la forza e amare il prossimo come
se stesso val più di tutti gli olocausti e i sacrifici». Gesù, vedendo
che aveva risposto saggiamente, gli disse: «Non sei lontano dal regno di
Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo”.
C’è da notare, inoltre, che qui lo scriba utilizza “Egli”
per indicare Dio Padre, ciò esclusivamente per riverenza e rispettando
la tradizione, visto che non si osava pronunciare il nome proprio di
Dio. Rispetto a Deuteronomio 6,5 Marco cita tutto il passo, però ne
modifica l’ordine ed aggiunge “il cuore”, difatti si legge “amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”, anteponendo “il cuore” a tutto il resto della frase. Come si capisce dal testo biblico, evidentemente, Gesù
spiega che c’è un Comandamento più importante degli altri, più
profondo, decisivo, che necessita di una precedenza totale, non secondo a
nulla, cioè: “Il primo è: Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è
l’unico Signore; amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo
cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza.”
***
Come può l’uomo amare Dio in questo modo?
Amare Dio
più di ogni altra cosa è il primo ed il maggiore dei Comandamenti; Dio,
essendo tale, per essere amato necessita che l’uomo abbracci tutti i
doveri che seguentemente gli sono comandati visto che, se Dio sarà
presente nel cuore del fedele, sarà Egli stesso ad “aiutarlo”
nell’obbedienza a tutti gli altri Precetti necessari per il pieno
raggiungimento dell’amore. E’ doveroso far presente al lettore che
mentre Dio non ci domanda bensì ci impone l’obbligo di amarLo (dovere), l’uomo viceversa potrà aderire al messaggio avendo in sé sia le conoscenze che le idoneità per non deluderLo; si comprende altresì che mentre amare Dio non è un merito (è un dovere), il non amarLo è una colpa ostativa che ci priva della gratia gratum faciens, grazia santificante che rende l’uomo gradito a Dio (S. Tommaso, Summa T., q. 110, a.2.).
Da dove arrivano i «frutti spirituali» che Bergoglio cita [fuori luogo]
Difatti «autore
della grazia non può essere altri che Dio, ciò significa che l’uomo (la
volontà umana, il libero arbitrio) non possiede alcun potere di
prepararsi a essa. Perciò “qualsiasi possa essere la preparazione da
parte dell’uomo, essa va attribuita all’aiuto di Dio che muove l’anima
al bene. Ecco perché lo stesso moto virtuoso del libero arbitrio, col
quale uno si prepara a ricevere il dono della grazia, è un atto del
libero arbitrio”» (Op. cit., q. 112, a. 2). Abbiamo, dunque, capito che prima di ogni cosa bisogna amare Dio e lo facciamo come ci insegna 1Giovanni 5,3: “perché in questo consiste l’amore di Dio, nell’osservare i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi”.
L’autore
ci fa capire che l’amore di Dio e l’osservanza dei Comandamenti vanno di
pari passo, sono uniti, formano una sola cosa; ci fa notare, inoltre,
che non può esistere, secondo la volontà di Dio, un amore disubbidiente, un amore per altre divinità o altre “chiese”. Da ciò deriva anche l’importanza dell’ubbidienza verso i superiori.
C’è di
più! L’autore ci rassicura e, come dicevamo prima, se il fedele ama Dio
[non Allah, come sostiene Bergoglio] conseguentemente e
contemporaneamente saprà rispettare i Suoi Comandamenti in maniera molto
più semplice, come ci ricorda anche Matteo 11,30 «il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero»; mentre Romani 12,2 aggiunge e completa: «Non
conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi
rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò
che è buono, a lui gradito e perfetto».
***
L’amore per il prossimo
Assodato,
come abbiamo visto, che l’amore è anzitutto amare Dio rispettando i Suoi
Comandamenti, solo adesso e mai prima, possiamo passare ad analizzare
Marco 12,31 «Amerai il prossimo tuo come te stesso».
Senza l’amore di Dio (in caso di ignoranza invincibile fa fede il battesimo di desiderio implicito, il rispetto della legge naturale) non c’è altra tipologia di amore conseguente; da ciò ne deriva il fatto che – solo dopo – Gesù parla di amore per il prossimo come per se stessi.
