ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 22 febbraio 2014

Una poltrona x 2 (ma non era una cattedra?)

Al concistoro si discute di famiglia, ma a decidere sarà il Sinodo

Al concistoro si discute di famiglia, ma a decidere sarà il Sinodo
Si è chiuso con la sorpresa più inattesa il concistoro straordinario, che ha visto per tre giorni riuniti a Roma più di centocinquanta cardinali. Poco prima delle 11, nella basilica vaticana ha fatto il suo ingresso il Papa emerito Benedetto XVI, con bastone e la greca d’ordinanza. Sorridente e rilassato, è andato a sedersi a fianco dei cardinali vescovi, poco oltre il patriarca di Antiochia dei Maroniti, il cardinale Bechara Rai. Francesco si è subito diretto dal predecessore, salutandolo calorosamente. Ratzinger si è subito tolto lo zucchetto bianco.

QUASI SETTANTA INTERVENTI AL CONCISTORO SULLA FAMIGLIA
Ieri sera, invece, si era conclusa l’ultima sessione delle riunioni cardinalizie sulla famiglia, prima tappa verso il Sinodo straordinario del prossimo ottobre e di quello ordinario del 2015. Sono intervenuti sessantanove porporati, trattando un’ampia gamma di temi. Il clima, ha detto padreFederico Lombardi, portavoce vaticano, “è stato di grande serenità e soddisfazione da parte di tutti i presenti per l’ampiezza e la profondità degli interventi”.
LA RELAZIONE DEL CARDINALE KASPER
Ad aprire i lavori era stata giovedì mattina la lunga e corposa relazione del cardinale Walter Kasper, teologo di valore e già presidente del Pontificio consiglio per la promozione dell’Unità dei Cristiani. Nel suo intervento, il porporato tedesco non ha fornito soluzioni – come peraltro gli era stato espressamente richiesto dal Papa –, bensì ha posto domande. Al centro dell’attenzione, oltre ai riferimenti fatti da molti cardinali alla teologia del corpo di Giovanni Paolo II, alla Familiaris Consortio e al Catechismo della chiesa cattolica, c’è stata la questione della riammissione ai sacramenti dei divorziati risposati. Kasper ha ribadito che la chiesa non può mettere in discussione l’insegnamento di Cristo sull’indissolubilità del matrimonio, ma che è necessario interrogarsi sull’approccio da mantenere nei casi concreti.
MENO RIGORE SUI CASI CONCRETI
E proprio su questi, il porporato tedesco ha confidato di essere “un po’ meno rigoroso del prefetto Muller”, il custode dell’ortodossia. Anche perché, aveva aggiunto, “non è immaginabile che uno possa cadere in un buco nero da cui Dio non possa tirarlo fuori”. Questo deve quindi essere il punto di partenza per la discussione, una sorta di “ouverture”, come ha aggiunto Lombardi, in vista degli appuntamenti sinodali. E’ il valore della misericordia a rappresentare il punto centrale della questione, e se l’impostazione di Muller è più rigida, quella di Kasper appare più morbida: “C’è un’uscita per colui che si pente e si converte. Ma un buco senza uscita è per me impossibile”.
NESSUNA DECISIONE E’ STATA PRESA
Nessuna decisione è stata presa, anche perché non era quella la sede dove decidere qualcosa. Spetterà ai Sinodi, in un percorso di due anni (ha notato il Papa), proporre una soluzione. A ogni modo, la bussola orientativa è rappresentata dall’intervento di Kasper, non a caso lodato da Francesco in apertura della sessione mattutina di venerdì, quando ha rivelato di aver riletto prima di addormentarsi l’intera relazione del teologo tedesco, e di aver riscontrato in essa ciò che si definisce “fare teologia in ginocchio”.
SI RIUNISCE LA SEGRETERIA GENERALE DEL SINODO
Da lunedì si riunirà la Segreteria generale del Sinodo sotto la guida del neo cardinale Lorenzo Baldisseri. Sul tavolo, le sintesi delle risposte al questionario inviato lo scorso novembre alle diocesi che nelle richieste d’Oltretevere sarebbero dovute rimanere riservate. Invece, qualche conferenza episcopale locale ha già fornito i primi risultati, quasi tutti accomunati dalla richiesta di andare oltre l’attuale insegnamento cattolico in fatto di morale sessuale.

