ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 10 gennaio 2014

Se le contano, si abbracciano e si beatificano: ma che bella compagnia!

Il Papa al sindaco: Roma si occupi dei poveri e della cononizzazione di Wojtyla
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di Franca Giansoldati

Citta’ del Vaticano – “Mi raccomando non dimenticare i poveri, le famiglie in difficoltà, gli emarginati”. Non poteva che terminare così, con uno sguardo al degrado di Roma, l’udienza papale per gli auguri d’inizio anno agli amministratori di Roma e del Lazio, vista la sollecitudine di Bergoglio nei confronti di chi è meno fortunato e vive nella solitudine o nella miseria. Così l’opzione preferenziale verso i poveri è stata al centro dei colloqui con il sindaco di Roma Marino, il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti e il commissario straordinario della Provincia di Roma, il prefetto Riccardo Carpino.
Ancora una volta il pontefice argentino ha stravolto il protocollo che finora era stato adottato dalla Casa Pontificia per questo tradizionale appuntamento d’inizio anno: invece che ricevere tutti e tre gli amministratori nella sala Clementina, e ascoltare i loro tre discorsi per poi rivolgere loro un articolato saluto (una specie di bilancio comprensivo di critiche su come erano stati gestiti alcuni dossier cari alla Chiesa), li ha ricevuti separatamente, parlando in privato con ognuno di loro, senza discorsi ufficiali. Insomma, un appuntamento informale per poter parlare di tutto con più libertà e senza prestare il fianco a critiche o strumentalizzazioni.

«Roma è una città straordinaria ma i romani e le romane non devono guardarla dal balcone o come una cartolina, ma collaborino per ricostruire una comunità civica». Qualcosa però è trapelato, come l’incoraggiamento di Bergoglio a collaborare tutti assieme in vista di uno degli appuntamenti ecclesiali più complessi da gestire degli ultimi anni: la canonizzazione di Giovanni Paolo II e quella di Papa Roncalli che verranno elevati assieme all’onore degli altari il 27 aprile prossimo. Un evento oceanico. SI prevedono milioni di persone da tutto il mondo, soprattutto dalla Polonia. «Saremo al fianco dell'amministrazione di questa città che è unica anche per questo motivo» ha commentato Zingaretti. Il sindaco di Roma Ignazio Marino, invece ha riferito di avere discusso “soprattutto degli investimenti che Roma sta compiendo nei confronti delle persone più povere e disagiate come i bambini e le migliaia di rifugiati». Per tutti però una “bellissima occasione per incontrare quella persona straordinaria che tutto il mondo ha conosciuto. Straordinaria perchè dimostra unagrande voglia di innovazione ed ha la capacità di infondere speranza nel futuro, che è esattamente quello che serve in questomomento» ha aggiunto Zingaretti. «Anche in occasione di colloqui privati il Papa conferma la sua straordinaria forza e capacità etica che sta facendo bene al mondo”.