La prima
tavola della Legge ha per oggetto l’amore che si deve a Dio, mentre la
seconda tavola della Legge ha per oggetto l’amore che dobbiamo ai nostri
analoghi; pertanto il secondo insegnamento di Gesù si presenta come
analogo al primo «non c’è altro comandamento più importante di questi» (notare l’uso di “QUESTI”);
L’amore
enunciato nel primo insegnamento include e sorregge il secondo, dunque
se si dovesse trasgredire il secondo, ecco che è impossibile rispettare
anche il primo, e l’ammonimento ce lo fa 1Giovanni 4,20-21 “Se uno
dicesse: «Io amo Dio», e odiasse il suo fratello, è un mentitore. Chi
infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non
vede. Questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami
anche il suo fratello”.
***
Altre forme di “falso amore”
In Marco 12 troviamo anche un altro essenziale insegnamento [di amore] che è di condanna all’amore di sé, all’idolatria, al culto dell’individuo, all’attaccamento alla mondanità ed alle cose del mondo, difatti Gesù dice di amare «con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza» Dio ed il prossimo come se stessi, NON altri idoli, altre fedi, NON ALTRO! Conferma di ciò la abbiamo in Matteo 7,12 «Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge ed i Profeti». Prosegue in 13 dicendo «Entrate
per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che
conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa;
quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita,
e quanto pochi sono quelli che la trovano!».
Abbiamo,
quindi, chiari riferimenti ed insegnamenti espliciti. Ora non siamo più
ignoranti, quindi potremmo diventare potenzialmente colpevoli; la nostra
fede ci viene presentata in maniera chiara, ci sono compendiati tutti i
doveri della Legge, è adatta alla comprensione anche da parte di un
adolescente, è breve e facilmente memorizzabile, porta in sé tutti i
casi possibili della vita.
A conferma
ulteriore, abbiamo San Paolo che ci spiega in Galati 1: – cosa il
Pastore deve insegnare; – quale Vangelo; – come deve farlo; – il non
opportunismo; – vieta la pubblicità per avere facile clientela; – vieta
l’addomesticamento del Vangelo. Leggiamo:
“Paolo,
apostolo non da parte di uomini, né per mezzo di uomo, ma per mezzo di
Gesù Cristo e di Dio Padre che lo ha risuscitato dai morti, *e tutti i
fratelli che sono con me, alle Chiese della Galazia. *Grazia a voi e
pace da parte di Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo, *che ha
dato se stesso per i nostri peccati, per strapparci da questo mondo
perverso, secondo la volontà di Dio Padre nostro, *al quale sia gloria
nei secoli dei secoli. Amen. *Mi meraviglio che così in fretta
da colui che vi ha chiamati con la grazia di Cristo passiate ad un altro
vangelo. *In realtà, però, non ce n’è un altro: solo che vi sono alcuni
che vi turbano e vogliono sovvertire il vangelo di Cristo. *Orbene, se
anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso
da quello che vi abbiamo predicato, sia anatema! *L’abbiamo già detto e
ora lo ripeto: se qualcuno vi predica un vangelo diverso da quello che
avete ricevuto, sia anatema! *Infatti, è
forse il favore degli uomini che intendo guadagnarmi, o non piuttosto
quello di Dio? Oppure cerco di piacere agli uomini? Se ancora io
piacessi agli uomini, non sarei più servitore di Cristo!” [Gal I 1,10]
E’ evidentemente immutabile poiché Dio si è espresso per qualsiasi uomo, in ogni luogo, nel tempo presente e per l’eternità [cf. Gal III , 28]. Concludo con Romani 13,10 «L’amore non fa nessun male al prossimo: pieno compimento della legge è l’amore», esortazione che San Paolo fa seguire e completa dicendo «rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo e non seguite la carne nei suoi desideri» (Rm 13,14), proprio per evitare fraintendimenti riconducibili a false forme di amore e di religiosità.
***
Bergoglio e San Francesco
Poi, sempre più spesso, si sente dire e si legge che Bergoglio invia messaggi francescani, è come San Francesco.
