ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 10 gennaio 2014

Ascolta s fa notte..!

A commento dell'articolo Il fumo di Satana nella Chiesa 
di Mario Palmaro e Riccardo Cascioli, 
pubblicato qui.

Bene ha fatto Palmano a denunciare il silenzio assordante dei Pastori, dicendosene scandalizzato ed invitando i Cattolici a gridare dai tetti la loro indignazione.
Perché mai ti scrivo tutte queste cose? Perché questa notte non ci ho dormito. E perché io voglio capire – e lo chiedo ai lettori della Bussola – che cosa deve ancora accadere in questa Chiesa perché i cattolici si alzino, una buona volta, in piedi. Si alzino in piedi e si mettano a gridare dai tetti tutta la loro indignazione. [...]Qui io faccio appello alle coscienze dei singoli, al loro cuore, alla loro fede, alla loro virilità. Prima che sia troppo tardi.
Ed è partendo da questo magistrale articolo che ci sentiamo spronati a cercare le cause di questa situazione, il momento in cui queste cause si sono attivate, l'autore di queste cause e le ragioni che le hanno determinate ad agire. Più semplicemente: cosa, quando, da parte di chi e perché.

Sentire il Prefetto del Sant'Uffizio che nega la Sacra Verginità della Madonna o mette in dubbio la Presenza Reale; leggere interventi di Prelati che legittimano ed auspicano tolleranza per i gay; ascoltare le uscite di Bergoglio sulla divorziata che ha abortito e merita misericordia, o il Chi sono io per giudicare? ci permette di riconoscere in questi episodi la dissonanza con l'insegnamento dottrinale e morale della Chiesa, ma non ci spiega come sia possibile che, in cinquant'anni di postconcilio, i Vescovi siano giunti ad insegnare eresie, la Gerarchia a diffondere errori dottrinali, il Papa a sconfessare i suoi Predecessori. 

Il Principe di questo mondo ha un proprio modus operandi, collaudato e sperimentato nei millenni di storia, dalla creazione di Adamo ad oggi. Non ha mai cambiato una virgola alla strategia con cui trascina all'Inferno le anime. Il Mondo, la Carne, il Diavolo: ecco i nemici, i responsabili della distruzione e della dissoluzione di questa infelice società ribelle a Dio. 

E se il metodo di Satana è sempre il medesimo, bisogna riconoscere tuttavia che, dalla costituzione della Chiesa sul Golgota, esso si è sempre dovuto scontrare con i Sacri Pastori, vigili custodi della Verità e coraggiosi annunziatori del messaggio salvifico di Nostro Signore. Per quante rivoluzioni egli abbia scatenato nella società, Lucifero non è mai riuscito a distruggere la Cittadella Santa. Tutte le eresie, gli scismi, le ribellioni contro la Chiesa si sono schiantati miseramente contro i saldi bastioni della dottrina, della morale e della spiritualità di Papi, Vescovi, sacerdoti, religiosi e pensatori cattolici. Molti di essi hanno meritato di essere elevati agli onori degli altari proprio per la strenua difesa della Verità rivelata, e per la testimonianza eroica della fedeltà a Cristo e alla Sua Sposa. 

Per demolire l'opera mirabile della Creazione e vanificare quella divina della Redenzione, era quindi necessario entrare nel Sacro Recinto, corromperlo dall'interno e poter così distruggere la Chiesa nella propria essenza. L'opera di corruzione doveva colpire i singoli, prima di potersi allargare all'intero corpo ecclesiale. Ecco allora entrare in gioco, in seno alla Gerarchia, il Mondo, la Carne e il Diavolo. 

Il Mondo, dinanzi al quale molti Vescovi e fin troppi chierici si sentono inferiori, esclusi e disprezzatitenta le anime consacrate con l'arma dei rispetti umani, o promettendo successo ed applausi a chi è disposto a mostrarsi conciliante, meno integralista, più aperto al dialogo. In cambio chiede la rinuncia alla predicazione della Verità, nuovo incenso da bruciare dinanzi a nuovi idoli. Per contrastare lo spirito del mondo nel Clero, serve un'opera di formazione teologica e morale senza cedimenti, un'attività di educazione costante all'esercizio delle virtù, dalla Fortezza alla vera Obbedienza, dall'Umiltà alla Giustizia. E serve lo spirito di preghiera e di raccoglimento, la frequenza della Confessione, della Comunione, l'abitudine alla meditazione, allo studio, al silenzio. Occorre bandire dai Seminari la profanità, la promiscuità con i laici, la dissipazione. 

