ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 13 gennaio 2014

Trombare peccatum non est...!

BERTONE, TIÉ! - BERGOGLIO PESCA LE NUOVE PORPORE DALLE PERIFERIE DEL MONDO INDEBOLENDO IL PESO DELLA CURIA NEL COLLEGIO CARDINALIZIO (E NEL PROSSIMO CONCLAVE)

Francesco nomina 19 nuovi porporati, di cui 16 elettori - E di questi solo quattro sono membri della Curia e ben 12 vescovi di Paesi diversi - Solo due dall’Europa, tre dal Nord-Centro America, tre dall’America Meridionale, due dall’Africa e due dall’Asia - A bocca asciutta gli arcivescovi, di ispirazione ruiniana, di Venezia e Torino…

Marco Ansaldo per "la Repubblica"
BERTONE-BERGOGLIOBERTONE-BERGOGLIO
Un cardinale preso da La Pampa argentina, e uno da Perugia, dove l'ultimo porporato fu chiamato nel 1853, 161 anni fa. Sono le berrette rosse che vengono «dalla fine del mondo», come lo stesso papa Francesco. Diceva ieri l'arcivescovo di Rio de Janeiro, Joao Tempesta, uno dei prescelti: «Non sapevo niente, il pontefice non mi aveva avvertito». E il cileno Ricardo Ezzati Andrello, arcivescovo di Santiago, anch'egli nominato: «La potatura è annuncio di una nuova primavera. È così che sento la Chiesa dei nostri giorni».
Che nella Chiesa di Jorge Mario Bergoglio le periferie contassero più del centro, questo era un concetto assodato. Ora, però, l'assunto diviene una questione di sostanza, con un suo peso specifico nel Collegio cardinalizio e, in futuro, pure in Conclave. Francesco ha infatti annunciato le nomine del suo primo Concistoro previsto il 22 febbraio prossimo: 19 cardinali, pescati in 4 continenti, di cui 16 porporati elettori e 3 arcivescovi emeriti.
MARIO MONTI E LA MOGLIE ELSA CON PAPA BERGOGLIO E BERTONE jpegMARIO MONTI E LA MOGLIE ELSA CON PAPA BERGOGLIO E BERTONE JPEG
«Creerò 16 nuovi cardinali appartenenti a 12 nazioni di ogni parte del mondo che - ha detto all'Angelus - rappresentano il profondo rapporto tra la Chiesa di Roma e le altre
chiese sparse per il mondo». Così il pontefice argentino sposta l'asse geopolitico del Sacro Collegio, portandolo su lidi non tradizionalmente appoggiati sull'Europa.
Dei 16 elettori, infatti, solo 4 sono membri della Curia e ben 12 vescovi di Paesi tutti diversi. Di questi, appena 2 arrivano dal Vecchio continente, 3 dall'America
del Nord e Centrale, 3 dall'America Meridionale (fra loro Mario Aurelio Poli, successore di Bergoglio a Buenos Aires, dove il Papa appena nominato lo aveva spostato dalla diocesi che si occupa della provincia di La Pampa), 2 dall'Africa e 2 dall'Asia. Il Sud del mondo, dunque, è ben rappresentato.
Pietro ParolinPIETRO PAROLIN
Meno italiani, poi, rispetto al passato. Una costante già ritrovata nell'ultimo Concistoro di Benedetto XVI, segnato in parte dai veleni di Curia evidenziati dal caso Vatileaks, la fuga delle carte segrete dall'Appartamento papale. Sono 5: oltre all'omaggio evidente dato a Giovanni XXIII con la nomina del suo segretario personale, il 98enne Loris Capovilla, si tratta di tutti ingressi nuovi portati da Francesco: il Segretario di Stato, Pietro Parolin, il prefetto della Congregazione per il clero, Beniamino Stella, il segretario del Sinodo, Lorenzo Baldisseri e, la vera sorpresa, l'arcivescovo di Perugia, Gualtiero Bassetti.
Commenta Vittorio Bellavite, portavoce nazionale del movimento cattolico progressista "Noi siamo Chiesa": «Questa nomina è tanto più rilevante in quanto avvenuta insieme all'esclusione di Francesco Moraglia e di Cesare Nosiglia, i due arcivescovi di ispirazione ruiniana, delle diocesi di Venezia e di Torino, entrambe sedi tradizionalmente cardinalizie. Papa Francesco ha voluto - suppongo - mandare un messaggio: da una parte meno cardinali italiani, dall'altra la Cei deve darsi una mossa e organizzare una vera svolta.
Pietro ParolinPIETRO PAROLIN
Bassetti potrebbe essere candidato a guidarla. Mentre abbastanza prevedibile è stata la nomina dei quattro cardinali di Curia in ragione del loro ufficio, clamorosa è invece stata l'esclusione di Rino Fisichella, arcivescovo bravo a tessere intrighi nella politica». In ogni caso, le "pretese" degli italiani escono ridimensionate.
E Bergoglio rafforza la sua lotta contro il carrierismo nella Chiesa e l'idea che vescovi e cardinali non siano pastori al servizio del loro gregge, ma dignitari con poteri e privilegi. Al mattino nella Cappella Sistina il pontefice aveva battezzato 32 bimbi. Tra i piccoli anche Giulia, 7 mesi, figlia di una coppia sposata, ma solo civilmente. Anche questo un segnale dal nuovo Papa che, oggi, entra nel decimo mese dalla sua elezione.

