IL MESSAGGIO SUBLIMINALE CHE VIENE FATTO PASSARE: CULTO DI “QUESTO” PAPA E ODIO PER IL CATTOLICESIMO
IN OGNI TEMPO IL PAPA "BUONO" ERA SEMPRE STATO QUELLO APPENA MORTO, MAI QUELLO IN CARICA. CON FRANCESCO SUCCEDE IL CONTRARIO.
DAL BAGAGLIO A MANO AL "BERGOGLIO A MANO"
22 luglio 2013 - Alcuni appunti inquieti sul viaggio, borsa alle mani, del papa in Brasile
O LA BORSA O LA CHIESA
Stavo pranzando quando ho visto l’immagine senza audio che si muoveva sullo schermo della tv, e ho sollevato gli occhi al cielo ormai rassegnato: il papa con la borsa a mano sale l’aereo per atterrare in Brasile. Senza bisogno di rimettere l’audio ho già capito tutto, tutto quel che si stava dicendo e quello di cui si blatererà nelle prossime ore e per tutto questo viaggio, che doveva essere apostolico e rischia di essere solo mediatico. E sarà ridotto a una questione di borsa.
Il Bergoglio col bagaglio a mano, dunque. A ‘na certa io mi domando se queste sono quotidiane trovate mediatiche sue o di qualche consigliere, consulente di “immagine”. Un che di geniale ce l’hanno, non dico di no: ma vorrei essere certo che non sia soprattutto uno sperpero di fosfati, fatica e tempo, in caso denaro; che non siano magari, alla fine, più inutili che utili, fini a se stesse quando non dannose e basta. Che siano sincere e “spontanee” come il gotha mediatico conciona, non ci credo manco se mi scannano, che siano strategiche e volute sì.
Dinanzi alla mia reazione infastidita, un mio commensale dice: “papi come questo non ce ne sono mai stati, è il meglio di tutti”. Meglio per cosa, di preciso? La solita roba: anello d’oro, automobile, poveriii. Vale a dire, a un esame meno ipocrita e superficiale dei fatti, tutte le cose per le quali noi viviamo e senza le quali ci pare non valga la pena vivere né vogliamo smettere: oro, auto di lusso e per non diventare come i “poveri” avendo noi in orrore la povertà, che al contrario dei santi pretendiamo per gli altri ma non per noi stessi, come dovrebbe invece essere. E poi la “simpatia, c’è pure quella. E qui ti rendi conto che per giudicare un successore di Pietro si usano gli stessi parametri che si userebbero per giudicare i politici e magari gli “amici” di Maria De Filippi. E questo la dice lunga sul valore di questi giudizi più o meno eterodiretti.
PAPA SÌ PAPATO NO; PAPA SÌ CHIESA NO
A me starebbe pure bene questa idolatria mediatica per il personaggio del papa. Se comprendesse anche il magistero, se fosse a favore del papa in quanto Pietro, non del papa in quanto Bergoglio. O meglio: di quel che i media, strumentalizzandolo, hanno fatto di Bergoglio…sebbene egli ci metta del proprio, spesso. Sarei entusiasta, perché ci eviterebbe, a noi cattolici scribacchini e “apologeti”, la fatica di dover difendere anche il papa insieme a tutto il resto sugli stessi media che mettono alla gogna il resto della Chiesa. Sarei entusiasta se non vedessi che questo culto è basato sull’equivoco, certe volte proprio sulla manipolazione, se non addirittura la menzogna vera e propria, a prescindere dalla volontà del papa. E anzi, a dirla tutta, è lo sviluppo ulteriore di quanto Pio XII aveva con disincanto detto guardando agli ultimi secoli di storia cristiana e anticristiana:
«Prima Cristo sì Chiesa no (riforma protestante); dopo Dio sì Cristo no (deismo illuminista); poi Dio no Cristo sì (agnosticismo liberal-massonico del Cristo “grande saggio” ma non divino); fino al grido empio: Dio è morto, anzi non è mai stato (l’ateismo marxista)». Adesso siamo al Papa sì, Chiesa no, Dio forse… ma ciascuno come piace a lui.Purché al papa si faccia dire ciò che a noi aggrada, purché lo si svincoli da ciò che la Chiesa è, e Dio sia un “secondo me” come gli altri e non quello incarnato e svelato dalla scritture e riproposto dal Magistero.
