Il Cardinale Ciappi, il teologo di papi, da Pio XII a Giovanni Paolo II (all’inizio del suo pontificato): “Il Terzo Segreto dice che la grande apostasia nella Chiesa inizia dal suo vertice. La conferma ufficiale del segreto de La Salette (1846): “La Chiesa subirà una terribile crisi. Essa sarà eclissata. Roma (il Vaticano) perderà la fede e diventare la sede dell’Anticristo “.
ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...
Le parole del Papa, la nota della Cei, le critiche di Famiglia
Cristiana e di Tracce, mentre il Corriere della Sera ha scritto che...
In merito alla discussa e controversa sentenza della Corte
Costituzionale che ha dichiarato illegittimo il divieto di fecondazione
eterologa, c’è il silenzio della Chiesa cattolica italiana? Lo mette in rilievo, oggi, Angelo Panebianco, nell’editoriale di prima pagina del Corriere della Sera.
Il politologo torna indietro di dieci e nove anni, quando il Parlamento
approvò la legge 40, e poi quando su quella legge fu celebrato un
referendum fallito per la bassissima affluenza alle urne. Però
stamattina Bergoglio ha detto: “Occorre ribadire il diritto dei bambini a
crescere in una famiglia, con un papà e una mamma capaci di creare un
ambiente idoneo al suo sviluppo e alla sua maturazione affettiva.
Continuando a maturare in relazione alla mascolinità e alla femminilità
di un padre e di una madre». Queste le parole di Papa Francesco durante il ricevimento dei componenti dell’Ufficio Internazionale Cattolico per l’Infanzia. L’EDITORIALE DI PANEBIANCO
“Il fronte che vinse allora per via politica e che adesso esce sconfitto per via giurisdizionale – scriveva stamattina Panebianco sul Corsera
– sembra quasi silente”. Sono appunto “poche e isolate voci cattoliche”
quelle che “si sono levate a criticare la sentenza”. Un quadro che
porta a dire come “nel suo complesso, la chiesa sembra orientata a
scegliere una condotta prudente, di implicita, più o meno rassegnata,
accettazione dell’esito che si è determinato”. IL BASSO PROFILO DELLA CEI
Fatto emblematico è il comportamento della Conferenza episcopale
italiana, dieci anni fa in prima linea nella battaglia politica sulla
legge. Stavolta, invece, profilo piuttosto basso. Il primo commento
ufficiale è arrivato a più di 36 ore di distanza dalla pubblicazione del
dispositivo della sentenza. Una nota gelida firmata genericamente “dalla presidenza”,
arrivata poco prima delle 18.00 di ieri. Nella dichiarazione si legge
che “è doveroso segnalare alcuni nodi problematici che suscitano dubbi e
preoccupazioni, sotto il profilo antropologico e culturale”. In primo
luogo, “viene affermato un non meglio precisato diritto al figlio o
diritto alla genitorialità, con il rischio di confondere o, peggio,
identificare il piano dei desideri con il piano dei diritti, sottacendo
che il figlio è una persona da accogliere e non l’oggetto di una pretesa
resa possibile dal progresso scientifico”. In sostanza, prosegue la
nota, “si cambia e si snatura il concetto e l’esperienza di paternità e
di maternità, che sono elementi preziosi per l’unità profonda ed
inviolabile della coppia”. La cultura giuridica “non dovrebbe
semplicemente avvalorare il dominio della tecnoscienza, ma porsi anche
la questione del senso e anche quella del limite”. Niente di più. IL COMMENTO DEL CARDINALE RUINI
Il primo a parlare, già ieri mattina sulla Stampa, era stato il cardinale Camillo Ruini,
storico presidente della Cei e impegnato nella lotta riguardo la legge
40, che per la Chiesa cattolica rappresenta una sorta di compromesso
accettabile. “Non può esistere un diritto al figlio, perché il figlio è
una persona”, diceva Ruini in un colloquio con il vaticanista Andrea
Tornielli. Il porporato si mantiene prudente, precisa che “è presto per
parlare di una sentenza appena uscita di cui non si conoscono ancora le
motivazioni”, tuttavia “una cosa sembra chiara – dice Ruini: la Corte
Costituzionale ha dichiarato illegittimo il divieto alla fecondazione
eterologa e su questo non posso non esprimere la mia profonda
perplessità, diciamo pure il mio dissenso”. Il figlio “è una persona, e
come tale non è disponibile”, ha aggiunto. L’EDITORIALE DI AVVENIRE
Critico anche il quotidiano dei vescovi, Avvenire, che però ha affidato l’editoriale d’apertura di ieri non al direttore bensì alla bioeticista Assuntina Morresi,
la quale ha rilevato che “anche nel nostro Paese si affaccia purtroppo
una società in cui persino il legame più profondo che gli esseri umani
conoscono, quello fra una madre e suo figlio, viene frammentato,
sminuzzato nelle sue componenti genetiche, gestazioni e sociali, e
niente lo potrà sostituire nella sua pienezza”. Pesante quanto scrive poche righe dopo Morresi: “Con la sentenza di ieri (martedì, ndr),
la Consulta non si è limitata a stabilire l’illegittimità
costituzionale di una norma di legge, cioè del divieto alla fecondazione
eterologa contenuto nella legge 40. I giudici costituzionali, non nuovi
a iniziative del genere, si sono spinti molto oltre, e hanno indicato
un nuovo orizzonte antropologico, nel quale per spiegare chi sono i
genitori serviranno gli aggettivi”. “IMPOSSIBILE NON PERCEPIRE IL CONTRACCOLPO”
Critica ancheTracce, la rivista
internazionale di Comunione e Liberazione, che però vede nella sentenza
l’occasione propizia per “andare a fondo della questione”. Impossibile –
si legge in un articolo firmato da Lorenza Violini,
non percepire il contraccolpo, la sfida che questa decisione riverbera
su ognuno di noi e sui contesti sociali di cui facciamo parte. Non si
può voltare pagina e dedicarci alla cronaca internazionale o alle
notizie sul tempo libero”. In gioco, prosegue Violini, “c’è
l’eliminazione di una barriera alla autodeterminazione procreativa”. “L’ULTIMA FOLLIA ITALIANA”
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