22 - 02 - 2014Matteo Matzuzzi

Papa Francesco ai nuovi cardinali: “Non prevalgano rivalità, invidie e fazioni”

All'incontro tra Bergoglio e i primi 19 porporati presente anche Benedetto XVI. Non c'era invece il neo nominato Loris Francesco Capovilla, 98enne, per dieci anni segretario di Giovanni XXIII: "Non me l'aspettavo"

Papa Francesco
“Non prevalgano rivalità, invidie e fazioni”. Papa Francesco lo ha detto con chiarezza ai suoi primi 19 cardinali, di cui 16 elettori e 3 ultraottantenni. In prima fila ad ascoltare Bergoglio c’era anche Benedetto XVI.
Nella sua meditazione il Papa latinoamericano ha messo l’accento sui temi più forti che hanno caratterizzato il suo primo anno di pontificato. Dal “camminare, costruire e confessare” che aveva scandito l’omelia della prima Messa dopo l’elezione nella Cappella Sistina, alla condanna della “mondanità” da cui la Chiesa si deve spogliare, come richiesto dal Papa nel suo viaggio ad Assisi lo scorso 4 ottobre. “Non dovremmo avere paura della croce – ha affermato Francesco – eppure, siamo anche noi pur sempre umani, peccatori, e siamo esposti alla tentazione di pensare alla maniera degli uomini e non di Dio”.
Ai nuovi cardinali Bergoglio ha ricordato che “la Chiesa ha bisogno della vostra compassione soprattutto in questo momento di dolore e sofferenza in tanti Paesi del mondo. Vogliamo esprimere la nostra vicinanza spirituale – ha aggiunto il Papa – alle comunità ecclesiali e a tutti i cristiani che soffrono discriminazioni e persecuzioni. La Chiesa ha bisogno della nostra preghiera per loro, perché siano forti nella fede e sappiano reagire al male con il bene. E questa nostra preghiera si estende a ogni uomo e donna che subisce ingiustizia a causa delle sue convinzioni religiose. La Chiesa – ha concluso Francesco – ha bisogno di noi anche affinché siamo uomini di pace e facciamo la pace con le nostre opere, i nostri desideri, le nostre preghiere: per questo invochiamo la pace e la riconciliazione per i popoli che in questi tempi sono provati dalla violenza e dalla guerra”.
Assente giustificato il cardinale Loris Francesco Capovilla, per dieci anni segretario di Giovanni XXIII, che il prossimo 14 ottobre compirà 99 anni. “Ho ascoltato in televisione – racconta ailfattoquotidiano.it – l’annuncio di Papa Francesco con il mio nome nella lista dei suoi primi cardinali. Ho pensato immediatamente ai miei fratelli e sorelle di tutto il mondo, non solo cristiani ma anche di tutte le altre religioni, che hanno speso tutta la loro vita al servizio del prossimo. Arrossisco pensando a questa decisione del Papa di crearmi cardinale che sento immeritata e soprattutto inattesa. Come potrei darmi delle arie e credermi una persona importante dopo aver avuto un grande pastore e maestro di vita come Papa Giovanni?”.
Cosa direbbe oggi Roncalli vedendo il suo don Loris cardinale? Capovilla si commuove: “Non ho il coraggio di dire cosa direbbe. Non voleva bene al suo segretarietto ma a tutto il mondo, a tutti gli uomini”. Capovilla precisa, inoltre, che non ha sentito Bergoglio dopo l’annuncio della sua porpora. “Tutti noi nuovi cardinali – spiega Capovilla – abbiamo ricevuto la sua lettera umile e delicata nella quale ha scritto che il cardinalato non è un’onorificenza. Non si tratta di promozioni e premi altrimenti sarei stato superato dalle centinaia di migliaia di persone che mi precedono”. Il neo cardinale riflette anche sulle parole di Eugenio Scalfari su Papa Francesco e afferma: “Scalfari ha scritto che la carità di Bergoglio ha reso Roma capitale del mondo, ma non da un punto di vista economico, politico e militare. Spero che abbia voluto dire che l’ha resa una potenza morale”. E pensando alla canonizzazione del suo Giovanni XXIII che avverrà il prossimo 27 aprile insieme a quella di Giovanni Paolo II annuncia: “Verrò a Roma se sarò ancora vivo”.
Twitter: @FrancescoGrana
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/02/22/papa-francesco-ai-nuovi-cardinali-non-prevalgano-rivalita-invidie-e-fazioni/890495/


