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venerdì 27 giugno 2014

Come si fonda una nuova chiesa..?

Sinodo dei vescovi: misericordia con divorziati, gay, ragazze madri 

Pubblicato l’Instrumentum laboris per il doppio sinodo sulla famiglia 2014-2015. “No moralismo”. Ipotesi comunione ai risposati. La denuncia di femminicidio e pedofilia

di Iacopo Scaramuzzi
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Stamp with inscription Divorce next to a pile of filesLa realtà delle coppie di fatto, i divorziati e la possibilità di concedere loro la comunione, ma anche la denuncia del femminicidio e della pedofilia, la questione dell’omosessualità (no al matrimonio gay ma attenzione pastorale alle coppie dello stesso sesso), il coraggio delle ragazze madri, lo snellimento delle procedure per la nullità matrimoniale, la contraccezione e la difficoltà del popolo di Dio a seguire la Humane Vitae di Paolo VI. In vista del doppio sinodo sulla famiglia voluto da Papa Francesco (un sinodo straordinario a ottobre prossimo e uno ordinario nel 2015), il Vaticano ha pubblicato oggi l’Instrumentum laboris, il documento di base per la discussione.
In 77 pagine il documento, intitolato “Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione” e tradotto in sei lingue, riporta una sintesi delle risposte “numerose e dettagliate” al “questionario” inviato dalla segreteria del sinodo a novembre scorso a tutte le diocesi per raccogliere le idee dei cattolici di tutto il mondo. Risposte che, si sottolinea, sono giunte dalle Conferenze episcopali, dalle Chiese Orientali Cattoliche sui iuris, dai dicasteri della Curia romana, dall’Unione dei superiori generali ma anche da “un numero significativo di diocesi, parrocchie, movimenti, gruppi, associazioni ecclesiali e realtà familiari”, nonché da “istituzioni accademiche, specialisti, fedeli ed altri, interessati a far conoscere la propria riflessione”.
Il testo non evita questioni controverse, pone molti interrogativi, e ripropone l’approccio di Jorge Mario Bergoglio: “Sin dall’inizio del Suo pontificato – ricorda il cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario del sinodo, in introduzione – Papa Francesco ha ribadito: ‘Dio mai si stanca di perdonarci, mai! Noi, a volte, ci stanchiamo di chiedere perdono’. Tale accento sulla misericordia ha suscitato un rilevante impatto anche sulle questioni riguardanti il matrimonio e la famiglia, in quanto, lungi da ogni moralismo, conferma e dischiude orizzonti nella vita cristiana, qualsiasi limite si sia sperimentato e qualsiasi peccato si sia commesso. La misericordia di Dio apre alla continua conversione e alla continua rinascita”. In questo senso, l’Instrumentum laboris pone l’obiettivo di “comunicare i valori del Vangelo in modo comprensibile all’uomo di oggi” e sottolinea che “la pastorale familiare, lungi dal chiudersi in uno sguardo legalista, ha la missione di ricordare la grande vocazione all’amore a cui la persona è chiamata, e di aiutarla a vivere all’altezza della sua dignità”. La collegialità del sinodo è racchiusa in una espressione chiara: “L’episcopato, cum et sub Petro, si pone in docile ascolto dello Spirito Santo, riflettendo sulle sfide pastorali odierne”.
Il testo è strutturato in tre parti e riprende le otto tematiche proposte nel questionario. La prima parte è intitolata “Comunicare il Vangelo della famiglia oggi” e sottolinea, tra l’altro, che “la conoscenza dei documenti conciliari e post-conciliari del Magistero sulla famiglia da parte del popolo di Dio, sembra essere generalmente scarsa” e che “vi sono anche risposte che schiettamente riconoscono il fatto che tali documenti, tra i fedeli, non sono affatto conosciuti”. Inoltre, “da molte risposte confermano che, anche quando l’insegnamento della Chiesa intorno a matrimonio e famiglia è conosciuto, tanti cristiani manifestano difficoltà ad accettarlo integralmente”. Più specificamente, il concetto di “legge naturale” “risulta essere come tale, oggi nei diversi contesti culturali, assai problematico, se non addirittura incomprensibile”.