La Carne - perfida seduttrice, nemico che ciascuno di noi si porta accanto - corrompe l'anima e profana i corpi dei chierici, che pure dovrebbero essere tabernacolo vivente della Ss.ma Trinità, e per i quali la sola idea di essere degli alter Christus dovrebbe infondere orrore per l'impudicizia, la lussuria, l'abbandono ai sensi. Lasciati a se stessi da una chiesa che pensa solo a piacere al secolo, i sacerdoti hanno smesso di pregare, di celebrare quotidianamente la Santa Messa e di recitare il Breviario, di indossare l'abito che li separa dal mondo: scendendo ogni giorno più in basso hanno ceduto ai piaceri della tavola, al vino, e infine hanno spezzato il cristallo della Santa Purezza che li rendeva più simili al Salvatore. Il prevosto con l'amante in canonica, il Monsignore col giovanetto del coro, il Porporato con la Guardia Svizzera: la cronaca svela aberrazioni che sono la conseguenza necessaria di una vita sacerdotale fallimentare, lontana dalla Grazia e dal timor di Dio, in cui lo spirito di penitenza e di sacrificio è visto come un odioso retaggio del Medioevo. A poco valgono le grida e le commissioni cardinalizie: per sanare lo sfascio morale del Clero occorre un'opera di disciplina, di vita comune, di rieducazione allo spirito di sacrificio, alla vera povertà e alla mortificazione; un'opera da iniziare nei Seminari e nei Conventi, anzitutto, con direttori spirituali esperti e che siano essi per primi esempio delle virtù che pretendono dai giovani loro affidati. E sarebbe da ridiscutere l'opportunità di ammettere agli Ordini le cosiddette vocazioni adulte, che ormai provengono da un mondo secolarizzato e non possono quindi essere formate nel carattere.

Il Diavolo infine: una volta sparsi copiosi i semi della corruzione in un terreno che non è arato dalla preghiera e dal digiuno, è ormai semplice prendere possesso totale dell'anima peccatrice, accecata nell'intelletto, indebolita nella volontà e schiava dei vizi. E se questo dominio satanico è disastroso per un laico, immaginiamo quale danno incommensurabile può causare in un ecclesiastico corrotto, che viva in uno stato di peccato mortale abituale e di sacrilegio ripetuto. Un danno che non si limita a sé - come non si limita a nessun membro della Chiesa, in virtù della Comunione dei Santi - ma che si espande, si comunica ai Confratelli, ai Superiori, ai sudditi. Come potrà un sacerdote ammonire il fedele adultero, o la ragazza che convive col fidanzato, o l'amministratore disonesto, quando colpe ben peggiori allignano nel suo petto? Come potrà egli predicare dal pulpito la castità coniugale, l'umiltà vera, la vera obbedienza, la santa povertà, quando egli per primo non pratica le virtù? Quando sfoggia l'ultimo modello di cellulare e di occhiali da sole, mentre la sua chiesa è spoglia come un garage? Ecco allora i discorsi da sindacalista, le petizioni ambientaliste, la solidarietà sostituita alla Carità. E l'insensibilità dinanzi alla menzogna eretta a verità, dinanzi alla Verità relativizzata, alla bestemmia legalizzata. Forse dovrebbe essere proprio l'assenza di un moto di ribellione di certi Prelati davanti al vilipendio di Dio e dei Santi a farci capire a cosa tengano veramente costoro. Indicativamente, lo sdegno che suscita in questi Eccellentissimi un prete che osa criticare la Dignitatis humanae o il pantheon di Assisi fa il pari con il silenzio pavido dinanzi agli spettacoli blasfemi della Biennale o alla profanazione delle chiese. Ma per sanare questa piaga purulenta, serve l'Autorità: e parliamo della vera Autorità, quella del padre che punisce severamente il figlio ribelle, del padrone della vigna che chiede conto ai vignaioli, non di chi abusa del potere che ha per colpire l'innocente. Serve un repulisti nei Sacri Palazzi, nelle Curie, nei Seminari, nei Conventi, nelle Università, nelle parrocchie. Chi ha profanato la veste che (non) indossa dev'essere allontanato, in modo che non possa più arrecare danno alla Chiesa e ai fedeli, e perché possa ritrovarsi a tu per tu con se stesso e meditare sulle proprie gravissime colpe. Usare misericordia in questi casi è un gesto improvvido, perché è in questione l'onore di Dio e la salvezza delle anime, che sono il fine stesso della Chiesa.

