A UN ANNO DALLA RINUNCIA DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI: SPUNTI E DOMANDE. Cosa sapeva il Santo Padre “di più” di quel che è risaputo?
Begli spunti… Quando la fiamma della fede si spegne anche
tutte le altre luci finiscono per perdere il loro vigore. (Cfr. S.S.
Francesco, Enciclica Lumen fidei). Peccatore sì, traditore no! […] E la Chiesa
è tanto madre che ci vuole anche così, tante volte sporchi, ma la Chiesa ci
pulisce: è Madre! […] Negli ultimi momenti della vita noi sappiamo che la vita
è una lotta e lo spirito del male vuole il suo bottino… Il Papa ha riflettuto
sul mistero della morte, invitando a chiedere a Dio tre grazie: morire nella
Chiesa, morire nella speranza e morire lasciando una bella eredità cristiana. (Cfr.
S.S. Francesco, omelia a Santa Marta del 6 c.m.)
… E inquietanti interrogativi. [Guardando a questi fatti] Non viene il
sospetto di qualche potere oscuro che si è infiltrato e che ha trovato qualche
spazio per “bloccare” e rendere impotente? Allora diciamola tutta: i Papi sanno
che c’è qualcosa di oscuro che li osteggia. (Don Ennio Innocenti, del clero
romano, nel suo recente libro sul foglio di battaglia “sì sì no no”)
I condizionamenti un po’ ci sono. (Questa la risposta di un Vescovo montiniano, che anche apprezza
la franchezza, con aria umiliata)
11 febbraio 2014
Madonna di Lourdes
Primo spunto di riflessione: cade il primo anniversario del ritiro del Pontefice che pubblicamente aveva detto, subito appena intronizzato: «Pregate per me, perché io non fugga, per paura (propter metum), davanti ai lupi»; e il nuovo Segretario di Stato, il diplomatico monsignor Pietro Sodanin (cfr. articolo del 5 novembre u.s.), si appresta a ricevere la Porpora, assieme ad altri noti esponenti del “nuovo che avanza” come il segretario monsignor Capovilla (e magari anche l’ “illuminato” Eugenio Scalfari); e dietro l’intervento del latinoamericano Maradiaga (come pure dietro quello del progressista piemontese Marchisano) non è difficile ravvisare un messaggio obliquo, un segnale velato, diciamo pure un avvertimento promemoria, all’enigmatico papa Bergoglio: sulle attese (per il “Nuovo” ideologico) di certi Suoi determinanti “grandi elettori”.
NASCOSTO AL MONDO...? |
Anche
la lettura (da parte di due settori opposti) di una Sua volontà collegialista
di equiparare il Papa a ciascun Vescovo, che automaticamente passati determinati
limiti d’età si dimette, è piuttosto una forzatura, più ideologica e
interessata che obiettiva. Egli invece ha qualificato la Sua decisione come un
atto grave, particolarmente grave:
non certo come una bella svolta ultracollegiale (pardon, per lo «sviluppo della collegialità» - slogan dei progressisti
già al secondo Conclave del 1978). Avete presente il volto contratto con cui ha
letto il foglietto? Riguardate le fotografie e magari il filmato, ascoltate la voce
tesa e osservate il volto (durante la lettura e subito dopo, mentre esce di
scena): vi vedete la contentezza, la soddisfazione di una svolta che si vuole –
convintamente e volentieri – imprimere?
LE ATTESE "DIMISSIONI" AL DECANO SODANO |
* * *
Prima
domanda (con le molteplici connesse): la tralasciamo. Perché questa non è la sede giusta e perché certamente
sarà il tempo a rispondere; sarà chi di dovere, risolvendo autorevolmente ogni
dubbio.
Seconda
domanda: mancanza di forza, di vigore, non soltanto del corpo ma anche dello
spirito, adeguati… adeguati a che cosa, precisamente?
In
effetti, anche noi avevamo rilevato nel suo Pontificato (a gennaio 2014 come a
gennaio 2012) una debolezza che se non affrontata radicalmente e con qualche
gesto forte lasciava presagire, dietro l’immagine, un impaludamento e un
sostanziale insuccesso. Difficoltà ora rimosse da certi superficiali smemorati,
dal solito esercito di servili e dai tanti nemici, perché il nemico morto
diventa sempre buono.
Adeguati,
forse – come nell’articolo di inizio Quaresima 2013 ci siamo chiesti –, anche a
qualcosa di specifico in arrivo? Forse una “pista” ci viene da una frase poco
notata, e ancor meno analizzata, proprio di quel testo (che peraltro non è,
appunto, l’unico elemento a disposizione, anche al livello pubblico e
ufficiale): «[mondo] agitato da questioni
di grande rilevanza per la vita della fede». Forse, mancanza di forza e
vigore adeguati per affrontare proprio questo? Viene da chiedersi: a cosa
pensava il Santo Padre Benedetto XVI nello scrivere (o nel concordare e
sottoscrivere) questa frase?
E perché nella sua ultima Udienza generale, quel mercoledì 27 febbraio (due di noi erano lì in Piazza), ha detto una cosa così strana e potenzialmente esplosiva come «la mia decisione di rinunciare all’esercizio [!!!] attivo [?!] del Ministero, non revoca questo»?
E perché nella sua ultima Udienza generale, quel mercoledì 27 febbraio (due di noi erano lì in Piazza), ha detto una cosa così strana e potenzialmente esplosiva come «la mia decisione di rinunciare all’esercizio [!!!] attivo [?!] del Ministero, non revoca questo»?
LA VERA, PLURIDECENNALE DIARCHIA |
Alessandra Andreoni
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