PENSAVANO SI TRATTASSE DI NEYMAR
DI MASSIMO FINI ilfattoqotidiano.it
Papa Francesco non segue la linea di Ratzinger, che ha avuto il coraggio di mostrare, col ritiro, tutta la sua debolezza d’uomo ad imitazione, senza intenzione, di Cristo inchiodato sulla croce (“Padre, padre, perché mi hai abbandonato?”), ma di Wojtyla. Cioè della spettacolarizzazione della fede attraverso i media.
Wojtyla lo faceva in modo muscolare, Bergoglio più soft. Utilizza la retorica della semplicità che non è meno ingannatrice di ogni altra retorica .Si è cominciato col Papa che va ostentatamente a pagarsi il conto dell’albergo e si è continuato col Papa che sale sull’aereo portandosi a mano la sua valigetta, “proprio come tutti gli altri” (sembra di essere tornati ai tempi del narcisista Pertini, il peggior Presidente che l’Italia ha avuto).
Questa spettacolarizzazione nelle forme della semplicità e della modestia non è in realtà, come è stato per Wojtyla, che una resa incondizionata ai media e quindi alla modernizzazione di cui i primi sono, insieme, concreto strumento e simbolo. Ciò non ha portato fortuna alla Chiesa cattolica apostolica romana.
Durante i 25 anni del Papato di Wojtyla le vocazioni sono crollate, i conventi svuotati, il senso del sacro scomparso nei popoli dell’Occidente. Certo la Chiesa si trova davanti a una mission impossible. Quando nel 1880 Nietzsche proclama ‘la morte di Dio’ non fa che constatare, con qualche decennio di anticipo perché era un genio, che Dio è morto nella coscienza dell’uomo occidentale. E se è forse possibile che un Dio resusciti un uomo, mi pare molto improbabile che l’uomo resusciti un Dio.
Comunque sia, sta di fatto che la Chiesa, in questi anni, non è riuscita ad intercettare le esigenze di spiritualità che, per contraccolpo, si facevano sentire in una società materialista come quella occidentale. L’esigenza di spiritualità si è presto trasformata, inesorabilmente, nel consumo della spiritualità, la New age, con i suoi contenuti poveri così lontani dall’antica sapienza della Chiesa, l’esoterismo, lo spiri- tismo, il satanismo giù giù fino al più innocuo oroscopo. Nella migliore delle ipotesi gli occidentali che sentono questo bisogno di spiritualità, di fede, di Dio si sono rivolti ai culti orientali (il ‘Sutra del Loto’), al- l’islamismo e alle chiese evangeliche che eliminano le gerarchie e si rifanno direttamente alle Sacre Scritture, la Bibbia e il Vangelo. È perché la Chiesa considera ormai perduta la partita in Occidente che ha eletto un Papa sudamericano e che il primo viaggio di Bergoglio è stato in Brasile, tradizionale feudo della Chiesa cattolica dove il Pontefice ha ricevuto omaggi apparentemente oceanici ma in parte ambigui perché non è del tutto certo che i disperati delle favelas sappiano distinguere tra un Papa e Neymar. Inoltre anche in Brasile la Chiesa è fortemente insidiata dalle Chiese evangeliche che hanno conquistato un terzo dei credenti.
I dietrologi affermano che dietro questa straordinaria affermazione c’è la mano di Barack Obama che è di religione battista. Altri dietrologi, esoterici, hanno fatto notare ciò che pochi hanno notato e cioè che Ber- goglio sotto la veste papale non indossa le calze e le babucce come usava Ratzinger e tutti i Pontefici prima di lui, ma i calzoni neri e le scarpe nere. Hanno sottolineato cioè che Bergoglio è, e rimane, un gesuita. Il capo dei gesuiti viene chiamato tradizionalmente ‘il Papa nero’. E Nostradamus profetizza che quando ap- parirà ‘il Papa nero’ sarà la fine del mondo. Speriamo.
Massimo Fini Fonte: www.ilfattoquotidiano.it 3.08.2013
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