Questo io temo dei laudatores mediatici di Francesco, e questa paura trova riscontri ogni giorno: PAPA Sì, papato no, Roma no, dottrina no; aborto sì, leggi contro natura sì, tutta l’agenda liberal-radicale sì; dottrina morale e sociale della Chiesa no. Bel risultato!
ABBASSO I CARNIVORI, VIVA L’ABORTO!; ABBASSO LA CHIESA, VIVA IL PAPA!
Di questo equivoco o malafede che fa da risonanza alla presumibile “strategia mediatica” di Francesco, ho avuto prova immediata oggi, mentre ero in auto, andando verso il mare. Come sempre ho fatto zapping sulle stazioni radio. E tutte a parlare encomiasticamente dell’affaire “borsa a mano del papa”. Le solite stazioni da dove si propagandano sino a un minuto prima tutti i feticci liberal-radicali, compreso il vegetarismo talebano, per cui una coscia di pollo è “una coscia strappata a un cadavere”, mentre poco dopo un bambino abortito “è solo un feto non un essere umano” (hanno detto proprio così!).Ebbene, tutti questi a parlare di Francesco. Con scialo di aggettivi superlativi. Ma non per dire niente di cattolico: ma per dire di “quest’uomo umile che SPONTANEAMENTE porta i suoi bagagli a mano”. E quel che è peggio e lascia basiti, senza percepire la differenza tra Francesco e loro con tutto il repertorio da corte dei miracoli liberal.
Va bene, lasciamo correre sul fatto che era solo una borsa per documenti, glissiamo pure sul fatto che era in pelle e firmata Coveri (un lusso! Madooo che scandalooo: penitenziagiate!!!); non è tutto questo che mi preoccupa. Mi preoccupa un po’ di più che il papato sia ridotto solo a una questione di “borse a mano” e così un viaggio che doveva essere apostolico. Ma ancora di più mi preoccupa il disprezzo apertis verbis con cui tutti questi radio-dj e radio-giornalisti hanno liquidato tutti i predecessori e il papato stesso “prima di questo Francesco che già dall’elezione porta scarpe nere consumate, orologio di plastica, ha rifiutato la papamobile e soprattutto ha respinto la croce e ogni simbolo del papato”. E aggiungono: “Una salutare rottura totale con questa Chiesa ormai vecchia, fuori dal tempo, con teorie ormai senza senso che il papa ha liquidato“. Un altro, se non erro sulla radio dei talebani del veganismo, Radio Voice parla di un papa “che ha superato la Chiesa” e che quindi sta avviandola a chiudere definitivamente i battenti “con la massima dignità possibile”.
Così è stato detto. Cosa raccoglieremo dopo tutto questo? cosa stiamo coltivando? cosa resterà? Morto Bergoglio che ce ne facciamo del culto bergoglioso? (così come adesso non sappiamo più che farcene dell’antico culto giovanilistico per Wojtyla) Cui prodest?
IL MESSAGGIO SUBLIMINALE: CULTO DI “QUESTO” PAPA E ODIO PER IL CATTOLICESIMO
Il messaggio subliminale che è stato percepito, o che è stato lasciato passare, non lascia speranza: un odio furibondo verso tutto ciò che sappia inconfondibilmente di cattolico, per ogni tradizione cattolica, per ciò che la Chiesa è e rappresenta, respinta con sdegno persino nelle sue apparenze esteriori… ma “questo” (e sottolineano “questo”) papa no, lui è roba non infetta come tutto quanto è cattolico, lui al contrario è roba buona, anzi è “buono”: perché è “come noi” (e di per sé non dovrebbe essere gran cosa!…). Specialmente non è – così dicono fra le righe ma anche fuori – come gli “altri”, papi e cattolici, no, lui è “altro”, dai papi, dai cattolici, dal cattolicesimo.