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I nuovi cardinali. I promossi e gli esclusi


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Le diocesi italiane che per tradizione hanno “diritto” alla porpora, con questo papa possono scordarselo. Nel suo primo concistoro, Francesco non farà cardinali nessuno dei loro titolari in lista d’attesa: non Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino, e non Francesco Moraglia, patriarca di Venezia.

Tra i residenziali, in Italia, riceverà invece la porpora Gualtiero Bassetti, arcivescovo di una diocesi non cardinalizia come Perugia, che Francesco ha già premiato promuovendolo a membro della congregazione vaticana per i vescovi al posto del cardinale Angelo Bagnasco, il quale anche come presidente della conferenza episcopale italiana potrà essere presto soppiantato dallo stesso Bassetti, pupillo del papa.
Ecco qui di seguito l’elenco completo dei sedici nuovi cardinali con diritto di voto in conclave, che papa Jorge Mario Bergoglio creerà nel concistoro del 22 febbraio, nell’ordine con cui egli li ha annunciati domenica 12 gennaio:
- Pietro Parolin, arcivescovo titolare di Acquapendente, segretario di Stato;
- Lorenzo Baldisseri, Arcivescovo titolare di Diocleziana, segretario generale del Sinodo dei vescovi;
- Gerhard Ludwig Műller, arcivescovo-vescovo emerito di Regensburg, prefetto della congregazione per la dottrina della fede;
- Beniamino Stella, arcivescovo titolare di Midila, prefetto della congregazione per il clero;
- Vincent Nichols, arcivescovo di Westminster (Gran Bretagna);
- Leopoldo José Brenes Solórzano, arcivescovo di Managua (Nicaragua);
- Gérald Cyprien Lacroix, arcivescovo di Québec (Canada);
- Jean-Pierre Kutwa, arcivescovo di Abidjan (Costa d’Avorio);
- Orani João Tempesta, dell’ordine dei cistercensi, arcivescovo di Rio de Janeiro (Brasile);
- Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve (Italia);
- Mario Aurelio Poli, arcivescovo di Buenos Aires (Argentina);
- Andrew Yeom Soo jung, arcivescovo di Seoul (Corea);
- Ricardo Ezzati Andrello, S.D.B., arcivescovo di Santiago del Cile (Cile);
- Philippe Nakellentuba Ouédraogo, arcivescovo di Ouagadougou (Burkina Faso);
- Orlando B. Quevedo, O.M.I., arcivescovo di Cotabato (Filippine);
- Chibly Langlois, vescovo di Les Cayes (Haïti).
Nell’insieme, tra i nuovi cardinali quattro sono italiani, due del resto dell’Europa, uno del Nordamerica, due dell’America Centrale, tre dell’America meridionale, due dell’Africa e due dell’Asia.
In più, Francesco farà cardinali anche tre presuli ultra ottantenni, tra i quali l’ex segretario di papa Giovanni XXIII:
- Loris Francesco Capovilla, arcivescovo titolare di Mesembria;
- Fernando Sebastián Aguilar, C.M.F., arcivescovo emerito di Pamplona;
- Kelvin Edward Felix, arcivescovo emerito di Castries.
In curia e in Italia le nomine hanno rispettato le previsioni, compresa la mancata promozione del bibliotecario di Santa Romana Chiesa, il domenicano francese Jean-Louis Bruguès, “colpevole” d’aver contrastato, quand’era segretario della congregazione per l’educazione cattolica, l’allora cardinale Bergoglio riguardo la nomina a rettore dell’Università Cattolica di Buenos Aires di Victor Manuel Fernández, fedelissimo dell’attuale papa e suo ghostwriter.
Anche il fermo imposto agli Stati Uniti, che già contano undici porporati, era nella logica delle cose. Meno scontato era che rimanessero al palo, senza nuovi cardinali, il Medio Oriente, l’Europa orientale e il Giappone.
In ogni caso, le esclusioni più clamorose riguardano l’arcivescovo di Malines-Bruxelles, il conservatore André-Joseph Léonard, e, nelle Filippine, l’arcivescovo della più grande diocesi del paese, Cebu, nonché presidente della conferenza episcopale, Jose S. Palma. Invece che lui, papa Bergoglio ha insignito della porpora un oblato di Maria, vescovo di una diocesi filippina di seconda fila, mai stata “cardinalizia”.
Anche ad Haiti il neocardinale appartiene a una diocesi piccola e povera, non alle due arcidiocesi metropolitane di Port-au-Prince e Cap-Haïtien.