Particolarmente intensa la seconda parte dell’Instrumentum laboris, intitolato “La pastorale della famiglia di fronte alle nuove sfide”, dove vengono sviscerate le situazioni difficili della famiglia al giorno d’oggi, comprese questioni regionali specifiche (le guerre, le migrazioni, la poligamia e il “machismo” di certe culture). Tra le “sfide pastorali sulla famiglia” si sottolinea, tra i molti casi menzionati, la questione di “violenza e abuso”: “Unanime e trasversale nelle risposte è anche il riferimento alla violenza psicologica, fisica e sessuale, e agli abusi commessi in famiglia ai danni in particolare delle donne e dei bambini, un fenomeno purtroppo non occasionale, né sporadico, particolarmente in certi contesti”, si legge, con riferimento esplicito a “femminicidio”, incesto e pedofilia. Tra i fattori che mandano in crisi la famiglia si parla di “crisi economica e instabilità del mercato del lavoro”, delle migrazioni, di una cultura segnata da consumismo, carrierismo e competitività, nonché delle contro-testimonianze della Chiesa: pedofilia, “lo stile di vita a volte vistosamente agiato dei presbiteri” o la “incoerenza tra il loro insegnamento e la condotta di vita”.
Il crescente numero delle convivenze fuori dal matrimonio. “Tra le possibili linee di azione pastorale si ritiene essenziale aiutare i giovani ad uscire da una visione romantica dell’amore, percepito solo come un sentimento intenso verso l’altro, e non come risposta personale a un’altra persona, nell’ambito di un progetto comune di vita, in cui si dischiude un grande mistero e una grande promessa”. A ogni modo, la Chiesa deve manifestarsi “come presenza amorevole, che si prende particolare cura dei fidanzati, incoraggiandoli a farsi compagni di strada, tra loro e con gli altri”.
Ragazze madri. “Un’attenzione particolare va data alle madri che non hanno marito e si prendono cura da sole dei figli. La loro condizione è spesso il risultato di storie molto sofferte, non di rado di abbandono. Vanno ammirati anzitutto l’amore e il coraggio con cui hanno accolto la vita concepita nel loro grembo e con cui provvedono alla crescita e all’educazione dei loro figli”.
Divorziati risposati e comunione. “Molte delle risposte pervenute segnalano che in tanti casi si riscontra una richiesta chiara di poter ricevere i sacramenti dell’Eucaristia e della Penitenza, specie in Europa, in America e in qualche Paese dell’Africa. La richiesta si fa più insistente soprattutto in occasione della celebrazione dei sacramenti da parte dei figli. A volte si desidera l’ammissione alla comunione come per essere ‘legittimati’ dalla Chiesa, eliminando il senso di esclusione o di marginalizzazione. Al riguardo, alcuni suggeriscono di considerare la prassi di alcune Chiese ortodosse, che, secondo la loro opinione, apre la strada a un secondo o terzo matrimonio con carattere penitenziale; a questo proposito, dai Paesi di maggioranza ortodossa, si segnala come l’esperienza di tali soluzioni non impedisca l’aumento dei divorzi. Altri domandano di chiarire se la questione è di carattere dottrinale o solo disciplinare”.
Nullità matrimoniale. “In tanti casi, segnalati in particolare in Europa e in America del Nord, si chiede di snellire la procedura per la nullità matrimoniale; a questo riguardo, si indica la necessità di approfondire la questione del rapporto tra fede e sacramento del matrimonio – come suggerito a più riprese da Benedetto XVI”. Sullo stesso tema, “alcuni invitano alla prudenza, segnalando il rischio che tale snellimento e semplificando o riducendo i passi previsti, si producano ingiustizie ed errori; si dia l’impressione di non rispettare l’indissolubilità del sacramento; si favorisca l’abuso e si ostacoli la formazione dei giovani al matrimonio come impegno di tutta la vita; si alimenti l’idea di un ‘divorzio cattolico’”.
Coppie omosessuali. “Tutte le Conferenze Episcopali si sono espresse contro una ‘ridefinizione’ del matrimonio tra uomo e donna attraverso l’introduzione di una legislazione che permette l’unione tra due persone dello stesso sesso. Vi sono ampie testimonianze dalle Conferenze Episcopali sulla ricerca di un equilibrio tra l’insegnamento della Chiesa sulla famiglia e un atteggiamento rispettoso e non giudicante nei confronti delle persone che vivono in queste unioni. Nell’insieme, si ha l’impressione che le reazioni estreme nei confronti di queste unioni, sia di accondiscendenza che di intransigenza, non abbiano facilitato lo sviluppo di una pastorale efficace, fedele al Magistero e misericordiosa nei confronti delle persone interessate”. A ogni modo, “nel caso in cui le persone che vivono in queste unioni chiedano il battesimo per il bambino, le risposte, quasi all’unanimità, sottolineano che il piccolo deve essere accolto con la stessa cura, tenerezza e sollecitudine che ricevono gli altri bambini”.