Ma cosa diavolo è allora? Il personaggio è “buono” e stop, e “non importa” quel che dice o rappresenta, contano i “gesti”, chiaramente interpretati secondo la vulgata mondana. Va da sé che tutto il resto sia “cattivo”. Questo messaggio qui è stato percepito, è passato, è di dominio pubblico. Questo papa, dicono tutti, in tutto è una “rottura”. E chiaramente si rompe con le cose intrinsecamente maligne. Come, appunto, la “Chiesa”, il Magistero, i predecessori… compreso l’ex idolo di questi stessi osannatori mediatici professionisti: Giovanni Paolo II, a suo tempo utilizzato anche lui come “rottura” di qualche cosa. Anche Wojtyla è diventato “cattivo”. Sic transit gloria mundi!
UNA VOLTA IL PAPA BUONO ERA QUELLO MORTO NON QUELLO VIVO, ORA È IL CONTRARIO
Pazienza se ancora si finge di non accorgersi, per solo amore verso il papato, da parte di tanti cattolici sinceri di cosa stia davvero succedendo. Di cosa davvero è questo circo mediatico. E magari si lamentano per me di questa licenza critica verso il pontefice. Ma se ne facciano una ragione: certa papolatria prevede che non si possa neppure discutere della borsa di un vescovo di Roma. Ma lungi dall’essere zelo è cretineria: i simboli diventano pensieri, che si fanno parole, le parole gesti, i gesti si fanno storia, nel bene e nel male. Io mi voglio accanire – preoccupato ma con un sorriso –sulla borsa del papa, così come i progressisti sulle scarpe a seconda del colore. Per non dovermi accanire su tutto il resto, sulle cose importanti: quelle che in realtà hanno di mira proprio i media e certi laudatores mediatici interessati. Massì, facciamocela una risata, adesso che possiamo: per quando non ci sarà più niente da ridere, perché tutto questo castello di chiacchiere ci crollerà addosso. E dovremo per tutto il resto del tempo spaccarci la schiena a raccogliere cocci.
Va notato che si assiste a un fenomeno strano, anomalo, se non si fosse già verificato sotto Giovanni XXIII sebbene in termini molto più cattolici e secondo parametri assai più ortodossi e meno frivoli. In ogni tempo il papa “buono” era sempre stato quello appena morto, mai quello vivente; adesso il papa “buono” è quello vivente e “cattivi” erano tutti quelli morti, e specialmente quello ancora vivo ma “fortunatamente” non più papa, Ratzinger, il nemico pubblico numero 1 del Pensiero Unico Dominante e di tutte le lobby e le caste liberal-radicali longa manus dei padroni del mondo, e della stampa, i facitori di “opinioni” pubbliche.
E GESÙ DISSE: NON PORTATE BORSE CON VOI. LO DISSE PURE IL PAPA
Mi viene da riflettere pensando a un commento inquietante di un amico, sul mio fb, Filippo, un cattolico molto preparato e fedele al papa. Il quale mi riporta alla mente cosa successe al Cristo meno di una settimana prima della crocifissione: fu accolto in Gerusalemme in groppa a un asino, e non a un purosangue, come s’addiceva al re dei re, e nonostante ciò fu osannato e salutato con tanto di palme e salamelecchi. Mentre già la morte e la morte di croce incombeva, il calice dell’amarezza stava per traboccare e riversarsi sulla sua testa. Si domanda e quasi afferma allora l’amico: «Questo è il segno che qualcosa di grosso è alle porte. In bene o in male. Il “dopo-Francesco” o sarà la nostra persecuzione o sarà la nostra risurrezione. O forse entrambe le cose. Il Papa dopo di lui sarà di nuovo re o sarà di nuovo in croce». Per il momento già il predecessore è finito in croce.
A Lampedusa Francesco ha augurato buon ramadan ai musulmani. Passi. E ora in Brasile, dove in questi ultimi anni sono scappati metà dei fedeli verso sette provenienti dal protestantesimo impazzito americano? Cosa augurerà? “Crescete e moltiplicatevi”? Vediamo se serve a ri-marciare sul continente o a dichiarare il rompete le righe dei soli cattolici. Qui da noi già sta succedendo. Personalmente mi aspetto molti fuochi d’artificio, tanto fumo e poco arrosto. Mentre un applauso generale sommergerà tutti e farà scendere il sipario su una rappresentazione mediatica della realtà che non è la realtà.