Tutti i nuovi cardinali. Nomi, curiosità e segreti



Tutti i nuovi cardinali. Nomi, curiosità e segreti

Spicca l'assenza di una forte compagine europea nelle scelte di Papa Francesco...
Quando manca poco più di un mese al Concistoro del prossimo 22 febbraio, il Papa durante l’Angelus ha letto i nomi dei diciannove nuovi cardinali. Ai sedici elettori (con meno di ottant’anni), si aggiungeranno tre ultraottantenni.
Tra questi, spicca monsignor Loris Capovilla, 98 anni, segretario personale di Giovanni XXIII. Gli altri due sono Fernando Sebastian Aguilar (arcivescovo emerito di Pamplona) e Kelvin Edward Felix (arcivescovo emerito di Castries, Santa Lucia).
Il Collegio cardinalizio passa quindi da 199 a 218 porporati, di cui 121 elettori, uno più del tetto fissato da Paolo VI.
I NOMI NELLA LISTA: QUATTRO CURIALI
Apre la lista, come prevedibile, il segretario di Stato, monsignor Pietro Parolin. Dietro di lui, il “cardinale a metà” Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei vescovi e uomo che si vide porre in capo lo zucchetto rosso del cardinale Bergoglio non appena questi era stato eletto Papa. Seguono altri due curiali: il prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, mons. Gerhard Ludwig Muller, e il prefetto della Congregazione per il Clero, monsignorBeniamino Stella. Il resto è costituito da esponenti delle chiese locali: cinque tra sudamericani e centroamericani, due africani, due asiatici, un canadese e due soli europei.
LA SORPRESA BASSETTI
Tra questi, il primo è mons. Vincent Gerard Nichols, arcivescovo di Westminster. L’altro è italiano, ed è l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, monsignor Gualtiero Bassetti, attuale vicepresidente della Conferenza episcopale italiana. Il presule è dato in forte ascesa, come dimostra la sua cooptazione nella Congregazione per i vescovi in sostituzione del cardinale Angelo Bagnasco, avvenuta a metà dicembre.
I SUDAMERICANI: C’E’ IL SUCCESSORE DI BERGOGLIO A BUENOS AIRES
Nutrita, come ampiamente previsto, la componente sudamericana. Dal Brasile arriva l’organizzatore della Giornata mondiale della gioventù, monsignor Orani Joao Tempesta, arcivescovo di Rio de Janeiro. Diventerà porporato anche l’arcivescovo di Santiago del Cile,Ricardo Ezzati Andrello. Infine, il successore di Jorge Mario Bergoglio a Buenos Aires, monsignor Mario Aurelio Poli. Rimane fuori il primate del Brasile e arcivescovo di San Salvador, mons. Murilo Ramos Krieger.
DUE NUOVI CARDINALI DALL’AMERICA CENTRALE
Sorprese dall’America centrale: saranno creati cardinali l’arcivescovo di Managua (Nicaragua), monsignor Leopoldo José Brenes Solorzano e monsignor Chibly Langlois, vescovo di Les Cayes e presidente della conferenza episcopale di Haiti. Per il martoriato paese è una prima volta assoluta e la scelta del giovane prelato indica ancora una volta quanto forte sia l’attenzione del Papa per le realtà più disagiate e lontane.
DUE PORPORE PER AFRICA E ASIA
