L’oltraggio a Benedetto XVI e i risibili argomenti dei
conformisti
Il 13
novembre Riscossa
Cristiana denunciava l’ennesimo episodio di tracotante oltraggio alla
religione cattolica, commesso dai soliti deliranti omosessualisti, con il
generoso concorso delle casse dell’Università degli Studi di Milano. Il volto
di Benedetto XVI, ritoccata con osceni trucchi da travestito, compare su una
locandina che pubblicizza un Cineforum sul vitale argomento “omosessualità e
religione”.
Abbiamo parlato di oltraggio alla religione perché
chiaramente, per gli imbecilli che hanno realizzato la locandina,
Benedetto XVI, con i suoi continui (e inascoltati) appelli ai valori non
negoziabili, alla salute di anima e corpo, al rispetto della legge naturale,
resta il simbolo di quella Fede cattolica da loro odiata, perché in totale
contrapposizione con la libidine furiosa di morte previo rotolamento nel brago
che contraddistingue le loro azioni.
Sul Corrierone
on-line di oggi leggiamo un articolo con le dichiarazioni di alcuni
personaggi che senza dubbio avrebbero fatto un immenso bene all’umanità e al
buon senso se avessero scelto il silenzio.
La signora Laura Boella che, ci informano, insegna,
nientemeno, Filosofia Morale, dichiara perentoriamente che la polemica è
“pretestuosa”. Amen . Poi ci spiega che “La scelta di questi studenti va
contestualizzata e come nella satira va rifiutata la misurazione”. Una frase
contorta per dire, in sostanza, che nella satira si possono fare le cose
peggiori, senza alcun ritegno. E qui ci permettiamo di ripetere che vorremmo
vedere simili innocenti scherzucci fatti, ad esempio, a danno dei musulmani. Ma
questi ultimi sono irascibili e vendicativi, e allora la vigliaccheria vuole
che su di loro non si faccia mai satira. La docente di Filosofia Morale
prosegue dicendo che “È un bene che in università gli studenti organizzino
occasioni di conoscenza e informazione su un tema così importante e delicato
quale è l’omofobia” e qui torniamo al solito: si raccontano balle. Piantiamola,
per favore, con questa favola dell’omofobia, ripetuta all’ossessione. Bontà
sua, la docente, in uno sprazzo di lucidità, aggiunge che “Occorre sempre
tenere presente quale può essere l’effetto delle nostre scelte su chi si trova
nella posizione opposta alla nostra”, dicendo un bel concetto che peraltro ha
già previamente annullato, visto che ha definito la polemica “pretestuosa”.
Come dire: fate i bravi, pensate che potete offendere gli altri, ma se gli
altri si offendono, ci siamo sempre noi a difendervi. Bella roba.
Però la Palma d’Oro per la contorsione conformista va
assegnata al signor Andrea Nicolussi, giurista dell’università Cattolica e nel
comitato nazionale per la bioetica, che si affretta a dire anzitutto che lui
non è scandalizzato. Bravo. Poi aggiunge che la scelta di quel trucco “Veicola
un’immagine della persona omosessuale che non è rappresentativa”. Ah, quindi il
problema è questo: non un oltraggio a Benedetto XVI e a tutto ciò che Benedetto
XVI rappresenta, ma solo il fatto che si è scelta un’immagine che non
rappresenta bene il mondo degli invertiti. Fantastico. Ma ecco la chicca:
“Presentare temi così importanti in chiave antagonista significa rinunciare a
una riflessione pacata e serena che invece è necessaria”. Quindi la preoccupazione
principale del bioetico Nicolussi è una riflessione “pacata e serena” su un
tema “così importante”. Al confronto il Leone Codardo del Mago di Oz era una
belva scatenata.
Da un docente dell’Università Cattolica era lecito
aspettarsi un giudizio sull’inganno totale che è la creazione del concetto di
“omofobia”, sul fatto che ormai si accetta tranquillamente che l’omosessualità
sia divenuta una sorta di problema centrale e vitale per il bene della società,
sul capovolgimento perverso di valori. Niente di tutto ciò: questi sono temi
“così importanti” su cui si deve discutere con pacatezza e serenità.