Allo studioso della materia questo non risulta affatto [risulta
l'opposto] e, per testimoniare ciò, citiamo un solo, notissimo e
semplice esempio.
Il sultano al-Kamil disse:
“Il vostro Dio ha insegnato nei suoi Vangeli che non si deve rendere
male per male [...] Quanto più dunque i cristiani non devono invadere la
nostra terra?”.
Replicò Francesco: “Non
sembra che abbiate letto per intero il Vangelo di Cristo nostro
Signore. Altrove dice infatti: ‘Se un tuo occhio ti scandalizza, cavalo e
gettalo lontano da te’ [...], con il che ci volle insegnare che
dobbiamo sradicare completamente [...] un uomo per quanto caro o vicino —
anche se ci fosse caro come un occhio della testa — che cerchi di
toglierci dalla fede e dall’amore del nostro Dio. Per questo i cristiani
giustamente attaccano voi e la terra che avete occupato, perché
bestemmiate il nome di Cristo e allontanate dal suo culto quelli che
potete. Se però voleste conoscere il creatore e redentore, confessarlo e
adorarlo, vi amerebbero come loro stessi”.
Francesco difese l’opera del crociati e propose al sultano la conversione. Francesco propose al sultano anche un «giudizio di Dio»
con i sufi islamici presenti, li sfidò ad affrontare i carboni ardenti
per dimostrare la veridicità delle rispettive fedi. Ma quelli
rifiutarono, e tra di loro vi fu forse un certo Fakhr al-Farisi, celebre
consigliere del sultano, sulla cui tomba è scritto che ebbe “un famoso caso con un monaco cristiano”. Sappiamo
anche che a quel punto Francesco propose di affrontare da solo la prova
del fuoco, ma il sultano si oppose. Il santo poté quindi predicare ai
musulmani. [Per ulteriori, ma brevi, approfondimenti consultare la nota 7, sui rapporti fra San Francesco e l'Islam]
***
L’uomo che non conosce Dio
Come si
può amare senza essere sobri e vigilanti, se non si conosce neanche
l’ABC del Catechismo? Di questo dovranno renderne conto i parroci e
vescovi a nostro Signore.
Come si
può dire di essere cattolici, senza neanche conoscere il Catechismo o
basando la propria fede su opinioni di terzi? La conoscenza del Catechismo Maggiore
è basilare per la nostra fede e consiglio vivamente a tutti i cattolici
di leggerlo, facendo molta attenzione a non tralasciare nulla. Si può
operare di tumore senza essere chirurgo, oncologo, specializzato? No. Lo
stesso concetto vale per l’essere cattolico, per il salvarsi l’anima.
Come può compiersi nel cattolico la volontà di Dio, se il cattolico conosce solo la parola dell’uomo e non studia, almeno nel Catechismo, la Parola di Dio? Ecco i risultati delle catechesi moderniste e progressiste: ignoranza totale in materia di fede e, nello stesso tempo, presunzione
di insegnare la volontà di Dio, non secondo Dio, ma secondo la propria
fede, fatta su misura, cucita di un relativismo senza eguali.
Come può
un membro di altra religione giungere al Padre pur avendo conosciuto
l’esistenza di Cristo e della Sua Chiesa ed avendone rifiutato adesione?
La Sacra Scrittura (interpretata così come sostenuto unanimemente dai
Padri, è dogma) ci insegna la verità e non sbaglia, “perché Dio
stesso è l’autore della Sacra Scrittura: essa è perciò detta ispirata e
insegna senza errore quelle verità, che sono necessarie alla nostra
salvezza. Lo Spirito Santo ha infatti ispirato gli autori umani, i quali
hanno scritto ciò che egli ha voluto insegnarci. La fede cristiana,
tuttavia, non è «una religione del Libro», ma della Parola di Dio, che
non è «una parola scritta e muta, ma il Verbo incarnato e vivente»” (San Bernardo di Chiaravalle).
***
La salvezza nell’Islam e nelle “false chiese”?
A volte mi
si “accusa” di essere “eccessivamente tradizionale” e di non prendere
in considerazione, anzi di contestare (a ragion veduta in alcuni casi),
gli scritti di Ratzinger. Ebbene, oggi vorrei commentare Bergoglio con
gli stessi scritti del “Papa emerito”.