Giuseppe Lazzati ‘venerabile’ e la memoria di Milano

È stato Papa Francesco, qualche mese fa, a proclamare “venerabile” (un passo per poi arrivare a essere dichiarato santo) Giuseppe Lazzati, un personaggio di cui Milano dovrebbe mantenere memoria. Strano tipo di intellettuale e politico cattolico, Lazzati, lontano mille miglia dagli ambienti opusdeisti e ciellini che hanno prodotto tanti dei politici cattolici sulla scena negli ultimi decenni. Si laurea in Lettere classiche all’Università Cattolica di padre Agostino Gemelli nel 1931, a soli 22 anni, e si avvia verso la carriera accademica. Nel 1935 è docente incaricato di Letteratura cristiana antica, nel 1958 diventa ordinario. Nel 1968, in piena contestazione studentesca, viene scelto come rettore della Cattolica.
Nel frattempo, però, aveva percorso anche altre strade. Quella dell’impegno religioso e quella dell’impegno politico. Sempre distinti e sempre fortemente intrecciati. Dal 1934 al 1945 è presidente diocesano della Giac, la Gioventù Italiana di Azione Cattolica. Nel 1939 fonda l’organizzazione di laici consacrati “Milites Christi”, che dedicano la vita a Dio pur vivendo integralmente dentro il mondo. Durante la Seconda guerra mondiale è tenente degli Alpini, divisione Tridentina. Dopo l’8 settembre 1943 rifiuta il giuramento alla Repubblica Sociale, viene arrestato a Merano e internato nei campi di concentramento nazisti: prima a Rum nei pressi di Innsbruck, poi a Doblin in Polonia, infine in Germania, a Oberlangen, Sandbostel e Wietzendorf.
Quando rientra in Italia, nell’agosto del 1945, viene subito coinvolto da Giuseppe Dossetti eGiorgio La Pira nella ricostruzione della vita civile del Paese. I tre si erano conosciuti nei primi anni Quaranta, quando sotto la guida carismatica di Dossetti avevano fatto gruppo e si erano anche dati un nome, “Civitas Humana”. I “professorini” della Cattolica che si riunivano a Milano ogni venerdì sera si ritrovano dopo la guerra e, benché abbiano più d’un contrasto con Alcide De Gasperi, leader della nascente Democrazia cristiana, accettano di candidarsi all’Assemblea costituente.
È per loro il periodo più fecondo, in cui collaborano a scrivere la prima parte della Costituzione, quella dei principi fondamentali che avrebbe dovuto guidare la rinascita del Paese. Poi Lazzati accetta la candidatura nella Dc per la prima legislatura (1948-1953), viene eletto deputato, ma la linea sua e di Dossetti viene sconfitta dentro il partito democristiano. I “cattolici democratici” animano una profonda critica al “cristianesimo borghese” della Dc di De Gasperi e poi, sconfitti, tornano all’impegno fuori dal partito. L’arcivescovo di Milano Giovanni Battista Montini, futuro papa Paolo VI, lo convince ad accettare la direzione del quotidiano cattolico L’Italia (1961-1964). Poi è a lungo rettore della Cattolica, fino al 1983.
Proprio nella sua università assisterà alla crescita di Comunione e liberazione, che egli riteneva un movimento “integrista”, incapace di tenere distinti il piano della “città dell’uomo” e quello della “città di Dio”. Negli ultimi anni della sua vita, tornato alla formazione della cultura politica, fonda un movimento che chiama, appunto, “Città dell’uomo”, con Leopoldo Elia, Giuseppe Glisenti, Giorgio Pastori, Cesare Trebeschi e tanti altri. La Costituzione resta il suo orizzonte. Non farà in tempo ad assistere agli attacchi forsennati a cui la Carta sarà sottoposta: muore a Milano nel maggio del 1986, a 77 anni.
Twitter @gbarbacetto
Il Fatto Quotidiano, 9 gennaio 2014
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/01/09/giuseppe-lazzati-venerabile-e-la-memoria-di-milano/836974/

Napoli, il sangue di Giovanni Paolo II esposto in una chiesa


Napoli. Il sangue di Giovanni Paolo II a Napoli. Dal 24 al 26 gennaio la Parrocchia di Santa Maria Apparente al Corso Vittorio Emanuele ospiterà la reliquia con il sangue di Karol Wojtyla che sarà canonizzato da Papa Francesco il prossimo 27 aprile. 

Un triduo di celebrazioni, animate dal parroco don Renato de Simone, accompagnerà i fedeli che vorranno pregare davanti al sangue del Papa che nel 1990 scelse Napoli per la sua più lunga visita pastorale in Italia.

Una visita fortemente voluta dall'allora arcivescovo, il cardinale Michele Giordano, che proprio dal Papa polacco ricevette la berretta rossa nel 1988 dopo essere stato da lui nominato, l'anno precedente, alla guida della diocesi partenopea.

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