ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 18 ottobre 2013

Lo spegno

CONSACRAZIONE DELLA RUSSIA AL CUORE IMMACOLATO DI MARIA: «PEGNO» dell’AUTORITÀ DIVINA del PAPA CATTOLICO ?

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Tutto nella Chiesa esiste per realizzare i disegni salvifici di Dio. E questa missione è affidata in primis al Papa cattolico.
Non si può negare che un piano divino per il nostro tempo è espresso nel contesto delle apparizioni di Fatima.
Tuttavia, questo piano non è stato seguito adeguatamente dai Papi fino a Pio XII.
Sarebbe quindi utile tornare a questa storia: da Papa Pio XI, il papa predetto da Maria per la Consacrazione della Russia al Suo Cuore Immacolato, fino a Papa Pio XII, il Papa di Fatima.

Per compiere la Consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria il Santo Padre avrebbe dovuto convocare tutti i vescovi e attraverso di loro tutta la Chiesa.
Sono noti i tentativi di Pio XII di compiere la richiesta della Madonna, sia durante la II Grande guerra, sia nel 1952, quando già dubitava dell’universale unione con i vescovi. Ciò si era palesato specialmente nella vasta dissidenza ecclesiale in due occasioni: della canonizzazione di San Pio X e della proclamazione del dogma dell’Assunzione di Maria.
Ecco che la Consacrazione non fu eseguita a dovere e la richiesta è rimasta insoddisfatta.
Ne consegue che lo stato della Chiesa in tempi successivi a Pio XII, che morì nel 1958, è quello della gran rovina profetizzata dalla Madonna di Fatima nel “Terzo Segreto”.
Tale stato rovinoso della Città cristiana in mortale decadimento spirituale, sarebbe più chiaro nel 1960, quando Giovanni 23 aveva già censurato questo messaggio profetico e convocato il secondo concilio del Vaticano per spalancare la Chiesa al mondo moderno.
Da allora, tanto la Dottrina della Fede, come il “Terzo Segreto” di Fatima, sono stati manipolati e gestiti dalla nuova mentalità clericale introdotta dagli innovatori ecumenisti con il Vaticano 2º.
L’evidente rottura dottrinale della stessa gerarchia si è aggravata a causa delle deviazioni diaboliche su questioni de Fede diffuse da alta Sede.
Più tardi, Giovanni Paolo 2°  cercò inutilmente di fare la consacrazione della Russia. L’impossibilità di compierla – poiché non si ha notizia, né di quest’atto completato con tutti i vescovi e fedeli, né della menzione della Russia – non rivelava forse che in realtà lui non aveva l’autorità necessaria per eseguirla? Tale demolizione della cattolicità in tutto il mondo serviva a confondere la Dottrina dell’unica Fede con ogni altra, ma procedeva dalle stesse contraddizioni «conciliari». Infatti, fu lo stesso apostolato per la conversione alla Fede a essere demolito nell’ambito della Chiesa da un’operazione ecumenista eterodossa, da sempre condannata dal Magistero. Le due questioni erano, quindi, collegate, vale a dire, la rottura in rapporto alla Fede e l’alienazione della richiesta-aiuto di Fatima. E poiché fu perpetrata dalla stessa classe clericale conciliare che la vorrebbe negare, ciò non poteva che sollevare dubbi e divisione tra i cattolici. Questi fatti: prima le contraddizioni riguardo alla conferma della Fede preservata da 260 Papi e 20 Concili ecumenici, e poi il fallimento di questa cupola clericale di eseguire i disegni di Dio presenti nella richiesta di conversione data a Fatima, non proiettano una forte luce sulla mancanza di autenticità nella missione dei «papi conciliari»?

Essendo la Fede e i segni del piano di Dio strettamente legati nella missione del Vicario di Gesù Cristo, deviare deliberatamente da loro non indica almeno estraneità alla missione precipua della Sede papale? Che pensare allora di tali “papi” a capo di atti dissennati, sia dell’alterazione della Fede e della Liturgia, sia della censura e manipolazione del Segno di Fatima, dove è presente il disegno di Dio per il nostro tempo?
Se è così, come dimostrato in modo ancora più evidente negli atti ambigui di Bergoglio, e ora quando. in piedi davanti all’immagine della Madonna venuta da Fatima, operù una finta consacrazione della sua chiesa. Resta chiaro che per l’attuazione del Piano di Dio, sia riguardo alla conferma della Fede, sia della Consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria e ottenere conversioni e pace, c’è da aspettare un vero Papa.
Mai è stato così chiaro che dobbiamo pregare perché Dio susciti un Papa cattolico, dedicato corpo e anima alla realizzazione del disegno salvifico di Dio, che passa dalla cancellazione della malizia conciliar-ecumenista oggi prevalente in una Roma la cui missione fu profondamente adulterata.
Finché non si riconoscerà l’assenza del Papa cattolico a Roma, l’unico che può garantire la continuità nella Cittadella della Fede, ogni altro atto è privato del mandato apostolico divino e, quindi, alieno dai disegni di Nostro Signore Gesù Cristo .
Quel che è certo è che questa confusione tra vero e falso papa prevarrà fin quando molti cattolici non testimonieranno dai tetti e a tempo e controtempo, che dalla morte di Pio XII il Papato cattolico rimane «eliminato per un tempo» insieme ai “Vescovi, Sacerdoti, Religiosi e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni”, come è nella visione dell’«eccidio papale» della terza parte del Segreto di Fatima, diventato più chiaro nel 1960 con Giovanni 23 che promosse la malefica chiesa conciliare.
Questa testimonianza è l’unica realtà in direzione della verità cattolica che può far realizzare la promessa di Dio per mezzo di Maria:
“Alla fine, il Mio Cuore Immacolato trionferà, il Santo Padre mi consacrerà la Russia, che si convertirà e al mondo sarà concesso un periodo di pace”.
Tale trionfo richiede perciò la conversione di Roma attraverso un futuro Papa cattolico. Tutto sta ad indicare che a questo Papa sembra riservato il «pegno» divino di Fatima, per cui avrà finalmente l’Autorità apostolica e quindi la capacità di effettuare la Consacrazione richiesta, secondo i disegni di Dio per il nostro tempo; da questo «pegno» sarà riconosciuto nei tempi confusi e tenebrosi che viviamo.
Tutto per la gloria della Chiesa e la salvezza delle anime.
Così sia.
L’EDITORIALE DEL VENERDI
di Arai Daniele

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