L’INTERVISTA DEL CARD. BAGNASCO A FAMIGLIA CRISTIANA. LA
CHIESA DIALOGANTE, TIMIDA E SUSSURRANTE DI FRONTE ALL’ITALIA CHE CORRE VERSO IL
PRECIPIZIO
Ieri, 30
agosto, il presidente della CEI, Card. Angelo Bagnasco, ha rilasciato
un’intervista a Famiglia Cristiana (cliccate
qui per leggerla).
Niente da dire, in apparenza. Le parole del Cardinale,
riportate dalla rivistina di sinistra, sono piene di buonsenso e di argomenti
ineccepibili. Il presidente della CEI parla del lavoro, “prima urgenza da
affrontare”, parla della famiglia, che andrebbe realmente aiutata con
provvedimenti fiscali equi, si sofferma sulla necessità di tutelare le famiglie
di immigrati, invoca una reale collaborazione tra i partiti politici per il
bene del Paese.
Dribbla con eleganza il “problema Berlusconi”, dichiarando che
in politica vanno evitate le personalizzazioni. E così via. Del resto, potete
leggere il testo completo dell’intervista tramite il link sopra riportato.
Il Card. Bagnasco dice appunto cose ineccepibili. Peccato
che si mantenga su quei bei discorsi che sono ineccepibili proprio perché
veleggiano sui principi generali, che nessuno discute, evitando scrupolosamente
di entrare nello specifico di problemi drammatici. Questi ultimi,
semplicemente, vengono ignorati. In tal modo si evitano critiche, non si entra
in polemiche anche aspre, si può invocare la collaborazione di tutti i partiti,
facendo finta che non esistano posizioni radicali che stanno agendo con il
dichiarato intento di scardinare le basi stesse della Società italiana e della
civiltà cristiana.
Si direbbe che il mondo cattolico “ufficiale” viva con serafica
incoscienza su un altro pianeta. In questi giorni alla Camera riprenderà la
discussione su un progetto di legge che, se verrà approvato, introdurrà alcuni
principi aberranti, già presenti in altri Paesi. Ci riferiamo naturalmente alla
legge contro la cosiddetta “omofobia”. Solo parte del laicato si è mosso in
questo senso. Il quotidiano on-line “La Nuova Bussola” e il sito “Cultura
Cattolica” hanno promosso una sottoscrizione per fermare il progetto di legge.
Il testo a cui si invita ad aderire è frutto del lavoro della dinamica
associazione dei “Giuristi per la Vita”. Altri siti, tra cui Riscossa
Cristiana, appoggiano in pieno questa iniziativa.
Ci limitiamo a ricordare alcune cose, di non piccolo conto.
Se la legge dovesse essere approvata si otterrebbe un primo sciagurato
risultato, quello di elevare a livello di “valore”, meritevole di una specifica
tutela di legge, la grave devianza dell’omosessualità. Ben sappiamo che la
forza della legge è tale per cui nella mentalità comune un comportamento, se
reso legittimo, diventa anche “giusto”.
Questa folle valorizzazione dell’omosessualità ripugna anche
al buon senso comune, ma in più un cattolico non può scordarsi che
l’omosessualità è un gravissimo peccato, che “grida vendetta al cospetto di
Dio”. La prospettata legge avrebbe quindi un effetto devastante a livello
morale, sarebbe un vero veicolo di corruzione e favorendo di fatto
l’omosessualità, procurerebbe tante anime al demonio.
Ricordiamoci anche che l’enunciazione delle più elementari
verità in materia di omosessualità potrebbe venir considerata (non scordiamoci
mai il bassissimo livello della nostra magistratura) come un atto di “omofobia”
e come tale penalmente rilevante. La Chiesa non potrà più esercitare il suo
dovere educativo e di apostolato, enunciando quale è il bene e quale il male.
Le famiglie non potranno più educare i loro figli a una sana vita affettiva;
del resto i giovani, vittime innocenti dell’imbecillità degli adulti, sempre
più saranno indottrinati nelle scuole e indirizzati sulla diabolica strada
della “valorizzazione” delle perversioni.