Il Papa emerito partecipa al concistoro

Benedetto XVI tra i cardinali
(©AFP) BENEDETTO XVI TRA I CARDINALI

Benedetto XVI presente in basilica durante la cerimonia per la creazione di 19 nuovi cardinali

ANDREA TORNIELLICITTÀ DEL VATICANO

«Salutiamo, con uguale affetto e venerazione, il Papa emerito, Sua Santità Benedetto XVI, lieti per la sua presenza in mezzo a noi...». Con queste parole il neo-cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato, nel suo saluto iniziale, si è rivolto a Ratzinger nel giorno della sua prima uscita pubblica e ufficiale a un anno di distanza dalla storica rinuncia al papato.

Il Papa e il suo predecessore emerito presenti insieme nella basilica di San Pietro, in uno dei momenti più significativi della vita della Chiesa cattolica, la creazione dei nuovi porporati, arcivescovi e vescovi di vari Paesi - molti dei quali provenienti dalle periferie del mondo - e alcuni collaboratori della Curia, vengono aggregati al clero di Roma e diventano elettori del Papa.

Benedetto XVI, vestito di bianco, con il soprabito, era seduto in prima fila, come primo tra i cardinali. E ha assistito alla cerimonia su invito del suo successore Francesco. Il Papa, entrando nella Basilica vaticana, era andato incontro al suo predecessore per salutarlo e abbracciarlo, e Ratzinger davanti al Pontefice si è tolto lo zucchetto.

Nel concistoro dei due papi 19 nuovi cardinali

Il neo-cardinale Nichols
(©AFP) IL NEO-CARDINALE NICHOLS

Davanti ai 18 neo-porporati e al suo predecessore, Francesco traccia il manifesto spirituale e il vademecum per chi serve la Chiesa invece di servirsene

GIACOMO GALEAZZICITTÀ DEL VATICANO
I nuovi principi della "Chiesa povera per i poveri", secondo l'ordine di creazione, si inginocchiano e Francesco impone loro lo zucchetto e la berretta cardinalizia, consegna l'anello. Quindi il Pontefice assegna a ciascuno una chiesa di Roma come "segno di partecipazione alla sollecitudine pastorale del Papa nell'Urbe". Dopo la consegna della bolla di creazione cardinalizia e di assegnazione del titolo o della diaconia, Bergoglio ha scambiato con ciascuno dei neo-porporati l'abbraccio di pace.

Quello di oggi passerà alla storia come il concistoro dei due uomini vestiti di bianco. Due papi per i nuovi cardinali. Davanti ai 18 neo-porporati e al suo predecessore Joseph Ratzinger, Francesco traccia nella basilica di San Pietro il manifesto spirituale e il vademecum per chi serve la Chiesa invece di servirsi della Chiesa.  "Essere discepoli di Gesù è imbarcarci in una avventura di santità e di amore, la cui misura è quella di non avere misura e che può esigere anche il dono della vita - come è avvenuto e avviene per tanti cristiani nel mondo", spiega il neo-cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, a nome anche degli altri nuovi porporati, nell'indirizzo di omaggio a papa Francesco all'inizio del Concistoro.

"Oggi, in un certo senso, ratifichiamo in modo pubblico e solenne questa opzione", precisa Parolin. Parole in linea con l'allocuzione del Pontefice. "La Chiesa ha bisogno di noi affinché siamo uomini di pace e facciamo la pace con le nostre opere, i nostri desideri e le nostre preghiere - afferma Bergoglio - Il Vangelo ci purifica interiormente, fa luce nelle nostre coscienze e ci aiuta a sintonizzarci pienamente con Gesù". 