Sorrido mentre ripenso alla recente omelia di papa Francesco: «Gesù disse ai suoi discepoli NON PORTATE CON VOI BORSE…».
di Antonio Margheriti Mastino © 2013 Qelsi
IN OGNI TEMPO IL PAPA "BUONO" ERA SEMPRE STATO QUELLO APPENA MORTO, MAI QUELLO IN CARICA. CON FRANCESCO SUCCEDE IL CONTRARIO.
DAL BAGAGLIO A MANO AL "BERGOGLIO A MANO"
22 luglio 2013 - Alcuni appunti inquieti sul viaggio, borsa alle mani, del papa in Brasile
O LA BORSA O LA CHIESA
Stavo pranzando quando ho visto l’immagine senza audio che si muoveva sullo schermo della tv, e ho sollevato gli occhi al cielo ormai rassegnato: il papa con la borsa a mano sale l’aereo per atterrare in Brasile. Senza bisogno di rimettere l’audio ho già capito tutto, tutto quel che si stava dicendo e quello di cui si blatererà nelle prossime ore e per tutto questo viaggio, che doveva essere apostolico e rischia di essere solo mediatico. E sarà ridotto a una questione di borsa.
Il Bergoglio col bagaglio a mano, dunque. A ‘na certa io mi domando se queste sono quotidiane trovate mediatiche sue o di qualche consigliere, consulente di “immagine”. Un che di geniale ce l’hanno, non dico di no: ma vorrei essere certo che non sia soprattutto uno sperpero di fosfati, fatica e tempo, in caso denaro; che non siano magari, alla fine, più inutili che utili, fini a se stesse quando non dannose e basta. Che siano sincere e “spontanee” come il gotha mediatico conciona, non ci credo manco se mi scannano, che siano strategiche e volute sì.
Dinanzi alla mia reazione infastidita, un mio commensale dice: “papi come questo non ce ne sono mai stati, è il meglio di tutti”. Meglio per cosa, di preciso? La solita roba: anello d’oro, automobile, poveriii. Vale a dire, a un esame meno ipocrita e superficiale dei fatti, tutte le cose per le quali noi viviamo e senza le quali ci pare non valga la pena vivere né vogliamo smettere: oro, auto di lusso e per non diventare come i “poveri” avendo noi in orrore la povertà, che al contrario dei santi pretendiamo per gli altri ma non per noi stessi, come dovrebbe invece essere. E poi la “simpatia, c’è pure quella. E qui ti rendi conto che per giudicare un successore di Pietro si usano gli stessi parametri che si userebbero per giudicare i politici e magari gli “amici” di Maria De Filippi. E questo la dice lunga sul valore di questi giudizi più o meno eterodiretti.
PAPA SÌ PAPATO NO; PAPA SÌ CHIESA NO
A me starebbe pure bene questa idolatria mediatica per il personaggio del papa. Se comprendesse anche il magistero, se fosse a favore del papa in quanto Pietro, non del papa in quanto Bergoglio. O meglio: di quel che i media, strumentalizzandolo, hanno fatto di Bergoglio…sebbene egli ci metta del proprio, spesso. Sarei entusiasta, perché ci eviterebbe, a noi cattolici scribacchini e “apologeti”, la fatica di dover difendere anche il papa insieme a tutto il resto sugli stessi media che mettono alla gogna il resto della Chiesa. Sarei entusiasta se non vedessi che questo culto è basato sull’equivoco, certe volte proprio sulla manipolazione, se non addirittura la menzogna vera e propria, a prescindere dalla volontà del papa. E anzi, a dirla tutta, è lo sviluppo ulteriore di quanto Pio XII aveva con disincanto detto guardando agli ultimi secoli di storia cristiana e anticristiana:
«Prima Cristo sì Chiesa no (riforma protestante); dopo Dio sì Cristo no (deismo illuminista); poi Dio no Cristo sì (agnosticismo liberal-massonico del Cristo “grande saggio” ma non divino); fino al grido empio: Dio è morto, anzi non è mai stato (l’ateismo marxista)». Adesso siamo al Papa sì, Chiesa no, Dio forse… ma ciascuno come piace a lui.Purché al papa si faccia dire ciò che a noi aggrada, purché lo si svincoli da ciò che la Chiesa è, e Dio sia un “secondo me” come gli altri e non quello incarnato e svelato dalla scritture e riproposto dal Magistero.