Contrariamente a quanto sussurrato nelle settimane scorse, nel novero dei nuovi porporati non figura alcun patriarca orientale. Francesco ha scelto di includere nella lista l’arcivescovo di Seul, monsignor Andrew Yeom Soo Jung (esponente di punta di una chiesa in costante e rapida ascesa) e l’arcivescovo di Cotabato (Filippine), monsignor Orlando Quevedo. Dall’Africa, porpora per l’arcivescovo di Ouagadagou (Burkina Faso), monsignor Philippe Ouédraogo e per il più prevedibile arcivescovo di Abidjan (Costa d’Avorio), monsignor Jean-Pierre Kutwa.
NESSUN NUOVO CARDINALE DAGLI STATI UNITI
Dall’America del nord arriverà un solo nuovo cardinale, ma non è statunitense. Si tratta di mons.Gérald Cyprien Lacroix, arcivescovo di Quebec. Gli Stati Uniti saltano “un giro”, e nessuno dei suoi principali “candidati” (su tutti mons. Vigneron, arcivescovo di Detroit) sarà cooptato a febbraio nel sacro collegio. A bocca asciutta anche monsignor William Lori, monsignor Charles Chaput e monsignor José Gomez.
RIDIMENSIONATA L’EUROPA
Spicca subito l’assenza di una forte compagine europea. Il Papa infatti ha lasciato fuori molti esponenti di diocesi tradizionalmente cardinalizie. Niente cappello per l’arcivescovo di Bruxelles,André Leonard, né per il primate di Spagna, Braulio Rodriguez Plaza. Niente da fare neppure per due italiani: il patriarca di Venezia, monsignor Francesco Moraglia e l’arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia. Spiegabile è invece l’esclusione del patriarca di Lisbona, monsignorManuel José do Nascimento Clemente: il suo predecessore, infatti, il cardinale Policarpo, è ancora elettore.


Uah! uah! uah!, addante facce ride.... ma che bella sorpresa!
sono settimane che lo si sapeva...!

La gratitudine al Papa di mons. Bassetti. "Mi sento piccolo, ma la Chiesa ha fiducia in me"


Inatteso è arrivato ieri l'annuncio del Papa all’arcivescovo di Perugia – Città della Pieve, mons. Gualtiero Bassetti. Grande la gioia di tutta la diocesi e dei frati francescani di Assisi. 160 anni fa l’ultimo vescovo perugino creato cardinale: era mons. Gioacchino Pecci divenuto poi papa Leone XIII, autore della Rerum Novarum. Al microfono diPaolo Ondarza, mons. Bassetti spiega come ha accolto la notizia:RealAudioMP3 

R. - Direi che l’ho accolta male perché stavo facendo le Cresime in una grande parrocchia. Alle 13:15 è finita la cresima quando sono andato in sacrestia per spogliarmi ed è arrivata una signora tutta trafelata: “Eminenza, Eminenza, il Papa l’ha fatta cardinale”! Siccome era qualche giorno che i giornali facevano le loro solite supposizioni ho detto: “Ma date retta ai giornali? Pensate alle cose serie! Abbiamo fatto la cresima, è disceso lo Spirito Santo! Basta con queste chiacchiere!" Poi sono salito in acchina per andare a pranzo alla casa del parroco. Ecco che arriva un’altra telefonata, ma dico: “basta!” Ero sicuro che non fosse vero anche perché non era arrivato nessun biglietto…