Al Can. 162, il Compendio al Catechismo ci insegna che «l’unica
Chiesa di Cristo, come società costituita e organizzata nel mondo,
sussiste (subsistit in) nella Chiesa cattolica, governata dal successore
di Pietro e dai Vescovi in comunione con lui. Solo per mezzo di essa si
può ottenere la pienezza dei mezzi di salvezza, poiché il Signore ha
affidato tutti i beni della Nuova Alleanza al solo collegio apostolico,
il cui capo è Pietro.» [n.d.a. andiamo oltre il subsist in che non merita più di essere commentato, il Vangelo ci insegna che E'].
Nel Can. 171 dello stesso Compendio, è ben spiegato il concetto che fuori dalla Chiesa non c’è salvezza, difatti, ci dice che «ogni
salvezza viene da Cristo-Capo per mezzo della Chiesa, che è il suo
Corpo. Pertanto non possono essere salvati quanti, conoscendo la Chiesa
come fondata da Cristo e necessaria alla salvezza, non vi entrassero e
non vi perseverassero. Nello stesso tempo, grazie a Cristo e alla sua
Chiesa, possono conseguire la salvezza eterna quanti, senza loro colpa,
ignorano il Vangelo di Cristo e la sua Chiesa, ma cercano sinceramente
Dio e, sotto l’influsso della grazia, si sforzano di compiere la sua
volontà conosciuta attraverso il dettame della coscienza.» [n.d.a. si ricorda l’ignoranza invincibile “quanti, senza loro colpa, ignorano il Vangelo di Cristo e la sua Chiesa, ma cercano sinceramente Dio” rispettando la legge naturale]
***
Unico Dio della salvezza
Io credo in Dio. Questa prima affermazione della professione di fede è anche la più importante, quella fondamentale. Tutto il Simbolo parla di Dio, e, se parla anche dell’uomo e del mondo, lo fa in rapporto a Dio. Gli articoli del Credo dipendono tutti dal primo, così come i Comandamenti sono l’esplicitazione del primo. Gli altri articoli ci fanno meglio conoscere Dio, quale si è rivelato progressivamente agli uomini. “Giustamente quindi i cristiani affermano per prima cosa di credere in Dio” [Catechismo Romano, 1, 2, 2]. A Israele, suo eletto, Dio si è rivelato come l’Unico: “Ascolta,
Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è Uno solo. Tu amerai
il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le
forze” ( Dt 6,4-5). Per mezzo dei profeti, Dio invita Israele e tutte le nazioni a volgersi a lui, l’Unico: “Volgetevi
a me e sarete salvi, paesi tutti della terra, perché io sono Dio; non
ce n’è altri… davanti a me si piegherà ogni ginocchio, per me giurerà
ogni lingua. Si dirà: “Solo nel Signore si trovano vittoria e potenza””
( Is 45,22-24) [Cf Fil 2,10-11 ]. Gesù stesso conferma che Dio è
“l’unico Signore” e che lo si deve amare con tutto il cuore, con tutta
l’anima, con tutta la mente, con tutte le forze [Cf Mc 12,29-30 ]. Nello
stesso tempo lascia capire che egli pure è “il Signore” [Cf Mc 12,35-37
].
Crediamo
fermamente e confessiamo apertamente che uno solo è il vero Dio, eterno
e immenso, onnipotente, immutabile, incomprensibile e ineffabile,
Padre, Figlio e Spirito Santo: tre Persone, ma una sola Essenza,
Sostanza, cioè Natura assolutamente semplice [Concilio Lateranense IV (1215): Denz. -Schönm., 800].
Dio rivela
il suo Nome. Dio si è rivelato a Israele, suo popolo, facendogli
conoscere il suo Nome. Il nome esprime l’essenza, l’identità della
persona e il senso della sua vita. Dio ha un nome. Non è una forza
anonima. Svelare il proprio nome, è farsi conoscere agli altri; in
qualche modo è consegnare se stesso rendendosi accessibile, capace
d’essere conosciuto più intimamente e di essere chiamato personalmente.
