ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 12 settembre 2013

A scuola di fallimento: la colpa sarà sempre dei conservatori!)

Gli immobili (inutilizzati) della Chiesa di Francesco per i poveri

Il papa manda a lezione i vescovi per evitare i fallimenti. E ripensa all'uso del patrimonio vaticano per aiutare i deboli.

Papa Francesco ha lanciato un monito alla Chiesa affinché i conventi vuoti siano usati per i poveri.
Sono decine i grandi e antichi conventi chiusi o semi abbandonati, difesi strenuamente da pochi frati e suore spesso 80enni, determinati a tenere viva la speranza di un nuovo utilizzo legato a una ripresa delle vocazioni.
Ed è attorno a questo enorme patrimonio immobiliare che ruotano gli interessi di gruppi privati, spesso legati alla stessa Chiesa cattolica italiana, i quali vorrebbero trasformare le strutture in hotel, residence o case di cura e di riposo.
Di fronte a questa realtà che riguarda centinaia dei circa 100 mila immobili che la Chiesa possiede, papa Francesco ha preso una posizione chiara: i conventi non utilizzati diventino ostelli per i rifugiati, non alberghi perché l'obiettivo non è fare soldi, ma aiutare i più deboli.
LO SCONTRO COI CONSERVATORI. Jorge Mario Bergoglio, visitando il Centro Astalli per i rifugiati di Roma e la chiesa del Gesù casa madre dei gesuiti di tutto il mondo, è entrato con decisione in una discussione che da 30 anni divide la Chiesa in Italia: da una parte la fazione conservatrice di monsignori, religiosi e laici decisa a tenersi stretta il patrimonio immobiliare e usarlo ai fini interni, dall'altra i cattolici detti 'democratici' o di base, i quali spingono invece per trasformare questi beni in altrettante opere di carità.

L'omaggio a padre Pedro Arrupe alla chiesa del Gesù

Giungendo alla chiesa del Gesù il pontefice ha compiuto un gesto il cui significato 'politico' è sfuggito a molti: ha deposto un mazzolino di fiori molto semplici, raccolti nei giardini vaticani, sulla tomba di padre Pedro Arrupe, il generale dei gesuiti che nel 1981 portò la Compagnia a compiere l'opzione preferenziale per i poveri - ovvero l'idea che la Chiesa e i credenti debbano mettere al primo posto di ogni intervento le vittime di vecchie e nuove povertà ed emarginazioni - da cui poi nacquero molte opere sociali e anche, nell'America Latina, la teologia della liberazione, cioè l'appoggio e la partecipazione diretta di religiosi nei governi marxisti)
La scelta di Arrupe venne contestata dentro e fuori la Compagnia, ma l'uomo tirò dritto e, come segno di sfida ai conservatori, pose proprio alla Chiesa del Gesù la sede del Comitato per i rifugiati che lui aveva appena fondato.
USARE I CONVENTI PER I POVERI. Alcuni in Vaticano evidenziano come Bergoglio abbia voluto, oggi che i tanti conventi vuoti sono nelle mire della speculazione, mandare un messaggio a vescovi e superiori degli ordini religiosi: quei beni non vanno venduti, ma usati per soccorrere le persone più deboli.
MOSSA CON VALENZA IDEOLOGICA. La mossa del papa, si fa ancora notare Oltretevere, ha anche una valenza ideologica: mentre dalla stessa Curia giungono segnali che vengono letti come di sdoganamento della teologia della liberazione, Francesco richiama l'opzione preferenziale per i poveri.
Ciò, si fa notare in ambienti vicini alla Curia, potrebbe permettere di rivalutare il messaggio, pur continuando a condannare alcuni presunti eccessi passati della teologia della liberazione.