Al neo-cardinale Loris Capovilla, storico segretario di Giovanni XXIII (il Papa che verrà canonizzato il 27 aprile), Francesco ha significativamente attribuito il titolo di S. Maria in Trastevere, “quartier generale” della Comunità di Sant’Egidio. Commenta a Vatican Insider il fondatore di Sant’Egidio Andrea Riccardi: “La decisione del Pontefice è un gesto di grande sensibilità, S. Maria in Trastevere fu tra le chiese romane più amate da Roncalli e da allora è centro di preghiera mondiale per la pace. Capovilla mi ha assicurato che verrà a Roma a prendere possesso del titolo che prima di lui era stato di altri artefici del dialogo come Wyszyński, Gibbons, Glemp, il vento del Concilio unisce la stagione di Giovanni XXIII a quella di Bergoglio”.
I nuovi cardinali che ricevono oggi la porpora sono il segretario di Stato Vaticano Pietro Parolin, il segretario del Sinodo Lorenzo Baldisseri, il prefetto dell'ex Sant'Uffizio Gerhard Ludwig Mueller, il prefetto per il Clero Beniamino Stella, l'arcivescovo di Westminster Vincent Nichols, quello di Managua Leopoldo Josè Brebes Solòrzano, quello di Québec Gérald Lacroix, quello di Abidjan Jean-Pierre Kutwa, quello di Rio de Janeiro Orani Joao Tempesta, quello di Perugia Gualtiero Bassetti, l'arcivescovo di Buenos Aires Mario Aurelio Poli, quello di Seoul Andrew Yeom Soo-jung, quello di Santiago del Cile Ricardo Ezzati Andrello, quello di Ouagadougou (Burkina Faso) Philippe Ouédraogo, quello di Cotabato (Filippine) Orlando Quevedo, quello di Les Cayes (Haiti) Chibly Langlois. Entrano nel Collegio cardinalizio anche due ultra-ottantenni, lo spagnolo Fernando Sebastiàn Aguilar e l'antillano Kelvin Edward Felix, mentre Loris Capovilla riceverà la porpora in seguito, nella sua residenza a Sotto il Monte (Bergamo).

Dopo aver consegnato la "berretta" a 17 nuovi cardinali assiso all'altare della Confessione, per un altro neo porporato, l'ivoriano Jean-Pierre Kutwa, che è in sedia a rotelle, Francesco è sceso nella navata, avvicinandosi a lui per l'imposizione di zucchetto e berretta e la consegna dell'anello e della bolla di creazione cardinalizia. Il Papa ha quindi letto la formula ufficiale anche per Loris Capovilla, assente alla cerimonia, cui la porpora verrà consegnata nella sua residenza a Sotto il Monte (Bergamo).

Nella basilica, le delegazioni ufficiali di 15 nazioni d'origine dei cardinali - presenti i presidenti di Brasile e Haiti, Dilma Rousseff e Michel Martelly - e di regioni e province italiane. Alla cerimonia assiste anche il Papa emerito Benedetto XVI. Al suo ingresso in basilica Francesco dopo aver percorso in processione la navata si è diretto verso Ratzinger e lo ha abbracciato. E' la prima cerimonia pubblica in basilica in cui sono presenti i due Papi. Nel suo indirizzo di omaggio il cardinale Parolin ha salutato Francesco, poi "con uguale affetto e venerazione" il Pontefice emerito, esprimendo "letizia per la sua presenza in mezzo a noi". Quindi ha citato papa Benedetto riguardo alla "donazione di amore umile e totale alla Chiesa". 

Il primo a ricevere la berretta dalle mani del Pontefice è il segretario di Stato Pietro Parolin. "A lode di Dio onnipotente e a decoro della Sede Apostolica - è la formula pronunciata dal Papa - ricevete la berretta rossa come segno della dignità del Cardinalato, a significare che dovete essere pronti a comportarvi con fortezza, fino all'effusione del sangue, per l'incremento della fede cristiana, per la pace e la tranquillità del popolo di Dio e la diffusione della Santa Romana Chiesa". Per la consegna dell'anello, invece, la formula è: "Ricevi l'anello dalla mano di Pietro e sappi che con l'amore del Principe degli Apostoli si rafforza il tuo amore verso la Chiesa".

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