Il Popolo d’Israele non pronuncia il Nome di Dio, per rispetto alla sua
santità.Nella lettura della Sacra Scrittura il Nome rivelato è
sostituito con il titolo divino “Signore” (“Adonai”, in greco “Kyrios”).
Con questo titolo si proclamerà la divinità di Gesù: “Gesù è il
Signore”.
Dio di
misericordia e di pietà. Dopo il peccato di Israele, che si è
allontanato da Dio per adorare il vitello d’oro, [Cf Es 32 ] Dio ascolta
l’intercessione di Mosè ed acconsente a camminare in mezzo ad un popolo
infedele, manifestando in tal modo il suo amore [Cf Es 33,12-17 ]. A
Mosè che chiede di vedere la sua gloria, Dio risponde: “Farò passare davanti a te tutto il mio splendore e proclamerò il mio nome: Signore [YHWH], davanti a te” ( Es 33,18-19). E il Signore passa davanti a Mosè e proclama: “YHWH, YHWH, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di grazia e di fedeltà” ( Es 34,5-6). Mosè allora confessa che il Signore è un Dio che perdona [Cf Es 34,9 ].
Conseguenze della fede nel Dio unico. Credere in Dio, l’Unico, ed amarlo con tutto il proprio essere comporta per tutta la nostra vita enormi conseguenze:
- Conoscere la grandezza e la maestà di Dio: “Ecco, Dio è così grande, che non lo comprendiamo” ( Gb 36,26). Proprio per questo Dio deve essere “servito per primo” [Santa Giovanna d'Arco, Dictum].
- Usare
rettamente le cose create: la fede nell’Unico Dio ci conduce ad usare
tutto ciò che non è lui nella misura in cui ci avvicina a lui, e a
staccarcene nella misura in cui da lui ci allontana [Cf Mt 5,29-30; Mt
16,24; Mt 19,23-24 ].
Mio
Signore e mio Dio, togli da me quanto mi allontana da te. Mio Signore e
mio Dio, dammi tutto ciò che mi conduce a te. Mio Signore e mio Dio,
toglimi a me e dammi tutto a te [San Nicolao di Flüe, Preghiera].
Il
dogma della Santa Trinità. La Trinità è Una. Noi non confessiamo tre
dèi, ma un Dio solo in tre Persone: “la Trinità consustanziale” [Concilio di Costantinopoli II (553): Denz. -Schönm., 421]. Le Persone divine non si dividono l’unica divinità, ma ciascuna di esse è Dio tutto intero: “Il
Padre è tutto ciò che è il Figlio, il Figlio tutto ciò che è il Padre,
lo Spirito Santo tutto ciò che è il Padre e il Figlio, cioè un unico Dio
quanto alla natura” [Concilio di Toledo XI (675): Denz. -Schönm., 530]. “Ognuna delle tre Persone è quella realtà, cioè la sostanza, l’essenza o la natura divina” [Concilio Lateranense IV (1215): Denz.-Schönm., 804].
Ai
catecumeni di Costantinopoli san Gregorio Nazianzeno, detto anche “il
Teologo”, consegna questa sintesi della fede trinitaria: «Innanzi
tutto, conservatemi questo prezioso deposito, per il quale io vivo e
combatto, con il quale voglio morire, che mi rende capace di sopportare
ogni male e di disprezzare tutti i piaceri: intendo dire la professione
di fede nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo. Io oggi ve la
affido. Con essa fra poco vi immergerò nell’acqua e da essa vi trarrò.
Ve la dono, questa professione, come compagna e patrona di tutta la
vostra vita. Vi do una sola Divinità e Potenza, che è Uno in Tre, e
contiene i Tre in modo distinto. Divinità senza differenza di sostanza o
di natura, senza grado superiore che eleva, o inferiore che abbassa. . .
Di tre infiniti è l’infinita connaturalità. Ciascuno considerato in sé è
Dio tutto intiero. . . Dio le Tre Persone considerate insieme. . . Ho
appena incominciato a pensare all’Unità ed eccomi immerso nello
splendore della Trinità. Ho appena incominciato a pensare alla Trinità
ed ecco che l’Unità mi sazia.» [San Gregorio Nazianzeno, Orationes, 40, 41: PG 36, 417].