La Chiesa ha circa 100 mila immobili in Italia

Oggi la Chiesa in Italia possiede circa 100 mila immobili, tra i quali vi sono 9 mila scuole, 26 mila tra chiese, oratori, conventi, campi sportivi e negozi e 5 mila tra cliniche, ospedali e strutture sanitarie e di vario genere. Più difficile capire quanti siano hotel, residence e strutture ricettive in genere, perché per la maggior parte sono di proprietà di ordini di frati e suore, e non delle diocesi.
Si tratta comunque di molte migliaia di imprese, perché tali sono, e Francesco oggi prova a scongiurare l'avanzata della componente ecclesiale più orientata al business che alla carità di cui c'è sempre più bisogno.
UN PATRIMONIO TROPPO VASTO. Dal 1993 al 2003 le opere sociali della Chiesa italiana sono raddoppiate, passando da 11 mila a 22 mila circa, mentre la stessa Chiesa, con 107 mila buste paga (tra servizi, scuole, cliniche, hotel, negozi e uffici), è il primo datore di lavoro in Italia dopo lo Stato.
Di fronte a tutto ciò Bergoglio ha voluto dare anche un altro segnale, che negli ambienti cattolici è stato colto con chiarezza: il patrimonio è esagerato, serve ripensarne dimensioni e utilizzo.
UN CORSO PER GESTIRE I FALLIMENTI. Mantenere immobili e servizi costa e anche la Chiesa si trova a fronteggiare situazioni d'emergenza. Tanto che, per il 15 ottobre a Roma, la Conferenza episcopale italiana ha organizzato una giornata di studio sul tema 'L'amministrazione dell'ente ecclesiastico, prevenzione e gestione delle criticità; procedure concorsuali'.
Il corso è diretto agli economi delle diocesi italiane, ovvero quasi sempre sacerdoti incaricati da ciascun vescovo di far quadre i conti. E ora questi amministratori vengono chiamati a imparare i mezzi per scongiurare il fallimento di enti e società legati alla Chiesa.
In genere, per soddisfare i creditori prima che vadano dal giudice, si prova a vendere qualche immobile: ma il pontefice stavolta preferisce soluzioni diverse rispetto a quelle del commercialista.

di Marco Mostallino
http://www.lettera43.it/economia/aziende/gli-immobili-inutilizzati-della-chiesa-di-francesco-per-i-poveri_43675107821.htm

Papa Francesco, guida sportiva e contromano in Vaticano sulla Renault 4



ROMA – “Ma dove vanno quei due matti in contromano e senza cintura di sicurezza?”, gridavano allarmate le guardie del corpo di Papa Francesco. Ma i due matti in macchina, matti si fa per dire, erano proprio il Papa e don Renzo Zocca, parroco di Santa Lucia di Pescantina, che era alla guida. I due, dimostrando evidentemente di avere una guida alquanto sportiva, erano una vecchiaRenault 4 bianca, targata VR779684, con 300 mila chilometri all’attivo e due adesivi della squadra di calcio dell’Hellas Verona sui finestrini. Auto regalata al Papa proprio da don Zocca.
Ma più che don Renzo Zocca è Papa Francesco a dimostrare una certa confidenza per i motori e una predilezione alla guida spericolata. Don Zocca infatti è sì alla guida ma all’obiezione del prete veronese, “Santità, qui non si può andare, è senso vietato”, il Papa aveva risposto: “Vai che qui si può, non passa mai nessuno”. Le guardie, colte di sorpresa, hanno rincorso l’automobile, mai vista prima da quelle parti, per qualche decina di metri. Poi hanno dovuto arrendersi e prendere fiato.
Alessandro Gonzato per Libero ci racconta come guida Papa Francesco:
Don Zocca racconta che Papa Francesco alla guida è disinvolto e molto sicuro. “Non ho dovuto insegnargli nulla perché, appena ha visto la Renault, mi ha detto che a Buenos Aires aveva un’auto uguale e che non l’aveva mai lasciato a piedi. E pure io, in tanti anni, non ho avuto problemi”. Don Zocca, che siamo andati a trovare nella sua canonica di Pescantina, rivive con intensa emozione l’attimo in cui ha incontrato il Pontefice, offrendogli la sua vecchia auto: “Mi ha abbracciato e sono scoppiato a piangere”.
Lo scorso giugno Bergoglio aveva detto che i papi, i cardinali, i vescovi, i preti e le suore, non devono avere auto lussuose perché la Chiesa deve essere povera e tali devono essere i suoi ministri. A tutti era rimasta impressa quella considerazione che equivaleva a un rimprovero rivolto a molti religiosi che hanno smarrito la strada dell’umiltà. Don Zocca, fondatore dell’Ancora Onlus, oltre ad essere parroco, è impegnato nell’assistenza dei più poveri e degli emarginati. Ha quindi subito rivolto uno sguardo dalla finestra alla sua Renault, vecchia di trent’anni, ma pulita, parcheggiata nel cortile della canonica. “Ecco la macchina del Papa, basterà far sostituire il motore, dargli una nuova vita, e poi sarà a posto, dato che la carrozzeria è ancora in ottimo stato, così come le gomme” si è detto, non immaginando che Bergoglio l’avrebbe accettata. E subito ha preso carta e penna: “Vostra Santità…”. Dopo avergli annunciato che gli voleva donare la vettura, ha ringraziato il papa per il suo discorso sul rinnovamento della Chiesa, che deve partire dalle periferie.
Al Papa, oltre all’auto, è stata consegnata una maglietta gialla realizzata da alcuni ragazzi delle comunità in cui opera Don Zocca, una di quelle t-shirt che il sacerdote vende per finanziare le sue opere di carità. “A quanto la vendete?” ha chiesto il Papa, interessato all’acquisto. “Chiediamo 5 euro” ha risposto il parroco. E il sommo Pontefice l’ha voluta pagare a tutti i costi, pure con un sovrapprezzo. Ha tirato fuori dalla tasca 10 euro e li ha consegnati al prete venuto da Verona. Don Zocca custodisce gelosamente la banconota nel portafogli.