Questo io temo dei laudatores mediatici di Francesco, e questa paura trova riscontri ogni giorno: PAPA Sì, papato no, Roma no, dottrina no; aborto sì, leggi contro natura sì, tutta l’agenda liberal-radicale sì; dottrina morale e sociale della Chiesa no. Bel risultato!
ABBASSO I CARNIVORI, VIVA L’ABORTO!; ABBASSO LA CHIESA, VIVA IL PAPA!
Di questo equivoco o malafede che fa da risonanza alla presumibile “strategia mediatica” di Francesco, ho avuto prova immediata oggi, mentre ero in auto, andando verso il mare. Come sempre ho fatto zapping sulle stazioni radio. E tutte a parlare encomiasticamente dell’affaire “borsa a mano del papa”. Le solite stazioni da dove si propagandano sino a un minuto prima tutti i feticci liberal-radicali, compreso il vegetarismo talebano, per cui una coscia di pollo è “una coscia strappata a un cadavere”, mentre poco dopo un bambino abortito “è solo un feto non un essere umano” (hanno detto proprio così!).Ebbene, tutti questi a parlare di Francesco. Con scialo di aggettivi superlativi. Ma non per dire niente di cattolico: ma per dire di “quest’uomo umile che SPONTANEAMENTE porta i suoi bagagli a mano”. E quel che è peggio e lascia basiti, senza percepire la differenza tra Francesco e loro con tutto il repertorio da corte dei miracoli liberal.
Va bene, lasciamo correre sul fatto che era solo una borsa per documenti, glissiamo pure sul fatto che era in pelle e firmata Coveri (un lusso! Madooo che scandalooo: penitenziagiate!!!); non è tutto questo che mi preoccupa. Mi preoccupa un po’ di più che il papato sia ridotto solo a una questione di “borse a mano” e così un viaggio che doveva essere apostolico. Ma ancora di più mi preoccupa il disprezzo apertis verbis con cui tutti questi radio-dj e radio-giornalisti hanno liquidato tutti i predecessori e il papato stesso “prima di questo Francesco che già dall’elezione porta scarpe nere consumate, orologio di plastica, ha rifiutato la papamobile e soprattutto ha respinto la croce e ogni simbolo del papato”. E aggiungono: “Una salutare rottura totale con questa Chiesa ormai vecchia, fuori dal tempo, con teorie ormai senza senso che il papa ha liquidato“. Un altro, se non erro sulla radio dei talebani del veganismo, Radio Voice parla di un papa “che ha superato la Chiesa” e che quindi sta avviandola a chiudere definitivamente i battenti “con la massima dignità possibile”.
Così è stato detto. Cosa raccoglieremo dopo tutto questo? cosa stiamo coltivando? cosa resterà? Morto Bergoglio che ce ne facciamo del culto bergoglioso? (così come adesso non sappiamo più che farcene dell’antico culto giovanilistico per Wojtyla) Cui prodest?
IL MESSAGGIO SUBLIMINALE: CULTO DI “QUESTO” PAPA E ODIO PER IL CATTOLICESIMO
Il messaggio subliminale che è stato percepito, o che è stato lasciato passare, non lascia speranza: un odio furibondo verso tutto ciò che sappia inconfondibilmente di cattolico, per ogni tradizione cattolica, per ciò che la Chiesa è e rappresenta, respinta con sdegno persino nelle sue apparenze esteriori… ma “questo” (e sottolineano “questo”) papa no, lui è roba non infetta come tutto quanto è cattolico, lui al contrario è roba buona, anzi è “buono”: perché è “come noi” (e di per sé non dovrebbe essere gran cosa!…). Specialmente non è – così dicono fra le righe ma anche fuori – come gli “altri”, papi e cattolici, no, lui è “altro”, dai papi, dai cattolici, dal cattolicesimo.
Ma cosa diavolo è allora? Il personaggio è “buono” e stop, e “non importa” quel che dice o rappresenta, contano i “gesti”, chiaramente interpretati secondo la vulgata mondana. Va da sé che tutto il resto sia “cattivo”. Questo messaggio qui è stato percepito, è passato, è di dominio pubblico. Questo papa, dicono tutti, in tutto è una “rottura”. E chiaramente si rompe con le cose intrinsecamente maligne. Come, appunto, la “Chiesa”, il Magistero, i predecessori… compreso l’ex idolo di questi stessi osannatori mediatici professionisti: Giovanni Paolo II, a suo tempo utilizzato anche lui come “rottura” di qualche cosa. Anche Wojtyla è diventato “cattivo”. Sic transit gloria mundi!