Full immersion nel conformismo: signori, sia ben chiaro che
siamo d’accordo. Al più facciamo una tiratina d’orecchi a questi giovini un po’
esuberanti ma di sicuro, in quanto si dichiarano omosessuali, bravi e
rispettabili.
Non stiamo nemmeno a parlare della precisazione fornita
dall’Università Statale, che fa notare che dei 4.000 euro elargiti ai
giovinetti bravi e rispettabili, solo poche centinaia erano destinati al
cineforum. Questo è un discorso francamente tanto cretino quanto inutile,
perché introduce lo strano concetto per cui una porcheria e un oltraggio
diventano accettabili se sono a basso costo.
Tra pochi giorni le festose manifestazioni “culturali” del
club degli invertiti saranno terminate. Come al solito si sarà sparato sulla
religione cattolica, come al solito tutto andrà bene così, come al solito
avremo goduto del rispettoso silenzio delle Gerarchie ecclesiastiche.
I codardi possono tacere o cercare assurde giustificazioni o
proclamare il loro conformismo. La minaccia alla libertà, l’esaltazione della
perversione, l’offesa ai valori più importanti, tutto ciò resta, a perpetua
vergogna di chi le commette e di chi le tollera.
– di Michele Majno
La locandina esposta dal “Gruppo gay” dell’ateneo, per lanciare un cineforum su omosessualità e religione, ritrae Ratzinger con rossetto e trucco - Alle critiche, gli studenti hanno reagito contro la “censura” - Ma perché un Maometto in reggicalze e tacchi a spillo non si vede da nessuna parte?...
F.C. per "Il Corriere della Sera"
Il Papa emerito Joseph Ratzinger truccato con ombretto e rossetto: è l'immagine di una locandina esposta nei giorni scorsi all'università Statale di Milano dal «Gruppo gay» dell'ateneo per lanciare un cineforum su omosessualità e religione. La rassegna si chiude martedì con la terza e ultima proiezione ma nel frattempo il confronto si è spostato sull'opportunità di quell'immagine. «Blasfema. Un'offesa all'intera comunità cattolica», scrive il Giornale . «E con i soldi pubblici della Statale». Un consigliere comunale di Forza Italia,
Matteo Forte, parla anche di «vilipendio all'autorità religiosa». Immediata la replica. «Attenzione alla censura». «Il vero problema non è la provocazione ma l'omofobia». Mentre gli studenti del collettivo intanto smentiscono di aver ricevuto dall'ateneo quattromila euro solo per cineforum e locandine.
Per Laura Boella, cattedra di Filosofia Morale nello stesso ateneo, si tratta di una «polemica pretestuosa»: «La scelta di questi studenti va contestualizzata e come nella satira va rifiutata la misurazione». Non soltanto. «È un bene che in università gli studenti organizzino occasioni di conoscenza e informazione su un tema così importante e delicato quale è l'omofobia», aggiunge la professoressa. Ma c'è un richiamo per gli studenti che hanno proposto quell'immagine. «Occorre sempre tenere presente quale può essere l'effetto delle nostre scelte su chi si trova nella posizione opposta alla nostra».
Andrea Nicolussi, giurista dell'università Cattolica e nel comitato nazionale per la bioetica, premette che «non è scandalizzato» e che è colpito dalla scelta di quel trucco pesante: «Veicola un'immagine della persona omosessuale che non è rappresentativa». Poi osserva: «Presentare temi così importanti in chiave antagonista significa rinunciare a una riflessione pacata e serena che invece è necessaria». Ma quella locandina è un'«offesa ai cattolici»?
«Nel mondo cattolico ci sono tante anime ma in generale non c'è vittimismo. Quell'immagine è piuttosto una provocazione paradossale, chi combatte la discriminazione a sua volta discrimina. Da cattolico mi ha colpito il fatto che il Papa emerito come essere umano è stato trattato male: è una persona anziana che ha scelto di ritirarsi dalla vita pubblica e la sua volontà è stata violata».
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