Il fine
ultimo dell’intera Economia divina è che tutte le creature entrino
nell’unità perfetta della Beata Trinità [Cf Gv 17,21-23 ].
***
E tutti gli altri?
Alcuni mi “accusano” anche di fare apologetica senza mai citare il Concilio Vaticano II, ebbene vedremo, anche in questo, caso che non è così:
La Chiesa e i non cristiani. Molto
spesso gli uomini, ingannati dal maligno, hanno vaneggiato nei loro
ragionamenti e hanno scambiato la verità divina con la menzogna,
servendo la creatura piuttosto che il Creatore, oppure vivendo e morendo
senza Dio in questo mondo, sono esposti alla disperazione finale [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 16].
-
Proprio per riunire di nuovo tutti i suoi figli, dispersi e sviati dal
peccato, il Padre ha voluto convocare l’intera umanità nella Chiesa del
Figlio suo. La Chiesa è il luogo in cui l’umanità deve ritrovare l’unità
e la salvezza. È il “mondo riconciliato” [Sant'Agostino, Sermones, 96,
7, 9: PL 38, 588]. È la nave che, “pleno dominicae crucis velo Sancti
Spiritus flatu in hoc bene navigat mundo – spiegate le vele della croce
del Signore al soffio dello Spirito Santo, naviga sicura in questo
mondo”; [Sant'Ambrogio, De virginitate, 18, 188: PL 16, 297B] secondo
un’altra immagine, cara ai Padri della Chiesa, è l’Arca di Noè che,
sola, salva dal diluvio [Cf 1Pt 3,20-21 ].
- Il
mandato missionario. “Inviata da Dio alle genti per essere “sacramento
universale di salvezza”, la Chiesa, per le esigenze più profonde della
sua cattolicità e obbedendo all’ordine del suo fondatore, si sforza
d’annunciare il Vangelo a tutti gli uomini”: [Conc. Ecum. Vat. II, Ad
gentes, 7] “Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole
nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro
ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i
giorni, fino alla fine del mondo” ( Mt 28,19-20).
***
Perché, comunque, è preferibile evitare certi documenti?
Catechismo della Chiesa Cattolica (post Concilio Vaticano II): 841 Le relazioni della Chiesa con i musulmani. «Il
disegno della salvezza abbraccia anche coloro che riconoscono il
Creatore, e tra questi in primo luogo i musulmani, i quali, professando
di tenere la fede di Abramo, adorano con noi un Dio unico,
misericordioso, che giudicherà gli uomini nel giorno finale». Riferimento
a Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 16: AAS 57 (1965)
20; cf Id., Dich. Nostra aetate, 3: AAS 58 (1966) 741-742
***
Diversamente
da quello che insegna il Catechismo della Chiesa Cattolica (post
Concilio Vaticano II), noi sappiamo per FEDE CATTOLICA che non è così.
Lo abbiamo visto nello studio sulla STIRPE DI ABRAMO [8], nello studio
sul FALSO ECUMENISMO [9], lo abbiamo appreso dai VANGELI e dalla
TRADIZIONE [10]; Lo vediamo nel Catechismo Maggiore o di San Pio X, che sintetizza magistralmente la bimillenaria FEDE CATTOLICA (prima del Concilio Vaticano II non esiste scritto o documento definitivo di Fede Cattolica che asserisca il contrario di ciò che insegna San Pio X):
124. Chi è fuori della comunione dei santi?
E’ fuori della comunione dei santi chi é fuori della Chiesa, ossia i
dannati, gl’infedeli, gli ebrei, gli eretici, gli apostati, gli
scismatici e gli scomunicati.125. Chi sono gl’infedeli? Gl’infedeli sono i non battezzati che non credono in alcun modo nel Salvatore promesso, cioè nel Messia o Cristo, come gl’idolatri e i maomettani.
***
Adesso torniamo al Catechismo della Chiesa Cattolica (post Concilio Vaticano II): 843 La Chiesa riconosce nelle altre religioni la ricerca, ancora «nelle ombre e nelle immagini»,
di un Dio ignoto ma vicino, poiché è lui che dà a tutti vita, respiro e
ogni cosa, e vuole che tutti gli uomini siano salvi. Pertanto la Chiesa
considera tutto ciò che di buono e di vero si trova nelle religioni
come una preparazione al Vangelo, «e come dato da colui che illumina ogni uomo, affinché abbia finalmente la vita».