UNA VOLTA IL PAPA BUONO ERA QUELLO MORTO NON QUELLO VIVO, ORA È IL CONTRARIO
Pazienza se ancora si finge di non accorgersi, per solo amore verso il papato, da parte di tanti cattolici sinceri di cosa stia davvero succedendo. Di cosa davvero è questo circo mediatico. E magari si lamentano per me di questa licenza critica verso il pontefice. Ma se ne facciano una ragione: certa papolatria prevede che non si possa neppure discutere della borsa di un vescovo di Roma. Ma lungi dall’essere zelo è cretineria: i simboli diventano pensieri, che si fanno parole, le parole gesti, i gesti si fanno storia, nel bene e nel male. Io mi voglio accanire – preoccupato ma con un sorriso –sulla borsa del papa, così come i progressisti sulle scarpe a seconda del colore. Per non dovermi accanire su tutto il resto, sulle cose importanti: quelle che in realtà hanno di mira proprio i media e certi laudatores mediatici interessati. Massì, facciamocela una risata, adesso che possiamo: per quando non ci sarà più niente da ridere, perché tutto questo castello di chiacchiere ci crollerà addosso. E dovremo per tutto il resto del tempo spaccarci la schiena a raccogliere cocci.
Va notato che si assiste a un fenomeno strano, anomalo, se non si fosse già verificato sotto Giovanni XXIII sebbene in termini molto più cattolici e secondo parametri assai più ortodossi e meno frivoli. In ogni tempo il papa “buono” era sempre stato quello appena morto, mai quello vivente; adesso il papa “buono” è quello vivente e “cattivi” erano tutti quelli morti, e specialmente quello ancora vivo ma “fortunatamente” non più papa, Ratzinger, il nemico pubblico numero 1 del Pensiero Unico Dominante e di tutte le lobby e le caste liberal-radicali longa manus dei padroni del mondo, e della stampa, i facitori di “opinioni” pubbliche.
E GESÙ DISSE: NON PORTATE BORSE CON VOI. LO DISSE PURE IL PAPA
Mi viene da riflettere pensando a un commento inquietante di un amico, sul mio fb, Filippo, un cattolico molto preparato e fedele al papa. Il quale mi riporta alla mente cosa successe al Cristo meno di una settimana prima della crocifissione: fu accolto in Gerusalemme in groppa a un asino, e non a un purosangue, come s’addiceva al re dei re, e nonostante ciò fu osannato e salutato con tanto di palme e salamelecchi. Mentre già la morte e la morte di croce incombeva, il calice dell’amarezza stava per traboccare e riversarsi sulla sua testa. Si domanda e quasi afferma allora l’amico: «Questo è il segno che qualcosa di grosso è alle porte. In bene o in male. Il “dopo-Francesco” o sarà la nostra persecuzione o sarà la nostra risurrezione. O forse entrambe le cose. Il Papa dopo di lui sarà di nuovo re o sarà di nuovo in croce». Per il momento già il predecessore è finito in croce.
A Lampedusa Francesco ha augurato buon ramadan ai musulmani. Passi. E ora in Brasile, dove in questi ultimi anni sono scappati metà dei fedeli verso sette provenienti dal protestantesimo impazzito americano? Cosa augurerà? “Crescete e moltiplicatevi”? Vediamo se serve a ri-marciare sul continente o a dichiarare il rompete le righe dei soli cattolici. Qui da noi già sta succedendo. Personalmente mi aspetto molti fuochi d’artificio, tanto fumo e poco arrosto. Mentre un applauso generale sommergerà tutti e farà scendere il sipario su una rappresentazione mediatica della realtà che non è la realtà.
Sorrido mentre ripenso alla recente omelia di papa Francesco: «Gesù disse ai suoi discepoli NON PORTATE CON VOI BORSE…».
di Antonio Margheriti Mastino © 2013 Qelsi
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