Una volta corrotti i singoli e dopo averli stretti con le catene del vizio, farne delle quinte colonne del Maligno è cosa semplice. Ecco allora aperte le porte al fumo di Satana, entrato col Concilio e fatto respirare ai semplici fedeli, costringendoli a credere, in nome dell'obbedienza, che si tratti di aria pura, mentre essi ne soffocano. 

Sappiamo quindi che lo stato di dissoluzione della società e della Chiesa trova in Satana il proprio artefice primo e nelle anime perdute i suoi cooperatori. Nihil sub sole novi. Rimane da individuare quando quest'opera di perversione del Clero abbia avuto inizio, e come si sia sviluppata in seno alla Chiesa sino a sfigurarla. 

Per comprendere il momento in cui ha avuto inizio l'attacco alla Chiesa sarebbe sufficiente leggere i numerosi scritti di eminenti studiosi sui piani della Massoneria, dai quali si ha prova che i nemici hanno saputo organizzarsi, individuando i tempi e i modi del loro infame disegno. Sin dal Settecento, e maggiormente nell'Ottocento la setta si è adoperata per infiltrarsi nella Chiesa, trovandosi di fronte l'opposizione fermissima dei Papi e del Clero. Il modernismo, frutto teologico della rivoluzione, fu condannato senza appello da San Pio X; i suoi seguaci furono snidati, scomunicati e allontanati. Ma nei decenni successivi alcuni riuscirono a non farsi notare, e fecero carriera. Già sotto Pio XII vi erano molti Prelati e chierici, dissimulati in uffici marginali, che si sarebbero poi resi protagonisti degli esiti del Concilio e del postconcilio. Mons. Bugnini, la cui appartenenza alla Massoneria non è un mistero, partecipò alla riforma della Settimana Santa negli anni Cinquanta, e già in quel rito, pur perfettamente ortodosso, si scorgono le prove generali della Riforma liturgica postconciliare. Mons. Montini, allora in Segreteria di Stato, mandava già dispacci oltre cortina per informare i servizi segreti sovietici delle attività del Vaticano. Il Nunzio Roncalli frequentava già la Loggia a Parigi. 

Il colpo da maestro di Satana si ebbe con il Concilio: è da questo momento che la Chiesa è messa a tacere, narcotizzata, mentre inizia a farsi strada il verbo della nuova chiesa conciliare, aperta alle istanze della contemporaneità (il Mondo), disponibile a discutere i temi morali (la Carne) e a cambiare la propria dottrina e la propria liturgia (il Diavolo). Non prendiamoci in giro: fingere che esista un'entità astratta Concilio estranea alle manovre di quanti cooperarono alla redazione dei suoi documenti ed alla invenzione delle sue equivoche dottrine è da irresponsabili. 

In nome di che cosa, infatti, fu proibita la Messa cattolica per sostituirla con ul culto riformato, fatto preparare da un'accolita di eretici per favorire il dialogo ecumenico? In nome del Concilio. 

In nome di cosa, la Chiesa rinunciò ad essere Madre e Maestra, riducendosi a matrigna e serva, tacendo la Verità dell'immutabile Magistero ed insegnando dottrine in aperto contrasto con i solenni pronunciamenti dei Papi preconciliari? In nome del Concilio.

In nome di cosa si racconta agli Ebrei la menzogna dell'Alleanza mai revocata loro, quando la Sacra Scrittura e il Magistero insegnano che il nuovo Israele è la Chiesa Cattolica? In nome del Concilio.

In nome di che cosa i Papi degli ultimi quarant'anni vanno affermando che i Maomettani adorano il nostro stesso Dio? In nome del Concilio.

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