AIUTO! CHI È QUEL PAZZO CONTROMANO E SENZA CINTURA? È IL PAPA! - BERGOGLIO SFRECCIA SULLA RENAULT 4 DEL PARROCO

Dalla Papamobile a una R4 con 300mila chilometri e due adesivi dell’Hellas Verona sul finestrino, il Papa usa questa macchina per spostarsi in Vaticano: “Contromano? Vai che qui si può, non passa mai nessuno!” - Gliel’ha regalata don Zocca (anzi, il Pontefice l’ha pagata 10 euro), “guida disinvolto e molto sicuro”…

Alessandro Gonzato per "Libero"
«Ma dove vanno quei matti in contromano e senza cintura di sicurezza?». I matti, si fa per dire ovviamente, erano il papa, seduto sul sedile del passeggero, e il 69 enne don Renzo Zocca parroco di Santa Lucia di Pescantina, un paese del Veronese che era alla guida. L'auto era una vecchia Renault 4 bianca, targata VR779684, con 300 mila chilometri all'attivo e due adesivi della squadra di calcio dell'Hellas Verona sui finestrini.
LA RENAULT QUATTRO DI DON ZOCCA REGALATA AL PAPA BERGOGLIOLA RENAULT QUATTRO DI DON ZOCCA REGALATA AL PAPA BERGOGLIO
A gridare allarmate erano le guardie del corpo del Santo Padre. All'obiezione del prete veronese, «Santità, qui non si può andare, è senso vietato», il papa aveva risposto: «Vai che qui si può, non passa mai nessuno». Le guardie, colte di sorpresa, hanno rincorso l'automobile, mai vista prima da quelle parti, per qualche decina di metri. Poi hanno dovuto arrendersi e prendere fiato.
Don Renzo Zocca è raggiante. Da qualche giorno papa Francesco, per spostarsi in Vaticano, usa la vecchia auto che gli ha regalato. Dopo che gli era stata consegnata dallo stesso sacerdote, accompagnato a Roma da un centinaio di parrocchiani della sua comunità, il papa l'ha guidata personalmente per recarsi alla veglia di preghiera per la Siria. Si era tirato su la tonaca bianca, si era accomodato ben bene sul sedile e aveva preso in mano il volante.
Ma come guida il Papa? Don Zocca risponde che è disinvolto e molto sicuro. «Non ho dovuto insegnargli nulla perché, appena ha visto la Renault, mi ha detto che a Buenos Aires aveva un'auto uguale e che non l'aveva mai lasciato a piedi. E pure io, in tanti anni, non ho avuto problemi».
LA RENAULT QUATTRO DI DON ZOCCA REGALATA AL PAPA BERGOGLIOLA RENAULT QUATTRO DI DON ZOCCA REGALATA AL PAPA BERGOGLIO
Don Zocca, che siamo andati a trovare nella sua canonica di Pescantina, rivive con intensa emozione l'attimo in cui ha incontrato il Pontefice, offrendogli la sua vecchia auto: «Mi ha abbracciato e sono scoppiato a piangere». Lo scorso giugno Bergoglio aveva detto che i papi, i cardinali, i vescovi, i preti e le suore, non devono avere auto lussuose perché la Chiesa deve essere povera e tali devono essere i suoi ministri.
LA RENAULT QUATTRO DI DON ZOCCA REGALATA AL PAPA FRANCESCO BERGOGLIOLA RENAULT QUATTRO DI DON ZOCCA REGALATA AL PAPA FRANCESCO BERGOGLIO
