mi capita sovente una spiacevole quanto illuminante situazione. Un
caro amico non credente mi cita i discorsi di Papa Francesco per
smentire o criticare quanto io vado dicendo della fede cattolica, della
sua veridicità e bellezza. Lui, non credente, tra le mie affermazioni e
quelle del Papa trova delle contraddizioni, delle discrepanze. Mi
dispiace per i fautori del dogma della continuità, ma è così. Lui, da
persona intelligente, si domanda: chi ha ragione? Tu o il Papa? Messa
così, ovviamente, suona malissimo. Come posso io sostituirmi al Vicario
di Cristo?
Ecco allora che provo a spiegare al mio interlocutore che sia
la più alta autorità della Chiesa (il Sommo Pontefice), sia il più
misero, sgradevole e disgustoso peccatore dei cattolici (io), devono
sottostare al Magistero dogmatico della Chiesa cattolica. Ogni dubbio,
controversia o opinione, trova lì risposta e risoluzione. Il problema
sorge quando ci si sottrae da questo confronto con la Verità, il Dogma, e
si continua a parlare per opinioni prettamente personali che, seppur
rispettabilissime perché non vengono da un verme come il sottoscritto,
ma dalla più alta autorità sulla terra, vanno comunque contestualizzate e
assolutamente non confuse con quella che è la verità marchiata con il
fuoco del Dogma. Io certamente sbaglio, molto spesso mi capita (e di ciò
chiedo perdono a Dio di questo gravissimo danno che Gli arreco) ma,
sapete, io la dottrina cattolica l’ho dovuta studiare (e ancora continuo
a farlo) da autodidatta. I preti nei quali mi sono spesso imbattuto mi
hanno presentato la teologia dell’incontro e dell’esperienza. Questa,
con le pur opinabili buone intenzioni, porta a incontrare e sperimentare
un Gesù Cristo e una fede cattolica su misura, a propria immagine e
somiglianza, scevra dall’oggettività che le compete. Della serie: credo
solo ciò che mi piace, che mi soddisfa, che mi produce un guadagno, che
comprendo o che reputo condivisibile. Così come lo stesso Papa viene
valutato con questi criteri soggettivi di appeal. Il Papa esiste per
confermare nella fede (si legga il Vangelo) non per piacere. Né i
cattolici né tantomeno il mondo. Il mondo va convertito. I cattolici
vanno preservati dal rischio di ammodernarsi e di dannarsi l’anima
sposando l’eresia. Se il Papa viene scelto e valutato per il suo appeal
mediatico qualcosa che non va c’è. Se un non cattolico, nemmeno
intenzionato a diventarlo, nota discrepanze tra ciò che il Papa dice e
quello che un’aspirante buon cattolico ripete (avvalendosi del
Catechismo della Chiesa Cattolica e del Magistero infallibile), qualcosa
che non va c’è. Lo possiamo dire? E se lo dico e lo ripeto fino allo
sfinimento è per dei motivi fondamentali. È umiliante andare contro
l’autorità ecclesiale, che sia il parroco di provincia o il Sommo
Pontefice, passando per il Vescovo di settore, e ne soffro in
continuazione. Mi si dimostri dove sbaglio, perché così si risolvono due
problemi. Il primo, la mia salvezza. Il secondo, la conversione dei
miei interlocutori, ai quali non voglio raccontar favole da me
inventate, ma quanto ho fedelmente ricevuto.
http://infinito-quotidiano.blogspot.it/2013/10/da-quando-j.html
Il Cardinale Ciappi, il teologo di papi, da Pio XII a Giovanni Paolo II (all’inizio del suo pontificato): “Il Terzo Segreto dice che la grande apostasia nella Chiesa inizia dal suo vertice. La conferma ufficiale del segreto de La Salette (1846): “La Chiesa subirà una terribile crisi. Essa sarà eclissata. Roma (il Vaticano) perderà la fede e diventare la sede dell’Anticristo “.
ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...
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