Le Parole della settimana: ospedale da campo
Risvegliarsi, riemergere, raddrizzarsi, rinascere, risorgere… Quanti sono i verbi che traggono significato da questo umilissimo prefisso ri- (dal latino -re) che vuol dire ancora una volta. Tutti portano ad un significato di ri-generazione. Dopo la vergogna di aver sbattuto il muso contro gli scogli per la stupidità di un “inchino”, possiamo assaporarci in apertura di settimana la gioia, così rara al giorno d’oggi, di un ri-scatto nazionale con il re-cupero della Concordia.
Poi con perfetto tempismo arriva a bastonarci il commissario europeo all’economia Olli Rehn, corpulento ex calciatore finlandese prestato alla politica, e ci assesta un bel calcio negli stinchi di quelli da mischia in area, ci rimprovera di aver tolto l’IMU, ci ingiunge di aumentare l’IVA, e per farsi capire meglio ci paragona a una Ferrari senza benzina. Ma la nostra cosiddetta sovranità nazionale dove va a finire? Non sarà il caso che incominciamo noi a curarcene, restituendo calci negli stinchi a chi lo merita?
Ma questo è ancora niente. Quell’intervista di Papa Francesco a Civiltà Cattolica fa impallidire tutte le altre parole di una settimana già densa di emozioni. Francesco dà a parole antiche un potere sconvolgente, dimostrando ancora una volta che il potere delle parole nasce dal contesto in cui sono usate. È centrale in questa intervista la parola misericordia. Quante volte l’abbiamo sentita pronunciare da papi e cardinali! Ma qui il contesto è, parole sue, “La religione ha diritto di esprimere la propria opinione a servizio della gente, ma Dio nella creazione ci ha resi liberi: l’ingerenza spirituale nella vita personale non è possibile”.
Ma… che lingua sta parlando? Da restare davvero senza parole. Conosce il significato delle parole italiane che usa? La religione che esprime la propria opinione?… Ma non si parlava fino a pochi giorni fa di princìpi non negoziabili?
Il capo della Chiesa che dice no all’ingerenza spirituale nella vita personale? Ma non è missione primaria della Chiesa salvare le anime? E come si fa a salvarle senza ingerenza spirituale nella vita personale? Certo, “il confessionale non è una sala di tortura”: bellissimo. D’accordo, bisogna “riscaldare il cuore dei fedeli” e ancor di più “andare verso chi non frequenta la Chiesa”. Ma con un’inondazione di cuore e sentimenti? Non rischiamo di finire dritto nel più totale relativismo?
Il capo della Chiesa che dice no all’ingerenza spirituale nella vita personale? Ma non è missione primaria della Chiesa salvare le anime? E come si fa a salvarle senza ingerenza spirituale nella vita personale? Certo, “il confessionale non è una sala di tortura”: bellissimo. D’accordo, bisogna “riscaldare il cuore dei fedeli” e ancor di più “andare verso chi non frequenta la Chiesa”. Ma con un’inondazione di cuore e sentimenti? Non rischiamo di finire dritto nel più totale relativismo?
Ma queste esuberanti parole totalmente prive di misura trovano forse una spiegazione in quella splendida, drammatica immagine centrale di tutta l’intervista: “Io vedo la Chiesa come un ospedale da campo dopo una battaglia.” Qui siamo a un linguaggio profetico, biblico, degno di Isaia. Forse proprio di qui dobbiamo partire per capire tutto il resto: sì, siamo un ospedale da campo; c’è stata, ed è ancora in corso, una furiosa battaglia.
Paolo Pivetti
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