A tutti era rimasta impressa quella considerazione che equivaleva a un rimprovero rivolto a molti religiosi che hanno smarrito la strada dell'umiltà. Don Zocca, fondatore dell'Ancora Onlus, oltre ad essere parroco, è impegnato nell'assistenza dei più poveri e degli emarginati. Ha quindi subito rivolto uno sguardo dalla finestra alla sua Renault, vecchia di trent'anni, ma pulita, parcheggiata nel cortile della canonica.
«Ecco la macchina del Papa, basterà far sostituire il motore, dargli una nuova vita, e poi sarà a posto, dato che la carrozzeria è ancora in ottimo stato, così come le gomme» si è detto, non immaginando che Bergoglio l'avrebbe accettata. E subito ha preso carta e penna: «Vostra Santità...».
Dopo avergli annunciato che gli voleva donare la vettura, ha ringraziato il papa per il suo discorso sul rinnovamento della Chiesa, che deve partire dalle periferie. Don Zocca è un parroco di periferia: prima di essere trasferito a Pescantina, aveva diretto dal 1980 al 2005 la parrocchia del Saval, fuori dal centro di Verona. «Lì, con 25 anni di duri sacrifici, anche grazie ai miei splendidi collaboratori siamo riusciti a mettere in piedi da zero una bella realtà».
LA RENAULT QUATTRO DI DON ZOCCA REGALATA AL PAPA BERGOGLIOLA RENAULT QUATTRO DI DON ZOCCA REGALATA AL PAPA BERGOGLIO
La risposta del Papa non si è fatta attendere. «Il 10 agosto, alle ore 10 e 19 mi ha telefonato al cellulare: pronto sono Papa Francesco...». «Sia lodato Gesù Cristo» ha risposto d'istinto l'incredulo interlocutore. E sabato scorso la R4, lustra come se fosse appena uscita dalla fabbrica, e con le gomme che odoravano ancora di nuovo, è arrivata alla Città del Vaticano a bordo di un carro attrezzi, scortata da don Zocca e dai suoi parrocchiani, scesi in pullman da Verona.
Al Papa, oltre all'auto, è stata consegnata una maglietta gialla realizzata da alcuni ragazzi delle comunità in cui opera Don Zocca, una di quelle t-shirt che il sacerdote vende per finanziare le sue opere di carità. «A quanto la vendete?» ha chiesto il Papa, interessato all'acquisto. «Chiediamo 5 euro» ha risposto il parroco. E il sommo Pontefice l'ha voluta pagare a tutti i costi, pure con un sovrapprezzo. Ha tirato fuori dalla tasca 10 euro e li ha consegnati al prete venuto da Verona. Don Zocca custodisce gelosamente la banconota nel portafogli.
Il don veneto non è stato l'unico proprietario della R4 che ora è diventata l'auto più famosa del mondo. Lui stesso l'aveva ricevuta in regalo dal titolare di un concessionario d'auto, Eraldo Polato, all'epoca comproprietario dell'Hellas Verona. Adesso il problema, se c'è in questa bella storia, è che il gesto di don Zocca venga imitato, e che il Vaticano sia sommerso di macchine vecchie donate al papa. Ma c'è un altro problema: che il Papa, con la sua guida sportiva, non si faccia del male.
 http://www.dagospia.com/rubrica-29/Cronache/aiuto-chi-quel-pazzo-contromano-e-senza-cintura-il-papa-bergoglio-sfreccia-sulla-renault-62577.htm

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