***
Come abbiamo appreso e per Fede Cattolica rivelata, invece noi sappiamo che - Catechismo Maggiore o di San Pio X:
131. E’ grave danno esser fuori della Chiesa?
Esser fuori della Chiesa è danno gravissimo, perché fuori non si hanno
né i mezzi stabiliti né la guida sicura alla salute eterna, la quale
per l’uomo è l’unica cosa veramente necessaria.
132. Chi è fuori della Chiesa si salva? Chi è fuori della Chiesa per propria colpa e muore senza dolore perfetto [n.d.a. adesione alla Chiesa con contrizione finale], non si salva; ma chi ci si trovi senza propria colpa e viva bene [n.d.a. ignoranza invincibile e rispetto della legge naturale, con morte senza peccati mortali], può salvarsi con l’amor di carità, che unisce a Dio, e, in spirito, anche alla Chiesa, cioè all’anima di lei.
***
Conclusione ed evitiamo la confusione
Tutto questo caos, e lo leggiamo e lo vediamo, ha creato anche presunte distinzioni tra Magistero infallibile e magistero autentico che
erano INESISTENTI prima degli autori del Vaticano II [leggasi nota 11,
studio sull'infallibilità nel Magistero solenne, universale e
ordinario]. Mi si trovino gli stessi argomenti prima del 1958 [...]
Prima di tale data quando la Chiesa aveva parlato era oracolo. Difatti: “Sillaba di Dio non si cancella”.
In conclusione, come già detto ed ampiamente dimostrato, siamo difronte a semplici pareri umani, ipotesi teologiche
interpretative del Concilio Vaticano II (poiché il Concilio lo ha
voluto permettere, pare di proposito), figlie della natura umana, quindi
imperfette, fallibili, probabilmente ambigue o forse addirittura
eretiche; siamo davanti al falso concetto di autenticità, dove si lascia
intendere, oggi, che possa esistere un presunto “magistero autentico,
ma non infallibile” (su questioni di fede e costume) dove lo Spirito
Santo, dicono, si sarebbe temporaneamente assopito. Per Fede Cattolica,
invece, noi sappiamo con certezza:
“I
Concili… decidono e definiscono alcuni articoli. Se dopo tutto questo
un altro esame deve essere effettuato prima che le determinazioni dei
Concili siano accettate, non ne sarà voluto ancora un altro? Chi non
vorrà applicare il proprio esame, e quando mai la materia sarà
stabilita? [...] E perché non un terzo per sapere se il secondo esame è
di fede? – e poi un quarto per testare il terzo? [...] la posterità non
saprà mai confidare nell’antichità, ma andrà sempre girando su e giù i
santi articoli della fede nella ruota delle loro interpretazioni [...]
cosa diciamo è che quando un Concilio ha applicato il suo esame, i
nostri cervelli non devono ormai rivedere ma credere”. Dichiarazioni di San Francesco di Sales
San
Francesco di Sales predice esattamente quello che si sarebbe verificato
con il Concilio Vaticano II. Documenti ambigui e prossimi alle eresie,
tanto che ci si avvalse addirittura di una Nota previa (in
documento) al fine della approvazione; in seguito, le problematiche
dottrinali furono così forti che si rese necessario l’intervento di
Giovanni Paolo II per “spiegare” alcuni documenti del Concilio e, non
contenti, addirittura di Benedetto XVI per “interpretare le spiegazioni”
che Giovanni Paolo II fece dei documenti del Concilio.