Due gli ultimi temi affrontati nella terza parte dell’Instrumentum laboris, intitolato “L’apertura alla vita e la responsabilità educativa”. Quanto alla questione della contraccezione, l’argomentazione parte dalla nota enciclica Humanae Vitae di Paolo VI: essa “ha avuto un significato certamente profetico nel ribadire l’unione inscindibile tra l’amore coniugale e la trasmissione della vita”. Tuttavia, “le risposte relative alla conoscenza della dottrina della Chiesa sull’apertura alla vita degli sposi, con particolare riferimento all’Humanae Vitae, descrivono realisticamente il fatto che essa, nella stragrande maggioranza dei casi, non è conosciuta nella sua dimensione positiva”. Inoltre, “nella stragrande maggioranza delle risposte pervenute, si evidenzia come la valutazione morale dei differenti metodi di regolazione delle nascite venga oggi percepita dalla mentalità comune come un’ingerenza nella vita intima della coppia e una limitazione all’autonomia della coscienza”. Dal punto di vista pastorale, “le risposte, in moltissimi casi, indicano il bisogno di una maggiore diffusione – con linguaggio rinnovato, proponendo una coerente visione antropologica – di quanto affermato nell’Humanae Vitae, non limitandosi ai corsi prematrimoniali, ma anche attraverso percorsi di educazione all’amore”.
Quanto alla educazione, infine, “appare sempre più necessaria una pastorale sensibile, guidata dal rispetto di queste situazioni irregolari, capace di offrire un fattivo sostegno all’educazione dei figli. Si avverte la necessità di un accompagnamento migliore, permanente e più incisivo verso i genitori che vivono queste situazioni”.
Il documento, si legge nelle conclusioni, illustra tre “grandi ambiti su cui la Chiesa intende sviluppare il dibattito per arrivare a indicazioni che rispondano alle nuove domande presenti nel popolo di Dio”. L’Instrumentum laboris termina con una “preghiera alla santa famiglia”.
Nel corso della conferenza stampa di presentazione del documento, moderata dal portavoce della Santa Sede padre Federico Lombardi, il cardinale Baldisseri ha resto noto che il tema dell’assemblea generale ordinaria che si svolgerà dal 4 al 25 ottobre del 2015 sarà “Gesù Cristo rivela il mistero e la vocazione della famiglia”. Al questionario per la preparazione dell’Instrumentum laboris, ha detto il porporato toscano in risposta alle domande dei giornalisti, ha risposto “l’85 per cento” delle 114 conferenze episcopali del mondo, mentre le risposte individuali o collettive di fedeli, associazioni o singole diocesi sono state circa 800. I membri del sinodo straordinario saranno 188, oltre ai membri di nomina pontificia di là da venire.
Al sinodo ordinario del 2015 il numero sarà più ampio perché comprenderà non solo i presidenti degli episcopati nazionali ma altri vescovi al fine di assicurare una rappresentanza proporzionale delle varie conferenze episcopali.
Il cardinale Peter Erdo, arcivescovo di Budapest e relatore generale al prossimo sinodo, ha fatto alcuni esempi, sempre in risposta alle domande dei cronisti, della distribuzione geografica delle tematiche emerse: la poligamia in Africa, le caste in India, le ragazze madri in America latina, l’emigrazione in Europa orientale. A chi domandava ragione dell’accenno ai “modelli riusciti” di pastorale con le coppie omosessuali, contenuto nel documento di lavoro del sinodo, monsignor Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto e segretario speciale dell’assemblea, ha spiegato che, evitando atteggiamenti “da crociata”, da un lato, o di “permissivismo e relativismo”, dall’altra, è emerso dalle risposte al questionario la necessità di una “ricerca di dialogo che distingua tra la unicità del matrimonio tra uomo e donna e la necessità di riconoscere diritti alle unioni, non solo dello stesso sesso, con un atteggiamento di chiarezza e rispetto”.
Forte ha commentato le critiche dell’ex-presidente irlandese Mary McAleese alla “follia” di un sinodo che si occupa di famiglia pur essendo formato da “maschi celibi”, definendola una affermazione “azzardata” poiché non è vero che “chi non si è sposato per seguire la chiamata di Dio non possa comprendere questi problemi”.
Alla conferenza stampa sono intervenuti anche il cardinale arcivescovo di Parigi André Vingt-Trois, presidente delegato del sinodo, e due coniugi laici, Franco Miano, ex presidente dell’Azione cattolica italiana, e Pina De Simone.
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fonte: La Stampa
http://www.riscossacristiana.it/sinodo-dei-vescovi-misericordia-con-divorziati-gay-ragazze-madri-di-iacopo-scaramuzzi/

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