La rubrica Genio del Male
Vaticano, l’effetto-notte di Papa Francesco
La svolta di Bergoglio allontana la Chiesa da modelli che sembravano acquisiti, da Bagnasco a Ravasi
Papa Francesco in partenza per il Brasile
Non esiste agnostico, ateo incallito o “credente per caso” che non punti sul cavallo di Papa Francesco. Il che dimostra che qualcosa di profondo è realmente accaduto, tuttavia la percezione dell’effetto-Bergoglio va ancora analizzata. Infatti il pollice all’americana e il parlare “basic” tanto lo avvicinano alla folla quanto lo allontanano da modelli pastorali che ci sembravano acquisiti. Due fra tutti: il modello Bagnasco e il tipo Ravasi.
Bagnasco lo abbiamo dimenticato in fretta. A parte un certo cattolicesimo irrecuperabile, non si è fatto fatica a congedarsi dal suo piglio militaresco, dal suo approccio dogmatico alle questioni etiche – soprattutto circa i valori cosiddetti “non negoziabili” – e da certo pressing sull’agenda italiana che tanto piace ai nostri politici. Papa Francesco, che preferisce smarcarsi da questi tristi mulinelli (l’ultimo smarcamento in volo di ritorno dal Brasile è dal giudizio sui gay. Che cosa ne pensa Bagnasco, per esempio?), prende ormai il largo per altri lidi, giudicati più urgenti e specifici per la chiesa contemporanea.
Bagnasco lo abbiamo dimenticato in fretta. A parte un certo cattolicesimo irrecuperabile, non si è fatto fatica a congedarsi dal suo piglio militaresco, dal suo approccio dogmatico alle questioni etiche – soprattutto circa i valori cosiddetti “non negoziabili” – e da certo pressing sull’agenda italiana che tanto piace ai nostri politici. Papa Francesco, che preferisce smarcarsi da questi tristi mulinelli (l’ultimo smarcamento in volo di ritorno dal Brasile è dal giudizio sui gay. Che cosa ne pensa Bagnasco, per esempio?), prende ormai il largo per altri lidi, giudicati più urgenti e specifici per la chiesa contemporanea.
Per dimenticare Ravasi ci metteremo invece un pò più di tempo, ma anche questo modello è destinato a scomparire. Chi lo conosce bene e lo ha frequentato dai tempi dei circoli milanesi sa che il Ravasi-pensiero in realtà non esiste. È un prodotto di sintesi, di circostanza, che ben s’attaglia del resto al suo carattere glaciale e totalmente autoreferenziale. La sua memoria e la predisposizione enciclopedica hanno fatto sì che alla riflessione scientifica si sia sostituita una catena di dotte citazioni, le quali spesso nella loro dialettica tendono ad elidersi. Come spesso accade poi a chi deve mutuare gli assunti da altri, la forza del discorso finisce per dipendere da immagini, parole o tropi che svaniscono presto come neve al sole.
Strano a dirsi ma Ravasi è decisamente un prodotto pop che stride totalmente con il grado-zero delle affermazioni di Papa Bergoglio, le quali, se spesso rasentano il banale, hanno invece una matrice rock. Il pop-Ravasi-pensiero ha creato l’illusione che la chiesa cattolica ami la cultura e che le sue intenzioni siano quelle di un processo di riavvicinamento a tale produzione creativa. È una falsa percezione perchè tale processo le è impossibile sia perchè non ha ancora risolto il problema della modernità, sia perchè gli strumenti di cui dispone tendono a fagocitare il lavoro creativo dell’uomo, non accettando fino in fondo la sua complessità, ma riducendola a frammenti, a “citazioni” di vita.
Insomma: è stato sufficiente mettere un filtro apparentemente naïf allo stile del vescovo di Roma per creare un “effetto-notte” di così ampia portata in grado di cambiare sensibilmente l’ambientazione delle chiesa cattolica. Ma quando si farà giorno che ne sarà di noi?
Leggi il resto: http://www.linkiesta.it/effetto-notte-bergoglio#ixzz2aWjLzzA8
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