In contro abbiamo la Fede Cattolica di Papa Pio VI (Auctorem Fidei): “[...]
l’arte maliziosa propria degli innovatori, i quali, temendo di
offendere le orecchie dei cattolici, si adoperano per coprire sotto
fraudolenti giri di parole i lacci delle loro astuzie, affinché
l’errore, nascosto fra senso e senso (San Leone M., Lettera 129
dell’edizione Baller), s’insinui negli animi più facilmente e avvenga
che – alterata la verità della sentenza per mezzo di una brevissima
aggiunta o variante – la testimonianza che doveva portare la salute, a
seguito di una certa sottile modifica, conduca alla morte. Se questa
involuta e fallace maniera di dissertare è viziosa in qualsiasi
manifestazione oratoria, in nessun modo è da praticare in un Sinodo, il
cui primo merito deve consistere nell’adottare nell’insegnamento
un’espressione talmente chiara e limpida che non lasci spazio al
pericolo di contrasti. Però se nel parlare si sbaglia, non si può
ammettere quella subdola difesa che si è soliti addurre e per la quale,
allorché sia stata pronunciata qualche espressione troppo dura, si trova
la medesima spiegata più chiaramente altrove, o anche corretta, quasi
che questa sfrenata licenza di affermare e di negare a piacimento, che
fu sempre una fraudolenta astuzia degl’innovatori a copertura
dell’errore, non dovesse valere piuttosto per denunciare l’errore
anziché per giustificarlo: come se alle persone particolarmente
impreparate ad affrontare casualmente questa o quella parte di un Sinodo
esposto a tutti in lingua volgare fossero sempre presenti gli altri
passi da contrapporre, e che nel confrontarli ognuno disponesse di tale
preparazione da ricondurli, da solo, a tal punto da evitare qualsiasi
pericolo d’inganno che costoro spargono erroneamente. È dannosissima
quest’abilità d’insinuare l’errore che il Nostro Predecessore Celestino
(San Celestino, Lettera 13, n. 2, presso il Coust) scoperse nelle
lettere del vescovo Nestorio di Costantinopoli e condannò con durissimo
richiamo. L’impostore, scoperto, richiamato e raggiunto per tali
lettere, con il suo incoerente multiloquio avvolgeva d’oscuro il vero e,
di nuovo confondendo l’una e l’altra cosa, confessava quello che aveva
negato o si sforzava di negare quello che aveva confessato”
***
Gli
insegnamenti Bergoglio, in sue numerose pubbliche “uscite”, sembrano non
essere evangelici (non sono contenuti nei Vangeli, nel giusto contesto e
nel giusto significato), sembrano non essere di Fede Cattolica,
sembrano addirittura non essere neanche “conciliari” o “ratzingeriani”.
Ma allora, di che parliamo?
“Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?” (Luca 18,8)
Carlo Di Pietro
by
Note:
[1]
http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/13_marzo_16/benedizione-papa-francesco-anche-per-non-credenti-roma-bergoglio-212214662491.shtml[2] http://corrierefiorentino.corriere.it/firenze/notizie/cronaca/2013/20-marzo-2013/imam-firenze-papa-bergoglio-212266550651.shtml
[3] http://www.vatican.va/holy_father/francesco/speeches/2013/march/documents/papa-francesco_20130320_delegati-fraterni_it.html
[4] http://www.vatican.va/holy_father/francesco/audiences/2013/documents/papa-francesco_20130619_udienza-generale_it.html
[5] http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cronaca/Papa-Francesco-a-Lampedusa-tra-i-migranti-I-morti-in-mare-sono-una-spina-nel-cuore_32374362352.html
[6] Non è mia intenzione colpevolizzare il fedele frodato dall’ignoranza e/o dalla superbia, difatti non sono qui a fare dell’abominazione ad personam, ma è mio preciso dovere contrastare con la mia penna le idee errate, il comportamento disonesto ed il conseguente scandalo; non scrivo, quindi, di odio d’inimicizia bensì di odio di abominazione.
[7] http://www.templarisanbernardo.org/Storia_San_Francesco_e_l’Islam.htm
[8] http://radiospada.org/2013/06/14/stirpe-di-abramo-un-altro-cattolicesimo-nel-post-concilio/
[9] http://radiospada.org/2013/06/18/il-falso-ecumenismo/
[10] http://www.miliziadisanmichelearcangelo.org/content/view/3053/92/lang,en/
[11] http://radiospada.org/2013/06/30/linfallibilita-della-chiesa-e-del-papa-magistero-universale-e-ordinario/
http://radiospada.org/2013/07/09/il-vescovo-di-roma-lislam-e-le-altre-chiese/
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