Francescani dell’Immacolata: denunce, carabinieri e censura
Dagli Stati Uniti ci hanno mandato il testo di una lettera in cui Francesco Colafemmina, titolare di un blog molto noto e seguito in campo ecclesiale, “Fides et Forma”, racconta la sua storia: e cioè di essere stato convocato, con la moglie, dai Carabinieri in seguito a una denuncia per diffamazione da parte di padre Alfonso Bruno, il braccio destro del Commissario dei Francescani dell’Immacolata. Questa è l’Italia, questo il Vaticano. La lettera era in inglese, la traduzione è nostra.
di Marco Tosatti
Quindi un blog di carattere tradizionale. Che ha preso posizione con vigore contro il commissariamento dei Frati Francescani dell’Immacolata, commissariati senza che alcuna accusa specifica sia stata elevata contro di loro, se non quella vaga di “cripto-lefebvrismo”, e con modalità, secondo quanto è apparso sui giornali, ben lontane dalla misericordia proclamata molte volte da papa Francesco.
Ecco la lettera, che abbiamo ricevuto in inglese, e che abbiamo tradotto.
“Caro amico,
Scusa per il ritardo ma la settimana scorsa mi è accaduto qualche cosa di molto triste. Mia moglie è stata convocata dai Carabinieri per essere interrogata. Ora, mia moglie è incinta, ed è stata realmente turbata da questo avviso. Il giorno dopo siamo andati dai Carabinieri, che l’hanno interrogata, e poi mi hanno interrogato. L’interrogatorio si è concentrato su internet e la struttura dei telefoni a casa. Mia moglie è titolare del contratto con la compagnia telefonica e con internet e così avevano bisogno di sentirla.
Dopo un’ora di interrogatorio e domande assolutamente stupide, come “avete un router, avete un antivirus, quanti strumenti avete…” chiesi di sapere perché usassero quella procedura. Mi hanno risposto: “un minuto…” e poi ripresero con una nuova domanda: “Conoscete padre Alfonso Maria Bruno?”.
In poche parole, questo padre Bruno sembra che abbia aperto una procedura contro di me per diffamazione. E i carabinieri in questo modo molto strano stavano cercando di certificare che gli articoli scritti da me con il mio nome erano realmente scritti da me. Così l’interrogatorio di mia moglie, qualcosa che mi ha fatto venire in mente storie del regime sovietico cambogiano… Dopo tutto non so se sia compito dei carabinieri fare cose del genere.
Non mi è stato permesso leggere il testo della lamentela, ma l’ufficiale è stato così gentile da spiegarmi che padre Bruno ha scritto alcune pagine di denuncia, accusandomi di averlo diffamato “come uomo e religioso” dicendo che era un “traditore”.
Mi hanno chiesto di confermare che i due articoli di Fides et Forma erano miei.
http://fidesetforma.blogspot.it/2013/09/p-alfonso-bruno-neo-segretario-dei-ffi.html
http://fidesetforma.blogspot.it/2013/09/lobby-tradizionalista-o-ipocrisia-degli.html
Ho analizzato comunque con il mio avvocato i due articoli e non c’è niente di sbagliato. Non una parola che possa essere “diffamatoria”. Solo due documenti: una lettera firmata da padre Bruno di lamentela contro la Santa Sede per la visita. E una copia del “Who is” in cui si attesta che il sito mediatrice.net è il suo sito.
Ho scritto quattro lettere alle autorità vaticane e al Papa. In Italia, anche se al momento c’è solo un’indagine, il reato di diffamazione è punito con una pena da sei mesi a tre anni di carcere e con multe, anche se alla fine nessuno – eccetto Guareschi – è stato punito con la galera. Tutto ciò è semplicemente folle”.
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fonte: La Stampa
Padre Alfonso ha fatto benissimo, anzi ha aspettato anche troppo. Certamente, dopo il visitatore (Mons. Todisco) è stata la persona più perseguitata da voi e dai vostri blog : un infangamento e uno sputtanamento unico. Dovrebbero fare così anche con gli altri blog (ma innanzitutto con quello di De Mattei) perché con persone testarde e senza rispetto bisogna usare le maniere forti.
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