D. - La gente della sua diocesi ha accolto con grande festa questa notizia. Dopo 160 anni un altro vescovo perugino!

R. - La gente è fuori di sé dalla contentezza proprio perché rivedono il pontificato di papa Leone quando era il cardinal Pecci qui a Perugia: fu pastore veramente secondo il cuore del nostro Papa Francesco. Un pastore che si interessava dei problemi della gente. La Rerum Novarum l’ha scritta proprio con l'esperienza che aveva fatto come pastore. Sono pieno di gratitudine al Signore non per la mia persona che so veramente quanto poco valga, ma per la fiducia del Papa per poterlo aiutare più da vicino e soprattutto per l'affetto che il Papa ha dimostrato nei confronti della nostra piccola regione, in particolare di Perugia. Ha privilegiato anche i piccoli, non soltanto quelle che sono le sedi tradizionali, ma ha voluto chinarsi anche sui piccoli. L’entusiasmo che c'è a Perugia, ma anche a Firenze, perché io vengo da Firenze, è dovuto al fatto che vedono la vicinanza del Papa all'Umbria per il motivo del suo nome, per l’affetto a san Benedetto e san Francesco. E’ un momento veramente di grande entusiasmo!

D. - Questa notizia questo annuncio che cosa significa per la sua storia vocazionale, per la sua vita?

R. - Significa un ulteriore meraviglia, mi sento veramente piccolo e sento che nella Chiesa hanno sempre avuto la fiducia in me e mi hanno dato degli incarichi oltre le mie possibilità: così come uando fui nominato giovane vescovo di Massa Marittima, quando Giovanni Paolo II mi mandò ad Arezzo e Benedetto XVI mi mandò a Perugia... Io di fronte a queste nomine ho sempre sentito come qualche cosa che sottolineava la mia inadeguatezza e la fiducia della Chiesa del Signore nel poco che sono. E adesso sono ancora più confuso di fronte a questa responsabilità grande perchè un cardinale ha una responsabilità diretta nel governo della Chiesa.

Testo proveniente dalla pagina http://it.radiovaticana.va/news/2014/01/12/la_gratitudine_al_papa_di_mons._bassetti._mi_sento_piccolo,_ma_la/it1-763441
del sito Radio Vaticana 

La voce che nel perugino e nella valle spoletana circolava da alcuni giorni, incerta e indiscreta, ha trovato oggi la conferma più che autorevole dalla stessa voce di Papa Francesco: S. Ecc. Mons. Gualtiero Bassetti, Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, sarà presto Cardinale. 

Il Porntefice ne ha dato l'annuncio questa mattina al termine della preghiera dell'Angelus in piazza San Pietro: «Come è stato già annunciato il prossimo 22 febbraio, festa della Cattedra di San Pietro, avrò la gioia di tenere un Concistoro, durante il quale nominerò 16 nuovi Cardinali, che - appartenenti a 12 nazioni di ogni parte del mondo - rappresentano il profondo rapporto ecclesiale fra la Chiesa di Roma e le altre Chiese sparse per il mondo. Il giorno seguente presiederò una solenne concelebrazione con i nuovi Cardinali, mentre il 20 e il 21 febbraio terrò un Concistoro con tutti i cardinali per riflettere sul tema della famiglia». Il Papa prosegue, poi, elencando uno ad uno i nuovi porporati "elettori" (in quanto con meno di 80 anni) a cui aggiungerà tre Arcivescovi emeriti che si sono distinti per il loro servizio alla Santa Sede e alla Chiesa.

Per tutti loro, ed in particolare per S. Ecc. Mons. Gualtiero Bassetti, i Frati Minori dell'Umbria innalzano una preghiera di ringraziamento a Dio Padre e datore di ogni carisma, e insieme invocano lo Spirito - che oggi contempliamo scendere sul Figlio nelle acque del Giordano - perché svolgano questo nuovo servizio, secondo le stesse parole del Papa pronunciate all'Angelus, «lasciandosi invadere dall'amore» e aiutino la Chiesa tutta, insieme al Santo Padre e ai confratelli Cardinali, a riscoprire quanto questo sia il «grande tempo della misericordia», misericordia vera che spinge alla carità vera «che condivide e si fa carico del disagio e della sofferenza del fratello». 
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