Pubblichiamo il commento di alcuni fedeli sulla corrispondenza fra Papa Bergoglio ed Eugenio Scalfari, scusandoci per la fin troppa pubblicità che si sta facendo a quest'ultimo, non perché non la meriti, come rappresentante esemplare della sommatoria di tutti gli anticattolici, ma perché manca, purtroppo, la condanna altrettanto esemplare della Santa Sede.
1) se tu sei non credente una simile domanda non avrebbe senso poiché se Dio non esiste, non può neppure punirti.
2) se hai ancora un briciolo di Fede, ti conviene passare da non credente a credente, se tieni alla tua anima, poiché Dio è buono ma no scemo, come afferma la teologia del Vaticano II.
Bergoglio dice: "Dio appoggia chi segue la propria coscienza", allora ciascuno può fare ciò che gli pare, poiché tutti agiamo seguendo la "nostra coscienza" anche quando commettiamo delle malefatte. Es: chi ruba in una casa lo fa perché la "coscienza" gli suggerisce che la proprietà è un furto ed il padrone di casa è certamente diventato ricco perché ha rubato. E poi con la crisi è impossibile trovare lavoro. Il padrone spara al ladro: lo ha fatto perché la "coscienza" gli suggerisce che quello che ha se lo è guadagnato col duro lavoro o lo ha ereditato grazie al duro lavoro dei propri avi, quindi va difeso. E poi il ladro ha 20 anni e potrebbe trovare lavoro senza problemi perché è "giovane".
Benedetto XVI prima indice l'Anno della Fede, e proprio nel mezzo di questo anno speciale cosa fa? Si dimette. Gli succede Francesco I che sembra avere più a cuore le pecore dei Mullá che le sue, e pensa solo ad avere il consenso mondano esternando affermazioni buoniste.
Ho massimo rispetto per il Magistero Petrino, ma gli ultimi papi a partire da Giovanni Paolo II mi lasciano sempre più perplesso.
G. A.
“La questione, per chi non crede in Dio, sta nell'obbedire alla proprio coscienza. Il peccato, anche per chi non ha la fede, c'è quando si va contro la coscienza. Ascoltare e obbedire ad essa significa, infatti, decidersi di fronte a ciò che viene percepito come bene o come male. E su questa decisione si gioca la bontà o la malvagità del nostro agire".
Queste sono alcune delle parole pronunciate da Papa Francesco in risposta alle domande di Eugenio Scalfari, il papa degli atei e dei laici più spietati ed intransigenti. Non a caso proprio il suo giornale, "Repubblica", in questi ultimi anni ha portato avanti, quasi fossero una ragione di vita, attacchi spietati, senza alcun risparmio di colpi, contro Benedetto XVI, il Suo Pontificato e la Chiesa in generale.
Ora, da questa risposta del nuovo Papa, che, insieme alla negazione dell'esistenza di verità assolute anche per i cattolici ha praticamente messo in confusione la fede di migliaia di persone (i dogmi, di fatto, sono verità assolute e non credere ad essi significa demolire le fondamenta della religione Cattolica!), si evince che anche chi non crede e, tanto per fare un esempio, pratica coscienziosamente l'aborto, può (senza confessarsi e pentirsi seriamente? - parole queste omesse nella risposta di Francesco!) conquistare il perdono e la misericordia di Dio...
Ma davvero il GENOCIDIO DI MILIONI DI VITTIME INNOCENTI può essere perdonato da Dio se non vi è il pentimento di quanti lo hanno praticato?
Davvero si può dire ad un medico senza fede che, se ha praticato l'aborto secondo la propria coscienza, non ha commesso peccato?
Dato che i miei genitori mi hanno trasmesso il dono della fede cattolica, facendomi frequentare fin da bambino perfino le scuole cattoliche, di fronte ai contenuti della lettera del Papa scritta ad Eugenio Scalfari, mi trovo in evidente difficoltà, poiché tutto ciò che mi è stato insegnato e trasmesso ora è come se non esistesse più, poiché il Papa, non solo ha spiegato che è possibile il contrario, ma lo ha addirittura negato! ("Per cominciare io non parlerei nemmeno per chi crede di verità assoluta"...).
Qualche sacerdote, teologo, insegnante di religione... può gentilmente provare a fornirmi qualche spiegazione, delucidazione, risposta a queste mie perplessità? Grazie...
A. N.
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