Chiesa e impero. Lo schiaffo diplomatico della Germania al Vaticano
Il 7 maggio il consiglio dei ministri tedesco ha designato la democristiana Annette Schavan come nuovo ambasciatore di Germania presso la Santa Sede.
E il giorno dopo anche quello irlandese ha indicato una donna, Emma Madigan, come proprio rappresentante diplomatico presso il papa.
Non risulta che la Santa Sede avesse già concesso il gradimento alle due nomine. Se così, in entrambi i casi l’anticipata pubblicità data alle designazioni avrebbe messo la segreteria di Stato vaticana con le spalle al muro, costretta a decidere in pubblico, invece in segreto, se gradire o no le due ambasciatrici.
La scelta irlandese, che riporta a Roma l’ambasciatore di Dublino dopo che nel 2011 il governo aveva declassato questa sua sede diplomatica come non residenziale, è caduta su una diplomatica di carriera, in servizio da quattordici anni presso il ministero degli esteri.
Diverso invece il discorso per la scelta tedesca.
Annette Schavan è una politica a tutto tondo, molto amica della cancelliere Angela Merkel. E tutta politica appare anche l’origine della sua nomina. Stando a quanto pubblicato dalla “Bild Zeitung”, gli uffici del ministero degli esteri tedesco erano in netto disaccordo, ritenendo la designata priva dei requisiti minimi per un incarico diplomatico.
Ma anche in campo politico il curriculum della Schavan non è immacolato. Nel febbraio del 2013 ha dovuto dimettersi dalla carica di ministro dell’educazione, che ricopriva da otto anni, dopo che l’università di Düsseldorf le aveva annullato la tesi di laurea per plagio.
Oltre ad essere impegnata nel partito democratico cristiano, la Schavan ha avuto anche ruoli di rilievo nel laicato cattolico tedesco. Sempre su posizioni progressiste, da cattolica “adulta”.
Nel 1999, come vicepresidente del Comitato centrale dei cattolici tedeschi, il Zentralkomitee der deutschen Katholiken (ZdK), si oppose all’intenzione del Vaticano, e specialmente dell’allora cardinale Joseph Ratzinger, di impedire che i consultori cattolici continuassero a rilasciare un certificato di avvenuto colloquio, necessario per chi voleva abortire.
Nel 2011 poi, insieme ad altri sette politici cattolici tedeschi, ha pubblicamente chiesto di rendere meno rigida la disciplina del celibato sacerdotale e, in caso di necessità, di concedere una deroga speciale in tal senso alla Germania.
L’anno prima la Schavan si buscò anche un rimbrotto dall’allora arcivescovo – oggi cardinale – di Monaco Reinhard Marx per aver appoggiato, in quanto ministra per la ricerca scientifica, l’uso delle cellule staminali embrionali a scopi scientifici.
“Questo mi ha profondamente deluso”, disse a “Der Spiegel” il porporato che papa Francesco ha chiamato a sedere nel consiglio degli otto cardinali suoi consultori e a guidare il neonato consiglio per l’economia.
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