E per i poveri illusi che pensano che questa legge possa
soddisfare i deliranti sostenitori della “normalità” dell’omosessualità,
ricordiamo l’intervista
rilasciata dal parlamentare Scalfarotto. Questi non ha certo peli sulla
lingua e parla chiaramente: la legge sull’omofobia non è che il primo passo,
poi sarà il turno della legge sul cosiddetto “matrimonio” tra pervertiti, e
relativa adozione da parte degli stessi. E anche l’Italia si avvierà festosa
verso la distruzione della famiglia.
Di fronte a questo quadro folle, devastante, demoniaco, è
mai possibile che il presidente della CEI non senta il bisogno di dire una
parola, una sola parola? A cosa ci servono i bei discorsi generali e generici?
A nulla. Quello che dichiara Bagnasco potrebbe essere ripetuto da qualsiasi
politico vagamente cattolico, o almeno non anti-cattolico, e dotato di buon
senso.
I portatori d’acqua del diavolo hanno fatto un buon lavoro.
Con una propaganda continua, martellante, ossessionante, hanno ormai indotto
molti a rinunciare all’uso del cervello se si tratta di omosessualità . Si
ripetono le solite frasi trite e ritrite, si sta attenti a ogni parola,
soprattutto non si pronunciano giudizi netti e precisi. Anche le sconsolanti
dichiarazioni in materia fatte dall’ufficio stampa del Meeting
di Rimini dimostrano la forza della propaganda, unita al terribile
vizio italico del conformismo.
Infine non sono pochi i cattolici che, rassegnati, dicono:
“Questa legge verrà comunque votata, quindi perché agitarsi? Al più, possiamo
provare a migliorarla”. Rispunta la teoria del “male minore”, il rifugio di chi
non vuole lottare.
In effetti è probabile che questa legge venga approvata. E
allora? Una follia, anche se fatta da milioni di persone, non per questo cessa
di essere una follia. Non ha forse la Chiesa il dovere di custodire e
proclamare la Verità? La Verità deve per caso essere messa ai voti?
La mentalità rassegnata di chi non vuole proferir verbo su
questa materia, che pur investe pesantemente la morale, di cui la Chiesa è
maestra e custode, fa sorgere una domanda: perché mai la Chiesa si gloria di
tanti martiri, che addirittura hanno affrontato la morte pur di affermare la
Fede? Pensavo alla meravigliosa figura di Rolando
Rivi, un ragazzo di quattordici anni, seminarista, che morì assassinato dai
partigiani comunisti perché si era rifiutato di togliersi la talare, segno
esteriore della sua appartenenza a Cristo.
Con la mentalità odierna, cosa avrebbe dovuto fare Rolando
Rivi? Togliersi la talare, “tanto non sarò certo io a sconfiggere i comunisti”.
Poi avrebbe potuto aprire un dialogo, magari un “Cortile dei credenti, non
credenti e diversamente credenti”. Poi i comunisti lo avrebbero ucciso
ugualmente, ma in compenso lui non avrebbe salvato la sua anima, mentre per la
sua eroica testimonianza la Chiesa lo dichiara Beato.
Tutto giusto quindi quanto dice il Card. Bagnasco. Giusto,
giustissimo, come è giusto dire ai giovani di essere controcorrente, salvo non
spiegare contro quale corrente, et qui habet aures audiendi, eccetera… Tutto
ciò ricorda molto una vecchia barzelletta: “Di cosa ha parlato il
predicatore?”. “Del peccato”. “E che ha detto?”. “Di non farlo”.
Il presidente della CEI vive in un Paese che sta per
decidere di vendere l’anima al diavolo, eppure non si sente in dovere di dire
una parola sulla progettata legge di valorizzazione della perversione. Ci parla
di lavoro, di crisi economica, di benefici fiscali alle famiglie; non ci parla
della salvezza della morale e della salvezza eterna dell’anima.
Prendiamone atto, con infinita tristezza. Preghiamo per
tanti Pastori che fanno finta che il lupo non esista, o che sia un cagnolino da
accarezzare, e continuiamo sulla nostra strada, perché la Verità è tale anche
se a difenderla sono pochi e anche se a difenderla ci si può guadagnare il
biasimo dei radical-chic che dominano col loro squallore la vita pubblica.
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